[Mcfly] Behind The Corner 1/?

Feb 28, 2012 21:46

Nick Autore: yukiko_no_niji
Titolo: Behind The Corner [1/?]
Numero Parole: 1975 @ fiumidiparole
Pairing/Personaggi: Danny Jones, Mcfly
Raiting: PG
Genere: Sentimentale, Romantico, Introspettivo
Avvertimenti: Long fic
Intro/Note: I protagonisti di questa storia non mi appartengono - eh, magari -, ma si appartengono tra di loro interscambiandosi. La storia di cui sotto è tutta mia immaginazione.

L'idea per questa storia è nata qualche anno fa... E' stata scritta tutta per newmoon_x , per festeggiare il suo compleanno *___*
La tipina che ho messo nel bannerino non ho idea di chi sia, ma era perfetta per il mio personaggio, per cui ce l'ho messa XD
Inoltre Jen è un personaggio inventato dakiki_bj per una sua fanfiction. E io l'ho presa in prestito XD




Era ormai qualche giorno che Giugno aveva fatto il suo arrivo, ed il caldo si stava finalmente facendo sentire nella città di Southend-on-sea. Il sole aveva deciso di fare nuovamente la sua apparizione dopo un lungo periodo di letargo, rendendo quelle ultime giornate particolarmente calde e alquanto differenti da quelle che le avevano precedute.
I ragazzi della città erano tutti eccitati per la fine della scuola, ormai giunta alle porte. Sapevano che con essa sarebbero arrivate le tanto agognate vacanze estive e di conseguenza il relax a casa o sulla spiaggia, la voglia di divertirsi con gli amici - lasciando a casa le opinioni a volte un po’ troppo indesiderate dei genitori -, le serate pazze da passare all’ “Adventure Island”, vanto dei ragazzi nativi.
Southend d’estate diventava il luogo perfetto per il divertimento, poiché durante l’autunno, l’inverno e la primavera, la città era molto silenziosa e priva di ciò che i mesi estivi potevano donare.
Ma era proprio nei periodi bui, in cui gli adolescenti non avevano molto divertimento, che si creavano un loro modo per passare il tempo assieme, divertendosi alla stessa maniera, senza avere bisogno del caldo e del mare.

***

Quel Sabato pomeriggio Daniel, Danny per gli amici, stava camminando lungo una strada, con il suo metro e ottanta di altezza e la sua ormai inseparabile chitarra legata alla tracolla sulle spalle.
Danny era un ragazzo di diciotto anni, capelli dal ricciolo ribelle d’una tonalità castana tendente al rossiccio, vispi occhi azzurro cielo ed un sorriso sulle labbra che non mancava mai.
Canticchiava una canzone, ritmandone il passo, quando sentì una presenza alle sue spalle.
Un secondo dopo, un ragazzo biondo gli si parò davanti, frenando con il suo skate, per poi fermarsi e mettere sotto braccio il suo fedele mezzo di trasporto.
‹‹ Non potevi arrivare tranquillamente, eh Doug? Devi sempre farmi prendere dei mezzi colpi. ››
L’altro rise alle parole dell’amico.
‹‹ Sei tu che sei sempre in un altro mondo Dan! ›› Lo rimproverò.
Dougie era qualche centimetro più basso di lui, quel poco che bastava a far capire che li separava un anno di età. Aveva i capelli biondi, scompigliati e trattenuti alla bell’e meglio da una fascia nera, occhi celesti più chiari di quelli dell’amico ed un piercing al lato sinistro del labbro inferiore.
‹‹ Ok, ok… hai vinto tu! La prossima volta cercherò di non essere troppo immerso chissà dove ›› disse guardando serio l’amico, che annuiva compiaciuto a quelle parole.
Poi guardò l’orologio.
‹‹ È meglio se affrettiamo il passo o Tom ci spennerà vivi. Siamo in ritardo! ››

