titolo Per le palle di Ercole (al profumo d'Oriente)
fandom Il Garofano Rosso
personaggi Alessio Mainardi, Tarquinio Masseo
pairing Alessio/Tarquinio
rating PG13
conteggio parole 645 (W)
prompt Cinnamon Apple Spice @
12_teas tabella {
qui}
disclaimer Non mi appartengono, non esistono, non ci guadagno.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.
~ Per le palle di Ercole.
(al profumo d'Oriente);
Alessio cerca di respirare, ma ogni sforzo è inutile, perché accanto a lui c’è Tarquinio, e Tarquinio è semisvestito, e qualcosa di pericolosamente duro sta crescendo tra le gambe di Alessio. È osceno che l’astinenza sessuale gli faccia questo effetto, ed è orribile che nemmeno lui stesso sia pienamente convinto di poter imputare all’assenza di una donna quello che sta accadendo nelle sue mutande.
Grazie al cielo, Tarquinio fuma fissando il cielo color piombo, e pare non essersi accorto di nulla.
“Caro Mainardi,” soffia piano, quasi in un sospiro. Poi, si volta verso Alessio, così all’improvviso che il ragazzo sobbalza e finisce per sbattere la testa contro le circonvoluzioni in ferro della balaustra. Tarquinio ride allegramente, carezzando la nuca contusa dell’amico, che invece sprofonda nel più totale imbarazzo ad ogni respiro.
Dopo un minuto, Tarquinio aggrotta le sopracciglia e annusa l’aria, pare perplesso. Alessio si chiede, con una punta di gelosia a pungolargli il petto, cosa abbia catturato la sua attenzione.
“Alessio, lo senti questo buon odore…?”
“No, non sento niente.”
“Davvero?”
“Giuro sulle palle di Ercole.”
Le labbra di Tarquinio si curvano in un sorriso divertito dall’affermazione, poi la sua espressione torna seria.
“Annusa un poco, caro Mainardi, concentrati, coraggio.”
Alessio s’impegna davvero, fiuta con forza e convinzione, chiude addirittura gli occhi, tanto è forte, in lui, il desiderio di non deludere Tarquinio, ma, davvero, a parte il lieve aroma di bruciato proveniente da una delle finestre lì intorno, non percepisce niente.
“Ah… Alessio, ma sei tu,” bisbiglia Tarquinio, e Alessio spalanca gli occhi, spaventato perché ha potuto sentire le labbra dell’amico toccargli il collo. Vorrebbe chiedergli perché è così vicino, perché sta annusando il colletto della sua camicia e perché adesso si è seduto a cavalcioni delle sue gambe, ma ha il deserto in gola, e pare che la voce abbia preferito trasferirsi altrove.
“Caro, caro Mainardi, questo tuo odore… è meraviglioso,” mormora Tarquinio, sognante, stringendo la testa di Alessio tra le mani e sollevandola un poco, per raggiungere più comodamente il lato sinistro del suo collo.
“Ma che odore e odore? Tarquinio, insomma, spostati!”
“Lasciami fare. E poi, mi pare di aver capito che la mia vicinanza ti fa piacere, non è così, caro Mainardi?”
Alessio arrossisce per l’allusione - allora Tarquinio si è accorto di tutto. Cede, inevitabilmente: mette da parte ogni resistenza e lascia che le mani di un amico, di un uomo, gli stritolino il capo con gentilezza. Tarquinio seppellisce il naso contro la sua pelle, sorridendo. Stringe un poco i denti sul collo e Alessio sussulta. Il sorriso di Tarquinio s’allarga.
“Caro Mainardi… Alessio, anzi, com’è che mi accorgo solo ora di quest’odore?”
Alessio neanche cerca di rispondere. Ormai, nella testa ha una brodaglia tiepida del tutto incapace di dettare ordini ad un corpo. E intanto, Tarquinio è sempre più vicino e caldo.
“È un odore tiepido e favoloso,” mormora, quasi distrattamente, spostandosi lungo la pelle lasciata scoperta dalla camicia slacciata, “è esattamente… ah, pungente come una notte del deserto, quando il sudore che il sole t’ha fatto sputare ti si ghiaccia adosso e penetra nella pelle e si fonde col tuo corpo stesso. Qui, invece, ecco,” e si spinge di più contro Alessio, cercando una reazione che non si fa aspettare, “qui, hai il profumo che suppongo abbiano i mercati d’Oriente. Sa di storie fantastiche, belve feroci e storie da mille e una notte, all’inebriante sapore di zenzero e cannella. Mi parla di amanti dalla pelle ambrata, calda come la sabbia, di donne e donne ai miei piedi, come mele che aspettino solo di essere colte, e non c’è niente di più diverso da te, in effetti,” conclude, e ridacchia, e Alessio, ancora immobile nella sua torrida stretta, si sente morire. Ansima, quando Tarquinio gli sigilla la bocca in un bacio sbagliato, che ha l’osceno sapore del barbaro Oriente, e la meravigliosa dolcezza del più innocente Garofano Rosso.