[Mcfly] Behind The Corner 3/?

Apr 27, 2012 22:51

Nick Autore: yukiko_no_niji
Titolo: Behind The Corner [3/?]
Numero Parole: 1625 @ fiumidiparole
Pairing/Personaggi: Danny Jones, Mcfly
Raiting: PG
Genere: Sentimentale, Romantico, Introspettivo
Avvertimenti: Long fic
Intro/Note: I protagonisti di questa storia non mi appartengono - eh, magari -, ma si appartengono tra di loro interscambiandosi. La storia di cui sotto è tutta mia immaginazione.

L'idea per questa storia è nata qualche anno fa... E' stata scritta tutta per newmoon_x , per festeggiare il suo compleanno *___*
La tipina che ho messo nel bannerino non ho idea di chi sia, ma era perfetta per il mio personaggio, per cui ce l'ho messa XD
Inoltre Jen è un personaggio inventato dakiki_bj per una sua fanfiction. E io l'ho presa in prestito XD




Capitolo 1.
Capitolo 2.


Capitolo 3.

Erano passati alcuni giorni dalla serata trascorsa al bowling e Danny, nonostante cercasse di concentrarsi più che poteva sulle prove della band e suoi nuovi testi che i Mcfly stavano scrivendo, il suo pensiero finiva sempre a lei.
Si era accorto di non sapere neanche il suo nome.
Aveva cercato, in quei giorni, di scovarla in giro con lo sguardo quando passeggiava per la strada, ma non l’aveva rivista da nessuna parte.
Aveva anche compreso che il destino stava scherzando con lui. Probabilmente aveva deciso di fargliela incontrare quando lui meno se lo aspettava.
Eppure quel pensiero non lo aveva calmato affatto. Anzi, aumentava ancora di più la voglia che aveva di vederla.
Non che Danny non avesse mai avuto una ragazza e quella fosse la prima sbandata della sua vita. Ma proprio perché era misteriosa avrebbe voluto sapere qualcosa di più su di lei.
Le prove con la band, comunque, stavano andando a gonfie vele. Da quanto Tom ed Harry si erano liberati degli esami, si erano dati a prove selvagge, felici di avere finalmente del tempo da dedicare completamente alla musica.
Danny adorava quando provavano i nuovi pezzi, perché sentiva che le loro creazioni stavano diventando sempre più accurate, ed il loro stile sempre più pulito.
Erano ancora una band da garage, ma magari un giorno avrebbero potuto suonare da qualche parte.
Già muoversi dalla sala prove sarebbe stato splendido.
Ma Danny, almeno su questo fronte, era positivo e paziente. Sapeva, o almeno sperava, che con la voglia e la determinazione avrebbero raggiunto le orecchie di qualche passante.
‹‹ Mi sembra che ci siamo! ›› Esultò Tom a fine del brano che avevano appena eseguito.
Danny sentiva la gola pizzicargli un po’. Quella canzone si chiamava ‘Sorry’s not good enough’ e prevedeva un grande sforzo vocale. Lui però, adorava cantarla. Poteva lasciarsi andare e prendere tutte le note, anche quelle più alte, con tutto il fiato che aveva in gola. Ed era dannatamente appagante.
Sorrise a Tom, annuendo.
Anche gli altri due componenti parevano essere d’accordo.
Quel giorno Giovanna e Jennifer erano andate a fare spese in centro, per cui li avevano lasciati completamente soli con i loro pezzi.
‹‹ Stiamo diventando davvero bravi ›› si esaltò Dougie carezzando amabilmente il suo basso.
Harry stava giocando con le bacchette della batteria, quando si alzò dallo sgabello.
‹‹ Bene, se Tom è d’accordo, io me ne tornerei a casa. Mamma stasera fa la pasta alla bolognese! ››
Il cantante fece un cenno affermativo.
Le prove per quel giorno potevano considerarsi concluse.
Danny si diresse verso il divano, dove aveva posato la custodia qualche ora prima e vi rimise dentro la sua chitarra.
Poi passò la tracolla sotto un braccio e se l’aggiustò sulle spalle.
‹‹ Bene! Allora anche io me ne vado e approfitto per fare una passeggiata. Vieni con me Doug? ››
