Ed ecco il continuo... non sapevo se pubblicarlo subito o aspettare un po', ma siccome è Pasqua ho deciso che pubblico anche questa seconda parte ^__^
Il solito credit: Brian Ishida l'ho preso qui
http://www.simscave.com/index.php?topic=4292.0
"Afferrai Tim e mi guardai intorno. Fortuna voleva che stesse passando una scolaresca di liceali alti abbastanza per coprirci e confondendomi tra la folla sgattaiolai fuori dal parco."
"Corsi alla prima cabina telefonica per avvertire Zeno che nel frattempo era a lavoro."
"Quel numero... chissà quanto tempo persi a digitarlo, ma per la paura le dita non collaboravano. Alla fine ci riuscii, ma purtroppo lui era in cantiere e non poteva rispondere al momento perciò chiamai un taxi per correre a casa e preparare le valige il più velocemente possibile."
"Ma a casa, i membri più influenti del Concilio erano lì ad attendermi con Samara avanti a tutte che mi guardava ridendo. Le streghe della luce avevano un'espressione addolorata e una di loro mi rimproverò dicendomi che era un peccato che una strega di talento avesse sprecato la propria libertà per una debolezza umana; l'altra piangeva. Le streghe delle tenebre invece erano euforiche."
"Fu Samara che mi spiegò cosa mi sarebbe successo. Sia Zeno che io avremmo perso i poteri e avremmo passato la nostra vita nelle segrete delle rispettive accademie. Quanto a Tim..."
"Samara disse lui non aveva diritto di esistere e che lo avrebbe eliminato. Con il magivestigium scomparsi con Tim in braccio e per la prima volta ricambiai i sentimenti di odio che mia sorella provava per me. Avrebbero potuto strapparmi i poteri, avrebbero potuto costringermi a vivere in qualsiasi cella e avrei anche rinunciato a mangiare e bere... ma mio figlio... no, non avrei permesso che gli venisse torto anche un solo capello e fu questo pensiero che mi spinse a comportarmi in questo modo..."
"una volta che riuscii a contattare Zeno, ci nascondemmo in un vicolo cieco. Gli raccontai ogni cosa era successa."
"E convenimmo che l'unica soluzione era separarsi. Io sarei sparita dalla loro vita visto che Samara cercava me; ero io il suo obiettivo e se mi fossi separata da Zeno e Tim, loro avrebbero avuta salva la vita."
"quasi litigammo perchè lui voleva combattere insieme a me per il bene di Tim, ma alla fine riuscii a convincerlo che non c'erano altre soluzioni dal momento che avevamo l'intero concilio contro di noi."
"separarsi fu difficilissimo e con Tim in braccio per poco non mi mancò la forza di separarmi da lui. Raccomandai a Zeno di reccontargli che io ero morta e di tenerlo all'oscuro di quello che ci era successo."
"Dopodichè mi preparai a togliere loro i poteri. Fu un incantesimo difficile e molto faticoso, ma l'idea che quel gesto li avrebbe salvati mi diede la forza sufficiente per pronunciare tutte le parole."
"Lo sguardo abbattuto di Zeno non si sarebbe più allontato dalla mia mente. Sapeva anche lui che era l'unica via da percorrere, ma quello era anche un solenne addio tra noi e non riusciva a tollerarlo.
"Li salutai con un sorriso e poi mi voltai per sparire per sempre dalle loro vite."
"Non video mai i miei occhi riempirsi di lacrime, ma fu meglio così; non volevo che l'ultimo ricordo fosse legato ad un viso sofferente. La nostra storia d'amore finì così, in un vicolo cieco durante una notte senza stelle."
"Per togliermi i poteri mi rifugiai in una discarica abbandonata, così se anche mi avessero trovato ero abbastanza lontana dai miei amori. Nel pronunciare la formula aggiunsi questa strofa: che i miei poteri giungano a chi ne sarà degno, divisi in due cuori che unendosi potranno continuare in questo segno."
