Post veloce volece, si tratta della storia per il contest dei detective di
harriet_yuuko che ovviamente scade tra poche ore.
E' il primo giallo sce scrivo e sebbene l'idea non mi dispiaccia sono convinto che l'intreccio e la struttura potevano essere migliori, vabbè faremo meglio la prossima volta:
AX - Delitto in linea
Ore 15:35 esterno Hotel Crusade
“..e così è qui che stasera verrà tenuta la prima del film, certo che è un posto elegante...Alex mi stai ascoltando?” La donna si voltò di scatto mentre suoi capelli biondi si muovevano nell'aria come fili dorati e suoi occhi azzurri si posavano sul suo assistente. Nina Weber, 26 anni, padre Tedesco e madre Inglese, giornalista, osservava l'uomo dietro di lei con sguardo piuttosto irritato.
Lui si limitò ad alzare la testa dal taccuino che stava leggendo e ricambio il suo sguardo con un'alzata di spalle. Alexander Taylor 25 anni, castano con occhi verdi, genitori inglesi trasferiti in America per lavoro. Ufficialmente era un giornalista come Nina, in realtà gli faceva da assistente tutto fare.
“Ma sì che ti ascolto, è sempre la stessa routine, due parole all'inizio poi guardiamo il film e infine intervistiamo gli attori e il regista, tanto quelli hanno talmente voglia di parlare che non servirà nemmeno fargli domande, tutto sommato un lavoro tranquillo.”
La ragazza sospirò “Si hai ragione, solo che la serata non mi ispira, “Combattimento mortale al tramonto”, mi immagino il film, attori da copertina, ragazze al limite del vestiario, cattivi che ridono, arti marziali, tante esplosioni e se abbiamo fortuna un po' di trama scontata.” rispose polemica Nina.
“Non ti piace il genere? Peccato è quello che tira per la maggiore.”
“Non dico che mi sarebbe piaciuto un mattone neo-realista da 6 ore, ma almeno qualcosa che non fosse un concentrato di stereotipi.”
“Bè in fondo è un lavoro facile, non è detto sia divertente, fai come faccio io, in sala stacca il cervello.”
“Immagino non ti sia difficile.” rispose Nina sorridendo “Spiega un po', perché se è un lavoro così facile sei venuto pure tu? Che c'è il direttore non si fidava a mandarmi senza un prendi-appunti?”
“Perché l'ultima volta che ti ha mandato ad un'anteprima hai dato un pugno al regista.” rispose serio Alexander.
“E picchierò anche questo se prova a toccarmi il sedere!” rispose la ragazza.
“Ecco perché sono qui, per evitare noie al giornale e poi dai noi lavoriamo bene insieme, tu sei brava a capire le persone e fargli le domande giuste e io sono un ottimo stenografo, siamo una coppia fortissima.”
“Ti rendi conto che è per questi tuoi discorsi che ormai tutti ti considerano il mio assistente? Dovresti trovare un po' di indipendenza.”
“Sembra quasi che non ti piaccia questo lavoro.” disse Alexander.
“Diciamo solo che punto più in alto.” ribatte Nina
“Ovvero?”
“Cronaca nera.”
“Stai scherzando?”
“Per niente. Di certo è un lavoro più serio che guardare le prime di film come quello di stasera.”
“Non so, vedo già abbastanza morti nei telegiornali, almeno nel lavoro preferisco occuparmi di cose più frivole.”
“Vuoi dire che ti andrebbe bene farmi da assistente per tutta la vita?”
“Non dico che sia la mia massima aspirazione, ma credo non mi dispiacerebbe.”
Nina sospirò, possibile che il suo collega non avesse la minima aspirazione professionale. Tornò a guardare il gigantesco Hotel dove si sarebbe tenuta la prima questa sera. Indipendentemente dalle sue aspirazioni stasera avrebbe dovuto occuparsi di quell'insulso film, pazienza era una professionista in fondo e si sarebbe impegnata, anche per un incarico come quello.
Ore 18:28 Sala rinfresco Hotel Crusade - Party di presentazione di “Combattimento mortale al tramonto”
“Nina, Nina Weber?”
La giornalista si voltò in direzione della voce trovandosi davanti una ragazza coi capelli corvini in un elegante vestito nero.
“Prego?” chiese Nina alla nuova arrivata.
“Ma dai non mi riconosci, sono io Sarah, eravamo compagne di corso al college, possibile non ti ricordi?”
“Sarah.” disse Nina come a voler esortare la sua mente a ricordare quel nome, poi il volto della ragazza passo dal confuso al sorpreso “Aspetta un attimo, Sarah Reed! Non ti avevo riconosciuto con i capelli corti! Cavolo non dirmi che la Sarah Reed del film sei...” iniziò Nina entusiasta.
“Si sono io, che te ne pare, protagonista femminile, certo non che il ruolo abbia chissà quale spessore, ma almeno è un inizio di carriera.”
“Be mi hai appena fatto rivalutare leggermente il film, certo che non avrei mai immaginato di vederti fare l'attrice in film del genere, eri più portata per il teatro.”
