The Bet - La Scommessa (Giorno 7)

Oct 02, 2009 14:38


Ecco a voi l'ultimo Giorno di The Bet!
Un grande GRAZIE ^///^ a neera_pendragon  per il carinissimo banner! LO AMO!!!




GIORNO 7

Quella mattina il cielo era grigio e nuvoloso, con un vento leggero che faceva frusciare le foglie e l'umidità che permeava l'aria, si preannunciava una giornata di pioggia. Yuui si trovò a pensare che fosse l’ideale per ciò che lo aspettava. Non avendo lezione, sia lui che Fay avevano bighellonato per casa tutta la mattina, mentre Elizabeth era uscita, presumibilmente per vedere il suo innamorato. Dopo pranzo si erano preparati per andare a prendere i rispettivi genitori all’aeroporto. Sulla porta di casa, Fay aveva stretto le mani del fratello.
«Dai, non fare quella faccia. Sono sicuro che si sistemerà tutto. Abbi fiducia in te stesso e nei tuoi sentimenti. »
Yuui gli restituì uno sguardo preoccupato.
«Ci proverò. Sai, Fay, » disse approfittando di un momento in cui Elizabeth era distratta. «non avrei mai pensato di dirlo, ma vorrei vederlo. »
Fay gli sorrise incoraggiante.
«Se è destino, succederà. »
In quel momento sopraggiunse Elizabeth e lei e Yuui uscirono insieme. Il giovane lanciò un breve sguardo alla porta che si chiudeva alle sue spalle e invidiò il fratello, che molto probabilmente non avrebbe fatto niente tutto il giorno.
Mentre camminavano fianco a fianco, Elizabeth cominciò a spiegargli come aveva intenzione di esporre la situazione ai genitori. Yuui la ascoltava con un orecchio sì e uno no: in qualunque modo mettesse la cosa, lui non era scusabile quindi era inutile girarci attorno. Ad attirare la sua attenzione fu un cambiamento nel tono di voce della ragazza.
«Non devi darti per vinto, Yuui. Anche se sembra che il tuo sia un amore senza speranze, che va contro tutte le regole, se ci credi davvero e non ti arrendi, si realizzerà. » disse Elizabeth. «Io sono in una situazione altrettanto complicata. Pensa, mi sono innamorata di un archeologo conosciuto ad una conferenza a Londra e solo dopo ho scoperto che era vedovo e con due figli, adottivi per giunta. All’inizio è stato uno shock, ma io amo Fujitaka e so che, in fondo, anche lui mi vuole bene quindi non mi arrendo. »
Yuui si sentì drizzare i capelli nell’udire quel nome. Fujitaka, vedovo, con due figli adottivi. Qualcosa gli diceva che avrebbe avuto a che fare con Elizabeth ancora per molto tempo. Se questo non era Hitsuzen…
«Farò quello che posso. » iniziò a rispondere, ma la voce gli morì in gola.
Il suo sguardo cadde sugli occupanti di un taxi che stava partendo, dall’altra parte della strada.
Un ragazzo dai folti capelli scuri aveva aperto la portiera ad una giovane dai lunghi riccioli corvini, la quale stava salendo, sollevando la gonna elegante che indossava. L’altro la seguì poco dopo, sparendo così dalla visuale di Yuui. Il suo cuore mancò un battito quando riconobbe Shaoron in compagnia di Tomoyo Daidoji. Istintivamente, mosse un paio di passi in quella direzione.
«Yuui? » fece Elizabeth stupita quando lo vide allontanarsi, poi seguendo il suo sguardo, notò la coppia e capì al volo la situazione.
«È lui! Yuui, devi seguirlo! » esclamò.
«Ma… i nostri genitori…» obiettò il giovane.
«Il tempo dei tentennamenti è finito! Lascia perdere quello, ci penso io!»
Così dicendo, si lanciò praticamente in mezzo alla strada, sventolando un braccio per fermare un taxi di passaggio. Aprì la portiera e spinse Yuui all’interno.
«Se non gli parli, finirai per pentirtene. Certe occasioni non si ripresentano. » disse, poi si rivolse all’autista. «Segua quella macchina!»
In quel momento Yuui si sentì molto parte di un film americano, però Elizabeth aveva ragione: quello era il settimo ed ultimo giorno, un’occasione che non si sarebbe più ripresentata. In realtà non era mai stato così ansioso di ammettere che aveva perso una scommessa.
Mentre il taxi partiva, sentì le esclamazioni di incoraggiamento di Elizabeth.
«Vai, Yuui! Fatti valere! »
Dopotutto, pensò, era una brava ragazza, forse gli sarebbe mancata, la sua finta fidanzata.
Accantonata Elizabeth, si concentrò sulla sua preoccupazione principale: dove stava andando Shaoron con Tomoyo Daidoji? Che fosse lei la persona con cui aveva deciso di partire? Eppure Shaoran aveva accennato al padre. Che cosa c’entrava quella ragazza?