"Sparii e senza un soldo finii in mezzo ad una strada. Mi abbassai ad ogni compromesso pur di allontanarmi da quel paesino e dopo qualche settimana ero una barbona che chiedeva le elemosine rannicchiata in un binario della metropolitana. In quel tempo valutai anche l'idea di togliermi la vita, ma ogni volta c'era qualcosa che mi tratteneva... forse era la speranza..."
"o forse furono dei gessetti gettati via da un bambino che mi donarono una nuova linfa. Come presa dalla pazzia afferrai quei frammenti e li trasformai in un disegno quasi che quello fosse il mio unico modo di respirare. Cominciai senza pensarsi..."
"...e più disegnavo più la gente si fermava ad osservarmi. Dopo molto tempo (nel frattempo erano passati degli interminabili mesi di vuoto) gli sguardi che mi venivano rivolti erano di piacere e gioia. E così trovai un modo per riempire il buco che avevo dentro."
"Il destino volle che un mecenate si accorgesse di me e che mi aiutasse ad esprimere i miei sentimenti sulla tela. Era un uomo molto ricco, ma tanto solo e ormai troppo anziano. Non sapevo se accettare il suo aiuto e non volevo diventare come quelle mantenute che aspettano l'arrivo dell'eredità, ma lui mi disse che vedendomi così disperata, era nato in lui il desiderio di dare un senso ai pochi anni che gli restavano e se poteva aiutare una persona in difficoltà così avrebbe guadagnato la luce."
"Decisi che allora per ringraziarlo dovevo dare sfogo ai miei tormenti e questi si trasformarono in figure fatte di tempera e colori ad olio, in sfumature violente e luci delicate. Dipinsi senza sosta per un tempo che non saprei calcolare..."
"E mano a mano stavo cambiando. Il successo della prima mostra mi spinse a cambiare identità e volto ricorrendo persino alla chirurgia plastica. Cambiai nome e diventai Josephine le Gunnaire. Certo, mia sorella avrebbe potuto ancora rintracciarmi, ma oramai ero completamente svuotata di affetti e per questo inattaccabile."
"Dopo la prima mostra, non toccai più nemmeno un centesimo di quel buon signore e mano a mano che guadagnavo restitui tutta la cifra. Piano piano diventai una pittrice famosa e le mie tele esposte nelle gallerie più esclusive. Girai il mondo e un giorno finii proprio nella vostra città. Approfittai di una giornata libera per passeggiare in cerca di ispirazione e non so come arrivai al cimitero. Ricordo che mi sentivo particolarmente triste, ma pensai fosse per il luogo che avevo raggiunto..."
"Le campane suonavano mestamente. C'era un funerale e mi fermai per pregare. Una persona mi colpì: un uomo maturo che stava davanti a tutti e guardava quella tomba come se contenesse la propria vita. Ascoltai le voci e capii che quello era il padre del povero ragazzo che troppo presto aveva raggiunto il Paradiso."
"Non ebbi il tempo di sospirare che quell'uomo pronunciò il mio vero nome e mi chiedeva scusa perchè non era riuscito a proteggere il nostro bambino. Lo guardai meglio e lo riconobbi! Era Zeno! Aveva cambiato nome in Zachary... e sepolto sotto quel triste giardino riposava... il mio Tim, Theodor... nostro figlio."
"corsi all'atelier e in preda ad un dolore troppo forte da contenere, strappai tutte le tele, rovesciai i colori... non ero più padrona di me. La stabilità che avevo ricostruito a fatica si era sgretolata definitivamente uccidendomi."
"Impazzii. Sentivo voci che mi accusavano di aver ucciso il mio bambino, di averlo abbandonato, di aver distrutto una famiglia"
"VI PREGO FATE SILENZIO!!! Non volevo più sentire una sola parola, ma c'era troppo rumore e colori intorno mescolati... le tele mi aggredivano diventando sempre più grandi, le mura si restringevano intorno a me stritolandomi! Mi raccontarono di avermi portata d'urgenza in ospedale in stato di shock. Seppi successivamente che accanto alla mia stanza c'era una donna che provava il mio stesso dolore per la stessa persona."
