Titolo: Appena conosciuti
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: 4!Dante, Male!Bayonetta
Wordcount: 1806 (
fiumidiparole)
Prompt: "Lascia perdere quel lecca-lecca e vieni a letto." per il
p0rn fest #7 @
fanfic_italia + 83. X è una persona solitaria e scostante. Poi conosce Y, il suo esatto opposto. dalla
mia cartellina per la
Maritombola #5 @
maridichallengeNote: Blowjob, Crossdressing, Genderbender, Lemon, Yaoi
Quella notte, Dante aveva deciso di uscire dal suo ufficio per andare a cercare qualcuno con cui potersi divertire per il resto della notte, anche se dubitava di riuscire a trovare qualcuno che riuscisse a reggere il suo ritmo. Era un mezzo demone, dopotutto. Nessun umano, per quanto allenato fosse, avrebbe resistito alla sua voglia di fare l'amore, che era parecchia dato che era in astinenza già da un bel po'.
Era da anni che Dante non si concedeva una bella uscita in qualche night club. Aveva smesso dopo gli anni di baldoria giovanili, quando ogni scusa era buona per fare festa.
Adesso che era più grande - più vecchio, anche se non lo ammetteva volentieri neppure con se stesso - non riusciva più a fare colpo sulle ragazzine come una volta, anche se in compenso aveva guadagnato uno strano stuolo di fan tra i maschi. Quelle poche volte che era uscito per andare in un locale a luci rosse, era stato avvicinato da giovani uomini di tutti i tipi e lui aveva scoperto di avere un'inclinazione all'omosessualità di cui fino ad allora non aveva neanche sospettato l'esistenza. Probabilmente era un lato di se stesso che era rimasto ben nascosto in attesa del momento più adatto ad essere esplicato.
Quella notte, Dante aveva deciso di uscire dal suo ufficio per andare a cercare qualcuno con cui potersi divertire per il resto della notte, anche se dubitava di riuscire a trovare qualcuno che riuscisse a reggere il suo ritmo. Era un mezzo demone, dopotutto. Nessun umano, per quanto allenato fosse, avrebbe resistito alla sua voglia di fare l'amore, che era parecchia dato che era in astinenza già da un bel po'.
L'albino non si sarebbe mai aspettato di trovare, in mezzo agli umani, qualcuno di speciale quasi quanto lui: si trattava di un uomo dai capelli mori e lunghi, tra i quali erano fissate delle treccine rosse che dondolavano al minimo movimento della sua testa. Indossava un paio di occhiali da vista ed era abbastanza smilzo; tuttavia era attraente a modo suo.
Era intento a ballare in mezzo alla pista, attorniato da un gruppetto di femmine, quando Dante aveva fatto il suo ingresso nel locale, accompagnato da una ventina di sguardi che si erano posati su di lui non appena entrato. Il suo abbigliamento era così eccentrico che attirava l'attenzione di tutti o quasi coloro che gli capitavano attorno.
Il cacciatore di demoni si era accorto subito della sua presenza, come se avesse un qualche radar incorporato che gli facesse percepire proprio lui tra i tanti che affollavano il posto. Inizialmente non ne capì il motivo, ma poi - quando lo sconosciuto si fece largo tra la folla per accostarglisi con l'intenzione di parlargli - poté vedere coi propri occhi che effettivamente non era come gli altri umani. C'era una specie di aura di potere che emanava dalla sua persona.
«Sono Bayonetta» disse, rigirandosi tra indice e pollice il bastoncino del lecca-lecca che stava consumando lentamente. Dante si era appena seduto al bancone; pertanto il moro poté approfittare dell'appoggio per atteggiarsi a figo.
«E tu chi sei, mh?» indagò, inarcando un sottile sopracciglio nero mentre sollevava il mento, esponendo il collo lungo e sottile.
Dante si voltò per metà sullo sgabello su cui era seduto, posando un braccio sul bancone e piegandolo per sorreggersi il mento con il pugno mentre passava in rassegna da capo a piedi quel Bayonetta.
Doveva ammettere che non era male, anche se per i suoi standard era un po' troppo magrolino.
«Dante» si presentò senza tanti giri di parole «Che cosa sei?» aggiunse subito dopo «Non sei umano, vero?».
Un sorriso si aprì sul viso di Bayonetta prima che rispondesse: «Che programmi hai per la serata?».
«Trovare qualcuno con cui fare sesso» replicò l'albino. Non aveva voglia di prolungare oltre il necessario quella conversazione.