Fece un profondo respiro e s’impose la calma, mentre il taxi rallentava e finiva imbottigliato in una coda di traffico. Nel cielo scuro brontolò un tuono e la leggera pioggerellina iniziata pochi minuti prima si fece acquazzone. Guardandosi attorno scoprì che stavano attraversando il Rainbow Bridge. Di solito non c’era traffico sul grande ponte, quindi perché erano fermi? La sua solita sfortuna. Sbirciò dal finestrino e vide che l’altra macchina era solo poco più avanti, ferma a sua volta. Dopo alcuni istanti di tormentata indecisione, finalmente si risolse e spalancò la portiera, incurante della pioggia.
«Signore? » lo richiamò l’autista.
«Scendo qui! » esclamò Yuui frugandosi in tasca e lasciando alcune banconote sul sedile. «Tenga il resto e grazie! »
Non poteva più aspettare, doveva parlare con Shaoron subito. Doveva dirgli quanto era diventato importante per lui, quanto amava il tocco delle sue mani, il suono della sua voce, quanto desiderava i suoi baci e l’imprevedibilità che sconvolgeva la sua esistenza ordinata. Non poteva permettergli di andarsene, di sparire così.
Corse avanti fino a raggiungere l’altra vettura e bussò al finestrino.
«Li-kun, Li-kun… Shaoron! » esclamò mettendo da parte una volta per tutte le formalità.
Si concentrò sugli occhi scuri pieni di stupore che si voltarono verso di lui. Se fosse riuscito a non pensare a quello che stava facendo, forse non sarebbe arrossito in modo orribilmente sconveniente e non si sarebbe accorto delle decine di occhi puntati su di loro. Vide Shaoron sporgersi oltre la spalla di Tomoyo e dopo un attimo, scendere dalla macchina per raggiungerlo. Senza ombrello, anche la sua maglia e i suoi capelli finirono fradici in un attimo come la camicia bianca che Yuui aveva indossato quella mattina. Particolari che però, in quel momento, non avevano importanza.
«Yuui! » esclamò il ragazzo preoccupato, correndogli incontro. «Cosa ci fai qui? »
«Cosa ci faccio qui?! » esplose il giovane. «Sono venuto a rimproverare un allievo indisciplinato e sleale che non sa tenere fede a un patto! Sei ingiusto! Te ne stai andando senza nemmeno ascoltare la mia risposta! Hai insistito tanto e adesso getti la spugna ancora prima di sapere il risultato? Perché l’hai vinta, quella maledetta scommessa! L’hai vinta! »
«Mi disp… eeehh? »
Shaoron spalancò gli occhi, preso alla sprovvista, forse, per la prima volta.
Yuui chinò il capo lasciando che la frangia bionda e gocciolante celasse i suoi occhi e, in parte, le guance arrossate.
«L’hai vinta… quindi non andare via. »
La risata di Shaoron, dopo quelle parole appena sussurrate, giunse del tutto inaspettata. Yuui avrebbe previsto qualunque reazione, ma non che il ragazzo ridesse di lui.
«Non posso crederci! Stai ancora pensando a quella scommessa! »
Quando Yuui alzò gli occhi con espressione ferita, Shaoron gli prese il volto tra le mani.
«Quante volte devo dirtelo? Sei la persona che amo, non ho bisogno di un gioco per dimostrarlo. »
Yuui iniziò a sentirsi stupido e inevitabilmente fuori luogo. La pioggia scorreva su di loro facendo aderire i vestiti alla pelle e rendendo più scuri i capelli. Lui era corso fin lì con la folle intenzione di dichiarare il proprio amore in extremis ed ora non poteva fare a meno di chiedersi se non fosse tutta una grossa sciocchezza.
«Ma… Avevi detto che dopo una settimana saresti sparito. » obiettò con la voce che tremava leggermente. «Tuo fratello ieri diceva che avevi accettato di andare da qualche parte con tuo padre e adesso sei qui con lei…»
Più parlava, più si sentiva idiota. Forse avrebbe fatto un favore a sé stesso stando zitto.
La risata di Shaoron, però, si era trasformata in un sorriso inaspettatamente dolce. Yuui forse era l’unico al mondo a poter dire di averlo visto sorridere così.
«Ti sei preoccupato di queste cose? Sei davvero tenero. »
«Non voglio essere tenero! Voglio delle spiegazioni! » sbottò il giovane.
«Va bene, non arrabbiarti. » disse Shaoron prendendogli una mano tra le sue. «Non vado da nessuna parte, mio padre mi ha solo chiesto di aiutarlo ad organizzare la sua prossima conferenza. In questo periodo non c’è con la testa, credo stia vedendo una donna. Per questo motivo ieri ero assente. Daidoji mi sta accompagnando perché il teatro in cui si terrà la conferenza appartiene alla compagnia di sua madre. »
Quindi le sue preoccupazioni erano completamente campate in aria, concluse Yuui. Il suo timore si era concretizzato: precipitarsi fin lì era stata una grossa sciocchezza.
