[Hey!Say!Jump!] Kimi ni shika miserarenai kao ga aru.

Feb 19, 2012 01:25

Nick Autore: yukiko_no_niji
Titolo: Kimi ni shika miserarenai kao ga aru. {Super Delicate - Hey!Say!Jump!}
Numero Parole: 3361 @ fiumidiparole
Pairing/Personaggi: Yamada Ryosuke/Chinen Yuri
Raiting: NC17
Genere: Erotico, Sentimentale
Avvertimenti: Slash, One-Shot
Intro/Note: I protagonisti di questa storia non mi appartengono - eh, magari -, ma si appartengono tra di loro interscambiandosi. La storia di cui sotto è tutta mia immaginazione.

Il titolo 'C'è un'espressione del mio viso che mostrerò solo a te' è tratto da 'Super Delicate' degli hey!Say!Jump! [Traduzione maccheronica].
Questa storia partecipa al "Carnevale delle Lande" per la community momenti_perduti con il prompt "[Hey! Say! JUMP] Yamachii post performance di "Super Delicate" al Music Station." di vogue91

Kimi ni shika miserarenai kao ga aru.

“Chii mi vuoi dire che ti prende?”
“Niente…”
Era da quando erano usciti dagli studi televisivi, dove avevano registrato la nuova puntata per il Music Station, che il più piccolo aveva smesso di parlargli.
O meglio, che aveva preso ad evitarlo facendoglielo notare chiaramente.
Non lo sopportava quando faceva in quel modo, perché sapeva che sarebbe stato suo compito riuscire a comprendere che cosa avesse fatto di male per farlo irritare così.
Perché, di sicuro, doveva essere lui a trovarsi nel torto, ad avere colpa se l’altro aveva preso ad evitarlo come la peste.
“Che ho fatto stavolta?” chiese quasi sconsolato.
“Niente.”
Di nuovo quella risposta candida e ironica.
Yamada sbuffò.
Sapeva che non sarebbe servito a nulla lasciarlo cuocere nel suo brodo, perché quando Chinen si impuntava su una cosa, non avrebbe lasciato cadere la presa come se niente fosse successo.
Anzi, significava che gliel’avrebbe fatta pesare ancora di più.
Il più grande comprese che quella sera sarebbe stata lunga, molto lunga.
Durante il tragitto del ritorno, mentre erano nella macchina dell’agenzia, vide Yuri guardare fuori dal finestrino tutto il tempo.
Aveva provato a intavolare un discorso diverso, a chiedergli che cosa avrebbe dovuto fare il giorno dopo, quali erano i suoi programmi, ma era stato bellamente ignorato.
Non lo sopportava davvero quando faceva in quel modo, anche perché non aveva voglia di discutere con lui per delle sciocchezze.
Lo amava e gli faceva male litigare con lui.
Ma con Chinen non c’erano mezze misure.
O era tutto bianco, o era tutto nero.
Yamada lo sapeva ed aveva accettato quel fatto quando si erano messi insieme.
Ma comunque, stare dietro ai suoi cambi repentini di umore non era affatto facile.

***

Non appena entrati in casa Chinen andò in camera da letto, prese dei panni puliti e si chiuse a chiave nel bagno.
Quando Yamada sentì la doccia aprirsi, sospirò. Quella mattina aveva previsto una bella serata da passare esclusivamente con lui.
Avrebbero potuto guardare un film, rilassarsi un po’, mangiare qualcosa di diverso.
Non avevano mai tempo per stare insieme, soprattutto adesso che lui era impegnato con le riprese del drama e con le varie promozioni di esso.
Veniva sempre trascinato qua e là da un posto all’altro senza un momento di respiro.
E quel tempo che non trascorreva più con il suo ragazzo gli mancava, perché anche se erano nello stesso gruppo, non avevano comunque momenti per stare insieme, quando si trattava di lavorare. Poteva esserci qualche bacio, qualche toccata veloce, ma per Yamada non era sufficiente.
Avrebbe voluto tenere stretto a sé Chinen durante tutte le ore della giornata, benché l’altro non glielo avrebbe mai lasciato fare.
Sospirò di nuovo, lasciandosi andare sul divano, aspettando che l’altro finisse con la doccia.