“Che posso dirti, spero di poterci tornare, ma per ora questa potrebbe essere la mia occasione, spero il film vada bene, ora scusami ma devo andare.”
“Va pure, ma non credere di sfuggirmi, dopo ti tocca una mega intervista.”
“Certo, è il minimo che mi aspetto, magari non spettegolare tutto quello che abbiamo combinato insieme.”
“Scherzi! A te magari un po' di scandalo può aumentare la fama, a me mi licenziano!”
Le due risero, nessuna delle due aveva mai fatto niente di così eclatante, ma era divertente pensare il contrario.
Sarah si allontanò in direzione di un gruppo di uomini vestiti eleganti, finanziatori del film? Probabile.
Più tardi Alexander si riunì alla giornalista, mentre quest'ultima sorseggiava un Martini.
“Bevi in servizio?” chiese Alexander.
“Che c'è adesso mi fai pure la predica?” rispose Nina sorridendo.
“Io? Al massimo ti faccio compagnia. Un doppio scotch con ghiaccio per favore.”
Il barista afferrò con sicurezza e maestria una bottiglia versando da bere all'uomo.
“Ho incontrato una vecchia amica dei tempi del college.”
“Ne parli come se fosse passato un secolo, oppure ti senti vecchia miss-giornalista-da-talmente-tanto-tempo-che-voglio-cambiare-lavoro?”
“E non scocciare da quando lavoro al giornaletto pare passato un secolo.” rispose Nina scocciata.
“Se tu la sera uscissi con i tuoi amici invece di fare...fare... insomma quello che fai la sera, e poi non chiamare giornaletto il “Sunrise”, fino a prova contraria noi lavoriamo per loro.”
“Lo so, hai ragione il direttore è una bravissima persona, ma odio il fatto che abbia smesso di fare il giornalista per occuparsi di queste cose frivole.”
“Quando capirai che anche occuparsi di cose frivole è giornalismo.”
“Ma per favore, io voglio occuparmi di fatti veri non di questi avvenimenti da giornalino scandalistico.”
“Licenziati.” disse Alexander pratico.
“La fai facile tu, e i soldi per pagarmi l'affitto dove li trovo?” rispose Nina.
“Se vuoi il mio parere non c'è differenza tra un giornalista di cronaca rosa e uno di cronaca nera.”
“Scherzi vero?”
“No, l'importante non è quello che racconti, ma come lo racconti. Un giornalista è una persona che informa dei fatti senza distorcerli e questo vale per tutte le notizie, importanti o meno che possano sembrare.”
Nina scoppio a ridere “Oh mio dio. Chiamate il museo, devono farti mettere sotto una campana di vetro, l'ultimo dei romantici.”
“Andiamo che la pensi anche tu così, non sei una persona cinica, lo dimostra il fatto che per non mettere nei guai il direttore fai del tuo meglio anche se il lavoro non ti piace.”
Nina butto giù il martini tutto d'un fiato. “Possiamo cambiare argomento?”
“Si, dimmi della tua compagna.”
“C'è poco da dire, eravamo compagne di stanza al college, non avrei mai immaginato che si fosse data al cinema.”
“E' una del cast?”
“E' la protagonista femminile.”
“Sarah Reed?”
“Proprio lei.”
“Lo sapevi che era fidanzata col protagonista del film?”
Nina si volto verso il collega.
“Era?”
“Sì, si sono messi insieme poco prima delle riprese e poi lui l'ha mollata a riprese finite.”
“Non saprei se considerarla una trovata pubblicitaria oppure una carognata da parte sua.”
“I tempi per la trovata ci sono tutti, ma in effetti sembrano troppo perfetti.”
“Signori.” la discussione dei due fu interrotta dalle parole del regista del film, Samuel Hock un tipo basso con enormi baffi e una pallina di gomma in mano. “Vorrei innanzi tutto ringraziarvi per questa visita, ma sono un uomo di poche parole e molto appetito, quindi vi invito a seguirmi nella sala accanto dove è stato organizzato il buffet.”
“Che roba è quella che ha in mano?” chiese Nina.
“Una pallina antistress, pare che la usi sempre durante le prime dei film.” rispose il prendi appunti.
“Che strano tipo.”
Ore 19:29 Buffet, Hotel Crusade
La sala era gremita di persone, vi erano tutte quelle che avevano collaborato al film ed almeno una ventina tra giornalisti e invitati.
“Allora che si fa, si inizia o rimandiamo a dopo la proiezione?” chiese Alexander.
“Dopo la proiezione è meglio, guarda laggiù.” rispose Nina indicando una donna molto alta con i capelli castani vestita di nero. “ Quella è Sherry Carson, l'altra protagonista del film o per meglio dire l'antagonista.”
“Non è quell'attrice che interpreta sempre e solo ruoli da cattiva?”
“Si esatto è lei, si dice che anche nella vita reale sia un vero demonio, almeno così dicono le interviste a suo carico.”
“Nina!” la voce di Sarah fece voltare i due mentre la donna gli veniva incontro.
“Ciao.” disse Nina.