"Quando poi mi dimisero, mi ritirai dal mondo dell'arte e mi rinchiusi nel mio atelier per una vita di solitudine."
"una notte avvenne qualcosa di straordinario. Erano passati otto lunghi anni dalla morte di mio figlio e ormai ero rassegnata ad assumere psicofarmaci per sempre che mi mantenevano calma, ma non mi regalavano dei sogni da ricordare la mattina. Una notte però venni attirata in una realtà onirica."
"Ero tornata giovane e mi trovavo nell'atrio dell'accademia della luce. Pur essendo in sogno, sapevo che se qualcuno lo aveva indotto era grazie alla magia, ma io ormai non avevo più alcun potere, perciò solo un'entità esterna poteva averlo reso possibile. In effetti sentivo una voce che cantava"
"C'era una bambina che saltellava gioiosa e cantava queste parole: Papà sta riposando e chissà quando ritornerà, papà dorme beato ma un giorno si risveglierà.
Poi si accorso di me e mi salutò. Le risposi e le chiesi chi fosse il suo papà. Mi disse queste esatte parole: dicono che il mio papà è in cielo, ma non è vero! Lui sta giocando a nascondino... eccolo! E' proprio là dietro!
Mi voltai nella direzione indicata dalla piccina, ma non c'era nessuno e la bambina imbronciata sbuffò: Uffa! Fa sempre così! Tutte le volte che lo trovo lui sparisce... non è giusto però!!!
Le chiesi allora quale fosse il nome di suo padre, cosicchè potessi aiutarla nella ricerca: il mio papà? Il mio papà si chiamava Timoty, però io lo chiamo Ted!
E così dicendo mi sorrise e continuò il suo gioco."
"Quando mi svegliai realizzai che non era semplicemente un sogno, ma una visione mandata da qualcuno con un potere molto forte... quel potere che io avevo tolto dal mio corpo e soprattutto che mio figlio era ancora vivo."
E' calato il silenzio non appena il racconto di Josephine finisce e per diversi minuti nessuno osa aprire bocca. Si vede che ancora ci soffre, ma che si dice in queste occasioni? Mi dispiace? Certo che deve averne passate tante eh? Tutte frasi banali e scontate. A volte il silenzio è più indicato.
Specialmente Agata è rimasta sconvolta; non poteva di certo immaginare che dietro si celasse tutto questo! Quindi lei stessa sarebbe la figlia di una parsona che secondo le regole non doveva nemmeno essere concepito?!?!? Chi l'avrebbe detto che il mondo della magia avesse questo lato oscuro! Eppure all'Accademia della Luce le avevano inculcato valori di rispetto, di amore, di pace, di compassione... quanta ipocrisia! Forse Nadia e le altre l'avevano accettata, ma in passato avevano costretto Josephine alla fuga e i risultati poi erano stati devastanti per tutti.
E sa anche che la signora che le faceva visita, o meglio che lei stessa chiamava nei propri sogni, era sua nonna. Non l'aveva mai abbandonata, le era sempre stata vicino e lei non lo sapeva.
Josephine: però qualcosa di buono in tutto questo c'è stato. Infatti l'incantesimo che recitai tanti anni fa ha avuto effetto e i miei poteri ora vivono in voi due. Poteri divisi, ma che diventano incredibilmente potenti se uniti e lo abbiamo visto proprio poco fa.
Josephine continua dicendo che era destino che le loro strade si sarebbero incrociate in qualche modo. Come già Nadia le aveva accennato, non era un caso che Brian Ishida fosse diventato insegnante e che avesse ottenuto la cattedra in quella classe... in qualche modo il fato, o chi per lui, li avrebbe fatti incontrare.
