Titolo: Amore e riconoscenza
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Slice of life
Personaggi: DmC!Dante, DmC!Vergil
Wordcount: 1242 (
fiumidiparole)
Prompt: 338. Affetto crescente @
500themes_ita + 67.
Save The Villain dalla
mia cartellina per la
Maritombola #5 @
maridichallengeNote: Incest, Shonen-ai
Era stato un capovolgimento d'eventi che non avrebbe mai reputato possibile.
Era da quel momento che non aveva altro per la testa che Dante. Era diventato ossessionato da suo fratello e continuava a domandarsi perché l'avesse salvato nonostante avesse tentato di ucciderlo in più di un'occasione.
Il suo cervello - distratto dai vari piani di conquista del mondo demoniaco - ideava spiegazioni delle più fantasiose per giustificare il gesto.
Da quando suo fratello Dante gli aveva salvato la vita, Vergil aveva messo da parte la sete di potere incontrollata che lo possedeva da anni - fin da quando si era ricordato di cosa era successo a sua madre senza che lui potesse far niente per proteggerla - ed aveva deciso di cercare di voler bene al suo gemello come qualsiasi coppia di fratelli umani.
Dopo essere stato tradito da lui ed essere stato quasi ucciso, aveva cercato di vendicarsi di Dante tentando di uccidere Kat elaborando un piano piuttosto pericoloso col quale contava di poter togliere di mezzo definitivamente suo fratello evocando un demone dall'inferno.
L'intera faccenda sarebbe anche andata a buon fine se Dante non avesse avuto molta esperienza alle spalle come ammazza-demoni: nonostante la notevole stazza del demone, Dante era comunque riuscito a sbarazzarsene con notevole facilità e non solo. Era anche riuscito a ritorcerglielo contro; infatti, mentre il demone cadeva di nuovo nel portale da cui era uscito, gli aveva dato una zampata e l'aveva fatto cadere dal sopraelevato punto di osservazione che si era scelto per godersi lo spettacolo della totale disfatta del gemello.
Vergil si sarebbe anche schiantato a terra se non fosse stato per il tempestivo intervento di Dante, che si era gettato nella sua direzione e l'aveva preso al volo.
Era stato un capovolgimento d'eventi che non avrebbe mai reputato possibile.
Era da quel momento che non aveva altro per la testa che Dante. Era diventato ossessionato da suo fratello e continuava a domandarsi perché l'avesse salvato nonostante avesse tentato di ucciderlo in più di un'occasione.
Il suo cervello - distratto dai vari piani di conquista del mondo demoniaco - ideava spiegazioni delle più fantasiose per giustificare il gesto.
Quella che gli piaceva di più - o meglio, quella su cui si interrogava maggiormente - era quella per la quale Dante l'aveva salvato perché provava del sincero affetto nei suoi confronti.
Il problema di Vergil, però, era che la sua rabbia verso Dante stava trasformandosi tutta in amore. Non capiva per davvero fino in fondo nemmeno lui il perché di quella trasformazione radicale; tuttavia, non riusciva a stare lontano da suo fratello.
Sollevò lo sguardo dallo schermo del computer portatile che fissava con finto interesse e guardò attraverso la vetrina del bar in cui si trovava. Il suo sguardo seguiva il profilo familiare del gemello che, dall'altro lato della strada, consultava riviste porno dentro un'edicola.
Aveva iniziato a seguirlo come uno stalker per soddisfare il suo bisogno di vederlo. Sapeva che non era una cosa normale né tantomeno una cosa da lui; tuttavia, non riusciva a farne a meno.
Doveva sapere se Dante lo amava quanto lui. Pensava fosse una cosa da malati amare il fratello, ma non poteva farci niente, era più forte di lui.
Vide Dante uscire dall'edicola e così si affrettò a finire il suo caffè ormai freddo e chiudere il suo pc. Lo ripose nella borsa portadocumenti posata vicino alla sedia e si alzò.
Uscì dal bar poco dopo che suo fratello si era avviato lungo il marciapiede, in modo da non destare troppi sospetti. Non era certo nelle sue intenzioni l'essere scoperto: di certo Dante non avrebbe capito che non aveva intenzione di nuocergli in alcun modo.
Vergil vide il fratello bloccarsi ad un certo punto ed attraversare la strada di corsa, continuando a correre a diversi metri davanti a lui.
Il maggiore si insospettì per quello strano comportamento: fino ad allora non pareva aver fretta di andare da nessuna parte.
