Prima le cose importanti: studenti universitari e non, qui c’è una cosa che può interessarvi, dateci un occhio è importante:
http://irillo.livejournal.com/6933.html Adesso alle cose meno serie ma sempre serie.
Finalmente ho finito il lavoro per il concorso di
harriet_yuuko, si lo so ci ho messo una vita, se però posso giustificarmi ho avuto problemi a scrivere questa storia, non è il genere che scrivo, non parla di gente di cui scrivo spesso (intendo come costruzione) e soprattutto di solito le mie storie non finiscono così.
E’ inquietante, è horror e non ci sono battute (almeno niente di divertente come quella del vecchio concorso) quindi siete avvisati, ovviamente è la prima cosa di questo genere che scrivo, ma nel momento che ho visto quel tema e quella frase questa storia è nata da sola.
Dreamwake
Quando la realtà diventa un sogno e il sogno diventa realtà
Mi trovo ad osservare il cielo nero della mia città, è notte, una notte fredda, solitaria e silenziosa.
Una persona si avvicina, una ragazza coni capelli bianchi e uno strano vestito che pare un kimono.
La osservo stupito, lei dice qualcosa, ma non riesco a sentire, vedo solo quel suo strano sorriso e quegli occhi rossi che mi guardano e sembrano scrutare la mia anima.
Un lieve soffio di vento mi porta le sue parole, un discorso lungo e confuso riassunto in poche parole “Benvenuto, custode”; ed ho paura, una paura vera e irrazionale, una paura antica e istintiva che prova chi si trova di fronte a non solo a un pericolo, ma a qualcosa che non può capire ne concepire, una paura alimentata dal suo sguardo folle e da quel sorriso maniacale. Scappo, non so dove, non so perché, so solo che devo fuggire, ma per quanto fugga non riesco a seminarla, nonostante io corra e lei cammini. E’ come un’ombra che mi segue.
Dopo un tempo infinito la mia corsa termina in un vicolo ceco, come ho fatto a finirci? Mi volto, ma lei è sempre li e si avvicina tranquilla, le sue mani toccano la mia guancia, sono stranamente fredde, lei avvicina la sua faccia alla mia. Vorrei gridare, ma la paura mi paralizza ”Questo è solo un incubo” le parole mi escono da sole con voce tremante “Ancora per poco” risponde lei.
Poi un suono fastidioso, un bip bip incessante proveniente dalle nostre spalle, lei si volta infastidita, guardo oltre il suo corpo e cerco di vedere cosa causa questo suono, una sveglia? Una sveglia in mezzo alla strada? Deve essere un sogno. Poi tutto si dissolve.
Mi sveglio al fastidioso suono della mia radiosveglia, che razza di incubo. Spengo l’infernale congegno mentre la mia mente cerca di rimettere insieme i pezzi del sogno della notte prima, sono sicuro che non sia il primo sogno che faccio di quel genere, forse sono solo stanco, una colazione veloce e poi mi vesto per andare in ufficio.
Appena fuori vedo una ragazza appoggiata ad una colonna che fa foto verso il condominio dove abito usando un cellulare, ha i capelli neri e un vestito militare senza maniche, strana gente in giro. Lei mi vede, ha una sguardo serio e sembra quasi che mi odi, faccio spallucce e riprendo la mia corsa, non posso certo arrivare in ritardo per una squilibrata che fa le foto.
Il resto della giornata continua nella norma, tutto come al solito, lavoro da ufficio a controllare i conti, due battute con i colleghi, pranzo in mensa nell’ora di pausa e cena a casa dopo essere passato dal minimarket, già tutto incredibilmente normale, i giorni si assomigliano talmente tutti che a volte faccio fatica a distinguerli. Arrivo a casa che è già buio, niente ragazza pazza a fare foto, meglio, non dovrò preoccuparmene. Cena tranquilla mentre guardo le tv, un paio di ore a qualche videogioco poi a letto a leggere una capitolo di un libro e infine a dormire, esattamente come sempre.
“Perché non la smetti di scappare? Tanto non puoi liberarti di me”.
Sono in una spiaggia, lei accanto a me, in costume, quando la sua mano sfiora la mia mi alzo di scatto urlando, lei si volta verso di me e sorride, lo stesso sorriso che fa un predatore di fronte alla preda.
“Non devi avere paura” mi dice.
Sono sensibilmente spaventato, ma lei si avvicina, non posso fuggire ipnotizzato dalla luce dei suoi, occhi, mette le sue braccia attorno al mio collo, mentre le sue labbra s avvicinano.