Distogliendo lo sguardo e allontanandosi di qualche passo, sfilò la mano da quelle di Shaoron.
«Credo che tornerò a casa…» mormorò.
Si voltò e si allontanò scoraggiato. Forse seppellirsi sotto il Rainbow Bridge poteva essere una soluzione, dopo una figura del genere. Altro che ragazzina! Era stato spaventoso.
Aveva mosso solo pochi passi quando si sentì afferrare. Voltandosi di scatto, si trovò Shaoron praticamente addosso, le labbra premute sulle sue. Un profumo intenso lo avvolse.Il profumo del ragazzo. Un profumo che, ora lo sapeva, aveva sempre portato in lui una confusione tale da farlo impazzire. Una confusione che, in quel momento, accettò con tanto trasporto da stupire persino sè stesso.
Dopo un attimo di shock che lo aveva fatto irrigidire, si sciolse a contatto con quel calore.
«Ehi. » mormorò il ragazzo, sospirando appena quando si staccarono. «Dopo quello che mi hai detto, pensi che ti lascerei andare? »
«Non voglio andare da nessuna parte. » rispose Yuui con sguardo perso, completamente dimentico dell’imbarazzo di poco prima.
«Allora resta qui. »
Il suono improvviso di un clacson li fece sobbalzare entrambi, facendoli tornare bruscamente alla realtà. Il traffico si stava muovendo e loro erano nel bel mezzo della corsia centrale del Rainbow Bridge. La macchina con Tomoyo a bordo era già un bel pezzo più avanti. Shaoron lo prese per mano e lo guidò fino al minuscolo marciapiede a lato della strada.
«Forse non è il caso di rimanere esattamente qui. » disse. «Se resti sotto la pioggia, finirai per prendere un raffreddore. »
I suoi occhi scuri percorsero l’intero corpo di Yuui: i capelli biondi leggermente spettinati che si incollavano al collo e ai lati del viso, la camicia bianca che, bagnata, era diventata semitrasparente, i jeans stretti che disegnavano perfettamente le sue forme sottili.
«Anche se… in questo momento sei decisamente invitante! » commentò, un sarcasmo misto a desiderio nella voce.
Yuui arrossì a quel complimento inaspettato, considerando che si sentiva un disastro. A parte quello, tutti i sottintesi più o meno velati di quelle parole lo mettevano in terribile imbarazzo e allo stesso tempo il suo cuore accelerava i battiti.
Shaoron sorrise a quella vista.
«Non ho bisogno di scommesse. Il dono più bello è vederti arrossire, perché le emozioni sono inarrestabili. »
Gli circondò la vita con le braccia e avvicinò il proprio viso al suo.
«Aspetta… ci guardano tutti. » protestò Yuui debolmente.
«E tu lasciali guardare, saranno invidiosi. » soffiò Shaoron direttamente sulle sue labbra.
Yuui sollevò lentamente le braccia cingendogli il collo per attirarlo a sé, accettando quel bacio prima timidamente, poi via via con maggiore trasporto. Affondò una mano nei capelli scuri del ragazzo, mentre con l’altra gli accarezzava la schiena. Una scossa elettrica lo attraversò, quando la sua pelle venne a contatto con le dita fredde di Shaoron sotto la sua camicia leggera.
«Ehi, quella mano…» ansimò, sciogliendo il bacio e aggrappandosi ad uno sprazzo di lucidità. «Siamo in un luogo pubblico. »
«Se mi arrestano per atti osceni con te, mi sta bene. » rispose Shaoron facendolo ridacchiare.
Quel ragazzo era l’unico che riusciva a fargli perdere il controllo in quel modo e Yuui era arrivato al punto di essere felice che fosse così. Non avrebbe scambiato quel momento con niente al mondo. La strada, il ponte, la pioggia scrosciante e quei sentimenti così forti. Era un momento unico ed inestimabile.
«Vorrei che questa pioggia non smettesse mai. » mormorò, consapevole che quelle parole non erano minimamente sufficienti a descrivere il turbinio di emozioni che provava.
«Sarebbe un problema. Ci toccherebbe andare a scuola in barca. » rispose Shaoron, ma il suo sorriso era dolce, segno che aveva capito il significato di quella frase.
Questa volta fu Yuui a prenderlo per mano, per la prima volta senza esitazione, incamminandosi verso l’uscita del ponte.
«Adesso che hai il mio consenso, dovrai impegnarti ancora di più per corteggiarmi. » disse con un sorrisino.
Shaoron gli rispose con il consueto ghigno ironico.
«Corteggiarti? Come se ce ne fosse bisogno! »

Feeling like you’ve got no place to run
I can be your shelter ’til it’s done
We can make this last forever
So please don’t stop the rain
(Please don’t stop the rain - James Morrison)

FINE (per ora...)

A presto con l'episodio extra!

fic_the bet, shaoyuui, fanfiction

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