IX - Quattro strade

Mar 18, 2011 22:23


The Kaleidoscope Land
III Ciclo: Not a dream will fall

Capitolo 09: Quattro strade
Dove le buone notizie arrivano con quelle tragiche, e dove ci sono molti saluti



IX - Quattro strade

Arrivarono con la notizia. Sulla soglia dell'imperatrice si incontrarono Aldis, che portava il resoconto della loro vittoria, e una delle guardie di Nelyn, un ragazzo giovane, altissimo e robusto, con gli occhi bassi di chi si appresta a comunicare un evento tragico.
Il corpo di guardia di Nelyn aveva ritrovato il cadavere di Kiyo Mizumi Akatsuki quella mattina all'alba, davanti alle porte di Nel-Kenem. Le guardie speciali, incaricate da Erianne di tenere gli occhi aperti e la mente più allerta di tutti, avevano capito che c'era la magia, e forse i nemici segreti dell'imperatrice, dietro quel corpo ucciso da una ferita al centro del petto, un'orribile scavo che aveva stritolato le ossa e sparso il sangue ovunque, sul viso e sulle vesti della donna. Sulle pietre bianche delle mura e del selciato non c'era una sola goccia rossa: l'avevano uccisa altrove e portata lì come per l'imperatrice, come un messaggio.
Così Erianne ascoltò la notizia della morte insieme a quella della vittoria, poi convocò immediatamente Aldis e i suoi compagni, Nelyn, il generale Deith, Irna, Marith, Maaya, Hedni, e infine la maga Erilna Phreen. La corte dentro alla corte, il parlamento privato di Erianne.
Raccolte nella camera dell'imperatrice, tutte quelle persone avevano sempre meno l'aria di un gruppo di funzionari, ed era ciò di cui Erianne aveva bisogno. Aldis era silenzioso e stanco, Fuyumi sembrava sfinita dal viaggio a Nord e distrutta dalla notizia della morte di Kiyo: era muta e non si staccava dal fianco di Loril, e il suo viso portava le tracce del pianto. Il guerriero sembrava spaesato e confuso: teneva la mano della sua donna e rispondeva a chi gli chiedeva qualcosa con lo sforzo di qualcuno che si è appena svegliato e non capisce quello che sta succedendo. Garnet era la stessa di sempre: labbra serrate, incurvate in qualcosa che poteva essere un sorriso o una smorfia. I capelli mossi, color oro scuro, erano più lunghi e le ricadevano ancora più disordinati attorno al bel viso, che nonostante il passare del tempo e le molte cose affrontate non perdeva la sua aria giovane e vitale.
Il generale Deith parlava fitto fitto con Irna, la consigliera prediletta di Erianne: la donna era seria, l'uomo le mostrava delle mappe e lei, di tanto in tanto, indicava gli altri presenti nella stanza e sussurrava qualcosa più vicino all'orecchio del generale.
Hedni sedeva a gambe incrociate sul pavimento e teneva la testa posata contro il muro. Erianne però era certa che la piccola maga bionda dall'aspetto di adolescente, nonostante l'apparenza di spossatezza, avesse gli occhi azzurri ben fissi sui problemi e sugli obiettivi. Quando lo sguardo dell'imperatrice andò a incontrare quegli occhi, le labbra piene si accesero di un sorriso sicuro e rassicurante.
Maaya, alta e robusta, con la sua massa di riccioli rosso scuro sempre più folta, stava nell'ombra, appoggiata al muro. Una mano stava posata sull'elsa della spada: rilassata, ma probabilmente pronta a stringersi e attivarsi. Poco distante da lei c'era Erilda Phreen, che si era portata dietro una quantità di fogli, che scartabellava con una certa urgenza. Marith era accoccolato sul pavimento, su un grosso cuscino, e raccoglieva di tanto in tanto i fogli caduti alla vecchia maga. L'economo sembrava più abbattuto del solito, i suoi capelli scuri avevano cominciato a mostrare evidenti striature grigie.
