[hetalia] Principio di azione e reazione

Jan 15, 2012 16:07



Gilbert si era domandato molte volte se Natalia rappresentasse per lui un sogno che si realizza o il suo peggior incubo.

Oh, Natalia era bella. Bella da togliere il respiro, da far girare la testa e cadere ai suoi piedi tramortiti. Era quel genere di donna che sei fiero di presentare agli amici, che ti regala video porno a Natale anziché calzini, che ti sveglia nel cuore della notte implorandoti di fare sesso fino all’alba.

Natalia era tutto questo, e molto di più. Quello che Gilbert aveva capito dopo era che la ragazza era anche una maniaca del controllo in erba, affetta di una marea di disturbi mentali e con un fratello maggiore particolarmente grosso e particolarmente geloso.

Non che Antonio e Francis non avessero provato ad avvertirlo. Glielo avevano detto fin dal primo momento che uscire con lei sarebbe stata una follia, una follia completa. Ma come sempre il magnifico Gilbert aveva voluto fare di testa sua. Aveva voluto dimostrare, più a sé stesso che agli altri, che poteva farcela, poteva fare breccia nel cuore dell’algida russa e vivere abbastanza a lungo da poterlo raccontare in giro.

Come ci fosse finito, legato ad un letto con Natalia pronta a frustarlo fino all’inevitabile dissanguamento, era tutta un’altra storia.

Erano passati sei anni, mese più mese meno, da quando si erano incontrati e da quando Antonio e Francis l’avevano giustamente avvertito che da quella storia non ne sarebbe nato nulla di buono.

In verità qualcosa di buono era uscito fuori, da loro due: Axel. Oh, Axel era l’orgoglio di Gilbert. Era tale e quale a lui, un piccolo e pericoloso Gilbert alto neanche un metro.

Da allora però, doveva ammetterlo, Gilbert aveva commesso alcuni errori non trascurabili. Ultimo in ordine di tempo ma non di importanza era stato regalare al bambino, per il suo quinto compleanno, un gioco da tavola. Risiko, nella fattispecie. E non un Risiko normale, sarebbe stato troppo scontato. Ancora la sentiva la voce piagnucolosa di Ludwig che brontolava “Davvero, io non capisco perchè deve esserci l’Inghilterra al centro del mondo. Non è giusto. Io non voglio conquistare l’Inghilterra per poter vincere!”.

Per questo aveva regalato ad Axel un Risiko leggermente modificato, con la Germania come super potenza.

Natalia aveva visto rosso. Aveva iniziato a sibilare qualcosa sulla guerra fredda e su come suo figlio non sarebbe mai diventato un nazionalista come il padre, ed altre sciocchezze del genere. E ovviamente Gilbert aveva risposto a tono, innescando una reazione a catena che lo aveva portato lì, nudo e legato ad un letto pronto ad essere macellato e vivisezionato dalla più grande fan di Marylin Manson in circolazione.

- Natalia, tesoro, credo che la situazione ti sia leggermente sfuggita di mano...- tentò di blandirla l’albino sfoderando il suo sorriso assassino e cercando di mettere in risalto il fisico ben scolpito dagli allenamenti quotidiani in palestra. (Non che fosse stata una sua spontanea idea quella della palestra, ovviamente. Era stato quel fanatico di Lud a convincerlo a frequentarla, sostenendo fortemente mens sana in corpore sano).

- Silenzio!- gridò la ragazza sbattendogli il frustino da cavallerizza sugli addominali e facendolo tacere all’istante.

- Tu- continuò accarezzandogli lentamente il ventre con il frustino - Tu ami particolarmente farmi infuriare. Ma tu sai cosa succede quando qualcuno si mette contro di me, non è vero Gil?-.

Gilbert deglutì rumorosamente e si maledisse nel sentire le sue parti basse sussultare e iniziare ad eccitarsi.

Da quando era diventato un amante del sadomaso e bondage? Da quando gli piacevano quei giochetti tutti sottomissione e potere?

Oh, al diavolo. Da quando gli interessava veramente dare una risposta a certe domande?

Ghignò spudoratamente e si inarcò verso il frustino che ancora gli scorreva sul petto, mentre la sua erezione cresceva e si metteva in mostra.

- Mai avuto il piacere- la punzecchiò col sorriso sulle labbra - però penso che lo scoprirò presto, vero?-.