“Buongiorno.” la salutò Alexander.
“Sarah questo è Alexander il mio collega nonché assistente.” disse Nina.
“Molto piacere.” risposero insieme Sarah e Alexander.
“Allora cosa ti porta qui? Vuoi farmi fare un'intervista in esclusiva?” chiese Nina.
“Mi piacerebbe, ma non sarebbe corretto. Invece ho qualcosa di meglio, durante la prima vi siederete accanto a me e al resto degli attori. Così avrete un'ottima visione del film e magari ci scappa qualche commento interessante da parte degli addetti hai lavori.”
“Wow grazie.” rispose Alexander.
“Ma vi pare, due della troupe si sono sentiti male e non sono potuti venire alla prima, quindi prima di lasciare vuoti i posti...”
“Non mi presenti i tuoi amici Sarah?” disse una voce alle spalle della ragazza.
Un uomo biondo e perfettamente pettinato stava dietro a Sarah con un atteggiamento strafottente.
La donna si voltò titubante verso l'uomo. Era Roger Rime, star del film nonché ex fidanzato di Sarah.
“Ciao Roger, pensavo fossi impegnato con il regista.” disse la ragazza nervosa.
“Ho già finito, ma dimmi un po' questa deve essere la tua amica giornalista vero?” disse Roger e senza attendere risposta si esibì in un perfetto baciamano all'indirizzo di Nina, cosa che mise ancora di più in disagio Sarah e fece accigliare Alexander.
“Mi dica signorina, sarebbe interessata ad un'intervista privata stasera dopo la prima, io sono nella camera VIP di questo albergo, potremmo passare una magnifica serata insieme.” continuò Roger.
“Non ne dubito signore, ma sa credo che la mia collega abbia altri impegni per questa sera.” si mise nel mezzo Alexander. Il divo lo guardò come se fosse una rigata sulla fiancata della macchina. “Andiamo Sarah, il regista ti sta cercando.” disse Roger allontanandosi.
“Si arrivo subito, ci vediamo dopo Nina.” disse l'attrice seguendo la star.
“Perché non gli hai dato un pugno?” disse Alexander non appena lui e Nina furono di nuovo soli.
Nina lo guardò stupito “Ma non sei tu quello che mi doveva tenere d'occhio ed evitare che facessi scemenze?”
“Si, ma, insomma qui ci stava bene.” rispose Alexander seccato.
“Piuttosto hai notato il comportamento di Sarah, sembrava molto a disagio.” riprese Nina.
“Era sempre il suo ex, magari lei lo amava ancora.”
“Non so, a me di sicuro non piace.”
Alexander, non visto, tirò un sospiro di sollievo.
Ore 21:15 Sala proiezioni, Hotel Crusade
“E così voi sareste gli amici di Sarah?” iniziò il regista, che pareva non aver dimenticato di portare la sua pallina di spugna.
“Si esatto, mi spiace del disturbo arrecato” iniziò politicamente Nina.
“Nessun disturbo, molto meglio che lasciare i posti vuoti.”
“E poi per voi giornalisti dovrebbe essere un'occasione incredibile per creare dicerie sul nostro conto.” disse acida Sherry.
Nina stava per replicare qualcosa, ma Alexander la fermò dandole un colpetto col gomito.
“Piuttosto, dove sono finiti Roger e Sarah? Il film sta per iniziare.” riprese il regista.
“Non lo so, vuole che mandi qualcuno a chiamarli?” chiese Sherry.
“Lascia perdere se non interessa a loro figurati a noi, iniziamo senza di loro.”
“Non ti pare strano che manchi all'appello anche Sarah?” chiese Alexander a Nina senza farsi sentire dagli altri.
“Che intendi?”
“E' il suo primo film, io sarei venuto alla prima anche se avessi avuto la febbre.”
“Mi preoccupata di più che manchi anche quel tipo. Forse dovrei andare a cercarla.”
“Troppo tardi, comincia il film e da dove siamo ora non possiamo certo alzarci.” concluse pratico Alexander.
Il film durò circa due ore, ed era esattamente come Nina se l'era immaginato. Tuttavia doveva riconoscere che le protagoniste del film erano riuscite a recitare molto bene. Sarah aveva interpretato bene il ruolo della giovane scienziata innocente che scopriva i piani dei cattivi per puro caso, mentre Sherry si era dimostrata un'ottima cattiva, Alexander le disse che durante la battaglia finale Sherry non aveva usato alcuna controfigura.
Le luci in sala si accesero e tutti si alzarono applaudendo. Nina dette un'occhiata in giro e notò subito che i posti di Sarah e Roger erano rimasti vuoti.
“Dove sono finiti quei due!” gridò il regista, per poi abbassare subito il tono della voce essendosi accorto di aver attirato l'attenzione.
“Saranno in camera?” ipotizzò Sherry.
“Camera?” chiese Nina.
“Si, io, Nina, Sherry e Roger siamo qui da tre giorni per organizzare il tutto e abbiamo preso delle camere in albergo, ho fatto io le prenotazioni.” rispose Samuel.