Nelyn arrivò per ultima: salutò con un brusco cenno della testa e andò a piazzarsi vicino a Maaya, appollaiandosi sul bracciolo di una sedia. Piccola e flessuosa, con i capelli raccolti nella sua miriade di treccine, aveva sulle guance e sulla fronte ciò che restava di una malattia: chiazze rosse che tardavano a svanire. Nonostante l'infermità, non aveva voluto rinunciare ai suoi doveri di guardia speciale di Erianne.
Ened era l'unico che sembrava aver retto bene agli eventi recenti. Pareva calmo come non lo era da molto tempo. Si rivolgeva a tutti con gentilezza, aveva qualcosa nei gesti e nel modo di rispondere che infondeva una serenità insolita, per quel momento concitato e drammatico. Erianne gli chiese di sedersi accanto a lei, prima di cominciare a parlare alla sua piccola assemblea, e lui acconsentì volentieri.
Erianne raccontò in breve quello che era successo negli ultimi giorni: lo scontro con Averil a Nord, la morte di Kiyo e un'altra notizia, portata tre giorni prima.
- Shenwen ha dichiarato la sua indipendenza dall'impero.- Disse lei, osservando le reazioni sui volti di chi già lo sapeva e di chi ne era all'oscuro. - Lo sapete tutti: il mago Lyer ha liberato Rielda, principessa di Shenwen che tenevamo nelle nostre prigioni dopo che aveva cercato di uccidermi. Io avevo provato a parlarle, a offrirle leggi speciali per il suo regno, ma lei ha sempre rifiutato. Lyer l'ha portata via, e, come temevo, a quanto sembra si è posta contro di noi, armando il suo regno e tutti i confini. Le notizie incerte da Nord-Ovest parlando di funzionari imperiali uccisi. L'esercito di Shenwen sta dalla sua parte e si è detto pronto a resistere a qualunque assalto imperiale. E non è da escludere nemmeno che decidano di attaccare per primi.
- Non sarebbe una follia, per loro, muovere da soli contro tutto il resto delle forze imperiali?- Domandò Hedni. Erianne scosse la testa.
- Nonostante questo, mi spaventano lo stesso. Hanno i maghi, dalla loro parte. E potrebbero decidere di sacrificare l'esercito di Shenwen per distrarci, mentre Averil e i suoi mettono in atto qualche incantesimo.
- Appena fu chiaro che Rielda tramava contro di voi, le mie guardie andarono subito a Shenwen, per capire se c'era da temere una rivolta.- Disse Nelyn, con la rabbia che bruciava nella voce. - Non siamo riusciti a scoprire niente! Ci era sembrato il solito posto di frontiera, estraneo all'impero perché marginale, molto provato dalle calamità naturali. E invece, a quanto pare, quei vermi si erano nascosti benissimo!
- Non te ne fare un cruccio.- Le rispose Erianne. - Non possiamo sempre capire tutto. Non potei mandare neppure un grosso contingente, come avrei voluto, e fui costretta a inviare i tuoi quasi in segreto. Lo sapete: la maggior parte dei ministri e dei nobili mi avversa, e per quanto non vogliano certo dissolvere l'impero, non aspettano altro che cogliermi in fallo per destituirmi. Erano tutti contrari all'invio di una forza considerevole a Shenwen: la ritenevano una manovra inutile. Ho passato un anno a sbriciolare le forze della squadra di Nelyn e gli uomini del generale Deith qua e là, sperando di scoprire i movimenti dei nostri nemici.
- Ora però mi sembra di capire che abbiamo qualcosa di concreto in mano.- Disse Deith, fissando lo sguardo su Ened. Lui fece cenno di sì con la testa e volse gli occhi su Erianne, per chiederle il permesso di parlare.
