Oggi, invece di ricevere la buona notizia che aspettavo, ne ho ricevuto un’altra, che purtroppo temevo. Naturalmente il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge, eppure, per qualche minuto, tutto ciò che riuscivo ad elaborare è stato un puerile “perché sempre a me?”, mentre tastavo freneticamente il cellulare per il bisogno di chiamare qualcuno, pur essendo cosciente che non avrei potuto emettere neanche un suono. E anche adesso che il cervello ha riacquistato il suo lucido andamento elaborativo, intimamente so che non ne voglio parlare: troppa rabbia ed amarezza sto covando, qualche goccia potrebbe tracimare. Meglio relegare paure e timori in un angolo poco sfruttato della mente. Meglio andare avanti, fare ciò che si può e si deve e, magari, buttare un occhio, ai prati ed ai tigli in fiore che sono più profumati che mai.