Gli occhi blu di Natalia si assottigliarono e un nuovo colpo, ancora più secco del primo, si schiantò sui suoi capezzoli. Gilbert gemette sorpreso e si contorse per un paio di secondi, indeciso se provare dolore o piacere.

In tanti anni di attività non aveva mai incontrato un’altra donna come Natalia. Lei era l’unica, l’unica, in grado di fargli tutto quello e avere ancora il suo rispetto.

Le labbra color pesca di Natalia si contrassero in un sorriso stirato che non prometteva nulla di buono, e se Gilbert non fosse stato il folle maniaco che in realtà era, se ne sarebbe preoccupato.

Invece continuò a guardarla negli occhi chiari sfidandola a continuare, dicendole con lo sguardo che poteva fargli tutte le peggior cose che le passavano per quella bella testolina bionda, tanto alla fine avrebbe comunque vinto lui. Come sempre.

- Il mio piccolo adorabile Gilbert - sillabò pianissimo Natalia scendendo col frustino ad accarezzargli i testicoli e facendolo sobbalzare brutalmente - Anche legato e così tremendamente vulnerabile vuole fare lo spaccone...-. C’era qualcosa nel suo sguardo allucinato di particolarmente pericoloso che però eccitava Gilbert.
Forse il suo problema era proprio quello, rifletté il tedesco mentre osservava la punta ricurva dell’arnese scivolare sulla fessura del suo pene completamente eretto. A lui piaceva il pericolo. Ecco, era più semplice di quanto la gente potesse pensare. Non era follia o autolesionismo, il suo. Semplicemente gli piaceva il rischio, il pericolo. E non c’era nulla al mondo di più pericoloso di Natalia, di questo era certo.

Gilbert rabbrividì nel sentire il cuoio freddo sfiorargli la cappella e poi la vena pulsante. Reclinò la testa indietro, sui soffici cuscini di Natalia, e gemette a bocca spalancata, senza alcun pudore.

Improvvisamente il piacere che stava provando fu soppiantato da una scarica di dolore quando Natalia gli sbatté il frustino su un capezzolo diventato ipersensibile.

L’albino sgranò gli occhi, ma anziché imprecare per il dolore dovette trattenere a stento un ansito di piacere. Era da malati, lo sapeva, ma non gli importava. Non gli importava di nulla, al momento.

Una nuova ondata di sensazioni lo travolse nel momento in cui la bocca di Natalia si chiuse sul suo sesso bollente e le sue dita lunghe e affilate come coltelli gli strizzavano con un po’ troppo entusiasmo i testicoli. Voleva ucciderlo per caso?

Decise allora di lasciarsi andare, abbandonarsi a quel trattamento decisamente inconsueto e vedere dove li avrebbe portati. Chiuse gli occhi rossi e sorrise beffardamente mentre piacere e dolore lottavano per il controllo sul suo corpo.

Sentiva distintamente le unghie di Natalia scorrergli sulla pelle delle cosce, risalire fino alle natiche e conficcarcisi, e poi sprofondare nei suoi fianchi, facendolo inarcare contro la sua bocca.

Sarebbe volentieri venuto in quel modo, tra le sue labbra carnose e umide, lasciandola insoddisfatta e ancora più frustrata, ma evidentemente non erano esattamente quelli i piani della ragazza. Graffiandogli le ossa sporgenti del bacino lo lasciò andare, guadagnandosi un gemito di puro disappunto da parte del tedesco. In cambio ottenne un ghigno divertito e assolutamente sadico, che avrebbe fatto rizzare i capelli in testa a qualsiasi altro uomo.

Natalia si sistemò sopra di lui guardandolo compiaciuta dall’alto in basso. Oh, quella doveva essere una cosa che la mandava davvero fuori di testa, pensò Gilbert. Poterlo guardare dall’alto in basso, dominarlo, giocare con lui...doveva essere proprio quello ad eccitarla tanto.

Le sorrise accattivante e sussurrò - Ricordavo bene, allora. Ti piace stare sopra-.

Natalia lo fulminò con lo sguardo e gli strizzò un capezzolo così forte da farlo contorcere tutto. E mentre ancora sentiva la pelle bruciare per l’iperstimolazione lei lo prese completamente dentro di sè. Non si concesse neppure il tempo di abituarsi a quell’intrusione senz’altro notevole, come tanto amava ricordare Gilbert a chiunque avesse il coraggio di ascoltarlo parlare di sesso.

