Die Böseschönheit

Jun 09, 2011 01:35


Titolo: Die Böseschönheit
Personaggi: Horace Lumacorno, Tom Riddle
Rating: R
Avvisi: slash, underage (più che altro grossa differenza d'età fra i due personaggi XD)
Parole: 485 (contatore)
Note: colpa dei neoclassicisti ed il loro fetish per la bellezza androgina. Il pair mi è stato suggerito da miki_tr (che, poverina, non si aspettava d'essere presa sul serio), mentre la citazione iniziale è presa dal suo elenco di prompt; inoltre mi ha anche betato la storia... Quando si dicei una "musa ispiratrice" ♥
Il titolo vuol dire semplicemente "la bellezza del male" XD



Chi possiede coraggio e carattere è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino.
(Hermann Hesse)

Tom era quel genere di persona che non si poteva fare a meno di ammirare o di temere. Avevo uno sguardo deciso negli occhi, qualcosa di glaciale e letale nelle sue movenze di ragazzo aristocratico - eppure veniva da un orfanotrofio! - e sapeva sempre come e dove colpire la persona che gli stava di fronte.

Un ragazzo estremamente intelligente, raffinato, con un fascino che incantava chiunque.

Horace non si sentiva tanto in colpa, quindi, quando cedeva alle sue lusinghe e magari si lasciava sfuggire qualcosa di più di quello che avrebbe dovuto, qualche parola di troppo su Questioni Proibite.

Tom del resto era il suo fiore all’occhiello, il pezzo più bello della sua collezione; gli risultava difficile credere che qualcuno dei suoi studenti futuri sarebbe riuscito ad eguagliare un tale esemplare di grazia e intelligenza.

Sapeva bene quanto quel ragazzo sapesse manipolare le persone. Eppure era sempre meraviglioso cedere alle sue labbra che sorridevano in quel modo sfrontato e sicuro di sé; era sempre incantevole carezzargli la guancia pallida, ancora imberbe, e sfiorargli il collo bianco con le labbra. Sentirlo rabbrividire quando i suoi baffi rossicci gli pizzicavano la pelle era quanto di più delizioso Horace avesse mai provato.

Quando esagerava, quando si spingeva oltre, Tom semplicemente si tirava indietro con grazia e lo ignorava, riabbottonandosi la camicia. E anche allora tutto ciò che Horace provava era incanto davanti alle mani che scorrevano sui bottoni, con movenze semplici, ma che Tom riusciva a rendere piene di magia.

Non era solo il potenziale di Riddle ad affascinarlo, era anche l’aura di pericolosità che lo faceva indietreggiare, che talvolta lo destabilizzava al punto da inebetirlo; eppure pensava che un ragazzo tanto bello e tanto pieno di charme non potesse davvero essere cattivo, nonostante si divertisse a sedurlo e poi guardarlo da lontano con aria superba e derisoria.

Lumacorno non era certo uno stupido, si rendeva conto di tutto ciò, ma non riusciva proprio a rinunciare al piacere di toccarlo, di guardarlo quando lasciava che la sua divisa di scuola gli scivolasse lungo il corpo ancora vagamente acerbo, non ancora d’uomo. Gli occhi gli scivolavano sulla silhouette dai contorni definiti, le ombre che giocavano sempre strani scherzi sul torace scarno e le braccia magre, rendendo Tom più simile alla statua di un Ganimede che ad un essere terreno.

Era il dopo, ciò che tormentava davvero Horace: l’attrazione per quel giovane seducente si trasformava in imbarazzo per averlo osservato troppo e con troppa lussuria nello sguardo; il rimpianto di non averlo toccato troppo diventava rimorso per averlo sfiorato appena; e alla fine di tutto arrivava la vergogna di non essere abbastanza attraente per lui e di non essere abbastanza forte per saper dire di no.

E poi, quando Tom chiudeva la porta, mostrandogli lo sguardo fiero e maligno di un demone, solo allora arrivava un brivido di timore che gli cancellava il desiderio dalla mente e dal corpo.

Terribile eppure bellissimo, come solo un dio greco sarebbe stato.

one-shot, harry potter

Previous post Next post
Up