“In effetti il tipo prima aveva parlato di avere una camera.” ricordò Alexander.
“Andiamo a vedere, ed è bene che abbiamo un buon motivo per essere assenti.” riprese Samuel “Venite anche voi due, così potrete fare subito la vostra intervista.” e senza lasciare tempo a Nina di replicare il regista e Sherry si incamminarono verso le scale, non prima di aver detto all'assistente di Samuel di occuparsi dell'inizio della conferenza.
“Che si fa?” chiese Alexander.
“Che vuoi fare, andiamo, sono preoccupata per Sarah.” rispose Nina.
Ore 23:23 Corridoio, Hotel Crusade
La camera di Roger era la 215 quella di Sarah la 228, il gruppo si fermo quindi per prima cosa davanti a quella del primo attore.
“Roger, apri!” iniziò il regista ma senza ottenere risposta dall'attore “ Insomma sono io Samuel!”
“Magari non è in camera.” propose Nina.
“Improbabile, vede le sue scarpe sono fuori dalla porta.” fece notare Sherry.
“E normale che lasci le scarpe fuori della porta?” chiese Nina.
“Lo fa da quando è stato in Giappone, dice che così evita di sporcare il pavimento”.
“E se gliele rubano?”
“Non in questo albergo, ci sono telecamere lungo i corridoi, si può facilmente sapere chi entra nei corridoi e indagare su chi ha commesso un eventuale furto.”
“Non mi sembra il massimo.”
“Roger mi sto stancando, apri questa porta!” Continuava il regista.
“Non è che si è sentito male?” ipotizzò Alexander.
Gli altri lo guardarono stupiti.
“Accidenti a lui.” disse Samuel tirando fuori una chiave e mettendo in tasca la pallina.
“Come mai ha lei la chiave?” chiese Nina.
“E una copia di riserva, serve per le emergenze le ho di tutte le stanze in cui alloggiano gli attori.” rispose Samuel.
“Tutta una mania di controllo la tua.” commentò Sherry.
Samuel apri la porta e il gruppo entrò nella camera, Roger si trovava alla scrivania con la testa poggiata sui gomiti e pareva proprio che si fosse addormentato.
Samuel si avvicinò al primo attore “Andiamo Roger svegliati.” poi gli afferrò le spalle per scuoterlo. “Ma mi senti Roger!”
L'attore cadde a peso morto per terra lasciando tutti di sasso.
Samuel si chinò accanto a lui per sentirgli il polso per poi voltarsi verso gli altri.
“E' morto.” disse ancora visibilmente sotto shock.
“Che succede?” chiese la voce di Sarah entrando nella camera, poi dopo aver visto il corpo a terra iniziò a gridare.
Ore 23:45 Sala comune, Hotel Crusade
La polizia arrivò poco dopo, e isolò la zona, tutte le persone furono portate in sala comune per essere interrogate.
“Signorina Weber?” chiese cortesemente l'agente alla giornalista.
“Si.” rispose Nina ancora distrutta da quella giornata tremenda.
“L'ispettore aspetta per interrogarla con il suo collega.”
“Arriviamo subito.”
I due si diressero presso la camera che era stata decretata come sala interrogatori.
L'ispettore Moore era un tipico ispettore da telefilm compreso il giubbotto avana e il cappello da operazioni di copertura.
“Nina Weber?” chiese cortesemente l'ispettore.
“Si sono io e questo è il mio collega Alexander Taylor.” rispose Nina.
“E un vero piacere conoscerla, sa io sono un suo fan.” Continuo Moore.
“Un mio fan?”
“Si leggo sempre gli articoli che scrive sul “Sunrise”, mi dispiace molto che dobbiamo conoscerci in queste condizioni.”
“Non importa, non credo possiamo dare la colpa a lei.”
“Vorrei che mi confermasse quanto detto al mio agente, lei e il suo collega non avete niente altro da aggiungere?”
“No, non mi pare, tu Alex?”
“No niente, siamo stati in sala fino alla fine delle riprese e poi abbiamo accompagnato il regista a cercare Roger e Sarah. Li abbiamo chiamati a lungo e poi il regista ha aperto la porta con la chiave di riserva ed abbiamo scoperto il corpo.” disse Alex.
“Capisco, e la signorina Reed è arrivata in quel momento vero?”chiese l'ispettore.
“Si esatto, perché?” domando Nina.
“Sospettiamo sia stata la signorina Reed a uccidere il signor Rime.”
“Cosa?! Ma è assurdo Sarah non avrebbe mai...”
“La morte è da attribuire ad un potente veleno che è stato somministrato alla vittima tramite una puntura alla base del collo, e per l'ora del delitto la signorina non ha un alibi.”
“Assurdo, chiunque potrebbe essere stato!”
“Non chiunque, la camera era chiusa a chiave.”
“E le cameriere o chiunque avesse un passe-partout? La rosa dei sospetti aumenta!”
“No, le telecamere nel corridoio hanno registrato solo 4 ingressi. La signorina Reed, il signor Rime con il signor Hock, la signorina Carson e ovviamente voi due. A quanto risulta però le uniche persona a non essere scese per la proiezione sono state proprio Sarah Reed e Roger Rime.”
