La seguente fic ha partecipato al
Dolci, Remus&Sirius Contest indetto da
Ray08 sul forum di EFP, aggiudicandosi la terza posizione. *_* coffcoffsutrepartecipantiXDcoff
Vi posto il giudizio in fondo alla storia. =3
Il pacchettino da me scelto e su cui dovevo lavorare era il seguente:
Bolle bollenti
Ambientazione temporale: post-Hogwarts
Prompt: errore
Altro personaggio: Peter
Warning: Slash. Un paio di parolacce, ma niente di che. 。◕3◕。
Betata dalla
nefene. <3
Buona lettura a tutti!♥
- È sempre facile esser gentili con le persone di cui non ci importa nulla.
Guardi il fantasma inarcando un sopracciglio,mentre fai scorrere una mano tremante tra i capelli, la gola che ancora ti brucia per lo sforzo.
- E questo che c’entra, adesso? - sbotti senza capire, troppo arrabbiato per sforzarti di farlo.
Hai appena finito di sfogare contro il mondo tutta la tua rabbia, urlando con forza, quasi fossi un pazzo isterico, e Nick-Quasi-Senza-Testa è rimasto tranquillo ad ascoltarti per tutto il tempo, senza battere ciglio.
Oramai sembra essere diventata quasi un’abitudine. Tutte le volte che sei talmente furioso da arrivare a desiderare con tutto te stesso di staccare a morsi il braccio di qualcuno, le tue gambe ti portano a rifugiarti in una stanza che credevi deserta e puntualmente ti ritrovi a urlare contro Nick, che non ha mai nessuno colpa.
È piuttosto strana come situazione, a pensarci, ma tutto sommato non ti dispiace.
Il fantasma non ha mai avanzato alcun tipo di lamentela e tu ti senti tranquillizzato dalla possibilità di poterti sfogare con qualcuno senza doverti preoccupare di non ferire i suoi sentimenti.
- Lo disse un tale, anni fa. O forse secoli, - risponde pacato l’uomo, mentre gioca svogliatamente con la propria testa.
- O forse addirittura nessuno e se lo è inventato uno di quei libri poco seri che mi è capitato di vedere in biblioteca, a cui piace tanto burlarsi del prossimo e che si diverte a cambiare le parole mentre leggi.
Scrolla le spalle, apparentemente perso nei propri ragionamenti.
Inarchi un sopracciglio; continui a non capire che attinenza abbiano i suoi vaneggiamenti con i tuoi problemi.
Dopo pochi secondi, Nick-Quasi-Senza-Testa torna a posare lo sguardo sul tuo viso ancora rosso per lo sforzo.
- Perché è tanto arrabbiato con il signor Lupin?
Ti irrigidisci, serrando i pugni nelle tasche.
- Perché è uno stronzo, te l’ho detto, - sbotti, incrociando le braccia al petto e appoggiandoti contro il muro.
- Quando ho proposto di andare tutti e quattro a convivere, dopo Hogwarts, ha accettato con un sorriso. D’accordo, forse eravamo tutti un po’ ubriachi, ma ha detto di sì. Di sì! Non forse, o ci penso, o una di quelle sue scuse sceme che tira fuori quando non ha il coraggio di dire di no.
Prendi fiato, per calmare l’insensata rabbia che senti tornare a bruciarti le tonsille.
- Invece tre ore fa si è rimangiato tutto. È uno stronzo e un traditore. Sono tutti e tre dei traditori.
Il fantasma reclina di poco la testa, che scivola di lato tanto che uno degli ossi del collo finisce con lo spuntare dal taglio mai rimarginatosi.
- Perché proprio il signor Lupin? - insiste.
- Ha appena finito di urlarmi contro che anche il signor Potter e il signor Minus hanno in seguito cambiato idea.
Sbuffi.