‹‹ No, mi spiace. Ma se non mi muovo a tornare a casa Jen mi fregherà il bagno e io non potrò più farmi una doccia decente. ››
Danny rise a quelle parole.
Sapeva che cosa volesse dire avere una sorella che non aveva intenzione di darsi una mossa quando si trattava del bagno.
Così, dopo aver salutato tutti, si avviò verso il cortile della casa di Tom e prese la via per tornare a casa.
Aveva davvero caldo e la sola canottiera che aveva indosso era completamente appiccicata alla sua pelle.
Per un momento sperò che l’inverno fosse alle porte. Ma poi si ricordò della scuola, del freddo e della poca vita che c’era in quella città durante quella stagione, per cui si disse felice di sentire caldo.
Una buona doccia fredda, avrebbe mandato via tutti i suoi bollori.
Stava pensando al testo di una canzone, quando svoltando l’angolo andò a sbattere contro qualcosa.
O meglio… qualcuno.
‹‹ Ma che… ››
Non aveva ancora imparato a non perdersi nei suoi pensieri.
‹‹ Oh ›› riuscì a dire, quando si accorse di chi aveva davanti.
Era lei.
Quella costellazione di lentiggini non avrebbe potuto dimenticarla.
Quegli occhi, velati di tristezza, lo stavano guardando fissi.
Era sorpresa almeno quanto lui da quella strana ed improbabile coincidenza.
‹‹ Scusa… ›› la sentì sussurrare, in un timido sorriso.
‹‹ Non preoccuparti ›› le disse lui, felice di quell’incontro. ‹‹ Stavolta non è caduto nessuno. ››
Era di nuovo davanti a sé e Danny sentì il cuore prendere a battere più velocemente del solito.
Non conosceva quella ragazza, non aveva idea di chi potesse essere… eppure lo intrigava tantissimo.
Ma quegli occhi tristi lo stavano facendo preoccupare.
Sapeva di non essere un suo amico, sapeva che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi, ma vederla lì davanti a sé, lo spinse a parlare.
‹‹ Va tutto bene? ›› le chiese, tranquillo.
La vide stupirsi a quella domanda, per poi abbozzare nuovamente un piccolo sorriso ed annuire.
Forse era solo una sua idea, alla fine. Non la conosceva affatto.
Eppure quello sguardo…
Lei fece per voltarsi ed andarsene, ma lui, spinto da uno strano impulso, la bloccò con una mano, prendendole un braccio.
‹‹ Sei sicura che vada davvero tutto bene? ››
Si disse che non c’era niente di sbagliato nel chiederlo di nuovo, solo per averne la totale sicurezza.
A quel punto però, la vide abbassare la testa, quasi come per arrendersi all’evidenza dei fatti.
‹‹ Io… ›› sussurrò lei timidamente. Ma non poté finire ciò che avrebbe voluto dire, perché lo squillo del cellulare della ragazza interruppe la frase che aveva iniziato.
Danny la vide guardare la chiamata, senza però rispondere.
Guardava silenziosamente il telefono, con la mano che lo teneva stretto che tremava flebile.
Lo guardò un’ultima volta prima di sussurrare:
‹‹ Scusa, adesso devo andare. ››
Danny la vide voltarsi e allontanarsi da lui a passo sostenuto.
Il suo cuore batteva ancora forte e non si era neanche accorto che le sue mani erano strette in due pugni saldi.
Sentì le gambe muoversi da sole, prendere la stessa direzione che avevano preso prima quella ragazza.
Che stava facendo? Perché la stava seguendo.
No, no, no… non porterà niente di buono tutto questo.
I pensieri di Danny erano contrari alle sue azioni, eppure era il suo cuore che lo comandava.
Quella parte irrazionale di sé avrebbe voluto scoprire che cosa nascondeva in realtà quella persona che aveva iniziato a fargli battere il cuore così forte.
L’aveva seguita per due isolati, quando ad un certo punto si bloccò dietro ad un angolo.
Si sentiva uno stalker, ma non poteva farci niente.
La vide raggiungere un ragazzo, molto più alto di lei.
Danny cercò di assottigliare un po’ di più la vista e si accorse che quel ragazzo era con lei la sera del bowling, ma, per quanto Danny avesse scrutato nella loro direzione, i due non si erano mai rivolti la parola.