Così fecero e poco dopo arrivarono davanti ad una casa con un grande giardino. A passo spedito attraversarono il lastricato per poi seguire il perimetro della casa. Arrivati davanti ad un garage sentirono una voce maschile.
‹‹ Era anche ora! ››
Il primo che parlò fu Dougie.
‹‹ Scusa Tom, ma Danny mi ha intrattenuto in inutili chiacchiere.
‹‹ Non è vero! È colpa sua! » ribatté subito il ricciolo, cercando di far arrivare uno scappellotto sulla testa di Dougie, ma senza riuscirci.
Tom, guardò i due scuotendo la testa. I suoi occhi color caffè trasmettevano tenerezza e quella fossetta che si creava sempre quando sorrideva, non lo aiutava a fare la parte del cattivo.
‹‹ Per questa volta la passate liscia... ››
Danny lo guardò riconoscente e poi in unisono con Dougie disse:
‹‹ Grazie Tom. ››
I due si resero conto subito di essere stati ridicoli e scoppiarono a ridere divertiti del loro comportamento.
Poi andarono verso il grande divano nero posizionato alla parete opposta del garage e vi posarono sopra i loro strumenti.
Proprio mentre Dougie stava per tirare fuori il suo basso dalla custodia, si accorse che, attaccati allo stipite della porta che dava nella casa di Tom, c’erano un ragazzo e una ragazza che si stavano baciando appassionatamente.
‹‹ Harry! Jen! Un po’ di ritegno, che cavolo… ››
‹‹ Fanno così da quando sono arrivati ›› disse Tom sconsolato. ‹‹ Glielo avevo detto di staccarsi quando arrivavi, ma probabilmente non vi hanno nemmeno sentiti, impegnati come sono. ››
In quel momento i due innamorati si accorsero della presenza degli altri, e si volsero, come se tutto fosse nella normalità.
‹‹ Hey fratellino, sei arrivato finalmente! ››
Jen era la sorella gemella di Dougie, ma i due erano uno l’opposto dell’altra.
Il ragazzo che era assieme a lei, li salutò sventolando la mano, per poi allontanarsi dalla ragazza e andare alla sua postazione.
Era Harry, il batterista della band. Si era messo assieme a Jen già da un anno, ma i due sembravano sempre al loro primo giorno, innamorati come non mai.
Tom prese la sua chitarra dalla custodia e si posizionò davanti al suo microfono e quando anche Doug e Danny furono ai loro posti, iniziarono a provare.
Jen nel frattempo si era seduta comodamente sul divano, ad ascoltarli, come ormai da qualche mese a quella parte era abituata a fare.

***

I Mcfly, così si chiamava la band in cui suonavano Danny e i suoi amici, era nata pochi mesi prima, in una serata fredda e innevata, quando i quattro ragazzi in compagnia di Jen e Giovanna, la ragazza di Tom, non avevano trovato di meglio da fare, come di tanto in tanto capitava nelle gelide serate a Southend. Avevano finito le scorte di giochi da tavola, avevano sfruttato le carte fino a non poterne più e con quel tempo non sarebbero potuti uscire fuori.
Tom ebbe l’idea di creare una band tutta loro. Harry prendeva lezioni di batteria già da un po’, Dougie aveva sempre sognato di suonare il basso e Tom e Danny avevano in casa delle vecchie chitarre, che sapevano suonare discretamente. Non se la cavavano male neanche con il canto, anzi, dovevano ammettere che la voce dolce e intonata di Tom, abbinata a quella graffiante e profonda di Danny, si amalgamavano perfettamente tra di loro, creando un’armonia sorprendente.
Così avevano iniziato a suonare assieme.
Dougie andava da un insegnante privato, per accelerare i tempi e mettersi in pari con gli altri che sapevano già suonare, mentre Daniel e Tom avevano preso a scrivere canzoni, chiedendo consigli a Harry.
In poco tempo, data la voglia di iniziare a fare qualcosa di concreto, avevano iniziato a scrivere tutti e quattro assieme, buttando lì le idee che avevano, dai pensieri più divertenti a quelli più tristi, cercando di far tornare le parole con le varie melodie e ideare qualcosa che provenisse dai loro cuori.
Erano eccitati all’idea di creare qualcosa che sarebbe appartenuto solamente a loro.
A loro e alle persone che li avrebbero, forse, sentiti un giorno.
Durante i pomeriggi e le sere in cui i ragazzi erano impegnati con la band, le ragazze facevano di tutto per aiutarli: servivano loro delle gustose merende, preparavano pizza per tutti nella pausa cena e al tempo stesso ascoltavano le loro canzoni, seguendo i progressi che facevano ogni giorno.

‹‹ Ok basta così per oggi ›› la voce di Tom pervase il garage.
‹‹ Ma come Tom? ›› chiese Daniel sorpreso. ‹‹ Abbiamo suonato solamente tre ore. ››
Il biondo si girò dalla sua parte e sorrise.
‹‹ Lo so Dan, mi piacerebbe suonare ancora un po’. Ma lo sai, te lo ripeto tutti i santi i giorni da qualche settimana… Tra poco io e Harry avremo gli esami di fine anno. ››
‹‹ Ah ah! Già è vero. Questo caldo mi fa pensare all’estate. Ho scordato di nuovo che tu e Haz avrete gli esami tra poche settimane. ››
‹‹ Tanto il prossimo anno tocca anche a te ›› disse Harry, facendo una linguaccia rivolta all’amico.
‹‹ Sì e tra due anni tocca a me e Doug ›› sospirò Jen.
‹‹ Non ci pensare adesso ›› replicò il fratello.
‹‹ Beh... allora vi lasciamo a studiare. Ci vediamo domani? ››
‹‹ Sì ›› disse Tom, mentre stavano riponendo i loro strumenti. ‹‹ Ci vediamo domani alla solita ora. E vedete di non fare ritardo voi due ›› aggiunse in direzione di Danny e Dougie.
Appena fuori dalla casa di Tom, Danny chiese ai due gemelli:
‹‹ Voi da che parte passate? ››
‹‹ Dobbiamo passare dal supermercato a prendere delle cose per mamma, quindi facciamo il giro lungo. ››
Danny annuì.
‹‹ Ok, allora ci vediamo domani mattina a scuola. ››
I due annuirono. Poi si salutarono e ognuno prese la sua strada.

