Titolo: Future...
Fandom: Haikyuu!!
Rating: verde
Personaggi: Azumane Asahi, Nishinoya Yuu
Pairings: Asahi/Noya
Riassunto: " Non avrebbe più dovuto preoccuparsi dell’ansia che saliva prima di ogni partita, non sarebbe più stato un suo problema quanti punti segnava la squadra avversaria, non avrebbe più incrociato lo sguardo accusatore di Noya, quello stesso sguardo che, quand’era acceso d’entusiasmo, gli trasmetteva una carica di adrenalina incredibile."
Disclaimer: Haikyuu!! e tutti i suoi personaggi appartengono a Furudate Haruichi.
Note: collocata all'interno dell'episodio 14 dell'anime. Scritta per l'iniziativa
The Pirates di
landedifandomBeta:
mystofthestarsWord count: 581 (fdp)
Era passato quasi un mese da quando non aveva più messo piede in palestra eppure avrebbe potuto essere un’eternità. L’abitudine era qualcosa di spaventoso: se si smetteva di fare qualcosa sembrava quasi che non la si fosse mai fatta. Eppure Asahi non riusciva a smettere di tremare quando attraversava il corridoio che portava all’esterno e che tante volte aveva percorso in compagnia della squadra. Non riusciva ad impedire a sé stesso di ripensare a quel muro invalicabile che aveva reso vani i suoi sforzi tante e tante volte, rendendolo brutalmente consapevole della sua debolezza e della sua inutilità.
Ancora gli rimbombavano in testa le parole di Nishinoya, i suoi tentativi di scusare i suoi errori, di incoraggiarlo, di mostrargli che non era solo, ma Asahi non lo aveva ascoltato. Nemmeno la rabbia dell’altro aveva fatto breccia nella sua autocommiserazione. Quello che però ricorreva maggiormente nei ricordi di Asahi, erano gli occhi tristi di Yuu, la sua espressione affranta e la sua testarda affermazione che non avrebbe più messo piede in campo finché Asahi stesso non fosse tornato.
Impossibile, quella era una speranza senza futuro. La squadra non aveva bisogno di lui, le nuove matricole erano eccezionali, ne parlavano tutti. La Karasuno avrebbe avuto un nuovo asso mentre lui non avrebbe più dovuto sopportare il peso di una sconfitta sulle sue spalle. Non avrebbe più dovuto preoccuparsi dell’ansia che saliva prima di ogni partita, non sarebbe più stato un suo problema quanti punti segnava la squadra avversaria, non avrebbe più incrociato lo sguardo accusatore di Noya, quello stesso sguardo che, quand’era acceso d’entusiasmo, gli trasmetteva una carica di adrenalina incredibile. Quello sarebbe stato il suo ultimo anno di scuola, dopodiché la sua vita sarebbe proseguita metodicamente, senza la pallavolo e senza Noya. Una vita tranquilla, senza ansie, senza timori, una vita… grigia.
Asahi non riusciva ad immaginare una vita così, aveva sempre pensato al futuro come a delle ali che si dispiegavano per portarlo in volo verso la sua meta, le ali del corvo della Karasuno che tornava a volare alto portandoli tutti con sé. Tuttavia ora quel sogno si era infranto contro un muro invalicabile, contro la sua debolezza ed inettitudine e non poteva incolpare altri che sé stesso. Non poteva tornare indietro, non ne era in grado e non voleva farlo, avrebbe finito solo per trascinare con sé coloro che ancora potevano volare.
Se non poteva avere la pallavolo, se non poteva avere Yuu al suo fianco, allora tanto valeva rassegnarsi. Dopotutto, per uno come lui, quel tipo di esistenza anonima era la più adatta.
«ASAHI-SAN! CLUB!! »
Azumane sussultò e balzò istintivamente in piedi. Ma che…?
Sul banco davanti a lui erano sparsi gli schemi d’attacco di Ukai-san e lo schema dei prossimi incontri, stropicciati per il fatto che vi fosse rimasto appoggiato fino a quel momento, mentre sul pavimento giaceva la borsa da palestra.
Voltando la testa vide Nishinoya, in piedi sulla porta dell’aula, che lo aspettava con le mani piantate sui fianchi e un’espressione bellicosa.
Confuso, si strofinò gli occhi e in un attimo gli fu tutto chiaro: non aveva perso il suo scopo e non aveva perso Noya. Aveva trovato la forza che era convinto di non possedere e avrebbe fatto in modo, con l’aiuto di tutti, che la Karasuno tornasse a volare.
Quel futuro grigio, forse, poteva ancora essere riscritto.
«Nishinoya… Non preoccuparti, non scapperò più. Questa volta, a testa alta, dirò a tutti “Io sono l’asso della Karasuno.” »
E il sorriso di Yuu, in quel momento, fu la migliore delle promesse.