Harry Potter. Draco Malfoy/Harry Potter. 048. Quadri

Jun 22, 2008 22:25

Titolo: "Un Malfoy non è mai inopportuno (...o forse sì?)"
Fandom: Harry Potter
Coppia: Draco Malfoy/Harry Potter
Prompt: 048. Quadri
Rating: PG13 per il linguaggio
Conteggio Parole: 1811
Riassunto: Villa Malfoy riceve delle visite inaspettate e quanto meno sgradite...e qualcuno vuole seguire ogni cosa da vicino, a costo di essere inopportuno.
Note: Questa storia ha fatto fatica a vedere la luce, perchè voleva essere breve, leggera e simpatica ma non ho abitudine a scrivere di cose simili e alla fine mi sembrava solo inutile e noiosa. Vabbè, meno male che mi hanno spinto a postarla, sconfiggendo la mia connaturata passività. In particolare ringrazio Keity per avermi betato cinque o sei volte senza sputarmi in un occhio.
Dedico questa storia a Hecate, perchè questa cosina dovrebbe piacerle e perchè anche se non ci sentiamo molto non vuol dire che mi sia dimenticata di lei (come pensa). Un bacio. Per te...divorce happens!
Note 2: Questa storia non fa parte del mio Dracoverse (per chi sapesse di cosa sto parlando, ovvio. Se no ignorate questa nota). E' una cosina totalmente a sè stante (e che rispecchia poco le mie elucubrazioni sui personaggi implicati).
Note 3: Questa storia contiene SPOILER del settimo libro di Harry Potter. Per cui se siete testardi, ciechi e sordi e non volete sapere come finisce NON LEGGETE!
Tabella: http://sourcream-onion.livejournal.com/17923.html#cutid1

UN MALFOY NON È MAI INOPPORTUNO
(…O FORSE SÍ?)

