Titolo: Dipinto di blu
Personaggi: Mitsukuni "Honey" Haninozuka, Takashi Morinozuka.
Prompt: 015. Blu della BDT
Rating: G
Avvertimenti: flash-fic (396 parole)
Riassunto: Takashi sapeva che non c’era un motivo preciso per il quale Honey avesse voluto uscire là fuori: per guardare le stelle, per guardare la luna e il mare…
Note: scritta sulla nave traballante, durante un assurdo viaggio di ritorno dalla Sardegna, con la testa di Mitsukuni sulle gambe... La moquette era blu e un po' mi sono sentita molto Takashiii... XD
A Takashi sembrava incredibile quella situazione; qualche ora prima era comodamente disteso nel suo letto, il lento dondolio della nave a cullarlo, e suo cugino che dormiva nella cabina accanto. Sembrava che niente potesse rompere l’illusione d’essere su una culla gigante e invece…
“Takashi?” Mormorò una vocina da dietro la porta, prima che quella si aprisse e lasciasse entrare una piccola figurina infagottata in un pigiamino celeste con coniglietti bianchi stampati sopra.
“Mh?” Era stata la risposta di Takashi, mentre si metteva a sedere sul suo letto per osservare suo cugino. Honey guardò il corridoio vuoto alle sue spalle, poi, con un sorriso furbetto sulla bocca, gli fece cenno di seguirlo. Mori non se lo fece ripetere due volte e seguì il ragazzo più piccolo lungo il corridoio dalla moquette blu. Mentre gli ciondolava dietro, guardando quell’esile figurina dondolare insieme alla nave, di qua e di là, Takashi ebbe l’impressione che lo yatch si fosse fatto grande il doppio rispetto al giorno; forse perché c’erano solo loro due a camminare lungo i suoi corridoio o forse perché il buio della notte sembrava rendere tutto più largo, più grande.
Honey si fermò davanti alla porta che conduceva al ponte: nonostante fosse piuttosto pesante, l’aprì senza sforzo e tutti e due vennero investiti dall’odore salmastro del mare. Rimasero fuori a guardare il blu cobalto del mare e della notte; la luna, che era solo un sottile spicchio, con la sua luce lattiginosa rischiarava a malapena quel blu scuro che li circondava, come se li volesse inghiottire nelle tenebre.
Takashi sapeva che non c’era un motivo preciso per il quale Honey avesse voluto uscire là fuori: per guardare le stelle, per guardare la luna e il mare…
Dopo un po’ il freddo della notte li convinse ad entrare, ma Mitsukuni continuò ad indugiare sulla porta. Takashi fissò prima suo cugino, poi il cielo color blu scuro: bloccò la porta, poi, sotto lo sguardo sorpreso di Honey, si sedette a terra, allungando le gambe davanti a sé e poggiando la schiena contro la parete.
“Stenditi.” Disse, mentre il ragazzo più piccolo già si era accomodato sulla moquette blu, accoccolandosi accanto al cugino. Poggiò la testa sulle sue gambe, steso supino, con gli occhi puntati sulla notte scura, sulle stelle e su quello spicchio di luna argentata, la cui luce rendeva il cielo un po’ più blu, un po’ più magico.