Apr 11, 2008 19:05
La maggior parte delle persone penserebbe che è strano - perché, letteralmente, sei tu che te ne sei andato - eppure tu ti sei sempre sentito come se fossero loro ad averti lasciato indietro. Da molto prima di Stanford.
Guardavi Dean e tuo padre parlare, progettare una caccia e ti sentivi tagliato fuori - chissà, forse avevi questa sensazione dalla prima volta che avevi detto a Dean di volertene andare via - e la frustrazione, la fissazione di essere semplicemente già in più ti entrava nelle viscere e ti faceva stare male.
Per questo, quando te ne sei andato da casa, non hai avuto il coraggio di dirglielo in faccia - né a tuo padre né, soprattutto, a Dean - hai lasciato uno schifosissimo biglietto, come il più infimo dei codardi e ti sei costruito una nuova vita.
Solo una volta, poche settimane dopo esserti sistemato, hai chiamato Dean.
La sua voce era roca, proprio come la ricordavi e non sei riuscito a parlare per un po'.
Dean continuava a chiedere chi diamine ci fosse dall’altra parte, ma tu non potevi parlare. Perché era Dean e non ti eri davvero reso conto di quanto ti fosse mancato.
E quando avevi trovato il coraggio di rispondergli - continui a ripeterti che sei stato così patetico a non trovare nemmeno il coraggio di un “Ehi, Dean, sono Sam” in dieci minuti di conversazione - la voce di tuo padre era risuonata fastidiosamente nel telefono «Dean! Muoviti a venire in macchina, dobbiamo andare» e ogni fibra del tuo essere si era contorta al pensiero di cosa stavano andando a fare. Che sarebbero potuti non tornare.
A quel punto la tua mano si era mossa da sola e aveva chiuso la chiamata.
Hai smesso di pensare a loro, sì, sei tu che li ritieni parte del tuo passato; sei tu che non vuoi avere più a che fare con loro.
Così è decisamente più facile.
series: one day you may leave us