?!?!?! Ma veramente!?!?!? Agata sapeva di essere una strega molto potente, più di tante colleghe più grandi di lei, ma non immaginava minimamente che questi derivassero proprio da sua nonna!
Brian scatta in piedi alla notizia. Anche lui ormai era già a conoscenza di avere qualcosa di magico dentro di sè, ma mica poteva immaginare che quel qualcosa fosse tanto potente.
Brian: ma veramente io non so assolutamente niente di magia, com'è che ora viene fuori che sono una specie di catalizzatore di energia magica?!
Agata: senza contare che non abbiamo dato grande prova di bravura, prima c'è mancato poco che morissimo!
Agata: tutta colpa di quello stregone! LO ODIO! LUI E TUTTI GLI STREGONI MALVAGI!!!
Josephine a queste parole scatta e diventa severa.
Josephine: non dovresti parlare in questo modo! Quello stregone non ti avrebbe mai tolto un capello! Anche se malvagio ha conservato qualcosa di buono dentro di sè! Agata lui è tuo padre!!!
Ecco qui la seconda rivelazione sconvolgente in una notte! Va bene che Agata aveva sempre spergiurato che suo padre era vivo, ma come poteva sapere che era diventato uno stregone malvagio?!?
Ora si spiegano tante cose, come le due frasi sibilline che aveva sentito qualche tempo fa:
"...se c'è un ombra è perchè dietro c'è luce.. e se c'è la luce significa che c'è anche un'ombra... è il tuo destino a cui non puoi sfuggire... "
Era semplicemente suo padre che era una luce nascosta tra le tenebre anche se lui non lo sa.
"troverai quello che cerchi solo se cercherai quello trovi"
In effetti finchè aveva avuto l'idea di cercare non l'aveva trovato, ma quella sera l'incontro inaspettato con sua nonna le ha fatto capire chi era e dove si trovi suo padre!
Josephine le spiega che in realtà è come morto dal momento che la sua memoria è stata sigillata e soprattutto ormai vive nella fortezza delle tenebre. In pratica per il mondo reale non esiste più.
Agata: e non c'è un modo per farlo tornare normale?
Josephine: non ne sono sicura, ma probabilmente ci vuole un potere troppo forte che nemmeno tu e il signor Brian Ishida avete insieme... forse unendo i poteri di tutta l'accademia...
Agata ha ascoltato tutte quelle parole e ci ha riflettuto su: una soluzione si trova sempre! C'è sempre una via d'uscita e tutti gli anni di lotta contro un regime assurdo da parte dei suoi nonni basta a infonderle fiducia!
Agata: Non permetterò che mio padre rimanga schiavo della magia nera! Giuro che lo salverò!!!
Agata: ecco cosa farò! Andrò all'accademia della Luce e spiegherò loro tutto quello che è successo, racconterò la tua storia e vedrai che ci aiuteranno!
Brian però scuote la testa perplesso e ha tutte le ragioni per esserlo.ù
Brian: E come la mettiamo con il fatto che la signora Josephine è ancora ricercata dal concilio e che per lo stesso tuo padre non doveva nemmeno nascere?
Accidenti, a questo la piccola streghetta non ci aveva minimamente pensato! Quindi non potrà rivolgersi a nessuno all'accademia o si ritroverà con tutte le porte chiuse in faccia :(
Agata: ecco.... io non ci avevo pensato... scusami :(((
Josephine: non devi scusarti. Anche io sono d'accordo con il tuo piano e se per far tornare Theodor quello di un tempo io sono pronta ad affrontare l'esilio o la prigione a vita.
Detto questo finalmente Josephine abbraccia la sua dolce nipotina. Le era mancato avere qualcuno da amare e da poter stringere a sè e poi per la prima volta sente davvero la speranza riempirle il cuore di gioia.
Brian decide di stare un disparte; si sente di troppo, ma nonostante l'imbarazzo è davvero felice per quella signora tanto gentile, ma soprattutto per Agata a cui ha pensato tutto il tempo.
