Dean, dalla sua postazione sul divano, osserva l’alberello spoglio e malaticcio che Sam ha portato a casa - in camera, più che altro - neanche un paio d’ore prima. È di plastica, ma la sensazione che gli da è sempre quella di stare guardando un abete che si consuma molto rapidamente e non crede che qualche pallina colorata e qualche luce farà la
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Dean sorrise e strinse le mani sui suoi fianchi, chiudendo con attenzione i denti attorno ad un capezzolo. «Cinque…» soffio sulla pelle umida.
L’angelo ansimò, strusciandosi su di lui, ed intrecciò le dita ai suoi capelli chiari, tirandoli senza far male - non davvero - per costringerlo ad alzare il viso. «Quattro…» sussurrò al suo orecchie, prima di scendere sul suo collo.
Il ragazzo socchiuse gli occhi, compiaciuto; sembrava che quel moccioso ci stesse prendendo gusto. «Tre…» restituì, mordicchiandogli una spalla.
Castiel poggiò la mano destra sul marchio che gli aveva lasciato anni prima e bacio con dolcezza le lentiggini sul suo viso. «Due…» continuò, accarezzando con le labbra anche le ciglia bionde e lunghissime che contornavano quegli occhi così verdi.
«Uno» concluse Dean, appropriandosi finalmente di quella bocca fantastica.
L’anno nuovo sembrava iniziato nel modo migliore.
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