- Sì, beh, ma Prongs si sapeva, da quando è riuscito a fidanzarsi con Lily non fa che progettare la loro futura vita matrimoniale e per quanto riguarda Peter va bene, anche se ha cambiato idea, non sono arrabbiato con lui.
Prendi fiato.
- Ma Remus…
Nick ti rivolge un’occhiata che sembra incitarti a concludere la frase e tu distogli lo sguardo d’istinto, vagamente imbarazzato.
- Remus è Remus, - borbotti.
Intravedi con la coda dell’occhio il fantasma accennare un sorriso mentre si risistema la testa con un colpo di spalle.
- Remus è Remus, - concorda, come se avesse appena capito chissà quale verità nascosta sul tuo conto.
Si volta e scompare oltre il muro, lasciandoti lì a rimuginare suoi tuoi problemi.
Rimani una manciata di secondi a fissare il punto esatto in cui il fantasma è scomparso, poi ti infili le mani in tasca.
- Che cosa stupida, - mugugni, incassando la testa nelle spalle.
- È con gli amici che bisogna essere gentili, mica con le persone di cui non ci importa niente.
***
- Peter, passami il libro, per favore, qui c’è qualcosa che non torna, - brontoli, scrutando il soffitto con aria critica e anche un po’ accigliata.
Peter obbedisce e recupera il volume rimasto aperto sul pavimento. Te lo tende facendo attenzione a non perdere il segno e tu, dall’alto dell’ultimo gradino della disgraziata scala babbana su cui ti sei abbarbicato, lo prendi per poi sistemartelo aperto sulle gambe.
Alla fine, forse per uno strano scherzo del destino - o solo semplice fortuna? - Remus si è trovato costretto a ritrattare nuovamente quella decisione che tanto ti aveva fatto infuriare, l’ultimo giorno di scuola. Prongs ha sul serio sposato Lily, Peter vive ancora con i genitori e voi vi siete trasferiti insieme in un piccolo appartamento a metà tra la periferia e il centro.
È situato in un vecchio condominio per lo più disabitato, a pochi passi da un grazioso giardinetto in cui hai varie volte trascinato Remus a fare sesso dietro i cespugli, ed ha anche una cantina.
Hai girato decine e decine di appartamenti pur di comprarne uno con la cantina. Volevi un posto sicuro in cui lasciare Moony durante quelle notti di luna piena in cui non ti sarà possibile stargli vicino, per un motivo o per un altro, e alla fine di una ricerca piuttosto faticosa, lo hai trovato.
Non è un granché, in effetti, ma è casa. La vostra casa.
Peter si infila momentaneamente in tasca la bacchetta e si appoggia alla scala di metallo. Ti guarda confrontare, accigliato, la metà di figura che avete appena finito di dipingere sul soffitto con l'immagine stampata sul libro.
Sbuffi, battendo una mano sulla pagina.
- Abbiamo sbagliato qualcosa, ma non riesco a capire cosa! - ribadisci, sempre più accigliato.
Peter, che deve aver fiutato il tuo crescente nervosismo, comincia a far dondolare il peso del corpo da un piede all’altro.
- E così hai di nuovo litigato con Remus, - butta lì, apparentemente a caso, forse solo per riempire il silenzio a cui non è molto abituato.
- Come mai?
- Perché è uno stronzo, - rispondi, asciutto, senza nessuna intenzione di aggiungere altro.
Sfogli le pagine con rabbia, alla ricerca di quel famigerato qualcosa che non ti torna, e per qualche secondo riprende a calare il silenzio nella piccola abitazione.
Poi a Peter sembra venire colto da una specie di illuminazione e focalizza nuovamente tutta la propria attenzione su di te, quasi scioccato.
- Non dirmi che ce l’hai ancora con lui per quella storia?
Gli scocchi un’occhiata omicida che lo fa indietreggiare di un passo, spaventato, ma non demordere.
