Titolo: This only place
Fandom: Supernatural
Personaggi/Pairing: John/Dean
Rating: R
Conteggio Parole: 576 (
fidipu)
Prompt: Dean Winchester/John Winchester, Impala per il
p0rn fest #4 di
fanfic_italia.
Avvertimenti: slash, angst, incesto
Note: Non avevo ancora postato del papacest al p0rn fest, il che è tipo una specie di tradizione per me, perciò *dovevo* rimediare! *muore male*
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo. Anche se Kripke mi ha rubato un sacco di idee, lasciatemelo dire.
~ This only place.
L’Impala è calda come un deserto e cigola piano, tesa sulle sospensioni, mentre John, - John Winchester, due volte padre, sopravvissuto in qualche modo al Vietnam e ora nientemeno che cacciatore, John Winchester che ha avuto una moglie, una moglie perfetta, e sta cominciando a pensare di averla solo immaginata, che Mary non sia mai esistita davvero, - John si lascia sedurre dagli occhi enormi, un po’ spaventati e comunque incredibili di suo figlio maggiore.
Quanti anni ha, Dean? Ventidue, ventitré? Cristo, la curva morbidissima del suo collo è la stessa di quando aveva diciassette anni, ma il suo corpo snello, caldo, premuto senza vergogna contro quello di John, appartiene senza dubbio ad un uomo, un uomo per il quale John Winchester rinuncerebbe a - rinuncerebbe a qualsiasi cosa, la propria vita, la propria sanità mentale, senza neppure concedere al proprio cuore il beneficio di un altro battito.
Perciò, per la devozione infinita e l’amore e il senso di colpa nero e asfissiante che gli accartocciano la voce in gola ogni volta che guarda Dean, ogni volta che pensa a lui, John semplicemente chiude gli occhi, gli preme una mano sulla nuca e lo bacia, come se fosse normale, come se fosse giusto, come se sentire i suoi gemiti contro la lingua potesse aggiustare tutti i torti del mondo. Dean è svelto a cedere al bacio, schiude le labbra e poi, semplicemente, è lì: è lì, perché le mani di John scoprano la sua pelle sotto la camicia, sotto i pantaloni; è lì perché John assaggi le piccole gocce di sudore che gli rotolano sul petto liscio quando è a un attimo dall’orgasmo. È lì, Dean è sempre, semplicemente lì, per John, quando non c’è nessun altro, quando non puoi esserci nessun altro perché per nessun altro nel mondo John allargherebbe le gambe così, si lascerebbe spezzare il respiro così, sul sedile posteriore della sua Impala.
Dean sospira piano, inarcandosi in avanti quel tanto che basta a premere il proprio bassoventre nudo a quello di John, la propria erezione contro quella di John: è assurdo, è sbagliato che siano così vicini, vicini in questo modo, ma John chiude gli occhi e si morde le labbra e Dean è lì, contro di lui, caldo ed eccitato e perfetto e si muove in tutti i modi giusti, e John semplicemente non ce la può fare, va bene? Non può trattenere il gemito rauco che gli raspa la gola, non riesce a fermare la corsa delle proprie dita lungo la schiena muscolosa di suo figlio, Dio, soprattutto non prova neppure ad impedirsi di andare incontro ai movimenti del suo bacino, prendere il suo ritmo lento, troppo lento, e lasciare che il piacere gli si accumuli nelle vene, a sentire Dean contro di lui, il suo respiro sul collo, il suo calore addosso e dentro, finché entrambi non cedono, quasi insieme, nello stesso istante, trattenendo bruscamente un respiro identico e poi espirando la stessa aria, l’uno sul viso dell’altro, guardandosi, senza vergogna, gli occhi verdi e grandi di Dean persi in quelli ancora più grandi e neri di John.
E poi John libera una mano dall’intreccio dei loro corpi, la preme su una guancia di Dean e lo attira a sé per un altro bacio. Vorrebbe dirgli qualcosa, dopo, ma non sa neppure da dove cominciare, non sa neppure se parlare sia la cosa giusta, non sa, semplicemente, perciò respira, piano piano, e Dean è lì, Dean è ancora lì. Dove altro dovrebbe essere?