Titolo: Destroying the balance
Fandom: DC Comics
Beta:
izzieanne ♥
Prompt: Lussuria @
settepeccatiPersonaggi: Bruce Wayne, Dick Grayson, OFC senza nome o importanza.
Pairing: Dick/OFC, Bruce/Dick
Rating: R
Conteggio Parole: 1.126 (W)
Avvertimenti: Scene di sesso semi-descrittive, Slash non grafico, Voyeurismo.
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui.Note:
• Questa fic è stata scritta all’incirca a dicembre/gennaio, ma purtroppo ha contratto la sindrome del ‘betiamo domani’. XD Comunque, l’idea è merito di Chez, ovviamente, e di un discorso avvenuto su MSN. È andata più o meno così:
Io: “… e poi ho letto questa fic assurda, in cui Dick e Jason si facevano Tim appeso ad un gancio e Bruce guardava tutto da una telecamera.”
Chez: “Che schifo!” *pausa* “Però è vero che Bruce guarderebbe Dick fare sesso.”
Io: “… idea. O_O”
Dopo tutto ciò le spetta anche la dedica. ♥
• Titolo da Passover dei Joy Division, trovatomi dalla lovvosa
izzieanne.
• HO FINITO IL CLAIM! \o/ (Ne voglio già un altro ç_ç)
Destroying the balance
Si prospetta una serata simile alle altre.
Sono appena le nove: Bruce si è allenato con Tim durante il pomeriggio, poi si è lavato e, entro breve, indosserà il costume per iniziare la ronda.
Robin lo aspetta già fuori - aveva qualcosa da verificare, ha detto - e, immagina, Nightwing li degnerà della propria presenza.
Dick è arrivato alla Villa al mattino, tuttavia lui ignora il motivo della visita, perché, in quel momento, era troppo impegnato a prepararsi per una riunione alle Industrie Wayne e al suo ritorno il ragazzo era già uscito.
Ignora anche dove sia andato; Alfred gli ha dato risposte vaghe, probabilmente le medesime che Dick stesso gli ha fornito, quindi sono ore che Bruce si ripromette di porgli qualche domanda, quando ne avrà l’occasione.
Adesso, comunque, ha ancora un paio di controlli da fare.
Seguendo il consueto programma, si siede al computer della Bat-caverna e preme un pulsante sulla tastiera. All’istante, l’intera Gotham viene mostrata dagli schermi: ciascuno ne contiene un’angolazione diversa, rubata dalle numerose telecamere che ha piazzato in città.
Le guarda rapidamente, assicurandosi che non ci sia nulla di sospetto o preoccupante in ognuna di esse, poi, terminata la rassegna, spinge un altro tasto e sul monitor principale compaiono immagini dei suoi quartieri generali.
Il primo video è relativo, come sempre, all’esterno di Villa Wayne. I successivi gli presentano la centrale di Polizia, il tetto con il Bat-segnale, le Industrie, alcuni nascondigli di Batman e i diversi appartamenti che Bruce Wayne possiede sparsi per Gotham.
Li ispeziona - all’esterno e all’interno - uno per uno ogni sera, per avere la certezza che, se qualcosa dovesse andare storto durante la pattuglia, avrà un posto sicuro in cui riparare, dove recuperare medicazioni e rifornimenti.
Durante lo scorrere dei fotogrammi, niente di particolare attira la sua attenzione, fino a che non giunge ad esaminare il suo attico in centro: ci mette meno di un secondo ad accorgersi che dentro c’è qualcuno.
La cosa non lo allerta - se avessero anche solo tentato di forzare l’appartamento, l’allarme sarebbe suonato subito e lui sarebbe già lì di persona -, ma piuttosto lo rende perplesso, mentre una certa curiosità lo spinge a premere un altro pulsante e a cambiare la telecamera da cui sta osservando.
La ricerca del misterioso ospite si rivela breve e, quando una figura maschile appare nel quadro, Bruce tira un sospiro di sollievo, riconoscendo immediatamente Dick.
La perplessità ritorna immediatamente, però, appena si accorge che si trova nella camera da letto e, soprattutto, che non è solo. Una ragazza gli si affianca - dà le spalle alla telecamera, Bruce può vederne gli scuri capelli ricci e basta - scivolando tra le sue braccia; non ha addosso la maglietta e, pochi istanti dopo, Dick è nella sua stessa situazione.