Sebbene tu sia ormai famoso tra i Malandrini per i tuoi spaventosi scoppi di rabbia, non hai mai alzato le mani su nessuno dei tuoi amici e questo Peter lo sa bene. O meglio, nessuno di loro è mai riuscito a farti innervosire così tanto da spingerti fino a quel punto.
Nessuno a parte Remus, si intende. Ti ha da sempre fatto uno strano effetto quasi deleterio, quel ragazzo.
- È uno stronzo, - ribadisci.
- Ma Sirius, è stato tutto un malinteso, un errore! Non vi eravate chiariti?
Sì, vi siete chiariti, ma questo non ti impedisce di essere ancora arrabbiato con lui.
Sposti gli occhi su Peter, ancora appoggiato alla scala.
- E poi, - riprende a parlare, un po’ impacciato e intimorito. Non è mai successo, ma probabilmente non è che ci tenga poi così tanto a vederti esplodere e urlargli contro come un pazzo.
- Anche io ho aiutato Remus, quella volta. Sei ancora arrabbiato anche con me? Sostenevi di avermi perdonato.
Sospiri. In realtà, non è che hai perdonato Peter e non Remus; li hai perdonati entrambi. Solo che credere per tutti quei giorni che Moony ti avesse mentito ha fatto molto più male piuttosto che pensare la stessa cosa di Peter, anche se non ne hai ancora ben chiaro il motivo.
Per un attimo ti balenano nella testa una manciata di parole sfuocate e il volto sbiadito di Nick-Quasi-Senza-Testa, ma è un ricordo che scacci quasi subito, superato dall’improvvisa illuminazione che ti coglie osservando per l’ennesima volta l’immagine stampata sul libro.
- Ecco cos’è che non andava! - quasi urli, euforico.
- Il numero, abbiamo sbagliato il numero. Ne abbiamo disegnata una di troppo.
Salti in piedi, rischiandodi capitombolare giù dalla scala.
- Prendi la bacchetta, Peter, e torna sull’altra scala. Dai che se ci sbrighiamo riusciamo a finire entro l’ora di cena.
Sorridi entusiasta al tuo amico, che, dopo un attimo di confusione, ricambia e obbedisce.
Con il libro spalancato, questa volta rimasto a galleggiare in mezzo a voi, riprendete a dipingere.
- Sirius, posso farti una domanda? - ti chiede Peter più tardi, quando ormai non mancano che pochi dettagli.
- Mh, - mugugni, troppo impegnato a rifinire i contorni della tua stella.
- Ma se Remus è uno stronzo e tu sei ancora arrabbiato con lui, perché abbiamo passato tutto il pomeriggio a fare questo?
Indica con un gesto del braccio l’enorme dipinto che si estende per l’intero soffitto e un paio di pareti.
Sbuffi imbarazzato, abbozzando un sorriso, ma senza rispondergli davvero.
Quella stessa sera, a Remus viene quasi un infarto quando torna a casa e tu, senza nemmeno dargli il tempo di svestirsi, lo trascini giù per l’angusta scalinata di pietra.
Tante, troppe stelle sembrano brillare sul soffitto della vostra cantina e Moony rimane con la bocca aperta a fissarle, sconvolto e incantato, prima di lanciarti un’occhiata interrogativa.
- Ti piace? Mi ha aiutato Peter, questo pomeriggio. Io, ovviamente, sono la stella più grande.
Indichi con l’indice Sirio, che brilla a un paio di metri da voi e che ti sei premurato di dipingere davvero più grande rispetto a tutte le altre.
Remus continua a non capire, a giudicare dallo sguardo vacuo e confuso che fa scorrere senza sosta dal tuo viso al vostro capolavoro.
- È un regalo. Per te, - spieghi, intrecciando le dita di una mano alle sue.
- Così ti sarò vicino anche in quelle notti di luna piena in cui non potrò esserlo materialmente.
Le orecchie di Moony si tingono all'improvviso di un’intensa tonalità pomodoro e tu scoppi a ridere, guadagnandoti un doloroso pizzicotto sul braccio.