Vide lui urlarle qualcosa contro, lei stringersi nelle spalle e ribattergli di rimando, guardandosi intorno nervosa.
Se solo avesse potuto avvicinarsi un po’, Danny avrebbe potuto sentire il perché della loro discussione. Era sicuro che fosse quello il punto focale della situazione, l’aiuto che gli sarebbe servito per farla stare meglio, in qualche modo.
Ma non ce ne fu bisogno, perché dopo che lui le disse nuovamente qualcosa, quest’ultima urlò con tutto il fiato che aveva in gola:
‹‹ Lo so che hai un’altra! ››
Quelle parole colpirono tantissimo Danny.
Un po’ perché comprese finalmente il perché della tristezza di lei, un po’ perché in passato era capitato che non si fosse comportato bene con qualche ragazza, che le avesse innocentemente tradite.
Si sentì un verme in quell’esatto momento, proprio come quello che doveva essere il suo ragazzo. Lo vide abbassare la testa, dire qualcosa che però non riuscì a sentire. Poi vide lei scuotere la testa, dirgli un’ultima cosa prima di voltarsi e correre nella sua direzione.
Danny comprese che non avrebbe dovuto trovarsi lì. Non avrebbe dovuto affatto trovarsi lì.
Seguirla era stata una pessima idea.
Lo avrebbe sicuramente visto.
Stava per voltarsi ed andarsene, quando lei, che correva, volse l’angolo e gli sbatté contro.
‹‹ Accidenti, ma perché capitano tutte a me! ›› La sentì sbottare arrabbiata. ‹‹ Oh. ››
Danny la guardò, rosso per la vergogna.
‹‹ Scusa… Non dovrei essere qui. ››
Lei guardò prima nella direzione da dove era venuta, poi riprendendo a camminare nella direzione opposta gli rispose:
‹‹ Non importa. ››
‹‹ Non volevo farmi gli affari tuoi, davvero… ››
‹‹ Davvero? ››
Danny si morse un labbro a quella domanda.
‹‹ Ok, forse volevo farmi gli affari tuoi… ma probabilmente non è come pensi tu. ››
‹‹ E cosa dovrei pensare? ››
‹‹ Non lo so ›› disse sinceramente, abbassando la testa.
Aveva sbagliato su tutti i fronti.
Aveva fatto la figura dello stupido e dell’impiccione. Proprio il contrario di come avrebbe voluto sembrare agli occhi di lei.
‹‹ Però… vorrei vederti sorridere. ››
Forse aveva parlato troppo.
Forse si era lasciato andare.
Perché non riesci mai a stare zitto Daniel?
Era inutile che la sua coscienza gli parlasse in un momento del genere.
Era totalmente inutile. Ormai il danno era fatto.
Lei lo stava guardando perplessa. Evidentemente non comprendeva dove l’altro sarebbe voluto arrivare a parare.
‹‹ Grazie. ››
Non aggiunse altro.
Danny la vide allontanarsi da sé e fece per chiamarla, ma lei lo bloccò.
‹‹ Scusa, ma… ho davvero bisogno di stare un po’ da sola adesso. ››
Lui si mise le mani nelle tasche dei pantaloncini, stringendosi un po’ nelle spalle e annuendo.
‹‹ Stai bene… ››
‹‹ …Ashley. ›› Disse lei con un piccolo sorriso. ‹‹ Grazie. ››
Non gli diede tempo di dirle come si chiamava.
Si volse e iniziò a correre, lontano dal suo ragazzo, lontano da quell’angolo, lontano da lui.
Danny la vide sparire davanti ai suoi occhi.
Almeno adesso sapeva come si chiamava.
Ashley…
Era un nome che le si addiceva perfettamente.
Se la immaginò sorridere, solare e felice.
Avrebbe voluto davvero vederla così.
Ma forse, dopo tutto quello che era successo, se mai si fossero incontrati di nuovo lei avrebbe preso una strada diversa, solo per non dover di nuovo parlare con lui.
Si era impicciato troppo dei suoi affari.
Danny sospirò, riprendendo la strada per casa sua.
Non si era assolutamente accorto di essere dall’altra parte della città.
Ci avrebbe impiegato una vita per rincasare, ma se l’era cercata.
Accese l’iPod e la familiare voce di Bruce gli invase le orecchie.
Lui non l’avrebbe mai lasciato da solo.

r: pg, fandom: mcfly, mcfly: danny jones

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