Quando lo vide uscire dal bagno, quasi un’ora dopo, completamente infreddolito si infilò sotto il getto d’acqua calda.
Fece più in fretta possibile, perché avrebbe voluto tentare di chiarire le cose con l’altro.
Si asciugò i capelli con un asciugamano, guardando la sua figura riflessa allo specchio.
Forse Chinen si era solo stancato di lui e stava cercando un modo per farglielo capire.
Forse voleva mollarlo, ma non riusciva a trovare il giusto modo per farlo.
Yamada scosse la testa, riprendendo ad asciugarsi i capelli. Poi si rivestì.
Una volta arrivato in cucina, notò che Chinen aveva iniziato a cucinare e che aveva apparecchiato per una persona soltanto.
“Chii…” sussurrò rattristato. “Si può sapere che cosa ti prende?”
“Niente Ryo-chan. Perché?” ribatté con finta innocenza.
“Perché manca il mio piatto sulla tavola, ecco perché.”
“Oh, sono così abituato a mangiare da solo la sera, che devo essermi sbagliato. Che sbadato!”
Yamada si avvicinò alla tavola e prese una mela dalla fruttiera.
Si diresse in sala e accese la tv, prendendo a mangiare i frutto seduto sul divano.
Non aveva senso voler fare pace con un muro sordo.
Eppure ci stava male, perché non avrebbe voluto discutere con lui.
E adesso sapeva anche che il più piccolo ce l’aveva con lui perché lo lasciava solo ogni sera.
Non era colpa sua se aveva del lavoro da svolgere.
Sospirò, guardando la tv davanti a sé, senza comprendere davvero che cosa stesse andando in onda.

Yamada stava leggendo il copione della nuova puntata del drama, seduto nel letto sotto le coperte, quando Chinen entrò nella stanza, lanciandogli un’occhiata veloce.
Stava ripetendo a bassa voce le battute tra sé, cercando di non dare peso alla presenza dell’altro.
Ma non era facile.
Sentiva i suoi occhi su di lui.
“Domani hai le riprese?” lo sentì chiedere infine, con finta non curanza, mentre si metteva dentro il letto, sotto il lenzuolo accanto a lui.
“Sì, ma le riprese sono pomeriggio. Ho la mattina libera.”
“Perché non chiami Yuto e vai a fare un giro con lui? Sono sicuro che ne sarebbe felice.”
Yamada si volse, sorpreso da quell’affermazione.
“Perché mai dovrei chiamare Yuto, scusa?”
“Credevo aveste un buon rapporto.”
Il più grande lo guardò per un attimo, prima di rispondere cercando di mantenere un tono neutro.
“Sì, ma non mi interessa uscire con lui domani mattina, Chii…”
“Beh, ma gli sei sempre così vicino che è palese che provi qualcosa nei suoi confronti.”
Fu a quel punto che Yamada capì.
“Sei forse geloso di lui?” chiese con una punta di curiosità.
“Chi io?” chiese con un sorrisino falso. “Assolutamente no” replicò poi acido.
Yamada sapeva che Chinen lo stava facendo solo per ripicca.
C’era finalmente arrivato.
Il punto fondamentale restava che non comprendeva ancora dove avesse sbagliato.
C’entrava Yuto, ok, ma quel pomeriggio lui aveva solo svolto il suo lavoro, ballando e cantando come aveva sempre fatto da quando era entrato nella Jimusho.
Che cosa avesse fatto di così sbagliato da far alterare così tanto l’altro, restava ancora un mistero.
Non gli sembrava proprio di aver fatto chissà che.
Anzi. Era sicuro di non aver fatto proprio un bel niente.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, anche se Yamada vedeva Chinen agitarsi non poco.
Muoveva le gambe senza stare un attimo fermo. I movimenti erano lenti, ma fastidiosi.
Chiuse il copione, dopo aver compreso che non sarebbe stato capace di memorizzare altro per quella sera.
Lo posò sul comodino vicino al letto e spense la piccola abat-jour, lasciando che la camera venisse avvolta dalla notte, a parte la poca luce che entrava dalle fessure delle tende.
Si stese anche lui, voltandosi dalla stessa parte del suo fidanzato.
Lo sentiva respirare lentamente.
