[RPS] The All-Demonic Rejects

Oct 21, 2009 21:58

Titolo: The All-Demonic Rejects
Fandom: Sort of RPS!AU degli All American Rejects
Personaggi: Nick e Tyson
Rating: PG13
Riassunto: C’è un pianeta, lontano dalla Terra, abitato da creature demoniache che vivono in tane dall’aspetto di grotte e si aggirano per le strade assumendo sembianze da clown. È su questo pianeta che vivono, da troppo tempo ormai, Nick e Tyson.
Note: Storia squinternata fortemente ispirata e ricollegata a “It” di Stephen King. Mi scuso se lasciasse un po’ a desiderare, ma l’ho scritta di fretta in pausa pranzo e pausa cena. ;) Grazie mille a framianne per l’incoraggiamento e il controllino finale. Grazie anche a zephyrina per il titolo e a Nick e Ty per aver scattato questa foto e averla messa su twitter. E ovviamente è stata scritta per il mio bellissimo Fest!


Cerone bianco. Matita blu per le labbra, il contorno della bocca allargato a dismisura. Il naso rosso e altro cerone, per amalgamare i contorni. Gli occhi, contornati di matita nera e profondamente cerchiati di rosso. Le sopracciglia all’insù. Le lenti a contatto gialle. Poi i denti finti, posizionati con cura tra i suoi canini sporgenti di vampiro. Una perfetta dentatura quasi completamente uniformata, ogni dente affilato ed appuntito in modo terrificante. Infila il costume da clown arcobaleno per coprire il suo corpo scarno e pallido ed è pronto per uscire di casa; o dalla tana, come direbbero gli altri.

Tyson cammina lentamente lungo il condotto basso e stretto che, dall’interno, sbuca nella grotta che fa da atrio alla sua abitazione. L’ha arredata con cura, ripulendola e perfezionandola negli anni, ma dall’esterno non rivela nulla di diverso da quei buchi sporchi e fangosi in cui si ritirano i pagliacci quando vanno a riposare - o a deporre le proprie uova. Risalendo all’esterno il calore del sole lo investe prima dei suoi raggi violenti, facendolo ritrarre per un secondo. Si scherma gli occhi con una mano e, con un filo di orrore, vede la sua pelle spuntare da sotto la manica del vestito e brillare iridescente. Si affretta ad abbassare il tessuto, nascondendo ad occhi inopportuni il segreto che cela sotto il proprio pesante trucco.

Tyson sa che il suo travestimento avrà i giorni contati, se continua così. Si è mimetizzato alla perfezione per secoli, ma se persisterà a fare ciò che sta facendo, a recarsi ad appuntamenti romantici, prima o poi il trucco verrà scoperto, la sua vera natura sbandierata a tutta la città e lui sarà costretto a fuggire, magari tornando sulla Terra. Sarebbe un vero disastro, dopo tutta la fatica fatta per andarsene. Però il suo cuore innamorato batte - metaforicamente, si intende - senza ascoltare la ragione, e le sue voglie capiscono solo una parola, un nome che risuona dolce come il miele alle sue orecchie: Nick.

Si lascia cadere su una panchina del parco rimasta vuota, rimirando i propri piedoni mentre la mente si perde in lunghe divagazioni sul tema Nick. È leggermente in anticipo, ma sa che l’altro è un fanatico della puntualità, per cui questa attesa non si protrarrà a lungo. Eccolo, infatti, con la sua buffa andatura ondeggiante, che arriva.

“Ciao, Nick,” lo saluta Tyson raggiante, non appena l’altro è a portata d’orecchio.

La giornata calda e soleggiata ha portato ad uscire dalle proprie tane gran parte della popolazione della città di D’er Rì. In qualsiasi direzione Tyson guardi esplode un tripudio di colori, mentre pagliacci demoniaci di ogni dimensione e colore invadono le stradine del centro e il parco. Decisamente, pensa mentre un pagliaccio con un ghigno tutto denti aguzzi e un fascio di palloncini colorati passa allegro dietro alla panchina su cui è seduto, non è la giornata giusta per starsene un po’ in pace ad amoreggiare all’aperto. Peccato, perché ha trovato proprio un bel posto all’ombra, dove il sole non l’avrebbe colpito in pieno ma su cui avrebbero potuto godere in tutta tranquillità di quello strano fiorire primaverile.

“Ciao, Ty,” risponde Nick, sedendosi di fianco a lui.

Ha un modo di sorridere molto dolce, diverso da quello degli altri pagliacci, ed è per questo, forse, che a Tyson Nick piace tanto. L’ha colpito fin dal primo momento, per quella sua espressione un po’ sperduta, che prende possesso del suo viso senza che l’altro apparentemente ne sia cosciente quando cammina da solo per strada; per la luce attenta e brillante che gli illumina gli occhi quando parlano e quando Tyson gli sorride, che non ha nulla a che fare con il bagliore maligno che ha sempre scorto nelle pupille verticali degli abitanti di quella dimensione parallela. Nick ha il volto bianco e le labbra rosso fuoco, come tanti altri, ma ha anche due simpatici pomelli rossi disegnati sulle guance e gli occhi truccati con cura, cosicché con i suoi capelli gialli sparati in aria sembra più un ricercato esemplare di pagliaccio umano che non una delle creature che si aggirano per le strade con apparente noncuranza, ma che sono in verità efferati dispensatori di morte. Non che Tyson non sia a sua volta un assassino freddo e spietato, all’occorrenza, ma questa è un’altra storia e non riguarda affatto Nick.

