Nota legale: Il qui presente intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto - totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti:Tematiche delicate.
Note: Scritta per il prompt #21. Crimson Red (Rosso Cremisi) del Carnevale delle Lande di
diecielode.
Scritta per il prompt 235. I bordi prendono una forma indistinta del
500themes_ita.
Rating: PG13
Conto Parole: 322 (FdP)
L’arte è solo una maniera di vivere (Rainer Maria Rilke)
Lasciò cadere il coltello: c’era sangue, sangue dappertutto.
Si appoggiò barcollando al ripiano in legno di fronte a lei, le impronte nitide dei polpastrelli a macchiare il legno chiaro in noce.
Lo sguardo scivolò indolente a ripercorre il braccio magro, fino alla curva morbida del gomito, poi si bloccò: un attimo, tutto quello le parve addirittura bello, artistico. I contrasti dei colori, la disposizione degli elementi.
Lo sfregio rosso cremisi, le vene blu, il bianco dell’osso.
Tim amava l’arte, era un pittore.
Gliel’aveva insegnata lui, l’importanza della composizione in un quadro, quando ancora nella loro casa, appena trasferiti, regnava un caos vivace di tavolozze sporche ed abbozzi di ninfe su tele riciclate, teste in gesso di manichini e pastelli consumati.
Era l’equilibrio, ad essere fondamentale: un fiore minuscolo mitigava il gelo di un paesaggio invernale, un boccolo di troppo e un volto diventava innaturale.
Ancora ricordi di Tim, che se ne era andato una bella mattina.
«Ho trovato un'altra.» aveva detto, e le parole arrivarono dirette come le pugnalate di Fontana in una delle sue tele.
Suo marito le diceva sempre che la pittura era la sua vita, così come lo era lei, ma l’aveva abbandonata ugualmente.
Un sorriso rassegnato le accarezzò le labbra.
L’arte è soltanto un’altra maniera di morire.
Le forze la stavano abbandonando, avvertiva un vago tremore alle gambe, come se stessero lentamente scomparendo. Si sentì una creatura eterea, tutto era avvolto nella nebbia, che le velava gli occhi, le chiudeva le orecchie. I rumori della strada sottostante le arrivavano attutiti, e dopo tanto tempo le sembrò di essere nuovamente protetta e in pace, anche il dolore sembrava scomparire, insieme alla vergogna dell’abbandono e tutta la rabbia dell’umiliazione.
Il braccio ciondolava piano, abbandonato a se stesso, mentre le gocce vermiglie scendevano lente fino al suolo in una litania lenta e ripetitiva. I bordi prendono una forma indistinta.
Un quadro di Pollock sulle mattonelle anni settanta di una cucina troppo grande per una persona sola.
Chiuse gli occhi, era stanca. Cadde a terra.
Aveva perso l’equilibrio.