La porta che si apre senza preavviso li coglie entrambi di sorpresa, strappandoli alla sonnolenza del caldo pomeriggio estivo, ma prima che possano indispettirsi di tale ingiustificata intrusione giunge alle loro orecchie un grido petulante e querulo che li priva definitivamente della pace e trasforma istantaneamente la loro indignazione in rabbia.
“SCOOOORPIUUUUSS!”
La donna, dopo aver chiamato il ragazzo, fa qualche passo nell’atrio della villa, si guarda intorno e di nuovo dà ossigeno ai polmoni, chiamando il figlio a gran voce.
“SCOOOOOORPIUUUUUSSS!!!”
Hanno appena avuto il tempo di portarsi le mani alle orecchie per ripararsi dal suo urlo. L’irritazione è ormai salita alle stelle, neanche a dirlo. È per sua fortuna - della donna, si intende - che il diciassettenne chiamato a gran voce giunge di corsa dal giardino, presentandosi alla madre con aria scocciata.
“Non potresti farmi chiamare da un elfo come le persone normali?” le domanda, guardandola di traverso almeno quanto loro.
“Oh, amore, sei qui!” esclama lei, ignorando la sua ritrosia e abbracciandolo. “Sono passata a trovarti, ma temevo già che non ci fossi.”
Perché non ha messo un incantesimo che la tenga fuori da quella porta?
Zitto, Lucius. Vediamo di non far scenate. Già sai che…
“Buongiorno signora.”
Alle spalle di Scorpius si è palesato ora un ragazzo della stessa età e poco più basso di lui, i cui capelli neri, ritti in testa in maniera quanto meno sconveniente, ne rivelano la paternità. Fa un cenno della testa in segno di saluto, piuttosto rispettoso nonostante la discendenza, e sorride, incosciente, mentre i tratti della donna si irrigidiscono man mano. Quando il povero sciocco capisce ciò che ha scatenato è già tardi per fermarla.
“Dov’è?” fa la donna con improvvisa serietà, interrogando il figlio. “Dov’è?”
“Non so di chi parli…” borbotta Scorpius. Fa quella smorfia annoiata, copia sputata di suo padre, ma sanno bene che in verità è deluso. “Credevo fossi venuta a vedere me.”
Ma la donna non lo ascolta e già è partita come un tornado in direzione del salotto.
“DOV’É?” urla, marciando fino alla poltrona, ed il cambio di scena causa qualche fastidio ai suoi silenziosi ascoltatori, che faticano a seguirla senza dare nell’occhio - la cosa, però, non è certo impossibile. “DOV’É?” ripete l’isterica, fermandosi di fronte al povero Draco che, accomodato tranquillamente con un tè freddo in mano, la fissa come se fosse un malaugurato miraggio provocato dalla calura estiva.
“Astoria…” strascica infine, poggiando il bicchiere. Finge addirittura di sorriderle, è una denuncia di colpevolezza. “Mi pareva di aver sentito la tua voce nell’ingresso.”
“Draco, non cominciare e dimmi dov’è,” gli ingiunge lei, irremovibile.
“Certo, mi pareva che avessimo raggiunto un accordo,” continua Draco, ignorandola. “Non ti avevo forse detto di mandarmi un gufo, prima di presentarti a casa mia senza invito?”
“C’è suo figlio, è qui per forza.”
Secondo te è normale che si presenti così a casa nostra?
È anche colpa mia, ho spinto perché la sposasse… Chissà perché, poi.
Tre anni! Dico, manco per tre anni e guarda qua! Matrimonio distrutto, gente che va e viene in casa mia e quello, poi…
Lucius, non cominciare. Non ora.
“Non so di che stai farneticando, ma ti prego di andartene.”
“DIMMI DOV’É!” urla lei, infuriata, come fa da tre anni e mezzo a questa parte ogni volta che si trovano a discutere dell’argomento.
“Cosa vuoi che…” inizia Draco, battendo il palmo sul bracciolo della poltrona, ma una voce nuova giunge dalla porta alle loro spalle, facendoli voltare di scatto.
Lupus in fabula.
“Astoria, se urli ancora un po’ ti verrà un colpo, giuro,” dice Potter con calma, camminando mani in tasca fino alla finestra e appoggiandosi al davanzale come fosse una sedia, da bifolco qual è.
Astoria lo fissa con odio, poi sbuffa.
“Lo sapevo che ti avrei trovato qui,” dice sprezzante.
“È per questo che sei venuta?” domanda Draco, accasciandosi contro lo schienale della poltrona ad occhi chiusi.
Le discussioni lo sfiancano, povero, soprattutto quando questo è il tenore e l’argomento.
“Ero venuta per vedere mio figlio, brutto stronzo,” ringhia lei in risposta.
Io non darei sfoggio di un turpiloquio simile in un momento tanto inopportuno.
Meno male che i ragazzi se ne sono andati al piano di sopra al primo accenno di litigio. Scorpius soffre moltissimo nel vedere i genitori accapigliarsi a questo modo, ma è un bravo ragazzo, molto responsabile, e non lo dà a vedere.
“E allora vallo a cercare e lasciaci in pace,” interviene Potter.
Ma starsene zitto, visto che è la ragione di tutti i nostri mali?
“Stanne fuori tu,” lo aggredisce Astoria - e si rivolge a Potter, per fortuna - “non ti basta tutto ciò che hai già fatto?”
Merlino, non le lacrime adesso…
“Astoria, siediti…” inizia Draco, paziente, ma la donna sussulta.
“No,” rifiuta, “voglio sapere che ci fa qui.”
“È venuto ad accompagnare suo figlio,” spiega Draco con voce annoiata.
“Ti ho detto che non mi va che continui a frequentare Scorpius!” esclama lei.
“Non è stata certo una mia idea che diventassero amici…” mugugna allora Draco.
“Non gliel’ho certo detto io di farsi smistare a Serpeverde con mio figlio,” gli fa eco la voce ironica di Potter, dalla finestra.
“Non mi interessa di chi è la colpa! Mio figlio con quello non deve stare!” sbotta Astoria, stringendo i pugni.
“Non chiamarlo quello!” salta su Potter, risentito.
“Harry, piantala,” interviene Draco. “Astoria, non sono affari tuoi chi frequenta nostro figlio in casa mia.”
