II generazione III parte

Oct 04, 2007 22:17




La vita universitaria non era adatta a noi… sia io che Kevin avevamo risultati pressoché deludenti. Di comune accordo decidemmo di lasciare l’università e andare a vivere assieme.
Mia madre, appena la informai della decisione, mi urlò contro x mezz’ora.. ma io volevo fare di testa mia.
E fu così che passammo dall’ambiente universitario a quello casalingo. Trovammo una casa in affitto in centro a Fiumefertile. Le nostre finanze erano decisamente poche.. questo è quello che trovammo..




Eravamo felicissimi assieme, nessuno avrebbe potuto dividerci. Anche se non avevamo molti soldi sapevamo che, lavorando sodo, avremmo ottenuto i risultati sperati.
Innanzitutto cambiammo look: io optai per un taglio estivo, molto corto e scalato da un lato. Kevin era già bello così, quindi non fece molti cambiamenti.










I lavori di casa mi impegnavano molto.. non ero affatto abituata a lavare, stirare, cucinare. A casa faceva tutto mia madre..




A proposito di mia madre Gwen.. non ebbi sue notizie per molto tempo dopo la litigata.. inoltre i suoi rapporti con papà andavano sempre peggio.
Sapevo che c’era qualcosa di strano.. l’avevo percepito fin da quella sera (quando stavo ancora all’università) in cui la sorpresi in discoteca con degli sconosciuti a ballare come una forsennata.

La sera del trasloco, per riposarci un po’ dalle fatiche, uscimmo per passare una bella serata in ristorante.




Decisi che quello sarebbe stato il momento più adatto per propormi.. stavamo assieme da quasi 10 mesi e nessuno aveva mai parlato di fidanzamento.. era ora che ci dessimo una mossa..

“Senti Kevin.. io avrei un pensierino per te”, dissi emozionata.
Tirai fuori l’anello di fidanzamento tutta speranzosa..
Notai che all’istante la sua faccia divenne cupa e ombrosa..




“Senti Bri, io non me la sento di fare questo passo.. per adesso godiamoci la nuova casa.” Rispose lui.
Io non riuscivo a capire..
Continuò: “Ho bisogno di avere delle certezze.. devo capire se siamo veramente adatti l’uno per l’altra.. non è facile.”
Io caddi nello sconforto.. a me sembrava tutto a posto. Ero innamorata pazza di lui.. probabilmente lui la pensava diversamente..




Da quel giorno il suo atteggiamento si fece sempre più freddo.. inoltre una strana signora visitava sempre il nostro giardino. Rideva a scherzava con Kevin manco fossero stati compagni del liceo..




In seguito scoprii il suo nome, Melanine Todd. Era una ricca donna in carriera.. sempre in cerca di giovani bellocci da spolpare..
Ne parlai con Kevin, lui mi disse che era solo un’amica.. ma io non ci credetti. Perciò il giorno seguente aspettai l’arrivo della suddetta, mi avvicinai a lei, e con atteggiamento pacato iniziai a parlare: “Ho visto che frequenti spesso questa casa.. da oggi in poi gradirei che tu sparissi dalla circolazione.. Kevin è mio e non me lo farò di certo rubare da una sgualdrina come te.”
Lei se ne andò via scioccata.. ma neanche troppo turbata.




Kevin apprezzò il mio gesto. Mi spiegò che il suo era stato solo un modo per attrarre la mia attenzione. Voleva che gli dimostrassi quanto ci tenevo a lui. Forse aveva ragione.. pensavo troppo a me stessa e a volte lo trascuravo troppo.. ma questo era anche un difetto di mia madre.. le donne Shadow sono fatte così.
Dopo il chiarimento ci fiondammo nel letto.. tra un effusione e l’altra..




La mattina seguente mi sentivo diversa.. mi guardavo allo specchio e vedevo un’altra persona, più grande, più matura.




Da quella notte di passione mi sentivo come in paradiso.. lui mi trattava come una principessa.
Inoltre eravamo tutti entusiasti dell’imminente arrivo.. ebbene si, stavo per diventare mamma!!




Per un po’ di tempo le cose andarono stranamente bene.. fino a quando un mattino ricevetti una strana chiamata..

“Signora Brianna Shadow, è l’ospedale di Fiumefertile che parla. Sua madre, Gwen Shadow, si è presentata qui stanotte. Afferma di non avere più una casa dove stare. Era in compagnia di un cane chiamato Iago. La signora è evidentemente in stato di shock. Ci ha raccontato di aver vagato tutta la notte in cerca di un posto dove stare. Probabilmente ha fatto qualche incontro strano: il suo viso è pallido e ha tutti i segni tipici del vampirismo.. canini aguzzi, occhi rossi, e una voglia fremente di sangue umano. Non possiamo prenderci questa responsabilità, sarebbe troppo rischioso. Perciò l’unica soluzione sarebbe quella di inviare cane e signora a casa sua, almeno per un po’ di tempo, finchè la signora Gwen non curi la sua malattia.”

Non dissi una parola. Chiusi semplicemente il telefono..
Ora che stava andando tutto bene doveva arrivare mia madre a rovinare tutto..
Uscii dalla porta di casa intenzionata a buttarmi giù dal balcone per la disperazione.. quando ebbi davanti a me una scena alquanto lugubre..




Una signora anziana con un vestito ottocentesco e dalla carnagione chiara passeggiava nervosamente davanti a casa mia. Capii chi era quando vidi accanto a lei il cane con cui avevo passato la mia infanzia.. Iago. Quella signora era proprio mia madre.. scioccata, la feci accomodare in casa.. cercavo di parlarle ma non accennava ad una risposta. Continuava a dire.. “Ho bisogno di sangue”.






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