- Qualcosa di concreto, sì.- Disse l'imperatrice. - Ened vi spiegherà quello che sappiamo, nel dettaglio, e poi cercheremo di elaborare una strategia.
Ened ripeté a tutti ciò che aveva già spiegato a Erianne: la storia di Wytt, e soprattutto quelli che, secondo lui, erano i luoghi attorno ai quali si sarebbe concentrato lo scontro.
- Dobbiamo dividerci per riappropriarci di questi posti.- Disse Hedni, quando Ened ebbe finito di parlare. - Dovremmo andare in due o tre per ogni luogo, non di più: attireremmo l'attenzione.
- Io e Maaya, con i miei uomini e il suo gruppo di guerrieri, rimarremo qui.- Il generale Deith si alzò in piedi e posò sul tavolo al centro della stanza le mappe che aveva con sé. - Se davvero Shenwen si è rivoltato contro l'impero, e se davvero la principessa Rielda intende sferrare un attacco militare al Nevan, allora l'imperatrice ha bisogno di tutte le forze fedeli di cui dispone. L'esercito regolare combatterà, ma sarà anche pronto a voltarle le spalle alla prima occasione. Non mi stupirei se, una volta respinto l'attacco di Shenwen, qualche nobile decidesse di corrompere i militari e li rivoltasse contro Erianne.- Indicò alcuni punti su una delle mappe. - Ho una proposta di stanziamento tutt'intorno alla capitale e alla cittadella che esporrò all'imperatrice.
- E l'imperatrice ti dirà di sì: non sono una stratega e mi fido di te.- Rispose Erianne. - Parliamo invece di coloro che partiranno. Ened, tu conosci le caratteristiche di questi quattro luoghi che dovremmo in qualche modo ripulire. Chi pensi che sia più adatto per ciascuno di essi?
- Penso che Fuyumi dovrebbe andare nel Glies, a Ilyu.- Disse lui, alzandosi e raggiungendo le mappe distese sul tavolo dal generale. Indicò un punto preciso nella terra dove due anni prima molte cose erano iniziate. - La cascata sotterranea ha un accumulo di magia oscura derivante da un culto deviato. C'è bisogno di un potere fortemente legato alla purezza e un animo profondamente spirituale, per togliere un po' di sporco da quel luogo e riconciliarlo con la sua storia.
- Io vado con lei.- Stabilì Loril.
- Mi dai anche troppo credito, Ened.- Fuyumi fece un piccolo sorriso, ed Erianne indovinò che, sotto la modestia della ragazza, c'era anche una punta di orgoglio che aveva avuto piacere per le parole dell'altro mago. - Andrò, va bene. Non so ancora cosa dovrò fare, per pulire questo posto, però.
- Nessuno lo sa.- Le rispose Ened. - Si tratta di prendere confidenza con il posto... E sperare in un'intuizione. Tornando ai nostri progetti: a Sud, al tempio del Gadrel, dovrebbe andare qualcuno che ha dimestichezza con la magia sprigionata dai sentimenti che rimangono attaccati alle cose. Era un bordello, un posto abbastanza rigonfio di sporcizia per quello che ci facevano i potenti, ma l'accumulo di negatività è iniziato quando una donna infuriata l'ha fatto esplodere. Forse Hedni...
La maga bionda aveva già alzato la mano.
- Guardiamoci in faccia: se la ragazzina Akatsuki va nel Glies, di maghi rimaniamo io, te e Aldis. Lui è bravo con le palle di fuoco, tu con i fulmini e i temporali. Con la magia mentale fate schifo. Il Sud è mio.
- Di maghi ci sono anch'io...- Si intromise Erilna Phreen, con un leggero colpo di tosse e un tocco in punta di dita sugli occhialetti in bilico sul naso. - Ma preferirei rimanere a corte e proteggere la cittadella da qui, in caso di bisogno.