“Che c'entra, se è effettivamente come dice lei anche Sherry Carson e Samuel Hock avrebbero potuto ucciderlo!”
“Il problema è l'ora della morte, risulta essere verso le 23 e 20 e per quell'ora solo la signorina Reed non ha nessuno che possa confermare i suoi movimenti. Senza contare che in camera sua sono state trovate le chiavi della camera del signor Reed e una boccetta di veleno dello stesso tipo di quello usato per l'omicidio, con le sue impronte digitali.
“Ma è assurdo.”
“A mio parere invece è molto semplice, la signorina Reed ha atteso che tutti foste in sala proiezioni, poi è andata in camera del signor Rime e lo ha ucciso, quindi ha chiuso la camera con la chiave ed è andata a sbarazzarsi delle prove, ma deve aver calcolato male i tempi, così si è accorta che la proiezione stava finendo e presa dal panico è andata a nascondere le cose in camera, probabilmente non sapeva delle telecamere e ha sperato di potersi liberare degli oggetti prima dell'arrivo della polizia.”
“Ma non ha senso! Anche se fosse perché avrebbe aspettato gli ultimi minuti per agire avendo a disposizione 2 ore.”
“Forse stava cercando il coraggio.”
“Non le ha detto cosa ha fatto in quel periodo?” chiese Alexander.
“Dice di aver dormito, anche se fosse non nega la nostra ipotesi.” rispose l'ispettore.
“E il movente? Che motivo poteva avere?” chiese Nina.
“Vendetta, voleva vendicarsi di essere stata sfruttata come trucchetto promozionale dall'uomo che amava”
Nina osservava l'ispettore sconvolta, tornava tutto, sembrava impossibile che stesse accadendo, ma Sarah sembrava colpevole.
“Le ho raccontato tutto perché la signorina Sarah mi ha detto che siete amiche.”
“Lei ha confessato?”
“No si reputa innocente.”
Nina si alzo in piedi, lo sguardo sicuro e teso “Grazie mille, ora se posso andare.”
“Prego.” disse l'ispettore.
Ore 23:58 corridoio, Hotel Crusade
“Non può essere stata lei ti dico, la conosco bene.” disse Nina.
“La gente cambia.” ribatte Alexander.
“Ma non così tanto, lei ha detto che è innocente.”
“I colpevoli si dichiarano sempre innocenti.”
“Non ci credo, deve esserci un'altra spiegazione.”
Ci fu un minuto di silenzio mentre Nina si asciugava le lacrime.
“Alexander, puoi lasciarmi sola? Ho bisogno di riflettere.” ricominciò la giornalista.
Il collega la osservò dubbioso, poi fece un profondo respiro “D'accordo, ma se hai bisogno di me non esitare a chiamarmi, ok?”
“Si va bene.”
Nina vide Alexander allontanarsi senza sapere effettivamente cosa fare, poteva davvero essere Sarah la colpevole, tutto era contro di lei, eppure qualcosa dentro di lei non riusciva ad accettare l'idea che...
Il suono del telefonino risveglio Nina dai suoi pensieri, prese dalla borsa l'apparecchio e vide che la persona che la stava contattando era un numero privato.
“Pronto?” disse Nina.
“Tu pensi che la tua amica sia innocente?” rispose dall'atra parte la voce di un ragazzo.
“Come scusi?”
“Ho chiesto se credi che sia innocente, se anche al di là delle prove pensi che i poliziotti si siano sbagliati.”
“Ma chi è? Se è uno scherzo non è divertente!”
“Nessuno scherzo, risponda solo alla mia domanda.”
Lo sguardo di Nina si fece sicuro “Si penso ci sia un'altra spiegazione, contento ora?”
“Ottimo, le va di cercarla insieme?”
“Insieme? Si può sapere chi è lei?”
“AX, mi chiami così, diciamo che sono un detective online.”
“Cosa? E' uno scherzo?”
“Se pensa che lo sia attacchi il telefono.”
Nina rimase in silenzio per alcuni secondi, quella situazione aveva dell'assurdo, ma l'intera serata era stata assurda, che fare? Poteva fidarsi? Non che restassero molte altre opzioni.
“D'accordo la ascolto, cosa vuole?” disse Nina convinta.
“Innanzitutto diamoci del tu, poi voglio che mi racconti tutto di questa faccenda, l'intera serata, e soffermati sui particolari che ti hanno colpita, anche se sembrano inutili.”
E Nina obbedì raccontando al misterioso interlocutore tutto quanto fosse successo con dovizia di particolari.
“Capisco.” disse infine AX “Sembra proprio che la sua amica sia colpevole.”
“Di un po', vuoi aiutarmi oppure cosa?” disse irata Nina.
“Calmati, se le prove dicono questo ci sono solo due opzioni, o Sarah è colpevole oppure...”
“Oppure è stata incastrata.” completò Nina.
“Si, è una possibilità.” confermò AX “Hai mai sentito l'espressione “ragionare per assurdo”?