- Hey! E questo perché? Che ho fatto? - piagnucoli, massaggiandoti la parte lesa.
- Scemo, - borbotta Remus, senza però riuscire a staccare gli occhi dal soffitto.
- Tu, piuttosto. Perché?
Sorridi di cuore, quando capisci.
- Perché Remus è Remus, - soffi direttamente contro il suo orecchio.
Gli scocchi un sonoro bacio sulla guancia, ridendo, e nascondi dietro la schiena le braccia per evitare altri pizzicotti.
Grammatica: 9.45/10
Stile e lessico: 9/10
IC personaggio: Remus 7/10 Sirius 9/10
Originalità: 9/10
Utilizzo del prompt: 3/5
Utilizzo della Citazione: 5/5
Altro Personaggio (IC e ruolo): 4/5
Giudizio personale: 9/10
Per un totale di 64.45/75 punti
Partendo dalla grammatica c'è un piccolo errore di punteggiatura all'inizio: (Tutte le volte che sei talmente arrabbiato da arrivare a desiderare con tutto te stesso di staccare a morsi il braccio a qualcuno le tue gambe ti portano a rifugiarti in una stanza che credevi deserta...) dove servirebbe una virgola dopo “a qualcuno”. Quando Sirius dice “Si beh, ma Prongs si sapeva” tu inserisci un punto e subito dopo una virgola, ma credo che questo sia stato un errore di battitura. Infine metti su granché l'accento grave, quando ci vuole quello acuto.
Mi piace lo stile di questa storia. Non è mai pesante, e riesci a unire bene i dialoghi alle parti descritte. Inoltre c'è sempre quel tuo pizzico di fluff, che mi uccide di dolcezza.
C'è poco Remus in questa storia, ma quando compare si vede che è lui. La mia visione di Remus non è quella che compare in molte fic, totalmente passiva, quasi sottomessa a Sirius, ma sicuramente tra i due lui è quello più vergognoso. Per questo ho apprezzato moltissimo il suo arrossire e il fatto che una volta visto il lavoro di Sirius, non riesca a staccare lo sguardo dal soffitto! Sirius mi è piaciuto ancora di più. Noi sappiamo che lui è sempre pronto ad aiutare gli amici, ma ho adorato il fatto che per Remus le cose siano diverse. Quel “Remus è Remus” mi ha fatto letteralmente sciogliere!
Sull'originalità non ti do il punteggio pieno, solo perché hai già scritto di Sirius che usa Nick-quasi-senza-Testa come suo ascoltatore.
L'utilizzo del prompt mi è sembrato un po' stiracchiato. Insomma l'errore compare solo superficialmente, e non viene approfondito a sufficienza. Su questo punto avresti potuto far meglio.
La citazione è inserita in modo perfetto, e mi piace molto perché è un po' il senso di tutta la storia.-E' sempre facile essere gentili con le persone di cui non ci importa nulla. Che cosa stupida, è con gli amici che bisogna essere gentili, mica con le persone di cui non ci importa niente.
L'ho trovata coerente con il pensiero di Sirius, con il suo regalo per Remus e anche con il suo carattere.
Davvero complimenti!
Peter è proprio Peter. Abita ancora con i genitori, aiuta Sirius e cerca di riempire i silenzi parlando di qualsiasi cosa. Ho trovato molto IC il fatto che si preoccupi subito del fatto che Sirius potrebbe essere ancora arrabbiato anche con lui. “Sostenevi di avermi perdonato.”
Questa alla fine è davvero una bella storia. Come ho già detto c'è quel pizzico di fluff che contraddistingue tutte le tue storie, soprattutto nella voglia che ha Sirius di fare qualcosa per star vicino a Remus ogni luna piena, o nella scena finale. Non per essere ripetitiva, ma quel Remus è Remus è davvero dolce. *_*