Probabilmente di lì a poco si sarebbe addormentato. Avrebbero lasciato quella discussione a metà e i giorni seguenti sarebbero stati un inferno.
Sospirò.
“Ho visto durante le prove come hai posato con noncuranza la tua mano sulla sua spalla, facendola scivolare sul suo corpo… Sono sicuro che lo hai fatto anche durante la performance.”
Prima di poter realizzare che cosa gli avesse veramente detto l’altro, rispose:
“È la coreografia Yuri…”
Era davvero quello il problema? La coreografia?
Yamada si accostò un po’ di più a lui, più sveglio che mai.
“Allora ho ragione…” sussurrò. “Sei davvero geloso di Yuto!” disse, cercando di mantenere il tono della voce più neutro possibile, senza però riuscirci troppo.
Sentì Chinen spostarsi un po’ da lui, andare in avanti.
Yamada si allungò un altro po’, cercando di vederlo in viso.
Ma non ci riuscì.
“Non ci sarebbe niente di male nell’esserlo, sai?” sussurrò poi, tornando a sdraiarsi nella sua parte del letto, dandogli le spalle.
“Il punto non è affatto l’essere gelosi…” lo sentì ribattere.
“E allora qual è, Yuri? Parla chiaramente per cortesia.”
Yamada sentiva di stare perdendo la pazienza.
Odiava quella situazione.
“Il punto è che ci hai davvero preso gusto con quella coreografia, che ci hai preso gusto a fare le moine a Yuto… Gli sguardi, le vostre mani. Era un connubio perfetto, complimenti.”
“Stavo facendo il mio lavoro, Chii… Non è colpa mia se la coreografia è quella.”
“Ma tu potresti cercare di essere meno esplicito quando balli.”
“È il mio lavoro Chii…” disse rassegnato. “Non provo nessun interesse nei confronti di Yuto, se è questo che ti preoccupa.”
“Io non sono affatto preoccupato.”
Yamada si tirò su a sedere, avvolto dalla semi oscurità della camera.
“Perché una volta tanto non puoi ammettere che io ho ragione e che tu stai vedendo delle cose che non esistono?”
“Perché l’ho visto con i miei occhi.”
Allora dovresti andare a farti fare una visita dall’oculista.
Avrebbe voluto dirglielo.
Avrebbe davvero voluto dirglielo, ma si morse la lingua e non ribatté.
Voleva risolvere la situazione, in un modo o nell’altro.
Che Chinen fosse geloso di Yuto era chiaro come il sole, ormai, il punto era che l’altro non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, perché era troppo orgoglioso per poter affermare una simile verità.
Per cui l’unica cosa da fare era una, ed una soltanto.
Yamada alzò un po’ il lenzuolo e si lasciò scivolare in avanti, fino a che non sentì la schiena dell’altro aderire al suo corpo.
“Che vuoi?” sentì subito la voce irritata di Chinen. “Lasciami stare.”
Ma il più grande non lo ascoltò, al contrario, passò una mano su un suo fianco, facendola scivolare in avanti, sul suo stomaco.
Tracciò qualche linea invisibile con le dita, fino a che non lasciò scendere la mano verso il basso, raggiungendo il membro del suo ragazzo.
Con sua sorpresa si accorse che era già eccitato.
Questo fece risvegliare i suoi sensi e prese a baciargli il collo, succhiando delicatamente la sua pelle.
Sapeva di bagnoschiuma, di buono.
Non vedeva l’ora di poter cancellare quell’odore con quello vero di Chinen.
La mano aveva iniziato a fare più pressione sulla sua lunghezza e sentiva il più piccolo cercare di trattenere dei gemiti, iniziare a respirare sempre più veloce.
“Lasciati andare Chii…” soffiò ad un suo orecchio con voce bassa. “Fallo per me.”
Sentì l’altro voltarsi e lasciò per un attimo la presa dal suo membro.
Le mani di Chinen gli presero il viso e un secondo dopo sentì le labbra dell’altro sulle sue.
Cercò la sua lingua, avvicinandosi ancora di più, inspirando con il naso per prendere aria, sentendo il suo buono odore.
Lasciò che una gamba si facesse spazio tra quelle dell’altro e prese a muoverla su e giù, sentendo l’erezione di Chinen farsi sempre più gonfia.
