Titolo: What a waste
Fandom: Criminal Minds
Personaggi/Pairing: Derek Morgan
Rating: PG
Conteggio Parole: 1086 (
fidipu)
Prompt: Prigionia per la
seconda settimana della
Cow-T di
maridichallenge.
- Sto cercando la vita che potrei non essere in grado di trovare mai @
syllablesoftime [
tabella] [4/7]
Avvertimenti: gen, angst, vago linguaggio, spoiler per la puntata 5x23.
Note: ._.
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ What a waste.
Non ce n’è bisogno, comunque, perché il suo primo calcio è sufficiente a farti praticamente sputare i polmoni sul pavimento, ed è una bella soddisfazione, per una volta, ricevere quello che senti di meritare.
Sai di essere troppo duro con te stesso, e che non avresti potuto fare niente di più, non avresti potuto salvarli, ma non è solo questo che ti distrugge: il problema è che non riesci a scendere a patti con l’idea che non potrai salvarla, non potrai salvare la figlia innocente di Matt Spicer e Matt Spicer è morto, giustiziato sotto i tuoi occhi dalla pazzia senza freni del mostro cui hai dato incapacemente la caccia. Era un collega. Un collega. Ed è morto ammazzato perché la sua bambina fosse salva. E tu - tu, con la bocca piena di sangue e la schiena a pezzi e un mostro che ride prendendoti a calci e un addestramento militare sulle spalle che non serve a niente, Cristo, non serve a niente se sei immobilizzato a farti pestare a sangue così e, ancora peggio, paralizzato, prigioniero di un viscerale odio e disgusto per te stesso, - tu non puoi fare niente, non hai potuto farci niente, non potrai farci niente.
Perciò sì, al diavolo gli studi di psicologia e l’autoterapia per superare il complesso di Superman: senti di meritare ogni singola coltellata di dolore che ti avvelena il petto dopo ogni calcio, dopo ogni risata crudele dell’assassino, perché sei un incapace completo, gestisci allarmi terroristici e crisi della sicurezza nazionale con la naturalezza con cui la gente normale si prepara il caffellatte e non sai neppure proteggere una bambina. Dopo che un collega è morto ammazzato solo per vederla sana e salva.
Dio, Dio, Dio, Derek Morgan, quando sei diventato così inutile? Quando sei diventato un uomo di cui tuo padre non sarebbe fiero? (Pensi davvero che non lo sarebbe? Che sarebbe cattivo, con te, come lo sei tu? Che si siederebbe lì, dietro la cattedra della sua nobile morte sul lavoro, e ti ricorderebbe uno ad uno tutti i tuoi fallimenti, le persone, le persone che non hai saputo salvare, per quanto hai lottato, per quanto hai stretto i denti e faticato e sanguinato, e quelle che magari sono tornate a casa sulle proprie gambe, ma segnate per sempre? Lo credi davvero, Derek? Lo credi. Perché l’idea che hai di tuo padre non è tuo padre, non è un uomo reale, è solo te stesso, più grande e più autoritario e più spaventoso. Il padre che hai in mente non ha niente a che fare col marito di tua madre, con l’uomo che ti ha trasmesso i suoi geni e il suo amore per la giustizia; il padre che hai in mente ti guarda e, sì, ti giudica, ingiustamente, con troppa durezza, paragonandoti a modelli che non esistono, a cose che non sono possibili, rimproverandoti perché sei umano, perché ti stanchi, perché hai bisogno di dormire. Il padre che hai in mente sei tu, Derek, e hai studiato troppa psicologia per non esserne dolorosamente consapevole, ma questo non cambia nulla. Continui ad avere paura di lui, a non volerlo deludere; continui a sentire meritato ogni calcio, ogni insulto. Continui a farti imprigionare, più che dal nastro adesivo che ti tiene fermi i polsi, dal bisogno che hai tu stesso di colpirti, di sbatterti contro un muro e dirti, «Sei il poliziotto più inutile che esista, Derek Morgan,» dirti, «Sei la vergogna della tua categoria, non sai neppure proteggere una bambina. Faresti meglio,» e questa è la voce di tuo padre, che non ricordi affatto ma immagini dovesse essere così, «faresti meglio a farti aprire un buco nel petto anche tu, come il nostro amico Spicer.»)
Quando il mostro ha finito con te, quando è soddisfatto dalla quantità del tuo sangue che imbratta il pavimento e i mobili e i tuoi vestiti e i suoi stivali, quando non ha più niente da dirti, più nessuna promessa di sofferenze atroci da regalarti a piene mani, quando gli pare di averti spezzato abbastanza, quando ti vede sufficientemente chiuso in trappola nella tua incapacità di fare qualcosa di utilità fosse anche solo marginale, fosse anche solo per te stesso, il mostro maledetto ti fa un sorriso giallo, cariato, che ti rivolta lo stomaco sottosopra e vuoi, vuoi, vuoi disperatamente morire.
Vuoi disperatamente morire quando ti scavalca e non hai neppure la forza di voltarti di scatto e farlo inciampare e magari fargli sbattere la testa contro lo spigolo della cassettiera o qualcosa del genere; vuoi disperatamente morire quando ti sputa un grumo di sangue e saliva in pieno petto e tu non riesci neanche più a respirare. Vuoi disperatamente morire quando lo vedi andar via portandosi Ellie dietro, vuoi - disperatamente - morire mentre gli strilli della sorella di Spicer ti riempiono le orecchie e poi si fanno sempre più lontani e, forse per via del sangue che hai perso, forse perché il tuo cervello cerca disperatamente una via di fuga, ti senti sprofondare in un mondo di ovatta soffocante, dove non c’è niente a parte il tuo fallimento, una melma nera che ti si appiccica alle dita e ti incolla al pavimento, e sei contento, laggiù, quasi contento davvero, perché non meriti di meglio. Perché Billy Flynn ha rapito Ellie Spicer, e mentre tu ti facevi grande Carl Buford continuava a rovinare la vita dei ragazzi del tuo quartiere, e per Foyet, per Raphael, per tutte le volte che la tua completa, vergognosa limitatezza umana ti ha impedito di salvare, anche solo di aiutare le persone cui tieni di più. Non l’universo, non il mondo, non gli Stati Uniti d’America - solo delle persone innocenti, finite nei guai perché il male esiste e il tuo dovere sarebbe combatterlo, debellarlo, sbatterlo a marcire in galera e buttare la chiave nel cuore del Sole.
E sei semplicemente mediocre, nel tuo mestiere, Derek Morgan, perché sei bloccato in una vita materiale, in uno stupido corpo che più di duemila addominali al giorno non riesce a fare. Sei in prigione nel tuo essere un uomo, tu, e con te le forze del bene, mentre il male - Billy Flynn, le sue zampe di animale strette alle spalle di Ellie, - scorazza libero nella notte per le strade del tuo Paese. E tu puoi solo sanguinare, odiarti, sognare una forza che non sarai in grado di trovare mai.