“non c’è niente da aver paura” sembra più convincente di prima, potrei anche crederle dopotutto, forse lei…
Il dolore mi sveglia, qualcosa o qualcuno mi ha appena colpito allo stomaco. La prima cosa che vedo è un piede e una gamba esile, alzo lo sguardo incrociandolo con un revolver a 6 colpi, dietro di lui una ragazza, la stessa che stava facendo le foto oggi, la mia faccia confusa e spaventata deve divertirla perché sorride in modo inquietante. Comincio a credere di stare ancora sognando, ma lei preme il tacco contro il mio petto e il dolore mi conferma che sono tornato nel mondo reale.
“Chi sei?” riesco a mormorare mentre cerco di riprendere fiato.
“Una che ti ha appena salvato il culo, ascoltami bene brutto bastardo, non cedere, mai!”
“Ma cosa?” lei ignora la mia domanda e si sposta in salotto, si mette a sedere sul divano mentre afferra una birra lasciata sul tavolo, deve avermi saccheggiato il frigo.
“Come hai fatto ad entrare? Chi sei? Se non rispondi io…” inizio.
“Tu cosa mezza-sega” risponde lei puntandomi la pistola contro “Ascoltami bene, perché non lo ripeterò due volte, prima domanda, fai sogni strani?”
“Sogni strani?”
Un colpo mi esplode vicino mentre lei beve una lunga sorsata dalla lattina.
“Rispondi”
“Be si, un po’”
“E poco fa stavi per cedere, vero?”
Sto per rispondere ma la canna della pistola mi fa riflettere bene, il prossimo colpo potrebbe non colpire il muro.
“Si”
“Brutto stronzo! Hai la più pallida idea di quello che stavi per fare?”
Si avvicina a me con l’arma spianata, non riesco a muovermi dalla paura mentre lei mi punta la pistola sotto il naso.
“Rispondi!”
“No, non lo so” sono convinto che mi ammazzi ma lei ritrae l’arma e mi guarda seria.
“Non ci provare più, guai se cedi”.
“Ma era solo un sogno, come può un sogno essere pericoloso!”
“Lo era eccome, loro esistono nei sogni, normalmente noi li percepiamo come incubi”.
“Loro? Allora sono…” non faccio in tempo a finire la frase che ho la pistola di nuovo puntata addosso.
“Chi ti ha dato il permesso di interrompermi brutto pezzo di merda!”
Ci guardiamo per alcuni attimi, poi lei ride, ride in modo folle come potrebbe fare un serial killer di fronte alla vittima, o almeno credo.
“Torniamo a noi, dicevo che di solito noi li percepiamo come incubi, si insinuano nelle nostre menti mentre dormiamo e cercano di controllarci, ma possono solo causarci degli incubi, distorcere il nostro mondo durante il sono, a volte capita che qualcuno dalla mente debole rimanga turbato da queste invasioni, sono quelli che sentono le voci, ma non ci sono problemi, finché non arriva un custode”.
“Un custode? Aspetta un attimo quella ragazza mi ha chiamato così?”
“Cosa ti avevo detto sull’interrompere, in ogni caso, si tu sei un custode, sai cosa significa?”
“No”
“Che tramite possono interagire con la nostra realtà, se dovessi unirti con uno di loro potrebbero agire nel mondo reale e iniziare un piano di invasione”.
“Capisco”.
“Lo spero, hai la più pallida idea del casino che stavi per combinare, per fortuna che ti ho svegliato in tempo!”
“Ok, ok, niente più carezze, ma mi spieghi cosa dovrei fare, smettere di dormire?”
“Non dire stronzate, crolleresti prima o poi e quando uno crolla è più vulnerabile, devi semplicemente scappare finche non passa la notte, oppure usare questa” disse passandomi un altro revolver che aveva in un’altra fondina “Mettila sotto il cuscino e tela troverai in mano quando sogni”.
“E di preciso cosa dovrei farci?”
Sorrise in maniera inquietante “Usa la tua immaginazione”
Avevo ancora molte domande da farle, ma lei non sembrava intenzionata a rispondermi, mi puntò l’arma addosso e poi usci dalla casa ridendo, qualsiasi cosa ci fosse nei miei sogni avrei dovuta affrontarla da solo.
Non riuscì a dormire molto quella notte e di conseguenza non ebbi nessuna visita, il giorno dopo passò come gli altri, poteva essere l’ultimo giorno che passavo con i miei colleghi eppure non feci niente di particolare con loro arrivando a casa senza particolari memorie.
Misi la pistola carica sotto il cuscino, sei colpi e nessuna idea di come usarli. Mi addormentai con questi pensieri e con un po’ di paura, ma anche curiosità per cosa sarebbe successo.
Una stanza chiusa con dei tavolini, un bar forse, molto originale per essere il nostro ultimo incontro.