- Ti avrei chiesto di restare io stessa.- Disse Erianne. - E a Nord-Ovest, a Lith? E' vicinissimo al confine di Shenwen. Sarà pericoloso.
- Ci vado io!- Esclamò Garnet. - C'è una montagna spuntata dal nulla ed è a tre passi dai nostri nemici. Se dobbiamo morire, facciamolo in un posto che ne valga la pena!
- Non dire idiozie!- La rimbrottò Fuyumi. - Se ti fai uccidere, ti richiamo dai morti e ti uccido di nuovo io!
- E dai, fidati di me, sciocca. Ce la faccio, a tornare da te.- Rispose la guerriera, con quello sguardo di devozione particolare che aveva solo per Fuyumi.
- Aldis, dovresti andare con Garnet.- Riprese Ened. - E' un posto strano, quello. Ci vuole qualcuno che sia bravo. Molto bravo. Un po' con tutto.
Aldis fece cenno di sì con la testa, poi batté una mano sulla spalla di Garnet, seduta vicina a lui.
- Ci faremo ammazzare insieme sulla montagna inesistente. Ma con stile.
- Perfetto!
- Quindi tu andrai a esplorare il posto a confine con l'Est?- Chiese Erianne. - Chi vuoi con te?
Ened scosse la testa.
- Nessuno. Mi sento quasi in colpa per aver scelto la meta meno pericolosa. Posso benissimo andare da solo.
- Figuriamoci se non diceva un'idiozia anche stasera...- Brontolò Aldis.
- Non se ne parla!- Fuyumi lo polverizzò con lo sguardo. - Erianne, scegli tu un compagno per questo sciocco!
- Nelyn, puoi accompagnare Ened?
La piccola guerriera annuì.
- Pensavo di offrire i membri della mia guardia speciale come accompagnatori di ciascun gruppo. Va bene andare in pochi, ma i rischi sono enormi. Assegnerò tre dei miei uomini per ogni delegazione. I rimanenti li affido al generale Deith e a voi, signora. Potete continuare a usarli come spie, oppure tenerli come membri in più del vostro esercito fedele.
- Sei più utile qui che con me, Nelyn.- Provò a dissuaderla Ened, ma lei lo offese e tornò a rivolgersi a Erianne.
- Nessuno può permettersi di andare da solo. Convincetelo a prendermi con sé.
- Lo farà.- Rispose l'imperatrice. - Ama annoiare i suoi amici con parole inutili, ma alla fine fa quello che gli diciamo.
- Ho un'ultima cosa da dire.- Disse Ened, sorridendo. - E non per annoiarvi. Per quanto riguarda me e Fuyumi, i nostri viaggi sono tranquilli: ci apprestiamo a esplorare luoghi che non sono di nessuno, quindi nessuno ci creerà problemi. Garnet e Aldis arriveranno in una terra abitata. Ci sono villaggi tutt'intorno a quella montagna. Dovrete parlare con gli abitanti, sondare il terreno e capire se i nostri nemici sono stati lì. Siete vicini a Shenwen: è probabile che abbiano tentato un approccio con quei popoli.
- Saremo dei diplomatici perfetti, stai tranquillo.- Rispose Garnet.
- Hedni: per voi è ancora più difficile. Il Gadrel è in mezzo a una zona commerciale. E non si tratta di pacifici mercatini di quartiere. E' un posto pieno di briganti e malavitosi, e la maggior parte dei commerci non sono legali. Vi servirà una copertura.
- Questo potrebbe essere un problema.- Borbottò la maga. - Io non capisco nulla di commerci.
- Perché non portate Marith con voi?- Suggerì Irna, parlando per la prima volta in tutta la serata.
- A Erianne non serve il suo economo a corte, di questi tempi?- Chiese Marith, perplesso.
- Posso sostituirti io.- Rispose Irna. - Sai che sono farlo, almeno per un po'. Tu potresti servire, in un ambiente di commerci.
- E di criminali, soprattutto.- Concluse Marith. - Per un volta il mio passato potrebbe tornare utile.
- Bene. Ci hai seminati per tutto l'impero, signora.- Commentò Garnet. - Cercheremo di germogliare come si deve.

