[RPF] How how how all my jealousy

Sep 26, 2011 02:39

Titolo: How how how all my jealousy
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: Daniele De Rossi/Marco Borriello, Osvaldo
Rating: PG14
Conteggio Parole: 482 (fidipu)
Avvertimenti: slash, linguaggio
Prompt: Gelosia @ bingo_italia [ cartella]
Note: Ispirata da quest'esultanza qui.
- La cosa che dà un senso all'esistenza di questa storia è il fatto che Marta, aka la persona che dovrebbe essere l'illustrazione di qualsivoglia enciclopedia alla voce 'Perfezione' ;O; ♥, ci ha fatto un Martanner. <3
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.



Di nuovo, eh, amate sanzina89 per una mezz'oretta e poi potete pure chiudere il post, avete dato un senso alla vostra giornata.

~ How how how all my jealousy.

È solo un assist, Dio santo, però Osvaldo gli corre incontro e gli si stringe addosso come se Marco gli avesse appena salvato la vita. E, d’accordo, magari da chiunque altro non si sarebbe aspettato niente di meno, perché comunque era un assist coi controcazzi, Cristo, e ne è venuto fuori un gol nulla affatto da buttar via, ma si tratta di Osvaldo, cazzo, e, siccome si tratta di Osvaldo, Marco non riesce a non sentirsi terribilmente a disagio quando lui gli butta quelle braccia invadenti attorno al collo e gli si appiattisce contro, bollente, naturalmente, come una mattinata nel deserto. Non riesce a non sentire lo stomaco accartocciarsi inquieto quando Osvaldo, non soddisfatto di esserglisi aggrappato contro, nasconde il viso contro il suo collo, premendosi alla sua pelle nuda così tanto che Marco sente le sue labbra umide, appena dischiuse in quello che forse lo stronzo supponente intendeva far essere un bacio. Non riesce a stare tranquillo, quando Osvaldo rimette i piedi a terra però non lo lascia andare, anzi torna a ficcargli la faccia nell’incavo della spalla, come se, Madonna santissima, quel posto lì gli appartenesse.
E, soprattutto, Marco non riesce ad essere contento dell’abbraccio di Osvaldo perché sente contro la schiena la mano di Daniele, che è inconfondibilmente lei, e sta praticamente bruciando dalla voglia di scrollarsi Osvaldo di dosso e buttarsi su Daniele perché è con lui che vuole esultare, è da lui che vuole sentirsi dire che ha fatto un assist magnifico, proprio bello, veramente. Ma Osvaldo è troppo indiscreto e ostinato, e Daniele rimane indietro di mezzo passo, Marco se lo ritrova addosso solo per un attimo, sente l’odore intossicante e magnifico del suo docciaschiuma, della sua pelle, del suo sudore, del modo che ha l’erba di profumare addosso a lui, e sente il suo ruggito orgoglioso, la sua voce potente in una vocale senza senso, e una stretta forte sul fianco, però poi arrivano tutti gli altri e il tocco di Daniele si perde, mentre quello di Osvaldo rimane a infiammargli la pelle.
Marco sta tornando in posizione, mentre Osvaldo è andato a cercare Francesco per prendersi pure le sue congratulazioni, quando sente una carezza tra le scapole che avrebbe potuto essere uno sbuffo di vento.
«Sono geloso da morire,» dice Daniele, e quando Marco si volta a cercarlo lui sta già correndo verso il centrocampo.
Sono geloso da morire, si ripete Marco, e poi se lo dimentica perché deve giocare, ma ci ripensa non appena il mister lo fa sostituire, e ci ripensa per tutto il tempo che resta in panchina, e ci ripensa, e ci ripensa mentre guarda la vittoria diventare un pareggio, e ci ripensa, ci ripensa e non riesce a crederci. E non ci crede, almeno finché la squadra intera non si ritrova negli spogliatoi e Daniele gli va incontro a testa bassa, e s’incastra, perfetto come una tessera del tetris, nell’incavo del suo collo.

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