Se quel tipo ci stava era il benvenuto, qualsiasi mostro fosse - era preparato a fronteggiare praticamente di tutto - altrimenti poteva benissimo girare a largo.
Bayonetta fletté in avanti il busto, avvicinando il proprio volto a quello dell'altro.
«Ti vanno bene anche i maschi?» chiese.
Nessuno era mai stato tanto audace da chiederglielo direttamente, in parte perché l'essere omosessuale non era una condizione di cui gli umani parlavano volentieri; in parte perché il suo aspetto incuteva timore negli esseri umani, com'era giusto che fosse.
«Soprattutto i maschi» rivelò Dante «Che ne dici di andare a casa mia? Qui c'è troppo chiasso per parlare».
«D'accordo».
Così uscirono assieme dal locale e si avviarono lungo il marciapiede nella gelida aria notturna.
Lungo la strada parlarono ancora, approfondendo la conoscenza. Dante venne così a sapere che il suo nuovo amico era in realtà uno stregone di Umbra, una congrega di stregoni estintasi secoli prima, mentre Bayonetta apprese che l'albino era un mezzo demone che viveva cacciando i demoni.
Il fatto di non appartenere alla razza umana contribuiva a spingerli a conoscersi.
A parte demoni assetati di sangue e potere, Dante non aveva mai conosciuto altri esseri soprannaturali eccetto mezzi demoni come lui stesso e Nero. Era una piacevole novità sapere di non essere l'unica persona strana al mondo che però non aveva alcun interesse nel conquistarlo o distruggerlo.
Quando si fermarono dinanzi alla Devil May Cry, Bayonetta domandò: «È qui che vivi?».
«Ci vivo e ci lavoro» lo corresse Dante «Perché?» chiese, avviandosi per primo verso la porta.
Afferrò la barra traversa che fungeva da maniglia - non aveva mai installato una serratura nella porta, un po' perché non aveva bisogno di essere protetto da niente, un po' perché non aveva abbastanza soldi per pagare l'operazione - e spinse l'uscio, fermandosi sullo stipite per guardare il compagno.
«Che c'è, il posto non ti piace?» lo prese per i fondelli l'albino.
Bayonetta si tolse il lecca-lecca dalla bocca schioccando le labbra mentre esaminava l'insegna al neon rosso-rosata.
«Mi aspettavo un appartamento un po' più normale» esclamò, scrutando da capo a piedi l'albino con sguardo interessato «Sembri il tipo a cui piace viziarsi».
«Vero, quando ho soldi a disposizione» ammise Dante, stringendosi nelle spalle con un sospiro rassegnato «Ma non ne ho mai avuti tanti come compenso per i miei lavori».
Esitò un momento prima di aggiungere: «Vuoi entrare?».
Bayonetta increspò le labbra, appuntandosi una mano su un fianco e puntando il suo lecca-lecca blu acceso contro l'albino, indicandone il cavallo dei pantaloni.
«Non vedi l'ora di fare l'amore, eh?» esclamò.
Dante gli scoccò un'occhiata, alla quale il moro rispose: «Credevi che non avessi visto la prominenza nei tuoi pantaloni? A quanto pare ti piaccio molto...».
L'albino sospirò stringendosi nelle spalle.
«Accidenti, pensavo non l'avessi notato» ammise «Però è vero, sono eccitato all'idea di fare sesso con uno stregone, quindi... lascia perdere quel lecca-lecca e vieni a letto».
Il sorrisetto ironico dai connotati leggermente malvagi che si dipinse sul viso di Bayonetta fece intuire all'altro quanto anche lui trepidasse nell'attesa di poter assecondare i suoi istinti.
«Bene, demone» asserì, gettando oltre la spalla il suo dolcetto per seguirlo con passo sicuro oltre la soglia dell'ufficio.
Non raggiunsero il letto: erano così curiosi di sperimentare il sesso con un essere che non era umano che non riuscirono ad arrivare neanche alle scale.
Bayonetta aggredì letteralmente il padrone dell'ufficio, spogliandolo ed atterrandolo sul duro, ruvido pavimento di legno. Dante per contro lo baciò ardentemente, ignorando il fastidioso impiccio degli occhiali che sostavano sul naso del moro e che - data la posizione - sembravano sul punto di cadere da un momento all'altro. Quest'ultimo, tuttavia, non era abbastanza interessato all'evenienza che l'accessorio potesse cadergli dal viso e frantumarsi per rallentare il ritmo con cui si stavano praticamente leccando a vicenda. Sembravano intenti in una gara a chi riusciva ad infilare la lingua più a fondo nella bocca del partner.