Dopo la riunione Fuyumi chiese di essere portata a vedere il corpo di Kiyo. Era l'alba, la luce cominciava a farsi sentire ed era molto freddo. Erianne la condusse, insieme a Loril e Nelyn, nel luogo dove avevano portato il corpo della maga, in una stanza vuota dei quartieri delle guardie di Nelyn.
Era distesa su un tavolo di legno: le avevano tolto le vesti insanguinate e l'avevano coperta con un telo bianco. Fuyumi spostò il telo con le mani che tremavano e fissò a lungo lo sguardo sul volto gelido e violaceo della donna. Le sembrò che non ci fosse più nulla della Kiyo che conosceva: c'erano dei vaghi tratti e c'era la consapevolezza che quella creatura senza vita aveva avuto, un tempo, il nome e l'anima della sacerdotessa Akatsuki. Ma la vita era un'altra cosa, e l'anima di Fuyumi credeva e sentiva che la vita di Kiyo continuava altrove. Lì era rimasto un involucro spaventoso, destinato a farsi sempre più orrendo fino a disfarsi.
Poi spostò gli occhi lungo il corpo, e allora trattenne il respiro per un attimo e le sembrò di aver intuito qualcosa.
- La ferita... E' diversa.
Indicò una serie di altre ferite, sparse lungo le braccia, l'addome e le gambe della donna. Piccole e profonde, riconoscibili a un occhio che le avesse già viste.
- Questa è la magia di Lyer.- Spiegò. - Ma la ferita sul petto, quella che l'ha uccisa, è diversa. Non l'ha inferta Lyer.
- Ma allora...- Cominciò Loril. Fuyumi gli fece cenno di tacere. Posò una mano sul petto devastato della donna, toccò appena il sangue rappreso e le ossa che si intravedevano nella ferita. Un attimo dopo si ritrasse con un grido. Loril la afferrò, come per timore che cadesse.
- Che succede?
- Questa donna da sola poteva cambiare il corso dei mondi!- Esclamò Fuyumi, le lacrime agli occhi e un sorriso inaspettato sulle labbra. - Tutte quelle ferite provocate da Lyer mi fanno temere che sia stata torturata. Ma la ferita per cui è morta, quella è frutto di un incantesimo dell'Akatsuki. Si è uccisa.
- Pensi che l'abbia fatto per non cedere a Lyer e non rivelargli qualcosa?
- Non solo. Era un messaggio. L'ho sentito. Nel momento in cui l'ho toccata, ho capito. Ha usato la sua magia rimanente per togliersi la vita e non tradire un segreto prezioso. E allo stesso tempo, offrendo la sua vita, ha avuto in cambio il potere di compiere un ultimo incantesimo. Mi ha lasciato una comunicazione.
- Vuoi dire che, morendo, è riuscita a creare una sorta di ultimo messaggio per te?- Le domandò Erianne.
- Non per me: per qualsiasi Akatsuki che l'avesse trovata.
- Beh, chissà a chi pensava...
- Dice che ha nascosto tutto quello che sapeva in un posto nel Glies.- Riprese Fuyumi. - Un posto che si chiama Ilyu.
- E' la nostra meta!- Esclamò Loril. - Vuoi dire che Kiyo aveva già scoperto qualcosa, laggiù?
- A quanto pare, sì. Questa donna era un prodigio e ci ha già salvati una volta. Onoreremo il suo ultimo gesto e troveremo ciò che ha nascosto per noi, a tutti i costi.