“No, che vuol dire?”
“E' quando i matematici per dimostrare una tesi dimostrano che è impossibile l'opposto. Se la mia teoria dice una cosa e io dimostro che l'opposto non è vero allora la mia teoria è vera di riflesso.”
“Interessante, ma che c'entra con noi?”
“Semplice, di solito nelle indagini si seguono le prove per cercare il colpevole, ma noi dobbiamo fare il processo opposto e ragionare per assurdo. Ipotizzando che Sarah sia innocente non ti vengono in mente delle domande?“
“Dando per scontato che lei è innocente viene da chiedersi perché il veleno e la chiave della camera di Roger fossero in camera sua.”
“Bene ottimo punto, mettiti l'auricolare e partiamo alla ricerca del colpevole.”
“Va bene, ma non darmi ordini chiaro.” disse Nina mettendo il telefono da una parte “Che situazione stare ad ascoltare uno sconosciuto che mi telefona e mi dice di ragionare per assurdo, la cosa assurda è tutta questa serata.” continuò cercando l'auricolare nella borsa.
“Che fai parli da sola?” disse Alexander rientrando.
“Alexander! Che ci fai qui?”
“Ero venuto a vedere come stavi. Che fai con l'auricolare?”
“Aspetto una telefonata.” mentì Nina.
“Capisco, allora come va?”
“Bene, sai Alex pensavo, tu sai cosa vuol dire ragionare per assurdo?”
“Cosa?”
E Nina spiegò ad Alexander la strana teoria di AX senza ovviamente nominarlo.
“Fammi capire bene, ti è presa la sindrome della giornalista detective?” chiese Alexander alla fine.
“Anche se fosse? Avanti Alex dammi una mano.” lo prego Nina.
“Sei fortunata.”
“Perché?”
“Perché sono appena stato colpito dalla sindrome del compagno della detective giornalista.”
Nina sorrise.
“Che ti serve?” Chiese Alexander.
“Cerca di convincere l'ispettore a farti dare gli orari degli spostamenti registrati dalle telecamere, è molto importante.”
“D'accordo vado.”
Alexander partì di corsa fuori del corridoio.
“Sai credo di aver capito chi è stato.” disse Nina dopo essersi messa l'auricolare.
“Davvero?” rispose AX al telefono.
“Si se gli orari tornano può essere stata solo una persona, solo che...”
“Solo che cosa?”
“L'ora della morte la scagiona, solo Sarah non ha un alibi per quel momento.”
“All'ora l'ora della morte è sbagliata.”
“Impossibile, sono sicuri che è morto alle 23 e 20, ci saranno si e no 5 minuti di scarto.”
“Questo è importante.”
“Niente affatto, anche se spostiamo il delitto 5 minuti prima del ritrovamento gli alibi restano uguali”
“Ragioniamo per assurdo, Sarah è innocente quindi non può essere stata lei.”
“Ma allora nessuno può averlo ucciso!”
“Esatto, e se nessuno può averlo ucciso vuol dire che quando siete entrati nella stanza lui era...”
“...vivo.” concluse Nina “Ma come?”
“Un ago è facile da nascondere.”
Nina si bloccò all'improvviso.
“AX?”
“Dimmi.”
“Ragioniamo per assurdo, se quella quell'arma non fosse stata lì quando siamo entrati?”
“Allora dov'era prima?”
“So io dov'è, forse l'assassino ha ancora addosso una prova.”
Nina Si lanciò di corsa verso il luogo delle indagini e trovò l'ispettore a parlare con Alexander.
“Ah Nina, stavo giusto venendo a portarti...” iniziò Alexander.
“Ispettore avete già rilasciato gli altri?”
“No, li teniamo d'occhio giusto per sicurezza, le indagini non sono concluse anche se ormai mi pare chiaro che...”
“Perfetto, faccia portare tutti nella sala comune, so chi è l'assassino e non si è ancora liberato della prova a suo carico.”
L'ispettore Moore e Alexander si guardarono negli occhi poi annuirono mentre Nina pensò quanto fosse fortunata che fosse un suo fan ad occuparsi di quel caso.
Ore 01:37 sala comune, Hotel Crusade
Sotto richiesta di Nina l'ispettore aveva raccolto nella sala comune le due attrici e il regista insieme ovviamente a lei ed Alexander.
“Si può sapere che succede adesso? Non vi sembra di averci fatto aspettare anche troppo, il colpevole l'avete di già!” gridò il regista Samuel Hock.
“Calma Samuel, alcuni punti sono pochi chiari ancora.” disse Sherry Carson.
Sarah invece non riusciva a parlare e se ne stava in silenzio in un angolo.
“Signori state calmi, le indagini non sono ancora concluse.” cerco di mediare l'ispettore.
“No ispettore i nostri ospiti hanno aspettato anche troppo, perciò inutile girarci intorno, il colpevole di questo delitto è uno di noi.” esordì Nina.
“Bella forza, lo sappiamo da un pezzo.” disse Samuel indicando Sarah.
“Pessimo inizio.” disse AX all'auricolare.