Iniziò subito a muoversi, cavalcandolo con una foga che raramente l’albino le aveva visto addosso.

Gilbert strattonò le manette che gli tenevano i polsi imprigionati alla testiera in ferro battuto, suscitando unicamente il riso nella ragazza.

Dannata piccola sadica. Voleva vederlo supplicare, ma Gilbert Beilschimdt non era il tipo da implorare. Tutto il contrario. Con un colpo di reni andò incontro ai suoi movimenti seppellendosi in lei ancora più profondamente, e si godette l’espressione confusa e piena di piacere di Natalia. Divorò i suoi occhi sgranati e offuscati dall’emozione, la sua bocca spalancata e il petto che si alzava e abbassava freneticamente.

- Liberami - soffiò Gilbert inarcandosi sempre di più e cercando di imporre il suo ritmo.

- Scordatelo- gli rispose Natalia ondeggiando su di lui e piantandogli le unghie sui pettorali.

Gilbert strinse i denti per non urlare nel sentire quelle dita graffiarlo e lasciagli segni rossi e quasi sanguinanti sulla pelle. Probabilmente fu proprio quel lampo di dolore a spingerlo oltre il self control e strappargli un orgasmo assolutamente allucinante. Natalia lo seguì un istante dopo gettando la testa indietro e mormorando qualcosa di indefinibile in russo.

C’erano momenti come quello in cui Gilbert avrebbe dato di tutto per poter comprendere il russo, perchè qualcosa gli diceva che quello che usciva dalle labbra di Natalia doveva essere davvero divertente. Qualcosa che avrebbe potuto rinfacciarle per tutta la vita, oppure una sequela di insulti davvero poco adatti ad una signorina come lei. O, più probabilmente, entrambe le cose.

Natalia si accasciò al suo fianco sospirando soddisfatta, subito imitata dal padre di suo figlio.

Esaltante. Fare sesso con lei era sempre un’esperienza esaltante, meglio di qualsiasi sogno erotico.

E la cosa migliore, tra loro, era che non c’era spazio per le tenerezze e le coccole. Non c’erano fraintendimenti, o cose da dirsi e da chiarire. Tra loro non c’erano cose non dette, significati remoti da cogliere nei loro gesti, sentimenti troppo forti per essere espressi a voce.

E questa era un’altra cosa che lui adorava di Natalia, l’idea che tra loro fosse così incredibilmente semplice nonostante i loro caratteracci e i loro trascorsi.

Ancora imprigionato dalle manette Gilbert provò a stiracchiarsi riuscendo unicamente a farsi venire un crampo ben poco piacevole alla spalla. Sbuffò sonoramente un paio di volte per attirare l’attenzione della compagna, che invece sembrava essersi persa in un mondo tutto suo.

- Natalia, posso ricordarti che sono ancora legato?- esclamò esasperato Gilbert puntandole addosso i suoi occhi scarlatti.

Le sopracciglia chiare della ragazza scattarono in alto e un mezzo sorrisino malizioso prese piede sul suo viso di porcellana. Ed ora Gilbert era abbastanza lucido per averne seriamente paura.

- Natalia?-.

In un silenzio pieno di panico il tedesco la vide alzarsi a rivestirsi con tutta la calma del mondo, senza degnarlo più nemmeno di uno sguardo.

- Oh, andiamo, starai scherzando, spero!- sbottò sempre più preoccupato il biondo -Non vorrai lasciarmi qui legato, vero?-.

Il silenzio prolungato di Natalia non gli fece ben sperare.

- Natalia! Non puoi lasciarmi qui, legato al tuo letto come un idiota!-.

- Il mio letto, Gil?- sospirò alla fine la donna con una luce pericolosa negli occhi blu - Non ho mai detto che questo fosse il mio letto-.

La consapevolezza strisciò languidamente sul corpo nudo e sudato di Gilbert, provocandogli mille brividi gelidi e per nulla piacevoli.

- Oh no no no- sibilò questa volta davvero in preda al panico.

- Oh sì sì sì-.

- Di...di chi è questa camera?- domandò con un filo di voce Gilbert, già presagendo la risposta.

- Non è ovvio, caro? Di Ivan-.

Si era sbagliato: Natalia non era un sogno che si realizza, ma il suo incubo peggiore.

L’idea di essere scorticato vivo dal suo frustino non era più così male, in fondo.

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