Danny aveva sempre avuto un vizio fin dalla più tenera età, quello di perdersi nei suoi pensieri mentre camminava. Era più forte di lui, ma ogni volta che si ritrovava a camminare da solo, finiva sempre per iniziare a pensare a qualcosa e a tessere un suo discorso mentale, non curandosi di ciò che stava accadendo attorno a lui.
La musica nelle orecchie con i pensieri che viaggiavano indisturbati nella sua testa, lo estraniavano del tutto.
Stava camminando tranquillamente, con il manico della custodia stretto in mano e l’iPod nell’altra. Proprio mentre stava svoltando un angolo, qualcosa, o meglio, qualcuno, lo urtò, facendogli cadere la chitarra di mano.
Danny stava per imprecare contro chi aveva fatto cadere il suo prezioso gioiello, quando si accorse che di fronte a lui c’era una ragazza.
Solo in quel momento il suo sguardo si addolcì.
Ripose l’iPod nella tasca della felpa, raccolse la chitarra e poi tese una mano verso la ragazza, caduta anche lei, proprio come la sua chitarra, dopo il forte urto.
‹‹ Però, che botta che ci siamo dati! ›› Disse, scherzando sull’avvenuto.
Rimase un po’ sorpreso quando non sentì la ragazza aprire bocca.
Quando lei alzò lo sguardo, si accorse che stava piangendo.
Aveva gli occhi arrossati e copiose lacrime le stavano scendendo lungo le guance.
‹‹ Io... io… mi dispiace! Non volevo far cadere la tua chitarra… ››
Danny l’aiutò a rimettersi in piedi. Cercò di essere il più gentile possibile con lei, per farle capire che non era il caso di mettersi a piangere solo perché la sua chitarra era caduta in terra.
Beh, certo, quella era la sua chitarra e per lui era più preziosa di qualsiasi altra cosa. Ma vedere quella ragazza con gli occhi rossi, così triste, gli aveva quasi fatto dimenticare dell’accaduto.
‹‹ Non preoccuparti per la mia chitarra, vedrai che non si è fatta niente. Piuttosto tu ti sei fatta male? ›› chiese un po’ in apprensione.
‹‹ No, no… Io sto bene. Ma la... ››
‹‹ Non preoccuparti, davvero. ››
Danny si chiese solo in quel momento se quella ragazza stesse veramente piangendo per la sua chitarra, o se magari stesse già piangendo prima dello scontro con lui.
Era così sovrappensiero che non l’aveva nemmeno vista dietro all’angolo.
‹‹ Io... mi dispiace, non stavo guardando avanti e ti sono venuta contro... Scusami, davvero. ››
‹‹ Ho capito che non l’hai fatto apposta ›› disse Danny con un sorriso. ‹‹ L’importante è che tu non ti sia fatta niente… ››
Lei scosse la testa in segno negativo.
Lui sorrise nuovamente, ma notò un’altra lacrima scivolarle sulla guancia. Aveva gli occhi marrone chiaro, intarsiati di un verde smeraldo e tantissime lentiggini sul naso e sulle guance.
Danny si ritrovò a pensare che per i suoi gusti era davvero carina.
Si accorse solo in quel momento che lei lo stava guardando intensamente, come se avesse voluto chiedergli qualcosa.
Nei suoi occhi stava leggendo una richiesta di aiuto. Non sapeva perché, ma adesso aveva la certezza che quella ragazza non stava affatto piangendo per lui.
‹‹ Hai… Hai bisogno d’aiuto? ›› chiese silenziosamente Danny, guardandola serio. ‹‹ Va tutto bene? ››
Ma da parte di lei non arrivò nessuna risposta.
Lo guardò solamente in silenzio, senza aprire bocca.
Danny si chiese che cosa avrebbe dovuto fare. Magari aveva davvero bisogno d’aiuto. Chissà che cosa le era successo. Si volse, cercando di capire se c’era qualcun altro vicino a lei. Ma era chiaro che se così fosse stato avrebbe sicuramente visto quel qualcuno.
Quando tornò a guardare in direzione della ragazza, Danny si accorse che questa era sparita.
Si guardò nuovamente intorno, ma di lei non c’era nessuna traccia.
Non poteva essere stata tutta una sua fantasia, vero?
No, quella ragazza esisteva veramente.
Ma perché era così triste e piangeva così silenziosamente?
Che cosa le era successo davvero?
E soprattutto…
Chi era?

r: pg, fandom: mcfly, mcfly: danny jones

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