[RPF] Let the rain keep falling down (Schweinski)

Aug 09, 2010 13:41

Titolo: Let the rain keep falling down
Fandom: RPF Bayern Monaco/Colonia
Personaggi: Lukas Podolski, Bastian Schweinsteiger, nominati pochi altri
Pairing: hints Podolski/Schweinsteiger
Rating: PG14
Conteggio Parole: 912 (W)
Prompt: Ossa @ bingo_italia  [ cartellina]
Note: Tutto ciò è stato ispirato, oltre che dal prompt (♥), anche da questa foto, che non ho idea di dove si collochi, cronologicamente, ma penso sia legittimo schiaffarla dopo una a scelta delle sconfitte del Colonia contro il Bayern X'D
; Riuscirò a scrivere dello Schweinski spensierato? *headdesk*
; Il titolo è, ancora una volta, responsabilità di Kris Allen (~ Let it rain).
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.



~ Let the rain keep falling down.

Piove tantissimo, quasi diluvia.
Lukas è completamente zuppo, si sente una crosta di pane semiannegata in un lavandino; la maglietta gli si appiccica addosso, umida e un po' viscida sulla pelle, e ha le scarpe così fradice che i piedi ci sguazzano dentro come in una piscina. E, naturalmente, le hanno prese di santa ragione: avrà corso per duemila miliardi di chilometri, a testa bassa contro il muro fittissimo di pioggia, e non è bastato a salvare la partita - non che in questo ci sia qualcosa di nuovo o inaspettato, e Lukas si ritrova a ringhiare sottovoce, infreddolito, nervoso, incazzato.
Guarda lo stadio che lo circonda, che gli ruba l'orizzonte e gli regala solo insulti e poche lacrime, e pensa che vorrebbe vederlo sprofondare sott'acqua. Soffocherebbe le grida e i fischi, un cavallone tremendo: spazzerebbe via tutte le bandiere, scioglierebbe i colori in una nebbia indistinta, e senza inni, senza striscioni, senza tutta la puzza di sudore e adrenalina che senso ha fare il tifoso?
Però la pioggia, ora come ora, se la sta prendendo solo con lui, colandogli lungo il collo, solleticandogli il naso, scivolandogli sotto la maglietta e rotolandogli giù sulla schiena, tra le scapole, sui fianchi. Raccogliendosi in piccole polle nelle pieghe della maglietta, sull'elastico dei pantaloncini. Lukas si morde le labbra e, siccome non può cancellare tutto il resto, si mette a sperare che perlomeno anneghino lui. Non dovrebbe essere neppure troppo faticoso: sa che colerebbe a picco così bene da essere un piacere per gli occhi, perché quell'insoddisfazione che gli rende le ossa di spugna è la stessa che gli appesantisce le caviglie.
Non c'è nessun volontario.
I suoi compagni gli sfilano accanto, pesti, delusi, arrabbiati quanto lui, e nessuno di loro ha voglia d'inventarsi un oceano o una piscina o un lavandino in cui affondargli la testa. Nessuno lo guarda, quasi, come lui quasi non guarda nessuno: Lukas è concentrato su di sé e Milivoje è concentrato su di sé e Pierre è concentrato su di sé e soltanto la pioggia si concentra su tutti loro, ma non abbastanza da annegarli - quel tanto che basta per innervosirli, però.
E Lukas è nervoso, sì, - nervoso, incazzato, infreddolito, elenca; Lukas, fermo in mezzo al campo sotto la pioggia, con una sconfitta in più da aggiungere alle sue croci e le sue ossa morbide, intrise di acqua, inutili quando deve festeggiare e inutili quando deve affrontare un burrone. Inutile lui, tutto sommato, lui che è quasi nient'altro che un nome salvato da un paio di gol ben piazzati in Nazionale, dove non è osso, ma muscolo, gambe e piedi mossi in reazione ad un passaggio, in funzione di un cuore, in previsione di un'azione non appesa al suo istinto ma all'intelligente piano di un cervello.
E a casa non è così, a casa Lukas si trova addosso un costume da vertebra, e contratto dai crampi vorrebbe soltanto lasciar esplodere la potenza cieca che gli intasa le gambe. E non può. E la pioggia gelata che gli precipita addosso un po' lenisce il dolore, un po' cancella la fatica, ma Lukas ripensa a quando poteva correre dritto verso il miraggio bianco della porta in fondo al campo, sapendo che il pallone gli sarebbe arrivato tra i piedi anche se il cielo si fosse riempito crepe e si fosse spezzato: Lukas ci ripensa e si sente morire dalla voglia di giocare così. Era diverso anche perdere, allora; è sempre diverso, perdere, quando hai passato gli ultimi novanta minuti della tua esistenza a mettere Bastian in condizione di poterti servire anche soltanto uno dei suoi passaggi mozzafiato.
Lukas non riesce a ricordare una sola volta in cui, a Monaco o in Nazionale, la pioggia gli sia sembrata snervante e fredda come ora, e sa che mai ha sentito le gambe bruciare così tanto, neppure dopo la più sfiancante delle partite, ma ancora tenta d'illudersi che non sia Bastian - la sua presenza e la sua assenza - a fare, per lui, la differenza. Socchiude gli occhi e, assieme allo stadio, annega anche il fremito delle sue ossa bagnate, quando Bastian gli si avvicina, - Bastian che lo ha appena sconfitto, Bastian che ha appena sorriso alla curva bavarese esaltatissima dalla vittoria, - gli pizzica una guancia quasi con tenerezza e fa una smorfia indecifrabile. E poi lo abbraccia.
Sotto il diluvio, Bastian, che non ha mai smesso di camminare e correre e migliorare, perfetto sempre, quasi a prescindere dalla squadra che gli si schiera davanti di volta in volta, Bastian trova il tempo di fermarsi perché Lukas si è fermato: gli si preme addosso e se lo stringe contro, e si lascia andare ad una risatina deliziata quando Lukas trema con violenza, sorpreso, traumatizzato dal suo sostegno.
"Va tutto bene," bisbiglia, e il suo respiro è caldo sul collo ghiacciato di Lukas che è così fradicio, istupidito e ha una tale voglia di piangere che gli sembra di essere nato in questo istante. "Dovete solo, sai. Essere un po' meno caproni."
Lukas ha in mente così tanti insulti per lui che non sa da quale cominciare, perciò rimane zitto, chiude gli occhi, strofina distrattamente il naso contro una guancia di Bastian: Bastian ride di nuovo, con più dolcezza, e quando spinge i fianchi un po' in avanti, Lukas sente sotto i pollici le ossa spigolose, ma un sospiro un po' triste di Bastian gli confessa che anche lui le sente pesanti, zuppe, come le sue, e allora riesce quasi a calmarsi, riesce quasi a sorridere.

} 2010, » challenge: bingo_italia, rpf calcio: lukas podolski, rpf calcio: bastian schweinsteiger, rpf calcio, › ita

Previous post Next post
Up