Rapidamente, si spogliano del resto dei vestiti a vicenda e poi si trasferiscono a letto. Bruce aggrotta le sopracciglia nel realizzare a cosa sta assistendo: il primo impulso è quello di fare marcia indietro, di spegnere tutto il più presto possibile - non ha bisogno anche di questo, pensa. Le sue dita sfiorano il tasto che gli permetterebbe, in un nanosecondo, di cambiare video, eppure non è su quello che alla fine si posano.
Spingono lo zoom e la visuale si allarga, avvicinandosi pericolosamente alla coppia.
Si dice che vuole soltanto sapere chi lei sia - non gli sembra di conoscerla e vuole accertarsene, è solo questo, solo questo, si ripete - e poi tornerà alle proprie occupazioni senza rifletterci oltre, dimenticando l’imprevisto.
Ma, nel momento in cui lo schermo si rimette a fuoco, per quanto tenti e si sforzi, non è sulla ragazza che posa lo sguardo. Dick la copre quasi completamente, quindi, si giustifica, non è una propria colpa se ha gli occhi puntati sulle sue spalle.
E continua a seguire unicamente le sue azioni persino quando scende a baciarla più in basso - lasciando il volto di lei a vista -, sul seno e sulla pancia, e quando si solleva, puntellandosi su un braccio e accarezzandole una coscia con l’altra mano, per poi penetrarla.
La possibilità di spegnere gli schermi è ormai lontana dalla sua mente. Bruce non smette di fissarlo, accusando la propria curiosità: conosce Dick alla perfezione, in fondo, lo conosce da sempre e talmente bene che sa indovinare senza il minimo indugio le sue emozioni e cosa gli passa per la testa. Però non lo conosce in questo modo; in tutto il tempo trascorso insieme, mai ha avuto l’opportunità di osservarlo così e, adesso che sta accadendo, non può nemmeno pensare di lasciar perdere.
Il ragazzo piega la testa all’indietro e dischiude le labbra: Bruce potrebbe pure ascoltarlo, volendo, basterebbe attivare l’audio. Ma le mani restano immobili: sarebbe un rischio eccessivo, sarebbe un ulteriore passo oltre la linea che non aveva mai avuto intenzione di superare.
Eppure non può evitare di immaginarli, quei suoni - ansiti spezzati alternati a gemiti gutturali ad ogni spinta -, che finiscono con l’occupare comunque la sua testa. Si muove a disagio sulla sedia, temendo di controllare le reazioni del proprio corpo, di non poter più fingere di essere spinto da curiosità, invece che da puro desiderio.
È quello a chiudergli lo stomaco, ora, mentre continua a fissare Dick concentrando l’attenzione su ogni dettaglio del suo corpo, e, senza notarlo, appena si accorge che l’altro ha aumentato il ritmo, si ritrova a trattenere il fiato finché non lo vede raggiungere l’orgasmo, i muscoli contratti e gli occhi chiusi.
Bruce espira e Dick sorride, per poi ricadere accanto alla ragazza. Lei gli si raggomitola al fianco e lui guarda un qualche punto imprecisato della stanza, il torace che si alza e si abbassa ancora con rapidità. Nell’istante in cui, all’improvviso, sposta lo sguardo sulla telecamera, Bruce ha un sussulto.
Le sue dita si spostano in uno scatto nervoso, schiacciano un pulsante della tastiera e il video scompare dal monitor, lasciando una facciata buia al proprio posto. Il disagio e il timore, però, non si disperdono e, nonostante sappia - razionalmente - di non poter essere stato scoperto, che quell’occhiata era quasi certamente casuale, non riesce a tranquillizzarsi.
Si alza, facendo grattare la sedia sul pavimento - spera che un rumore qualsiasi riempia la caverna e lo distragga -, e si guarda intorno alla ricerca di qualcosa in cui occuparsi, un’attività qualunque che gli consenta di ignorare la mezza erezione tra le gambe e il fatto che, se chiudesse gli occhi anche solo per un breve momento, le immagini di Dick tornerebbero ad infestargli la mente.
Affrontare tutto questo provocherebbe conseguenze - conseguenze irreversibili - e Bruce non può permetterselo. Si prepara, invece, a non considerarlo affatto - come se non fosse mai accaduto - e si dirige verso lo spogliatoio recuperando quella parvenza di totale normalità con cui quella sera è iniziata - come se, quel desiderio bruciante per Dick, non l’avesse mai provato.