Essendo mezzanotte passata ormai da un pezzo, Josephine si offre di riaccompagnare i suoi ospiti a casa.
La prima tappa è la casa di Ishida. Agata lo saluta come sempre, anche se dentro si mette a ripensare a quello che era successo appena prima dell'attacco dello stre... di suo padre.
E anche Brian ha parecchie cose su cui riflettere; innanzitutto tutta la serata è stata assurda! L'attacco, la signora misteriosa, quella storia toccante, i poteri divisi... se ci ripensa ancora due minuti è sicuro che la testa gli scoppierà!
Prova a distrarsi leggendo un libro, ma inutilmente, anzi se possibile è anche peggio perchè adesso i suoi pensieri si sono focalizzati su quello che aveva fatto durante il tramonto! Ma che cavolo gli è saltato in mente di correre dietro alla sua alunna e di...
Merda! Stava per dire qualcosa di assurdo! Anzi, tutti i suoi sentimenti sono assurdi! E' una ragazzina, una minorenne! Forse se avesse avuto lei 20 anni e lui 32 le cose potevano andare diversamente, ma ora come ora è impensabile! Dannazione! Meno male che non ha avuto il tempo di finire la frase, almeno ora può fare dei passi indietro e lasciare perdere con l'amicizia ed altro... sarà solo il suo professore severo!
A casa di Agata ovviamente erano tutte e due in apprensione. Anche se aveva avvertito che si fermava a mangiare fuori con delle amiche, erano un po' sulle spine. Ma mai si sarebbero immaginate di vedere la loro bambina tornare a casa accompagnata da una signora matura e, cosa ancora più sconvolgente, si tratta della nonna... cioè, la madre di Ted!
L'accoglienza è davvero calorosa. Ad Aurora non sembra nemmeno reale, ma siamo sicuri che non sia un sogno?
Agata guarda sua madre e giura a se stessa che riporterà a casa papà! Anche perchè tra abbracci e singhiozzi Josephine rivela anche a loro che Ted è vivo e che è sua intenzione fare qualcosa per riportarlo come era prima. Aurora per poco non sveniva.
Speranza, aveva bisogno di questo! I suoi occhi si illuminano di nuovo e sorride come non faceva più da tanto tempo. Che Agata sia rientrata così tardi... ohh ma chi se ne frega se questo è stato il risultato!
Peccato che da qualche parte ci sia sempre una fregatura.
il giorno dopo, e tutti gli altri successivi, Agata prova a salutare Brian. Lo fa con aria amichevole e sempre con il sorriso stampato in faccia,
ma lui sembra non accorgersene, la saluta con un semplice "buongiorno signorina" e poi prosegue verso l'aula e se possibile aggiunge solo "ragazzi, la campanella è già suonata da cinque minuti, se non volete che vi mandi dal preside fareste bene ad entrare SUBITO"
A lezione è come al solito: scrupoloso, preciso, palloso, severo quanto basta per renderlo odioso.
Solo che Agata non riesce proprio ad odiarlo, anzi dall'euforia di quella sera è passata ad uno stato di tristezza. La colpa non è solo di Brian.
Ha provato infatti a riparlare con Joseph più e più volte,
ottendendo però sempre il solito risultato: fallimento.
Joseph: lasciami in pace!
Oh ma insomma! com'è che lei si fa in quattro per tutti e poi alla fine viene trattata in malo modo?!?!
Proprio non riesce a capire!
Fortunatamente c'è sua madre che l'ascolta e se può cerca di consigliarla. Naturalmente non accenna ai sentimenti di Brian, tenendoli per sè, ma per quanto riguarda la faccenda di un certo amico che non le vuole rivolgere più la parola e la evita come la peste... bè quello lo può dire:
Aurora: Io credo che Jo si senta offeso perchè tu lo hai rifiutato. In effetti mi ero accorta che lui con te non si comportava proprio da amico, però pensavo che anche a te piacesse ^^'''... in ogni caso, ti sei comportata benissimo e prima o poi vedrai che anche lui si calmerà.