Sentì l’altro aggrapparsi alle sue spalle, gemere di piacere.
“Balla su di me allora…” sussurrò il più piccolo ad un suo orecchio. “Come non hai mai fatto.”
Il tono della voce, la delicatezza che aveva usato per sfiorargli la guancia con la mano, fecero cadere ogni sua barriera.
Cercò la sua bocca, dopo aver preso il suo viso tra le mani e lo baciò con foga.
Erano giorni che non riusciva a stare sveglio nello stesso letto con lui.
Ed aveva voglia. Aveva davvero voglia di farlo suo.
Sentiva le mani dell’altro avvicinarlo di più a sé, e si scansò da lui solo quando l’altro gli tirò su la maglia, per togliergliela.
Yamada lo imitò, lasciandogli il petto nudo. Poi si apprestò a togliergli i pantaloni, portandosi su di lui e sfilandoglieli assieme ai boxer.
Si tolse anche i suoi, restando nudo a sua volta.
Aveva bisogno di contatto con quella pelle.
Tornò a baciarlo ovunque. Sul collo, sul petto, sulla pancia.
Passò la lingua intorno al suo ombelico e poi tornò più su, succhiandogli un capezzolo.
“Ryo…”
Gli piaceva da morire quando lo sentiva così preso dalla situazione, chiamarlo a bassa voce, mentre gemeva.
Fece per spostarsi da sopra di lui per prendere il lubrificante sul comodino all’altro lato del letto, ma le mani di Yuri lo bloccarono.
“Che fai?” gli chiese svelto.
“Devo prendere il-”
“Non importa Ryo, davvero…” lo interruppe l’altro. “Basta che ti muovi.”
Yamada sentì il suo respiro affannato e se ne beò.
Portò due dita all’apertura della sua bocca e Chinen le lambì con le sue labbra, per puoi muovere la lingua su di esse, bagnandole il più possibile.
Pensò che il più piccolo fosse davvero bravo con quella bocca.
Dopo qualche secondo tolse le dita, e tornò a baciarlo mentre inseriva un primo dito dentro di lui.
Sentì il corpo di Chinen arcuarsi un po’ in avanti, ma Yamada continuò a baciarlo e a muovere il dito dentro di lui.
Non passò molto che inserì il secondo, poi il terzo.
Rimase affascinato da come Chinen aveva preso a muoversi contro di lui, cercando sempre di più.
Si stava lamentando e ad un certo punto si mosse verso il più grande, mordendogli una spalla.
“Dannazione Ryo… Voglio di più.”
Yamada sorrise a quelle parole.
Non sapeva se quella richiesta così diretta e quasi priva d’orgoglio fosse data solo dall’impeto del momento e dalla voglia di sentirlo dentro di lui… ma non gli interessava.
Yuri lo voleva, e lui non avrebbe disatteso le sue aspettative.
Fece scivolare fuori le dita da lui e si posizionò meglio tra le sue gambe.
Poteva vedere i contorni del viso del suo ragazzo, grazie alla poca luce che entrava nella stanza da fuori.
Avrebbe voluto vederlo meglio, ma non importava.
Sentì le gambe dell’altro allargarsi e piegarsi di più, per dargli maggiore possibilità di accesso e Yamada si spinse lentamente dentro di lui.
Lo sentì trattenere il respiro, avvolto dal silenzio della stanza.
Aspettò qualche secondo, prima di muoversi di nuovo ed entrargli completamente dentro.
La testa gli girava e sentiva i brividi in tutto il corpo.
Non aveva idea di quanti giorni fossero passati dall’ultima volta che avevano fatto sesso, ma quel corpo stretto e caldo lo fece impazzire completamente.
Sentì le braccia del più piccolo cingere le sue spalle, fare forza affinché si avvicinasse di più a lui.
Lo lasciò fare, prendendo a baciargli il collo, iniziando a spingere con più frequenza e forza.
“Ryos-…ke” lo sentì dire in un gemito strozzato. “Di più…”
Si avvicinò maggiormente al suo corpo, mentre l’altro aveva accavallato le gambe dietro alla sua schiena.