Lei è vestita in maniera tranquilla e sta bevendo una bibita al banco, non saprei cosa.
“Ciao” mi saluta “poi ieri non sei tornato”
“Non avevo molto sonno”
“Capisco” mi si avvicina, le sue mani toccano le mie, ricaccio dentro la paura, prima che questa follia vada avanti ci sono cose che voglio sapere.
“Pronto a riprendere dove avevamo interrotto ieri?”
“No” con un gesto improvviso mi libera dalla sua presa “So chi sei, so tutto, sei una specie di alieno proveniente da un altro mondo, avanti mostrai con la tua vera forma!”
Lei resta sorpresa, “Questa è la mia vera forma” dice con un sorriso dolcissimo, è molto carina quando non sorride in quel modo inquietante.
“Cosa?”
“Pensavi fossi una specie di mostro tentacolare fatti d’ombra, siamo esattamente come voi, per essere uno che sa tutto sei parecchio disinformato”
La osservo mentre mi prede in giro, non sono sicuro di dove voglia andare a parare.
“Mi pari più tranquilla del solito”.
Non faccio a tempo a finire la frase che le luci si spengono, lei torna a sorridere in quel modo inquietante e il tutto sembra piombare nel buio, curioso, continua a vederla benissimo e la cosa non mi tranquillizza.
“Tu sai che ore sono?” mi chiede.
“Dove?”
“Nel mondo reale.”
La guardo, non so perché ma le sue domande riescono a mettermi a disagio.
“Immagino di no, la verità è che mentre dormiamo non sappiamo quanto il tempo del sogno sia in relazione con quello reale, senza contare il non sapere a che ora si inizia a sognare e poi…”
“Arriva al punto!” lo dico per farla smettere, un modo come un altro per farmi coraggio.
Lei sorride di nuovo, mi guarda con fare carino, sembra guardi un peluche, non sono sicuro di poter reggere questo confronto.
“Il punto è che qualsiasi cosa tu faccia e solo questione di tempo, tu sei già mio, tu sei un custode e io sono già nel tuo sogno e questa cosa non si può modificare.”
“Perché proprio io?”
“In che senso?”
“Perché hai fatto di me un custode?”
“Guarda che ti sbagli, io non ho fatto di te un custode, è stato tutto merito tuo.”
“Cos..” non finisco la frase mi è addosso e mi sbatte contro la parete, la sua fronte si appoggia alla mia, mentre le sue mani mi bloccano le spalle, non so quando si sia mossa, ma sono in un sogno, non credo di dover essere razionale, la cosa che più mi preoccupa e che comincio a trovare la cosa piacevole, e la cosa mi fa salire un brivido lungo la schiena.
“Sei statu te a chiamarmi. Le persone come te che vivono ogni giorno sempre uguale, lavorano, giocano, dormono, vivete ogni giorno per abitudine, per voi solo la notte, solo durante il sogno provate emozioni diverse, è normale che alla fine vi avviciniate più ai sogni che alla realtà.”
“Che stai dicendo?”
Mi lascia, due passi indietro e fa una giravolta, sembra davvero un essere etereo, un incubo etereo, ma anche incredibilmente reale.
“Quando una persona non riesce a ricordare il giorno, quando per lui diventa fumoso come un sogno, allora ci si trova in un luogo tra sogno e veglia, dove la realtà diventa un sogno e il sogno diventa realtà, dove smette di essere razionale e inizia a vedere cosa si cela dietro la maschera della realtà, un luogo da cui non si può tornare, una perdita di una seconda innocenza, quella razione. Un luogo dove ci siamo incontrati.”
“Tu scherzi!”
“Mai stata più seria, non capisci sei più simile a me che alle persone comuni, avanti da qui non si torna indietro.”
La guardo mentre mi osserva con i suoi occhi scintillanti e mentre le mie mani toccano qualcosa di metallo, il revolver! Lo alzo di fronte a me prendendo la mira, le mani mi tremano non ho mai usato un’arma in vita mia.
“E con quella che vuoi fare?”
Afferro l’arma con entrambe le mani ed esplodo due colpi, uno la colpisce al fianco, il secondo al ventre, il suo sangue inizia ad uscire dalle ferite, ma lei non ne sembra turbata.
“Tutto qui?”
Si avvicina, altri due colpi, entrambi al petto. Niente riesco solo a rendere ancora più terribile quella visione mentre le mi prende le mani un’altra volta, mette la pistola a contatto con la sua fronte “E’ qui che si spara per uccidere” poi mi fa premere il grilletto, il mio cuore si ferma per il rumore mentre la sua testa viene spinta indietro dal contraccolpo per poi tornare a guardarmi, il sangue le cola dal buco sulla fronte ed ho davvero paura, fatemi svegliare, voglio svegliarmi da questo incubo!