Dante allungò velocemente le mani, arpionandole al primo lembo rialzato che riuscì a trovare sul dorso della tuta che Bayonetta indossava; tuttavia, quando fece per tirare e strappare il tessuto, avvertì la cosa che aveva afferrato scivolargli tra le dita. La consistenza divenne filiforme e setosa mentre sopra di lui Bayonetta rimaneva completamente nudo e munito di una chioma nera talmente lunga da somigliare ad un mantello.
«Wow, è un risparmio notevole sui vestiti» esclamò, prendendo tra le dita una ciocca di capelli e strofinandola.
«Perché comprare abiti quando posso crearmene quanti voglio?» replicò l'altro, chinandosi a sopprimere eventuali nuove repliche con la propria bocca.
I baci divennero sempre più appassionati e l'erezione di Dante si fece tanto dura da rendere l'uomo molto più agitato e nervoso, anche se non era il tipo da supplicare per avere quel che voleva. Fortunatamente Bayonetta era abbastanza pratico da intuire quale fosse la fonte di tutto quel fervore.
«Vediamo se riesco a farti urlare...» borbottò mentre scendeva con il bacino, strusciando la propria erezione contro l'addome dell'albino e poi più giù. Alla fine si inginocchiò tra le gambe del cacciatore di demoni, afferrandogli le gambe muscolose e pesanti e posizionandosele sulle spalle, in modo che potesse chinarsi con il capo tra le sue gambe.
Dante - intuendo quali fossero le sue intenzioni - si portò alla bocca l'indice e vi strinse attorno i denti, per bloccare eventuali grida che era sicuro sarebbe stato portato ad emettere.
Quando avvertì le labbra dello stregone chiudersi attorno all'estremità della sua erezione ebbe un primo tremito che si trasformò in un inarcamento della schiena piuttosto marcato quando la bocca del suo compagno si mosse ad includere una parte più grande del suo pene.
Lo sentì iniziare a succhiare con forza e a quel punto non riuscì più a contenersi: cominciò a gemere e gridare, tendendo e rilassando la schiena, soffiando fuori respiri che sembravano costargli un sacco di fatica in autocontrollo.
Sentirgli fare tutti quei rumori eccitò Bayonetta tanto che ad un certo punto si alzò afferrando per una caviglia Dante e tirandogli su l'arto, sollevandogli in quel modo anche il fondoschiena, almeno in parte. Gli fu tuttavia sufficiente per avere scoperto l'accesso al didietro dell'albino, il quale venne penetrato senza preliminari né lubrificante.
Strinse di denti e lanciò un gridolino di dolore mentre Bayonetta si spingeva più all'interno ignorando i suoi versi.
Ad un certo momento il mezzo demone cercò di allontanarsi, ma lo stregone si spinse così affondo da riuscire a dargli - assieme al dolore - anche un po' di piacere. Quest'ultimo iniziò a provare più godimento di quanto stesse soffrendo.
«O-ohw...» gemette l'albino «Ci sai fare parecchio».
«Mi tengo ben allenato, a differenza tua» replicò il moro «I lecca-lecca non sono poi così inutili, sai?».
«Ultimamente preferisco stare per conto mio» asserì Dante «E l'unico dolce che fa per me è il gelato».
«È un peccato, sei così affascinante».
Il mezzo demone non riuscì a far altro che ansimare ancor più forte di quanto stava già facendo: l'orgasmo era ormai alle porte.
Venne dopo una manciata di secondi, schizzando il proprio seme sul corpo snello del suo partner, il quale continuò a spingere ancora per un po'; dopodiché tolse l'erezione dal sedere di Dante e gliela posò sul ventre un attimo prima di raggiungere l'orgasmo.
Gli ricoprì l'addome di sperma, prima di sedersi finalmente sul pavimento respirando affannosamente.
«Mica sarai già stanco? Sto cominciando a scaldarmi» lo prese in giro Dante. Eccetto il dolore, era stato un bel rapporto e non vedeva l'ora di ripetere l'esperienza.
«Figurati, ho solo bisogno di riprendere fiato un attimo» rispose Bayonetta.
L'albino si sedette, il sedere che gli doleva; poi afferrò l'altro per un braccio e lo attirò a sé con fare possessivo.
«Adesso sopra ci sto io» disse, leccandosi un labbro con impazienza.
«Okay, voglio proprio vedere di che cosa sei capace» lo sfidò apertamente l'altro.