Dote [Harry Potter]

Feb 14, 2010 23:17

Titolo: Dote
Fandom: Harry Potter
Rating: PG-13
Conteggio parole: 1,000 parole (Google Docs)
Riassunto: "Calesco." Caligo. Ignesco. La prigione in cui Draco vive non è mai la stessa.

Scritta per janetmourfaaill in occasione del primo giro di aste a help_haiti. Ispirata parzialmente alla poesia 'Escape' di Emily Tesh. Un enorme ringraziamento a G. per l'aiuto ♥

Dote

Escape
Emily Tesh

This house is too well-known to me. It creaks
In high winds when the ocean blows them in.
It murmurs to itself. I hear the thin
Soft whispers of its voice pour through the leaks.
I think you hear them too. These old walls seek
To hem us like the mountains, pen us in.
The shore is where the prison-wall begins
And on the land the light is grey and weak.
But water catches sunbeams where they fall,
Reflects them back again all dizzy-bright
With split-gold meanings: 'You could still be free.'
It's true - though, for a little while, let's stall,
And watch the sea-birds circle to gain height
Where cliffs divide the sunlight from the sea.

"Caligo," sogna, in lettere chiare e nitide che sbiadiscono alla luce dell'alba.

La sua vita sarebbe potuta andare in questo modo:

La casa che lo tiene prigioniero scricchiola ad ogni passo che compie.

"Ignesco," sente. Il tempo si ferma e il suo mondo si trasforma, ma quando riprende a respirare le fiamme bruciano le mura e divorano i drappi che ne coprono i quadri e i ritratti.

Ha le mani fredde; da sette anni la sua bacchetta è cenere, e le sue dita si stringono (bianche, magre. Ossute) attorno a uno spiffero d'aria calda.

Chiude gli occhi e inspira.

Le cose cominciano ad andare male quando Narcissa comincia a piangere. Draco non ne è sicuro, un po' perchè Draco non è mai stato certo di qualcosa, e un po' perché Narcissa non si è mai permessa di piangere di fronte a Draco. È composta e regale e Draco le vuole bene come non gliene ha mai voluto prima: un'incrinatura e la sua visione generale si riempie di colori che non ha mai avuto modo di notare.

Stringe la mano intorno a una bacchetta fatta di stringhe di drago e di legno di noce; attende. Tiene un occhio su sua madre e l'altro sulla porta che hanno chiuso.

Un sottile profumo di calendule si sparge nell'aria.

L'odore di bruciato gli riempie le narici all'improvviso. (Lo stato dei sensi di Draco è incerto, così come è incerta la situazione in cui si trova.) Le sue palpebre tremolano e il suo respiro si fa rapido.

Si lascia scivolare a terra, con una manciata di parole che non riesce ad afferrare e una scatola di ricordi che ha perso nelle fiamme.

"Ti prendevo in braccio e ti cullavo, e il calore che emanava la tua pelle di bimbo bastava a riscaldarmi..."

La calendula fiorisce una volta ogni mese d'estate. I suoi petali sono diffusi nella composizione di un gran numero di decotti, ma sono le sue foglie (tenere e scolorite) che attraggono la maggior attenzione: si pensa che siano uno degli ingredienti principali di un leggendario filtro d'amore dalle origini orientali...

"Caligo," sogna, e quando il tepore dei raggi di un sole ancora basso fallisce di riscaldargli il viso, apre gli occhi e si ritrova al buio.

La sua vita potrebbe star andando così:

La prigione che sta misurando a passi infiniti è piena di nicchie e di angoli.
Quando cerca di fermarsi o di rallentarsi nuove nicchie e nuovi angoli appaiono: e, da quando l'idea gli compare in mente, ne tiene il conto [tiene il conto delle nicchie e degli angoli] scrupolosamente, per mancanza di altro da fare.

Draco tiene un mucchietto di fusti di calendula alla sua sinistra, un mucchietto di foglie di calendula a destra, e un terzo mucchietto di petali di calendula di fronte a sé; i petali di calendula sono stati pestati con un mortaio.

Sua madre si sedeva dove sono ora i petali di calendula.

A volte, quando l'insonnia lascia la presa sulla sua mente, Draco ricorda cose che ritiene vagamente insulse, o derisoriamente improbabili: cose come una casa, e un cielo.

Il cielo sopra Hogwarts ha perso le sue stelle.

"Ignesco," sussurra, e il castello prende vita e fuoco: una risata squilla nel vuoto che sta sparendo poco a poco, e Draco rabbrividisce. Stringe le mani a pugno e trema: la sensazione di impotenza gli è familiare.

Beve acqua dalle mani tenute a coppa. Ha le ciocche di capelli ingarbugliati che ricadono sulla sua faccia, e benché tenti e tenti ancora, non riesce a scostarle completamente.

Quando Narcissa si addormenta, non è mai completamente. Draco se ne accorge quasi subito: il senso d'allerta non abbandona lui e apparentemente non riesce ad abbandonare neanche lei.

(In realtà le cose continuano in questo modo:

Draco non riesce a calmarsi. Il panico si è instillato nella sua mente e la sua indole ansiosa e naturalmente volubile non aiuta a rassicurarlo su alcunché. Le sue capacità di equilibrio psicologico non sono mai state affinate al loro meglio, e Draco non spera neanche di riuscire a raggiungere una qualsiasi parvenza di tranquillità spirituale; sperare è un'azione che possono compiere solamente quelli che hanno ancora qualcosa a cui aggrapparsi.

Sua madre muore silenziosamente fra le sue braccia, in una posa tipicamente derisibile e correntemente angosciosa.)

Draco comincia ad essere stanco di sopravvivere, ma non finisce di esserlo: è questa una delle pecche che maggiormente si distinguono nell'ammasso scuro in cui si raggruppano tutte le sue falle personali: non portare mai a termine il compito che si è prefisso. Non arrivare mai al traguardo avvistato; partecipare ma non vincere.

Bruciare significa avere cicatrici ma non morire; o almeno, questa è la definizione che più si avvicina all'esperienza che Draco sperimenta sulla propria pelle (sotto la propria pelle) e che non riuscirà mai a rendere appieno con parole che non riesce a non lasciar fuggire.

"Hai ancora la possibilità di essere libero," gli dicono con un mormorio soffuso e un odore di fiori d'arancio.

(Ci sono incantesimi peggiori di un lampo di luce verde.)

La casa che lo tiene prigioniero è un mausoleo. (Il mausoleo che lo tiene prigioniero è una catapecchia abbandonata.) Il pavimento cigola e le assi su cui cammina sono rose dalle tarme. Muovendosi, le sue scarpe si impigliano una volta ogni tre nei vestiti troppo lunghi che ha sottratto ad un uomo morente.

C'è qualcosa che dovrebbe afferrare (una spiegazione, un chiarimento, un ragionamento convoluto e intricato), ma che lo elude ogni volta che pensa di essere arrivato alla conclusione della storia di cui è entrato a far parte.

"Caligo," dice, e la gabbia che lo rinchiude si trasforma in un sogno colorato di verde spento.

Dormire ha una certa qualità appagante che non è mai riuscito a comprendere del tutto. Non ha mai dato voce alle sue considerazioni in merito, perché non aveva motivo di farlo; ora che non può fare altro che dormire, non riesce a riportare a galla le ragioni per le quali dormire non gli è mai andato a genio, e questo fatto lo disturba meno di quanto dovrebbe.

"Calesco."

fandom: harry potter

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