Due albe dopo si salutarono, alle porte di Nel-Kenem, protetti all'interno di un cortile di un palazzo della guardia imperiale. Non c'era nessuno a disturbare quell'ultimo momento di vicinanza, prima del tempo delle strade divise.
Deith benedisse tutti con una specie di augurio tradizionale dei soldati, una via di mezzo tra una preghiera e uno stornello da osteria; si allontanò per primo, portando con sé Irna, che abbracciò tutti senza parole e versò qualche lacrima per Aldis e per Marith. Erilna li salutò velocemente e senza troppe effusioni: disse che doveva tornare in fretta al palazzo e denigrò l'idea insana di andarsene tutti insieme, col rischio di attirare l'attenzione. Però alla fine si lasciò sfuggire più di un sorriso. Maaya promise a tutti che avrebbe usato bene il tempo che le rimaneva e pretese la stessa promessa da ciascuno. Si eclissò nell'ombra di un porticato e nessuno vide quando se ne andò, per tornare al palazzo.
Hedni salutò con la mano e alzò le spalle di fronte a tutti gli auguri e i buoni auspici. Marith si dilungò in mille parole per ciascuno, tranne che per Erianne: di fronte a lei cadde in ginocchio e pianse un po' con il viso nascosto tra i veli della sua gonna. Smise solo dopo innumerevoli richiese da parte di lei. L'imperatrice si chinò a posargli un bacio sulla fronte, poi lo fece rialzare e gli indicò Hedni e le tre guardie di Nelyn, pronti a partire. I tre ragazzi mostrarono le armi all'imperatrice e le giurarono nuova fedeltà. Fu il primo gruppo che si perse tra le vie della città, oltre le mura rassicuranti della cittadella imperiale.
- Forza, andiamo: questi addii mi hanno già rotto le palle.- Brontolò Nelyn. Estrasse la spada davanti a Erianne, e così fecero le tre ragazze della sua guardia che l'avrebbero seguita. - Signora, ti siamo fedeli, con la vita e con la morte. Muoviti, Ened!
Il mago sembrava smarrito: tutta la calma e la pacatezza che erano state di sostegno a tutti, nei giorni precedenti, erano svanite. Rimase fermo, spaesato, a fissare tutti, senza sapere cosa fare, chi salutare. Erianne risolse il problema: gli corse incontro e lo abbracciò forte.
- Mi fido di te.- Gli sussurrò all'orecchio. - Coraggio!
- Mia signora, farò quello che posso per proteggere la tua terra-caleidoscopio.
Anche Fuyumi e Loril lo abbracciarono, senza parole. Fuyumi gli fece una carezza sul viso e gli spostò un ciuffo nero dietro l'orecchio.
- Niente pensieri tristi sul passato.- Gli disse. - Fai solo il tuo dovere di mago.
- Ci vediamo.- Gli disse Garnet. - Sul serio. Niente scherzi.
Poi gli occhi verdi di Ened incontrarono Aldis. E per la prima volta dopo giorni muti e senza luce, gli occhi di Aldis sembrarono riprendere vita. Lo guardò con aria di sfida e gli disse qualcosa in Niwyn. Ened scoppiò a ridere e ribatté nella sua lingua. Erianne avrebbe dato qualsiasi cosa per capire quello scambio, ma la cosa più importante era che Aldis ridesse.
Anche il secondo gruppo partì. Poi Fuyumi prese l'iniziativa e cominciò ad abbracciare tutti quanti, bisbigliando parole di speranza a ognuno. Loril la seguiva, un po' più goffo negli abbracci e timido nelle parole. Fuyumi lasciò Garnet per ultima. Quando le fu davanti, le sorrise e mise le mani sui fianchi.
- Ti ricordi cosa ti ho detto, vero? Combina qualche guaio e verrò a prenderti, ovunque tu sia!
- E poi dicevano a me che ero temibile.- Commentò Garnet. Posò le labbra sulla guancia dell'altra donna e vi indugiò alcuni istanti. - Torna sana e torna presto. E riporta anche quello scemo del tuo uomo.
- Lo stesso vale per te.
Le guardie di Nelyn, due ragazzi e una giovane donna, li seguirono oltre le porte del cortile e poi via, nel candore della città ricoperta dal giorno appena sbocciato.
- Beh, addio a tutti.- Garnet fece la parodia di un inchino e si mosse per uscire dal cortile. I tre uomini della guardia di Nelyn che rimanevano la seguirono, dopo aver omaggiato Erianne.
Ed eccoli lì, c'erano solo loro due.
- Non ho mai avuto così paura in vita mia, però allo stesso tempo non sono mai stata così sicura di stare facendo la cosa giusta.- Disse Erianne, tendendo le mani perché Aldis le prendesse. Lui andò oltre, la tirò verso di sé e la imprigionò in un abbraccio. Le premette il viso sulla spalla e nascose il suo tra le trecce di Erianne. Rimasero immobili a lungo, prima che una mano della ragazza si sollevasse, per raggiungere i capelli rossi di lui, poi la sua fronte e il suo viso. Si districò dalla stretta di Aldis, quel tanto che bastava per guardarlo in volto, e si prese tutto il tempo che voleva per guardarselo. Gli posò un bacio sulla guancia, sulla fronte, finalmente sulle labbra. Lui ricambiò, e il tempo continuò a passare, il tempo prezioso che Aldis avrebbe dovuto usare per viaggiare, e che invece loro due si concedevano di sprecare per se stessi.
- Ti amo.- Le disse, labbra contro labbra.
- Ti amo, Aldis. E non sarà l'ultima volta che te lo dico. Lo giuro. Porteremo a termine ogni cosa.
- Lo so, lo so. Scusami per tutto il silenzio e la stanchezza di questi giorni. Avrei potuto regalarti un addio migliore...
- Non dirlo nemmeno. E comunque non è un addio. Per niente.
- No. Non lo è. Ora vado... vado a rimetterti a posto le cose, signora.
Erianne si tolse un anello dalla mano sinistra e frugò sotto l'allacciatura del mantello e la casacca di Aldis, tirandone fuori una catenina d'argento con alcuni piccoli ciondoli. Gliela slacciò, vi appese l'anello e gliela rimise.
- E' uno dei sigilli imperiali.- Mormorò lui. - Perché?
- Ti ho appena fatto reggente dell'impero.
- Che cosa?
- Vai. Ti stanno aspettando.
- No, ehi, un momento, mi hai fatto cosa?
- Se io fossi ferita, se stessi male, se fossi imprigionata, o anche solo se fossimo lontani e tu avessi necessità di esercitare autorità... Ora puoi farlo.
Non disse se morissi, perché era fermamente intenzionata a non farlo accadere.

*

La prima parte è scorrevole come un macigno impantanato. Ma mi sono divertita a scrivere gli addii.
Buonanotte.

terzo ciclo, not a dream will fall

Previous post Next post
Up