Tyson ha provato a immaginarselo, il suo Nicky, alle prese con gli incubi di una banda di ragazzini spaventati, con il braccino di un bambinetto di cinque anni tra le zanne, con il corpo di una donna adulta stritolato tra le braccia. Il solo pensiero l’ha fatto ridere e, per quanto non sia carino dire che un pagliaccio è tutto tranne che inquietante, la verità è che Nick, se non fosse per quei denti appuntiti che rivelano la sua vera natura, fa proprio ridere.

“È una splendida giornata,” sussurra Tyson, facendo scivolare un braccio attorno alle spalle dell’altro e accavallando una gamba alle sue con nonchalance.

Nick se lo lascia arrampicare addosso senza battere ciglio, scrutando solo, nervosamente, i pagliacci che li attorniano. Nessuno, tuttavia, sembra far caso a loro e Nick sembra esserne sollevato. Tyson ridacchia.

“Non ho mai capito perché ti agiti tanto in pubblico,” mormora, avvicinando le labbra al collo bianco e scoperto di Nick e cedendo all’istinto di inspirarne il profumo caldo e invitante. Un brivido di piacere lo pervade e con un discreto sforzo di volontà si allontana un po’ dalla sua pelle, appoggiando la testa sulla sua spalla. Il vestito blu di Nick è morbido e liscio, pieno di svolazzi un po’ antiquati, ma la spalla al di sotto è decisamente comoda.

Nick si volta a guardarlo, facendo tremare inconsciamente la gamba per la tensione.

“Non mi agito,” si difende. “Non mi piace che la gente mi fissi mentre mi lascio andare.”

“Mmm… Lasciarsi andare, che bella idea…” sussurra Tyson, leccandosi le labbra.

Nick coglie la proposta al volo e si china in avanti quanto basta per accostare la bocca alla sua, per catturare quella lingua rossa un secondo prima che sparisca nuovamente dietro agli strani denti di Tyson, così irregolari, coi canini un po’ più lunghi del normale ma, a loro modo, perfettamente proporzionati. Lo bacia senza quasi respirare, assaporando il lento dischiudersi delle labbra dell’altro sotto le sue e il gelo che sembra pervadergli sempre le membra sciogliersi velocemente. Quando si stacca e vede gli occhi gialli di Tyson sorridergli ammiccanti e maliziosi Nick capisce che il loro appuntamento ha bisogno di divenire ambulante.
Si alza in piedi controvoglia, allontanando da sé il corpo provocante di Tyson, quelle sue gambe lunghe e troppo magre per un clown, ma che inconcepibilmente gli fanno ribollire il sangue e scatenano la sua istintività ferina nelle vene, e gli tende una mano.

“Facciamo quattro passi?”

Tyson non dice mai di no, ma nel suo sguardo, ogni volta, nota un filo di delusione in più. Nick teme il giorno in cui Tyson non si presenterà più ai loro appuntamenti, stufo di aspettare, di cercar di capire perché passino ore a passeggiare mano nella mano, sussurrandosi i pensieri più nascosti e le emozioni più intime, rubandosi baci sempre più profondi senza mai spingersi oltre, senza mai appartarsi seriamente, senza mai uscire di notte e ritirarsi entrambi nella stessa tana. Tyson è bello e dolce ed euforico a tratti; completamente pazzo, che è anche il motivo per cui a Nick Tyson piace tanto. Anche gli altri pagliacci sono matti, ma in modo diverso. Lui non ha niente della cattiveria infida tipica della razza; Tyson è posseduto da una follia che è quasi un’esplosione di gioia e che fa venir voglia di ridere. A volte ha riso, in effetti, ed è stato ancor più contento nel constatare che Tyson non si è offeso. Un pagliaccio non dovrebbe far ridere, lui lo sa bene, ma Tyson spreme dal suo cuore ogni briciola di positività, ricordi di un’umanità storpiata che pensava di aver dimenticato su un altro pianeta anni prima.

Quando il sole inizia la sua discesa all’orizzonte Nick si congeda da Tyson con un ultimo bacio. Dura sempre più degli altri, come se la promessa di rivedersi e un nuovo appuntamento non bastassero. Lo guarda allontanarsi, alto e dinoccolato, nella luce calante del giorno che muore, e sente una stretta al cuore che fa male solo in parte. Torna alla propria tana fischiettando, trotterellando persino per gli ultimi metri. Si spoglia del vestito che ancora è nell’ingresso, occhieggiando ansioso fuori dalla grotta il cielo che si fa scuro. Ha appena finito di togliere le lenti a contatto e di lavar via il cerone bianco che gli tinge la faccia quando la notte lo sorprende. Il suo corpo inizia a trasformarsi, dolorosamente, incontrollabilmente, ma la sua mente, rimasta lucida per quanto racchiusa nella forma di un licantropo, non smette di concentrarsi su Tyson.

Forse è vero, si dice ululando ad una delle tre lune che si alternano su questo pianeta demoniaco, che un pagliaccio non potrà mai amare un lupo mannaro, ma per il momento la cosa non sembra importare e, finché il travestimento funzionerà, Nick farà tesoro dei momenti passati insieme illudendosi che Tyson lo possa accettare così com’è, un giorno.

autore: sourcreamandonions, !challenge: halloween fest #2, rpf: musica, fanfiction

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