Titolo: Ombre dure, adatte all'ora
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean, John Winchester (no, non c'è slash! *W*)
Rating: PG-13
Conteggio parole: 100 + 200 (W)
Prompt: Coppia G (previsto/improvviso),
challenge special #7 @
it100 Note: pre!series.
; Il titolo l'ho preso in prestito da una canzone di Ligabue, ma non chiedetemi di ricordarmi quale D:
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.
~ Ombre dure, adatte all'ora.
Dean ha poco più di diciassette anni e sta correndo in mezzo al fango per salvarsi la pelle da un mostro la cui attività fisiologica principale è sbavare ettolitri di muco vischioso e giallo marcio, puzzolente come il cuore di una fogna.
Disgustoso, naturalmente, ma come puoi aspettarti qualcosa di diverso, da una creatura che si nutre esclusivamente di bambini e criceti? E poi, il mestiere di cacciatore gli ha spalancato le porte su un universo di tali schifezze che Dean, oramai, ha smesso anche di stupirsi per queste piccolezze: i dettagli ributtanti sono consuetudine calcolata, sono a dir poco irrinunciabili.
John richiude il bagagliaio dell'Impala con uno scatto violento del polso, e il frastuono di metallo contro metallo riecheggia lugubre nella notte. Dean, che sonnecchiava, esausto per la caccia - i jeans inzaccherati della bava del mostro fino al ginocchio, e le mani puzzolenti del sangue gelatinoso che è schizzato ferocemente fuori dalla prima ferita che John gli ha aperto nella carne, - sobbalza, colto di sorpresa dal rumore improvviso.
Un attimo dopo, papà ha occupato il posto di guida e l'abitacolo è pieno del suo odore acre, del suo malumore grigio. Mette in moto e l'Impala mangia duecento metri d'asfalto, prima che lui si schiarisca la gola:
"C'è un ghoul nel Maryland di cui vorrei occuparmi. Partiamo domani, nel primo pomeriggio," dice, e Dean apre la bocca per replicare con il dovuto sissignore, ma John non ha finito. "Lungo la strada, c'è un villaggio infestato da un poltergeist." Prende fiato: "Ci pensi tu?"
Dean ha la pelle d'oca, e gli ci vuole un secolo per racimolare il fiato necessario a rispondere.
"Sì, ok," soffia. "Sissignore," aggiunge, ed è veramente un peccato che stia guardando dritto davanti a sé, perché gli sfugge la smorfia soddisfatta - preoccupata - di John.