“Tutto inutile” mi sussurra all’orecchio, grido, la spingo indietro e mi lancio verso la porta, tento di aprirla senza risultati, poi mi volta verso di lei mentre mi appiattisco all’ingresso completamente nel panico.
Lei aspetta, mi guarda mentre le ferite si rimarginano, sa che non posso fuggire, quanto manca al suono della sveglia? Poi guardo la pistola, un solo colpo rimasto. Come diavolo posso fare a uscire di qui, poi tutto mi appare chiaro, il mio cuore si calma di colpo quando mi rendo conto della semplice risposta. Rido, rido come un pazzo per essere stato tanto stupido, non c’è mai stata uscita, non si può tornare indietro, si può solo andare avanti o fermarsi. Mi punto la pistola alla tempia.
Lei mi guarda prima sorpresa, poi preoccupata e infine arrabbiata, finalmente l’ho fatto, ho infranto quella sua maschera di sicurezza, la sua espressione disperata non ha prezzo.
“Non ha senso, perché farlo? Perché sacrificarti per loro?” Un ultimo disperato tentativo di convincermi
Non mi va di darle risposte, solo di crogiolarmi nel suo stupore e nella sua rabbia.
“Spiacente, l’agenzia di viaggio è chiusa.” Sorrido, un sorriso folle come lo era il suo, questa si che è soddisfazione, lei si lancia verso di me, io mi limito a premere il grilletto.
L’ultima cosa che provo è il rumore della pistola che mi sfonda un timpano mentre la mia visuale si fa confusa, poi il buio.
Mi sveglio nel mio letto mentre mi guardo a giro confuso, era tutto un sogno? Un senso di vuoto si impossessa di me, ma dura molto poco, il tempo di accorgermi che non sono solo nella stanza.
“Ciao perdente”
La tipa del cellulare con le foto.
“Vedo che alla fine hai trovato una soluzione”
La guardo stupito.
“Pensavo di essere morto, voglio dire, mi sono sparato in testa”
“Davvero, hai mai sentito di gente che muore perché si spara in sogno? Chi ti credi di essere, la versione emo di Freddy Krueger?”
“Ma allora cosa?”
“Andiamo è semplice, quando si muore nel sogno ci si sveglia”
“Allora la pistola serviva…”
“Esatto, nei sogni si mischiano i pensieri, più una cosa è recente più capita di sognarla, un po’ come risognare i film dell’orrore dopo averli visti, e con una pistola sotto il cuscino non pensarci è difficile.”
“Perché non melo hai detto subito!”
“Perché se telo avessi detto avresti avuto il coraggio di spararti?”
La osservo sorpreso.
“Intuizione, rispetto per il mondo e volontà di sacrificio, sono cose necessarie se si vuol sopravvivere”
“E se non ci fossi riuscito?”
Tocca la propria arma “Allora ero qui apposta per farti fuori”
Mi viene da ridere, tra le due non so chi sia peggio.
“Questo è tutto adesso vado, sono propria curiosa, quanto resisterai?”
“C’è modo per tornare normale?”
“In teoria si, ma la domanda è un’altra, tu vuoi farlo?”
Esce sbattendo la porta senza aspettare la mia risposta, la conosce già.
E’ notte e sono pronto ad andare a letto. E’ vero non voglio tornare, l’eccitazione della caccia, il rischio della morte e la bellezza dell’essere che si trova al di là del sogno, ormai anch’io faccio parte di questo modo al di la della realtà. Un mondo retto dalla follia e se guardaste nei miei occhi stanotte vedreste la stessa luce che c’è in quelle due ragazze, entrambe che si domandano la stessa cosa, quanto potrò resistere? Sono fin troppo simili per essere un caso, ma alla fine non mi importa, carico la mia arma con un sorriso, anche stanotte verranno a prendermi e anche stanotte mi troveranno pronto a giocare.
Fine
Nella storia non ci sono nomi ne luoghi, è una cosa voluta, il protagonista può essere chiunque, così come tutto il resto può accadere dovunque.
Temi scelti:
2. A place between sleep and wake
End of innocence, unending masquerade
That's where I'll wait for you
1. Stanotte continua il sogno della notte precedente
E adesso visto che siamo in vena di pazzia altro test (ance se
kei_kit_kae, ci dice che è solo una cosa scema ^_^)
Edit dell'ultimo minuto, non ho ancora visto code geas, ma questo video è bellissimo (Spoiler ep 16 seconda serie):
http://it.youtube.com/watch?v=J0r7p_wLEdw&feature=related