“Niente affatto.” replicò sottovoce Nina. “Signor regista, perché ci tiene tanto a incolpare la signorina Reed?” riprese Nina “Ha così fretta che venga trovato un colpevole?”
“Ma si figuri, avanti chi altri può essere stato era l'unica che aveva movente, arma e occasione.”
“Forse, ma ragioniamo per assurdo, e se qualcuno avesse voluto incastrarla?”
“Incastrarla?” disse Sherry “Possibile?”
“Perché no? Qualcuno dotato delle chiavi della camera avrebbe potuto semplicemente uccidere il signor Rime e poi andare in camera di Sarah Reed e nasconderci dentro il veleno e le chiavi della camera 215.”
“Impossibile, le chiavi della camera 228 erano in mano alla signorina.” insistette Samuel.
“E con questo, bastava lasciare la camera aperta e...”
“Balle, la camera era chiusa quando Sarah si è svegliata.” disse Samuel.
Ci fu un attimo di silenzio mentre tutti gli sguardi si voltarono verso Samuel.
“E questo lei come lo sa?” chiese Nina “Quando abbiamo visto Sarah fuori della camera lei era già uscita e la polizia non ha fatto parola di questo fatto.”
“Be io pesavo fosse una cosa naturale, era un'ipotesi probabile.”
“Mi sembrava molto convinto della sua ipotesi.”
“Ah ecco, è stata Sarah a dirmelo.”
“Impossibile, Sarah era troppo sconvolta, l'ho tenuta d'occhio fino all'arrivo della polizia e poi da lì siamo stati tenuti tutti separati.” disse Sherry.
“Come disse il grande Sherlock Holmes, tolto l'impossibile tutto quello che resta, per quanto incredibile, è la verità e nel nostro caso la verità è che lei, Samuel Hock, ha assassinato l'attore Roger Rime e poi ha messo quegli oggetti nella camera di Sarah Reed usando il duplicato che si era fatto fare per motivi di sicurezza!” disse Nina puntando il dito contro il regista.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Samuel Hock scoppiò a ridere.
“Ridicolo, se non ricorda male Sarah ha ammesso di essere rimasta in camera a dormire per tutto il tempo come pensa avrei fatto a mettere tutta la roba in camera con lei dentro?”
“Semplice, Alex il foglio che ti ho chiesto?” disse Nina.
Alexander le passo un foglio stampato.
“Secondo quando dice qui Sarah è salita in camera verso le 19 e 45 perché si sentiva poco bene mentre lei e Rime siete saliti alle 19 e 58 e la signorina Sherry alle 20 e 32 ma è scesa 10 minuti dopo, lei invece è tornato giù alle 21 e 03, aveva tempo sufficiente per mettere la roba in camera a Sarah e assassinare Roger.” disse Nina.
“Questo non spiega come avrei potuto portare le cose in camera senza svegliarla.”
“Semplice, l'aveva drogata, durante il buffet le ha probabilmente messo del sonnifero in un bicchiere e Sarah, sentendosi stanca, è andata a riposarsi un attimo, per poi crollare sul letto.”
“Confermo. E' la stessa cosa detta dalla signorina Sarah nella sua deposizione.” disse l'ispettore.
“Drogata Sarah lei non doveva fare altro che salire con Rime con una scusa qualunque e ucciderlo per poi chiudere la stanza e portare le chiavi e il veleno in camera sua, in quelle condizioni è stato facile anche fargli lasciare le sue impronte digitali..”
“Ma qualcuno avrebbe potuto vederlo.” disse Sherry.
“No, perché il signor Samuel ha aspettato fino a dopo le 21 per compiere quest'operazione, a così breve distanza dalla proiezione nessuno si sarebbe trovato di sopra ad eccezione di Sarah, Rime e lui.”
“Divertente signorina, devo ammetterlo un vero portento, permette che usi questa sceneggiatura per il mio prossimo film? Ah già, quasi dimenticavo, Rime è stato ucciso alle 23 e 20 e in quel momento io ero con lei e tutti gli altri, o mi sta dicendo che ho il potere di uccidere la gente a distanza? Si ricordi, questo non è un film.” la canzonò Samuel.
“Ha ragione, dunque torniamo a ragionare per assurdo, se lei non l'ha ucciso prima vuol dire che era vivo...” disse Nina tranquilla.
“Mi pare ovvio.” disse Samuel.
“...era vivo, quando lo abbiamo trovato nella sua stanza!” concluse Nina.
“Cosa?!” il grido di sorpresa di Samuel si fece sentire per tutta la sala.
“Esatto, lei non l'ha ucciso durante i tempi morti, l'ha solamente narcotizzato aspettando l'occasione giusta per poterlo uccidere.” disse Nina.
“E quando lo avrei fatto sentiamo!” disse Samuel.
“Davanti a tutti quando lo ha afferrato per le spalle per svegliarlo, è in quel momento che lo ha punto con l'ago alla base del collo o magari lo ha fatto rapidamente dopo che è caduto, fa poca differenza, probabilmente era così imbottito di sonnifero che è passato direttamente dal sonno alla morte.”