Si affrettò ad accelerare il passo a propria volta, per niente intenzionato a lasciarselo sfuggire. Non voleva separarsi da lui, non ancora.
Vedendolo correre da dietro poteva chiaramente notare quanto fosse fisicamente prestante. Era un particolare che non aveva mai notato e che non contribuì a farlo sentire meglio: gli piaceva il corpo di Dante e lo desiderava. Avvertiva un principio di erezione nei pantaloni ma cercò di ignorarlo con tutto se stesso. Non doveva pensare a suo fratello in quel modo.
Il suo gemello ad un tratto si insinuò in un vicoletto laterale, sparendo completamente alla sua vista. Senza pensarci due volte, anche Vergil svoltò per immettersi in esso; tuttavia, dovette bloccarsi e rallentare subito poiché di Dante lì non c'era traccia. Il vicolo - tra le altre cose a fondo cieco - era vuoto.
Vergil si domandò se non avesse visto male da lontano e magari suo fratello non avesse svoltato in un'altra stradicciola laterale. Nonostante avesse un'ottima vista, poteva comunque aver confuso le strade a causa della distanza che li separava.
Stava per fare dietrofront e andarsene quando sentì un paio di mani ghermirlo da dietro bloccandogli completamente le braccia. Tentò di fare resistenza e ribellarsi forte del fatto che essendo un Nephilim aveva una forza fisica molto superiore a quella di un umano. Ciononostante, non riusciva a liberarsi.
«Perché mi segui?» gli domandò Dante nell'orecchio a bassa voce, facendolo bloccare: l'aveva scoperto. Era stato così incauto da permettergli di farlo. Si sentiva un idiota.
«Non voglio lottare» disse, sperando che il più piccolo gli credesse. Se non lo faceva avrebbe avuto dei buoni motivi a supporto della sua decisione.
«E perché dovrei crederti?» chiese infatti Dante, senza dare il minimo segno di volergli dare fiducia.
Vergil cercò di trovare parole cui lui potesse credere senza pensare che fosse una trappola, ma non ne trovò. Qualsiasi cosa sarebbe potuta suonare come un tentativo di raggiro.
L'unico modo efficace per fargli credere che le sue intenzioni fossero pacifiche era coi fatti; così si fece coraggio e suggerì in tono d'imposizione: «Sposta la mano più giù».
Se avesse potuto avrebbe evitato di fargli notare una cosa così intima e di cui si vergognava anche parecchio.
Dante abbassò la mano come gli aveva detto, i sensi all'erta per cogliere eventuali ritorsioni improvvise.
Indugiò un momento sotto il suo ombelico, indeciso se scendere ancora o meno. Dato che ancora non aveva trovato nessuna anomalia che giustificasse la sua frase di poco prima, optò per scendere ancora più giù.
«Oh» fece quando passò le dita sul cavallo dei suoi pantaloni «Sei duro».
Era riuscito a sentirlo attraverso la stoffa spessa dei suoi calzari.
«Non dirlo così, non sono tanto eccitato» protestò Vergil.
«Sei eccitato per me? Non l'avrei mai detto» domandò l'altro inarcando un sopracciglio con aria sorpresa.
Voltò il fratello in modo da poterlo guardare in viso ed effettivamente notò che era paonazzo, sintomo che con la sua domanda aveva colto nel segno.
Vergil gli si avventò addosso prima che l'altro potesse addirittura realizzarlo, lasciando cadere a terra la borsa con il pc e sbattendo il gemello contro un muro con forza.
Lo baciò con irruenza, alimentando il desiderio che aveva fino ad allora represso a stento.
Dante gli passò le mani sui fianchi e ricambiò la foga del fratello. Non gli sembrava possibile che di punto in bianco tutto il suo odio si fosse tramutato in amore - e che amore...! Dalla foga del suo bacio sembrava quasi un amante in astinenza da mesi.
«Che ho fatto per farti cambiare così tanto?» gli domandò a fior di labbra, interrompendo il contatto.
Vergil emise un verso di delusione per sottolineare quanto gli fosse dispiaciuta quella recisione inattesa.
«Mi hai salvato la vita» borbottò in un soffio, prima di accanirsi nuovamente sulle labbra dell'altro.
Dallo stato in cui era - il rigonfiamento duro nei pantaloni di suo fratello si era fatto più prominente e rigido - Dante ipotizzò che molto probabilmente di lì a qualche minuto avrebbero fatto l'amore esattamente dove si trovavano.
Era una novità per lui fare sesso con un uomo, ma trattandosi di suo fratello e vedendo con che ardore lo desiderava, era pronto a concedergli una chance.