Titolo: Don't look.
Autore:
janetmourfaaill (
lachesilie)
Fandom: RPF - Barcellona F.C.
Personaggi/Pairing: Pep Guardiola, Zlatan Ibrahimović.
Rating: NC17.
Word count: 789.
Warning: Angst, Slash.
Disclaimer: Non è vero niente, tutto a vanvera.
Note: Storia scritta per il
p0rn fest #3 @
fanfic_italia con il prompt "RPF Calcio (FC Barcelona), Pep Guardiola/Zlatan Ibrahimović, Non piangere". Primo tentativo serio, quindi quale meglio inizio del Barça.
Don't look.
Pep poggiò entrambe le mani sul tavolo, il telefono tra l'orecchio e l'incavo del collo. Con due dita prese a picchiettare nervosamente sul legno, vagamente irritato, mentre inspirava lentamente per non perdere la calma.
- Mira, n'estic fins els collons d'aquesta història. Només falten dos dias i encara estem igual. (*) - Berciò, portando lo sguardo fuori dalla finestra e assumendo un espressione piccata. - És clar que no, només faltaria. Ja el trucaré jo, aquest rotllo s'ha de resoldre. (**) -
Era così incazzato che non se ne rese minimamente conto quando la porta si aprì alle sue spalle e nella stanza fece capolino Zlatan. Questi entrò senza disturbarlo richiudendo lentamente l'uscio, prima di appoggiarsi al muro e restate in silenzio, attendendo che Pep si accorgesse di lui.
Tutto quel catalano gli dava la nausea, pensò lo svedese, facendo una smorfia; era una lingua a cui ancora faticava ad abituarsi, nonostante ancora nessuno lo avesse obbligato ad impararla. Pep, poi, sembrava quasi sull'orlo di una crisi di nervi, il che conferiva alla sua parlata una sfumatura se possibile ancor più ridicola.
Non passò molto prima che si stancasse di essere ignorato e lo chiamasse per nome con una certa arroganza, incurante del fatto che l'uomo in questione fosse al telefono e soprattutto preso da ben altre preoccupazioni che avevano tutta l'aria di innervosirlo parecchio.
Pep sussultò, voltandosi a guardarlo. Aggrottò le sopracciglia, prima di concludere con fare spiccio la chiamata - un'altra carrellata di imprecazioni che fecero sogghignare Zlatan, perché almeno quelle se le era imparate per bene.
- Problemi con la trasferta, al solito. - Brontolò Pep, massaggiandosi le tempie. - Hai bisogno? - Gli rivolse uno sguardo interrogativo che subito divenne serio, quasi turbato. Zlatan aveva deglutito, gli occhi saldamente nei suoi. Lo raggiunse e gli prese il cellulare per poi poggiarlo malamente sul tavolo. - Sì. -
Fece appena in tempo a individuare l'espressione addolorata di Pep - quella che gli vedeva costantemente addosso in quegli ultimi tempi, come se sapesse meglio di lui come si sentiva - e subito dopo lo stava baciando con foga, afferrandogli la nuca e costringendolo a retrocedere fino a finire spalle al muro.
Pep aveva preso a sbottonargli la camicia, e Zlatan quasi fu meravigliato dalla docilità con cui accoglieva quei baci quasi aggressivi, quella possessività così tipicamente sua.
In un momento fu a petto nudo e passarono pochi istanti prima che lo fosse anche Pep; lo privò velocemente della cintura, mentre la sua bocca percorreva tutto il torace depositando baci e piccoli morsi ogni dove.
Aveva la vista annebbiata e non sapeva il perché.
Si era premuto contro di lui, impaziente, liberandolo smaniosamente anche della biancheria. Pep aveva chiuso gli occhi e aveva inspirato violentemente, prendendogli entrambe le mani e portandosele in basso; lasciò che gli stringesse piano l'erezione e poi via via con maggiore decisione, mentre riprendeva a baciarlo con intensità. - Così... -
Con una mano Pep si era ancorato alla sua spalla, sopraffatto dal piacere, prima di scendere in basso e liberare anche lui dei pantaloni e dei boxer con esigenza. Prese a masturbarlo a sua volta, premendo la fronte contro la sua e contenendo a stento i gemiti.
- Ti prego... - Zlatan aveva appena mugugnato, eppure qualcosa nella sua voce aveva indotto Pep a fermarsi per scrutare il suo volto sudato. Una nota quasi impercettibile di autentica tristezza.
Ti prego.
Deglutì, rimanendo immobile per qualche istante: improvvisamente era spiazzato, si sentiva più nudo di quanto in realtà non fosse e non riusciva a fare altro che guardare Zlatan tenere gli occhi ostinatamente chiusi, l'espressione quasi sofferente. Quando finalmente capì il suo viso si distese e quasi fu grato a Zlatan per quegli occhi serrati, perché la dolcezza che in quel momento lo pervase era bene che rimanesse solo una sua consapevolezza, almeno per ora.
Si distaccò da lui in silenzio, facendolo voltare in modo che gli desse le spalle e appoggiasse la fronte al muro. Quando entrò in lui lo fece con sicurezza ma senza quella foga di poco prima; il capo a fianco all'incavo del collo, aveva ripreso ad ansimare con lui mentre aumentava le spinte. - Jos... -
Pep chiuse gli occhi, avvertendo Zlatan irrigidirsi subito dopo aver accennato a pronunciare quel nome. - Non importa. - Glielo disse piano, all'orecchio, una mano che prendeva ad accarezzargli il capo quasi con fare paterno.
Lo sentì singhiozzare, così cercò di voltarlo per poterlo guardare negli occhi, ma quello non volle saperne.
Non voleva vederlo e lui sapeva perfettamente il perché. Lo aveva pregato, poco prima, perché averlo di fronte lo turbava. Non era a lui che aveva pensato, sin dall'inizio.
- Non piangere. - Gli sussurrò, pacatamente.
- Non sto piangendo. -
Sospirò contro la sua spalla per poi abbracciarlo come poteva, senza aggiungere altro.
Note:
(*) Traduzione: "Guarda, ne ho fin sui coglioni di questa storia. Mancano solo due giorni e siamo ancora allo stesso punto."
(**) Traduzione: "Certo che no, ci mancherebbe altro. Lo chiamerò io, bisogna sistemare questo casino."
In quanto catalana da parte di madre, non potevo non esordire con qualche sborosaggine in lingua. HA.
A parte ciò, era da tempo che volevo imbarcarmi nell'impresa essendo io una considerevole tifosa del Barça e nutrendo io considerevoli turbe sessuali per Guardiola, come chiunque altro sano di mente a questo mondo, e per Mourinho, che è cosa grave essendo io milanista e quindi potenzialmente diseredabile se mai mio padre venisse a sapere di tutto questo. Peraltro ci si mettono di mezzo pure festività del porno, cosa volete da me. P0rn fest, sei il demonio.