Extra - La saggezza del vocabolario

Mar 02, 2011 23:16


In attesa del prossimo capitolo (arriverà... Sto arrancando in maniera spaventosa, ma c'è. Mi dispiace!), ecco un piccolo missing moment, che si inserisce nel periodo di viaggi dei cinque protagonisti tra il secondo e il terzo ciclo. Una cosa assolutamente banale e ripetitiva. Ma, dovendo scrivere una storia sul tema "nemici", per una sfida, mi è venuta in mente questa cosa. E, forse, per rimettermi seriamente a terminare questa storia, avevo bisogno di tornare alle origini.



La saggezza del vocabolario

Quel vocabolario lo odiava. Era la terza volta che, sfogliando casualmente le pagine, quello tornava sempre alla E. Alla quinta pagina della E.
Fuori dalla finestra c'era tutta la pioggia passata, presente e futura del mondo, che aveva deciso di riunirsi e inondare la più noiosa cittadina che Aldis avesse mai visitato. Un posto ordinato e silenzioso, nel Sud del Nevan. Persino la biblioteca, che tutti decantavano e lodavano, si era rivelata piuttosto piccola e poco fornita. O forse era lui, che ormai aveva visitato così tante biblioteche da avere aspettative altissime e grandi pretese, quando si trattava di libri. In ogni modo, era in biblioteca e si stava annoiando.
Dall'altra parte del tavolo di legno scuro, ricoperto di uno spesso strato di stoffa amaranto, impolverata e macchiata da generazioni di studiosi, c'era Ened, immerso nella lettura di un testo di geografia. Aldis provò a leggere i gesti dell'altro, per intuire se anche lui si stesse annoiando o se fosse veramente interessato ai fiumi dell'Est. Ma era difficile a dirsi: Ened aveva quell'aria concentrata ogni volta che prendeva un libro in mano, o si dedicava a qualche compito che richiedeva un minimo di attenzione. Ened era capace di sembrare così concentrato persino quando lavava i piatti.
Aldis fece un lungo sospiro, posando la fronte contro il vocabolario Nevan - Niwyn. Si trovò a invidiare i suoi compagni di viaggio che non si trovavano lì in quel momento: di certo erano nelle loro camere, alla locanda, magari sotto le coperte, o riscaldati da qualcosa di alcolico (nell'ordine, Loril e Fuyumi sotto le coperte, probabilmente insieme, e Garnet davanti a una birra.)
Davvero, che un maniaco dello studio come lui provasse invidia per gli altri era inaudito. Forse era solo molto stanco... Viaggiare come spie imperiali si stava rivelando sempre più difficile, in quei tempi incerti.
Tornò a osservare Ened: le mani magre strette attorno al volume, per sorreggerlo, i capelli neri raccolti nella solita lunga coda, con un'abbondanza di ciuffi scompigliati attorno al viso, le labbra appena tese, le sopracciglia aggrottate come chi è impegnato in una disputa con se stesso, gli occhi verdi molto distanti.
E il vocabolario era tornato alla E.
Più di un anno prima, Ened lo aveva chiamato enkradh. Gli ci erano voluti mesi per tradurre quella stupida parola Niwyn: il dizionario diceva che si trattava di un termine legato al cambiamento, e che spesso era un epiteto di re. Ma che senso aveva riferirla a lui? Poi, barando e chiedendo aiuto a qualcuno che ne sapeva più di lui, Aldis aveva scoperto che Ened si era riferito a lui come portatore di cambiamento. E che quella non era solo una parola antiquata: era un atto di gratitudine e un ringraziamento, e allo stesso tempo una responsabilità. Aldis era il portatore di cambiamento di Ened. Si erano considerati rivali per tutta la vita, finché gli eventi avevano deciso che quella condizione non doveva durare.
Aldis guardò la parola misteriosa e pensò al suo gruppo, alla sua strada, alla brace del cambiamento che bruciava sempre sotto le ceneri di ogni vita, e a volte trasformava tutto, riscaldava tutto, illuminava tutto.
Lui aveva trasformato il suo rivale in un amico. Ened, a sua volta, lo aveva reso più umano. Quello scambio aveva salvato una situazione disperata. Aveva portato loro altri compagni di viaggio. E, forse, non era sbagliato dire che se Aldis si era riavvicinato alla sua signora Erianne, era stato merito del cambiamento cominciato con Ened.
Con l'assurda lingua di Ened, e la rivalità dimenticata.
Enkradh.
- Ehi. Ened.
- Sì?- L'altro mago sollevò lo sguardo dal libro e sul suo viso pallido, dai tratti quasi femminei, comparve l'ombra di un sorriso gentile, che coprì bene il fastidio palese per essere stato distolto dalla lettura.
- Kardhen.- Disse Aldis.
- Vuol dire nemico nella mia lingua.- Rispose Ened. - Perché?
- E' l'anagramma di enkradh.
Aldis avvertì le proprie labbra che si piegavano in un sorriso, a quelle parole. Lo vide specchiarsi sul volto di Ened.

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