“Certo, tanto dopo ciò che sarà costretto a vedere, in casa tua, questo sarà il minimo!” esclama lei stizzita. “Chissà come vi stavate intrattenendo, voi due…”
“Oh, suvvia… I ragazzi sono maggiorenni e vaccinati. Cosa vuoi che…” sbuffa Potter, voltandosi di spalle.
“Lo vuoi sapere davvero?” domanda invece Draco, graffiante. Ora si è arrabbiato sul serio. “Per Diana, Astoria! Eravamo in stanze separate, cosa vuoi che stessimo facendo?”
Astoria dà in un risolino isterico, alzando gli occhi al cielo.
“Mi credi scema?”
“No, ti credo pazza,” risponde Draco, alzandosi in piedi e prendendola per un braccio. “E ora, se permetti…”
“NON MI TOCCARE!” urla lei. “Non osare toccarmi con quelle mani.”
Draco si allontana da lei scuotendo la testa, borbottando tra i denti una maledizione.
“Tutto ciò è assurdo, Astoria…” interviene Potter, preoccupato.
Come se non lo sapesse, come se fosse il primo litigio a cui assiste.
“Tu… Ma come fai a non vergognarti? Cosa dice tua moglie di tutto questo?”
“Ginny, in quanto mia quasi ex-moglie, si fa i fatti suoi,” risponde Potter con tono seccato.
Non è vero, da quel che mi ha detto la mia procugina Beth si fa ripassare tutte le notti da un tale Martin… Una checca spaventosa, comunque…
Forse il termine checca è inadeguato al caso, cara…
“La piantate voi due?” esclama infatti Draco, fissandoli con insofferenza. “Non si può continuare così! Sono stufo di queste sceneggiate! Sono stufo di te,” dice, rivolgendosi alla ex-moglie, “di tutta questa storia e della gente che non si fa i cazzi suoi!” conclude, guardando i genitori dritti negli occhi. “Andatevene di là!”
È controvoglia che lasciano il salotto, ma odiano vedere Draco tanto infuriato. Se ne tornano al loro posto, quindi, mogi e curiosi, desiderando ardentemente sentire ciò che accade nell’altra stanza. Sentono i mormorii giungere attraverso la porta, le parole spezzate, la voce di Astoria che si alza per poi tacere di colpo e alla fine sentono i passi della donna avvicinarsi, finchè quella non passa loro accanto e se ne va, piangendo e sbattendo la porta con violenza.
Senza nemmeno salutare…
Chissà Scorpius quanto ci soffre, povero caro…
Dal salotto non giungono più rumori; tutto tace e nessuno ne esce per alcuni minuti, durante i quali i coniugi si guardano, chiedendosi cosa sia più giusto fare. Solo quando passano alla domanda cosa vogliano fare in barba al giusto si trovano finalmente d’accordo, e con movimenti lenti, per non farsi notare, tornano a insinuarsi in salotto e lo ispezionano velocemente. Draco è in piedi a braccia incrociate accanto alla finestra, dove prima stava Potter, e guarda fuori con aria distaccata. L’altro si è fatto un po’ da parte e lo fissa preoccupato da un metro di distanza, studiando il suo profilo.
“Non è che non voglia, lo sai…” mormora Draco.
“Se ti fai influenzare da lei non te la caverai mai,” dice Potter dolente.
“Lo vedi che arriva qui senza avvertire.”
“E se vivessi qui cosa cambierebbe?”
Vivere dove?!?
Potter si guarda i piedi per qualche secondo. “Lo sai che ho deciso di lasciare la casa ai ragazzi e a Ginny,” mormora poi, “non ce la faccio più a fare i separati in casa. Non posso dormire sempre da te fingendo di essere al lavoro. È…stupido. Non abbiamo più dodici anni.”
“Sarebbe tanto più comodo…” commenta Draco.
Preferivo la donna, eh.
Eh eh! Immagino non fosse proprio ciò che avevi in mente quando l’hai istigato a farlo fuori…
Già…
“Scorpius non ha problemi con me,” dice Potter, avvicinandosi di un passo. Gli mette le mani sui fianchi e gli appoggia il mento sulla spalla.
Guarda, deve alzarsi sulle punte dei piedi per farlo. Penoso…
Anch’io preferivo la donna…
“Lo so,” risponde Draco.
“Chiedimi di venire a vivere qui allora,” sussurra Potter, a voce tanto bassa che devono tendere l’orecchio per sentirlo. Gli passa le braccia attorno alla vita e gli bacia il collo, poi aggiunge “Se mi vuoi.”
Draco chiude gli occhi, sospira, poi si volta lentamente e riapre gli occhi, trovandosi a guardare un Potter sorridente.
“Ne parliamo a cena, coi ragazzi,” sussurra a pochi centimetri dal suo viso, “cosicchè Scorpius possa dire la sua.”
“Ok…”
“Harry?”
“Sì?”
“Dobbiamo spostarci in camera da letto.”
Potter lo guarda sorpreso, mentre i due Malfoy, dal loro nascondiglio, si ritraggono disgustati.
“Ti ho fatto venire voglia?” domanda sogghignando.
“Non proprio,” replica Draco, “ma I MIEI GENITORI CONTINUANO A ORIGLIARE E HO QUARANTATRÉ ANNI, MERLINO!”
Entrambi gli uomini si voltano ad osservare il quadro in cui Narcissa e Lucius, ben poco mascherati da un cesto di frutta, si sono nascosti a curiosare.
Sarò morto ma sono sempre tuo padre, Draco. Ho il diritto di…
“Grande cosa, togliere i quadri dalla camera da letto. Grande, grande cosa…” commenta spavaldo Draco, ghignando nella loro direzione, e preso per il polso Potter fa loro l’occhiolino, volteggiando poi su se stesso per Smaterializzarsi in un’altra parte della villa.
Ingrato… Lucius sbuffa, dissolvendosi e andando a posizionarsi nella sua cornice all’ingresso. Giuro che la prossima volta che muoio divento fantasma…
Piantala di fare il bambino. Sai piuttosto cosa mi preoccupa? Ho notato che ultimamente Scorpius non fa che parlare di Albus Potter.
È vero.
Proprio come Draco faceva con Potter quando erano a scuola.
Sì, proprio come lui. Annuisce, poi si blocca. Fissa la moglie con angustia e inizia a scuotere la testa. Non vorrai dire che…
Dobbiamo tenerli d’occhio. Dobbiamo assicurare una discendenza ai Malfoy!
Con un balzello saltano nel quadro vicino e spariscono ai piani superiori.

hp: draco malfoy/harry potter

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