“E dove avrei tenuto nascosto l'ago? Non l'avrei certo tenuto in mano visto quanto poteva essere letale, o magari pensa che l'abbia tenuto nella chiave? Se vuole può far controllare ma non troverà niente!”
“Sa signor Samuel lei è una persona stranissima, per i suoi film è talmente nervoso da dover continuare a usare una pallina antistress, ma adesso che è accusato di omicidio non sembra averne bisogno.”
“E' perché sono accuse assurde!”
“Si sbaglia è perché non vuole che pensiamo a quella pallina. E' lì che aveva infilato l'ago intriso di veleno e lo ha estratto mentre metteva in tasca la pallina, e non la usa più anche perché teme che il veleno rimasto possa venire in contatto con un'eventuale ferita che ha sulla mano, basterà controllare le tracce di veleno su quella pallina per verificare se quanto dico sia la verità o meno.” concluse Nina.
Samuel Hock la osservò a bocca aperta, poi cominciò a ridere, un sorriso malato di disperazione.
“Complimenti, ha capito tutto, incredibile come in un film.” confessò infine l'omicida.
“Perché lo ha fatto signor Samuel?” chiese Nina tristemente.
“Quel bastardo aveva scoperto alcuni miei trascorsi poco puliti e mi stava ricattando, tutto qui niente di strano.”
“Ma perché incolpare Sarah?” chiese Sherry.
“Aveva bisogno di un colpevole, se non ci fosse stato la polizia avrebbe fatto ricerche più accurate, e il suo piano sarebbe andato in fumo.” disse Nina.
“Brava vedo che ha capito, la ex del protagonista che lo uccide, un classico e sarebbe stata anche un'ottima pubblicità per il film.” disse Samuel.
“Lei mi fa schifo signor Hock.” disse Nina con sguardo severo.
“Portatelo via.” disse l'ispettore Moore agli agenti.
Ore 01:55 esterno Hotel Crusade
“E così è finita, meno male doveva essere un lavoro di tutto riposo.” disse Nina.
“Sei stata bravissima, i miei complimenti.” disse Alexander.
“Non è stato solo merito mio.”
“Cosa credi che farà Sarah adesso?”
“Mi ha detto che lascerà perdere il cinema e si darà al teatro, pare che abbia trovato un ingaggio con Sherry Carson, era il suo ultimo film.”
“Con quella tipa acida?”
“Non era acida, odia i giornalisti perchè a suo dire distorcono la verità, in realtà è una brava persona.”
“Oh, e che ha da dire di una giornalista che invece svela i complotti?”
“Ti farò sapere, mi ha dato il suo numero oltre a quello di Sarah, ci terremo in contatto. Tu piuttosto, dopo tutta questa storia hai fatto il tuo lavoro di prendi appunti? Abbiamo un articolo da scrivere.”
“Certo, ho tutto nel mio blocchetto.” disse Alexander battendosi il taschino del vestito poi però si blocco “Oh no, me lo aveva preso l'ispettore Moore per leggere degli avvenimenti successi e non me lo sono fatto restituire.”
“Cosa?! Disgraziato, fila subito a prenderlo o ti metto sotto con la macchina!”
“Volo!” disse Alexander correndo in direzione dell'albergo.
Passarono alcuni secondi poi dall'auricolare Nina sentì di nuovo la voce di AX.
“Ha ragione sei stata brava.”
“Andiamo mi hai dato una grossa mano anche tu.” rispose Nina sorridendo “Certo che sei rimasto attaccato fino ad ora, ne hai di soldi da buttare.”
“Diciamo che è una cosa secondaria.”
“AX adesso che tutto è finito toglimi una curiosità, chi diavolo sei e come hai avuto questo numero?” chiese Nina.
Ci furono alcuni attimi di silenzio poi AX riprese “Credo che questo sia meglio rimandarlo alla prossima indagine, se mai ce ne sarà una, sappi solo che sono un tuo ammiratore.” e chiuse la comunicazione.
“Ma cosa? Bastardo.”
Poi Nina ricevette un SMS con su scritto un numero di telefono e il seguente messaggio “Nel caso ti servisse ^^ tuo AX.”
Nina salvo il numero in rubrica e sorrise.
“Solo a me poteva capitare lo Stalker-detective-guerriero della giustizia.”
Alexander era davanti all'ispettore Moore che gli stata restituendo il taccuino.
“Complimenti, l'idea del fan degli articoli è stata ottima, non sapevo davvero come dare campo libero alla sua collega.” disse Moore.
“E' stato bravissimo e mi scusi per tutte le informazioni che ha dovuto dare sul caso.” rispose Alexander.
“Sta scherzando se non fosse stato per voi non sarebbe mai stato risolto, ottimo lavoro agente speciale sotto copertura Alexian Noin.” disse l'ispettore.
Alexander si limitò a sorridere.
Fine.
PS: se questa storia vi ricorda qualcosa probabilmente è l'episodio di Detective Conan in cui si incontrano per la prima volta Conan e Hattori.