Yamada si spinse con maggior potenza nell’entrata del più piccolo una, due, tre volte, fino a che non comprese che quella posizione non faceva provare né a lui, né all’altro il piacere che avrebbe voluto.
Si fermò qualche secondo, prendendo i fianchi di Chinen tra le mani e mettendosi in ginocchio sul materasso, divaricando di poco le gambe, quel giusto che gli serviva per mantenere il giusto equilibro.
Riprese a muoversi dentro di lui, questa volta spingendosi velocemente dentro quel corpo bollente.
Lo sentì gemere di piacere, quando cercò di toccare un punto dove non era arrivato fino a quel momento, e prendendosi tempo ripeté quella mossa.
“Sì… Ryo…”
Adorava sentire Yuri gemere il suo nome.
Si abbassò su di lui, prendendo a succhiargli un capezzolo, mentre il suo bacino continuava a spingere, ed il suo membro non trovava un attimo di pace nel corpo dell’altro. Lo sentiva pulsare, violento.
Deciso a far provare a Chinen più piacere possibile, lasciò una delle mani che erano strette ai fianchi e la portò sul membro del più piccolo.
Iniziò a muoverla con lo stesso ritmo delle spinte e sentì i gemiti dell’altro aumentare a dismisura.
Sentiva quella lunghezza pulsare tra le sue dita.
I respiri di Chinen si erano fatti sempre più corti e Yamada comprese che di lì a poco sarebbe venuto.
Lasciò la presa e avvicinò le labbra ad un suo orecchio.
“Non venire Chii, non ancora… Cerca di resistere.”
Si mosse velocemente dentro di lui, ormai al limite della sopportazione e gli venne dentro, con un gemito strozzato.
Aveva il fiato corto, ed il battito del cuore era troppo veloce perché si sentisse davvero bene.
Ma era in paradiso.
In quel momento sentì Chinen lamentarsi di frustrazione.
Uscì dal suo corpo, cercando di essere il più delicato possibile e si chinò su di lui.
Prese a baciarlo ovunque, passando la lingua sul suo corpo, per poi soffiarci sopra, facendolo sospirare.
Sentì il corpo di Chinen bagnato di sudore.
Yamada sorrise. Finalmente i suoi sensi erano inebriati dall’essenza dell’altro.
Inspirò quell’odore, scendendo sempre più giù, fino a che non arrivò alla meta desiderata.
Prima che l’altro potesse emettere una singola sillaba, il più grande prese la sua erezione in bocca, coprendola tutta e succhiando avidamente. Fece giocare per qualche secondo la lingua con la sua punta, per poi avvolgerla di nuovo tutta. Chinen mosse il bacino in avanti, spingendosi ancora più in profondità e Yamada cercò di fargli provare più piacere possibile, succhiando di nuovo, sempre di più.
Sentiva il membro dell’altro pulsare nella sua gola.
E dopo una spinta più forte delle altre, qualche attimo dopo Chinen esalò il suo nome, venendo nella sua bocca.
Yamada rimase fermo, cercando di non sentirsi soffocato, ma poi riprese a succhiare e lasciò che Chinen si svuotasse completamente dentro di lui.
Leccò nuovamente tutta la sua lunghezza, stando attendo a non lasciar andare nemmeno una goccia, ingordo.
Il respiro di Yuri era affannato quanto il suo, ma non era ancora completamente finita.
Yamada si portò vicino al suo ragazzo e lo baciò un’ultima volta, privandolo e privandosi della poca aria rimasta nei loro polmoni. Ma voleva che sentisse quanto era buono il suo sapore.
Chinen lo baciò con la sua stessa foga, avvicinandosi di nuovo a lui.
Odoravano di sudore e di sesso.
Odoravano di loro.
Yamada era felice. Sentiva il suo cuore battere ancora velocemente, ma non gli importava.
Stava bene.
Stava dannatamente bene.
Tutta quella tensione che aveva provato fino a qualche tempo prima era sparita, ed aveva lasciato spazio a quella splendida sensazione di completezza.
Amava Chinen.
Amava Chinen con tutto se stesso.
Ed ogni giorno ringraziava la buona sorte che gli aveva dato la possibilità di avere una chance con lui, perché non aveva mai sperato in tanto. Perché non aveva mai pensato che sarebbe potuto davvero diventare il suo ragazzo, che avrebbe potuto farlo suo e che avrebbe potuto amarlo così liberamente.
