[RPF] Love calls you by your name (8/14)

Sep 14, 2010 14:06

Titolo: Love calls you by your name
Fandom: RPF Liverpool FC
Personaggi: Xabi Alonso/Steven Gerrard, nominée Rafa Benitez (♥)
Rating: G
Conteggio Parole: 740 (W)
Prompt: Jolly (colpo di fulmine) @ bingo_italia  [ cartellina]
Note: LOL. No, seriamente ora, non so come sia andato l'arrivo di Xabi a Liverpool e/o il suo primo incontro con Stevie, perciò questa è seriamente speculazione della peggior specie. Nonostante ciò, le voglio bene, perché è quasi fluffosa e c'è Stevie delirante XDDDDDD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.

~ Love calls you by your name.

Xabier Alonso.
Stevie chiude gli occhi e cerca di ricordare il modo in cui Rafa - mister Benitez, corregge pigramente la voce della sua coscienza, - ha pronunciato quel nome che, più che un nome, sembra uno scioglilingua, ma riesce solo ad incartarsi anche il cervello, perciò lascia perdere e sospira, rassegnandosi ad inaugurare con una considerevole figura di merda la permanenza dello spagnolo. Scalpita un po', nervoso, e ignora apertamente l'occhiataccia che gli scocca Rafa, accanto a lui, perché, Gesù, ha tutto il diritto di sentirsi irritato e anche di fare i capricci, se vuole, perché saranno più di venti minuti che aspetta, immobile come uno stoccafisso in mezzo alla pista di atterraggio, col sole negli occhi e il microfono di un giornalista particolarmente stronzo piantato in mezzo alle costole, e il personale dell'aereo ancora non si rassegna ad aprire il portellone e consegnare a Liverpool il suo nuovo centrocampista.
Stevie sbuffa forse per la centotreesima volta, ed è certo come della morte che stavolta Rafa gli azzeccherà in faccia un manrovescio da guinnes dei primati, ma si salva perché, con un sibilo pneumatico e molti mormorii eccitati e persino qualche applauso, una porticina minuscola si apre sul fianco dell'aereo e ne spunta fuori un'hostess piccolina e formosa (bella, pensa Stevie, molto bella, e osserva con un certo interesse il modo in cui si china appena per assicurarsi che la scaletta sia fissata bene), e poi un uomo che in confronto a lei è altissimo, una specie di sasquatch in giacca e cravatta, con la barba rossa e un paio di occhialoni da sole che gli nascondono metà della faccia.
(Una parte minuscola del cervello di Stevie decide, però, che la metà che vede gli piace molto.)
Xabier Alonso viene giù con eleganza (sta ancheggiando? Sta ancheggiando. No, dai, non sta ancheggiando), e prima di scendere l'ultimo gradino - Rafa già gli è andato incontro a braccia spalancate, un sorriso enorme e una risata, - si sfila gli occhiali, li ripone ordinatamente nel taschino della giacca e Stevie vorrebbe strapparsi le palle a mani nude, perché, Cristo, non è possibile, quest'uomo è bellissimo.
Xabier e Rafa parlano fitto fitto in spagnolo, Stevie rimane indietro a giocherellare con il cinturino del proprio orologio, a disagio, e non si accorge di stare fissando, almeno finché Xabier non solleva lo sguardo su di lui e sorride. E Stevie sgrana un po' gli occhi e con orrore capisce di non essere più un uomo, perché ha lo stomaco pieno di farfalle e, andiamo, il testosterone non dovrebbe esistere precisamente per impedire questo genere di cazzate?
"Ciao," saluta Xabier, facendoglisi incontro con una mano tesa e quel sorriso che Stevie è piuttosto sicuro gli abbia appena sciolto le mutande. "Tu devi essere Steven Gerrard."
Stevie stringe la mano che gli viene offerta - Xabier ha una presa forte, naturalmente, e Stevie annaspa, disperato, sperando che il proprio palmo non sia troppo sudato o caldo o viscido, e poi smette di preoccuparsi di questo perché vede Rafa occhieggiare significativamente da dietro la spalla di Xabier e si rende conto che dovrebbe aprire la bocca e parlare. Oh, porca miseria.
"Precisamente," riesce a scollare, e quando il sorriso di Xabier si allarga un po' le sue labbra reagiscono, curvandosi autonomamente all'insù. "Chiamami Stevie, tutti mi chiamano Stevie."
Xabier annuisce, dà un'ultima strizzata alla mano di Stevie prima di lasciarla andare, e sorride ancora.
"Io sono Xabier. Xabi."
"Xabi," ripete Stevie, senza riflettere - ovviamente! Quando è stata l'ultima volta che si è fermato a riflettere, lui? Probabilmente aveva ancora i denti da latte, - e almeno ha la decenza di arrossire come un mentecatto non appena si accorge di averlo detto ad alta voce, ma maschera l'imbarazzo con un sorriso sghembo. "Xabi. L'ho detto giusto?"
Xabi gli sorride, entusiasta - gli occhi grandi e scuri e Stevie vorrebbe mettersi in ginocchio e chiedergli di sposarlo.
"È perfetto," e ridacchia quando Stevie raddrizza la schiena, tutto compiaciuto.
"Xabi," dice, ed è bello e facile come lasciar andare un respiro. "Xabi." Stevie non vuole dire altro per il resto della giornata, per il resto dell'eternità. Xabi abbassa gli occhi, forse in imbarazzo, e poi fa un sorriso un po' più piccolo, un po' più intimo - forse un po' più sincero.
"Stevie," mormora, e Stevie si morde le labbra, sbuffa una risata e, col cuore che tamburella una marcia nuziale appena un po' troppo frenetica nel petto, gli stringe un braccio attorno alle spalle.

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