Eh si, però intanto è sola come un cane. Non sapeva come ci si sentisse ad essere emarginati e sinceramente avrebbe preferito continuare ad ignorarlo. E poi quella di Jo è solo una parte dei suoi problemi. Brian, forse la odia... non sa perchè, ma quale altra spiegazione può esserci? Le mancano i pomeriggi passati insieme a parlare di magia, le manca sentirlo parlare da buon amico...
NO EHI, UN MOMENTO! Da quand'è diventata così pessimista e insicura?!?!?
Come aveva detto a Josephine una soluzione si trova sempre! E anche questa volta riuscirà a capire cosa passa per la testa del suo professore e del suo amico!
Anzi!!! Questa volta farà il grande colpo: ormai manca un mese alla consegna dei diplomi e alla maggiore età! Ebbene, subito dopo la cerimonia andrà da Brian e confesserà i propri sentimenti! Basta con la Agata che si piange addosso!!!
Ma proprio mentre mette a punto il suo grande piano di conquista spunta dal nulla Bran, il suo famiglio e messaggero dell'accademia.
Tutti i buoni propositi vanno in frantumi. Il Concilio, QUEL Concilio l'ha convocata proprio per la sera dopo la consegna dei diplomi e dovrà andarci senza ritardo!
Bran: che casino hai combinato per meritare una convocazione così improvvisa?!!?
In effetti di cose ne ha combinate: farsi scoprire dal proprio protetto e metterlo in pericolo non sono proprio gesti che una strega competente dovrebbe compiere, ma ora la situazione altro che precipitare, si sta schiantando!!!
Agata: e ora che faccio?
Già che fare?
Risposa A: Concilio o non Concilio, Agata ha solo quell'occasione per dichiararsi a Brian, quindi subito dopo la consegna del diploma lo bloccherà nel cortile della scuola e gli dirà i propri sentimenti. Al Concilio ci andrà di volata subito dopo, dopotutto si vive una sola volta e poi ormai di guai ne ha già combinati abbastanza, uno di più che male può fare?
Risposta B: eh no eh no!! Il Concilio non poteva scegliere momento peggiore, ma che altro può fare? Dopo tutto quello che ha combinato ci mancherebbe anche arrivare in ritardo!! Le dispiace da morire non poter parlare con Brian, ma ha le spalle al muro. E Brian? A lui... dovrà se potrà pensarci dopo, ora come ora deve per andare al Concilio!
Risposta C: Ahhhh, ma che casino!!! Il Concilio non può fare sempre come gli pare! E che cavolo, prima di tutto Agata è una liceale perciò deve fare tutto in una volta sola! A Brian lascerà una lettera nella stanza dei professori proprio dove tiene le sue cose e così può raggiungere il Concilio indisturbata e senza rimpianti! Sarà un po' complicato, ma in fondo può funzionare no?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che tante domande che vi siete posti in quelli precedenti possano aver trovato delle risposte ^__^
E questo è tutto! Ancora complimenti alle gemelle che avevano notato che lo stregone aveva un anello, al colore della pelle e ai lineamenti tipici di Ted! E a proposito ho da dire una cosa: vi chiedo scusa per avervi fatto vedere la morte di Ted, in realtà era morto sul serio, ma poi ho fatto marcia indietro e specialmente dopo aver letto i vostri commenti ho cominciato a pensare ad un'alternativa per farlo tornare!
Complimenti ancora a bisboccina per aver intuito che la persona misteriosa poteva essere la nonna di Agata!! ^_^
BUONA PASQUA E bacioni a tutti!!!! A presto con .... mi pare che il prossimo turno spetti alla legacy principale, così finalmente farete la conoscenza del "principe azzurro" che ha fatto breccia nel cuore di Viola!