Invece era successo, e la sera Chinen tornava sempre nella loro casa, non nella casa di qualcun altro.
Lo amava e non lo avrebbe mai lasciato andare.
Si strusciò un po’ a lui, abbracciandolo ancora di più.
“Che ne dici di fare una doccia?” lo sentì chiedere poi, dopo qualche minuto di silenzio.
“Mi lascerai lavare la tua schiena?”
“Mmmh” lo sentì annuire.
Sporse il viso verso di lui, baciandogli piano il collo.
Trovò una vena e prese a giocarci con i denti e con la lingua.
Amava ogni singola porzione di quel corpo.
“Ryo…” lo sentì sospirare. “Questo non è il modo migliore per farmi alzare dal letto…”
“E chi ha detto che la doccia la voglio fare subito…” ribatté lascivo.
“Sei tu che domani hai un drama da girare.”
“Non me ne frega niente del drama, Chii. Mi sei mancato e stanotte la voglio passare con te. Posso dormire fino all’ora di pranzo domani, se voglio. Non devo vedermi con nessuno” concluse.
“Con nessuno” ribatté una seconda volta, prendendo a toccarlo nuovamente, lasciando scivolare una mano su un suo fianco.
Lo sentì fremere a quel contatto, ma non sentì nessuna parola uscire dalla sua bocca.
“Visto che probabilmente non ti è chiaro, te lo dirò con altre parole…”
Cinse le sue braccia attorno alle spalle del più piccolo e lo portò sopra di sé, facendo aderire i loro corpi nudi.
Sentì il suo cuore battere sul proprio petto e quella sensazione lo fece rimanere estasiato.
“Ti amo Chii, e non potrei mai sostituirti con nessun altro” buttò fuori l’aria che aveva in corpo e poi baciò lievemente le sue labbra. “Non me ne frega niente di Yuto, come non me ne frega niente di nessun altro. Voglio solo te e vorrò sempre e solo te” concluse, sfiorandogli il naso con il proprio.
“Spero che adesso tu comprenda quello che provo” aggiunse, per essere totalmente sicuro il concetto.
Sentì Chinen accasciarsi sopra il suo corpo, annuire con la testa.
“Grazie Ryo…”
Lo sentì muoversi un po’ su di sé, per poi mettersi a cavalcioni e piegarsi in avanti, sentendo quelle labbra posarsi su ogni porzione del suo corpo.
Amava la bocca di Chinen, perché sapeva fare delle cose bellissime.
Lo sentì scendere sempre di più, fermarsi poco sotto l’ombelico, divertendosi a succhiare e soffiare su quella parte sensibile.
Sentì il sangue bollirgli nelle vene, la voglia di fare sesso tornare a chiedere attenzione.
Si stava eccitando nuovamente e comprese che quella notte non sarebbe mai finita, quando le labbra di Chinen si posarono sulla sua erezione quasi sveglia.
Non ci avrebbe molto ad eccitarsi completamente, perché il suo ragazzo era il suo afrodisiaco personale.
Poteva avere i suoi difetti, ma in fondo sapeva di averne anche lui.
Avrebbe guardato i pregi, come in quel momento, mentre la lingua di Yuri lo stava facendo gemere il suo nome.
Portò una mano tra i suoi capelli, chiedendogli di più e Chinen lo accontentò, allargando maggiormente l’apertura della sua bocca e accogliendolo tutto in gola.
A Yamada si mozzò il fiato, ma cercò di respirare alla bell’è meglio.
Aveva bisogno di restare in vita.
Voleva sentire di nuovo il corpo di Chinen accoglierlo bollente.
Voleva sentirlo di nuovo gemere il suo nome.
Voleva fargli provare piacere.
Tutto sommato, la serata non era andata affatto male.
La parte davvero bella, era avere la certezza che sarebbe stata ancora meglio, fino a che non avrebbero perso completamente le forze, addormentandosi abbracciati e sfiniti come non capitava da tempo.

gnr: slash, hey!say!jump!: chinen yuri, hey!say!jump!: yamada ryosuke, group: hey!say!jump!, gnr: sentimentale, r: nc17

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