traduzione: La stanza vuota [J2] - 6/9 (parte 2)

Jan 10, 2012 22:05


Titolo: The Empty Room - La stanza vuota 
Autore: germanjj
Genere: RPS, Angst (tanto, tantissimo angst), Drama, hurt/comfort
Pairing e personaggi: Jensen/Jared (J2), Chad M. Murray, Aldis Hodge, Christian Kane, Steve Carlson, Jim Beaver, nominati Tom Welling e Michael Rosenbaum in questo capitolo.
Rating: NC17
Warning: slash (ma no, ma davvero?), bottom!Jared
( precedente)

Jared si svegliò quando l’aereo stava per atterrare e il segnale delle cinture di sicurezza si accese.
Jim sedeva accanto a lui, i suoi occhi concentrati sull’uomo più alto. Aveva mantenuto la sua promessa, aveva messo Jared nel seggiolino vicino al finestrino lui stesso, fresco di doccia e con una piccola quantità di cibo nello stomaco, dato che era passato parecchio da quando Jared aveva mangiato qualcosa.
Jared non andò nel panico. Si limitò a fissare il seggiolino davanti a lui, controllando il respiro e misurandosi il battito. I suoni ritornarono lentamente, diventando più forti proprio come se qualcuno stesse alzando il volume.
Diventava in qualche modo più facile ogni volta che Jared si svegliava da un sogno.
Come se il dolore avesse scavato un tunnel dentro Jared, più profondo e più profondo, scomparendo così da divorarlo dall’interno. E tutto quello che rimaneva era un dolore martellante che cresceva ad ogni respiro.
Camminando nell’aeroporto, la valigia già in mano, Jared cercò di ricordare se avesse mai visto uno dei due altri tizi nel suo ultimo sogno. Sembravano vagamente familiari ma non riusciva a collocarli. Forse stava aggiungendo amici ideali al suo uomo ideale ora.
Facendo una smorfia per i suoi stessi pensieri, arrossì, sperando che Jim non l’avesse notato mentre camminava dietro di lui, e velocemente lasciarono l’aeroporto, dirigendosi verso il posteggio dove Chad aveva promesso di aspettarlo.
Quando scorse il suo amico, sentì uno strano misto di sollievo e paura. Era felice di poter essere lì, di potersi prendere un po’ di vacanza, ma allo stesso tempo, aveva paura che Chad avrebbe visto, avrebbe saputo, mentre passava del tempo con lui.
Quanto Jared fosse pazzo.
Quando fosse assolutamente innamorato di un ragazzo da un fottuto sogno.
«Hey, JT».
Il saluto di Chad fu meno allegro e più preoccupato del normale, e solo quello fece sentire Jared in colpa.
«Hey» rispose e cercò di mettere quanta felicità poteva dentro quella parola.
Sembrò avere successo quando Chad sorrise e diede una pacca sulla spalla a Jared con molto più entusiasmo del necessario.
«Posso occuparmene io da qui» disse Chad a Jim, ignorando Jared come se non fosse lì. «Grazie amico, lo apprezzo.»
«Tienilo d’occhio». Jim diede il suo ultimo consiglio e se ne andò, stringendo Jared in un abbraccio prima di andarsene.
«Jared? Sei tu, amico?»
Jared e Chad si girarono, guardando da dove proveniva la voce e Jared sobbalzò quando riconobbe l’uomo che correva verso di loro.
«Aldis!»
«È bello vederti amico!» sorrise Aldis, senza notare completamente l’espressione accigliata sul viso di Jared.
«Chad, questo è Aldis» lo presentò Jared. «È stato guest star in Supernatural. Aldis, questo è il mio amico Chad.»
«Hey fratello, piacere di conoscerti.» Aldis sorrise allegro e Jared capì all’istante che si erano piaciuti dall’inizio.
«Che diamine fai negli Stati Uniti in questo periodo dell’anno?» chiese Aldis, ma chiaramente felice di averlo incontrato.
«Solo un po’ di tempo libero, stanno girando la seconda unità e un nuovo membro del cast ora.»
Jared aveva detto una mezza bugia e sperò che Aldis non indagasse di più.
Ma sembrava che Jared non avesse alcuna ragione di preoccuparsi.
«Bello, dovete assolutamente venire alla mia festa stasera!» esplose Aldis, saltellando quasi.
«Ci sarà tutta la crew di Leverage e un paio di amici. Cosa ne dite?»
Jared sbattè le palpebre, incapace di formulare un pensiero coerente. Che diavolo stava succedendo? Prima stava sognando di questa cosa e ora stava diventando realtà?
«Ci saremo sicuramente, bello» disse Chad quando Jared non rispose.
«Grande!» Un enorme sorriso si aprì sul viso di Aldis. «Ti invio l’indirizzo, okay Jared?»
E con questo, Aldis si era voltato e stava correndo via, mentre Jared non aveva ancora realizzato.
Chad lanciò a Jared una lunga occhiata. «Sarebbe l’ora che ti abituassi di nuovo ad avere persone intorno, JT. Sembri un fantasma o qualcosa del genere.»
Chad portò Jared al suo appartamento, dicendogli di fare come se fosse casa sua e Jared rispose con un gesto del capo. Avrebbe provato ma questa non era casa sua. Casa sua aveva una stanza, una stanza vuota in cui Jared desiderava poter essere in quel momento perché quello era il posto in cui sentiva di dover stare, in cui aveva bisogno di stare.
«Che ne dici se ti preparo un boccone e poi ci incamminiamo? Usa pure il mio computer, guarda se Aldis ti ha già mandato il suo indirizzo» disse Chad con un sorriso. Entrò in cucina, aprendo e chiudendo diversi barattoli mentre faceva tintinnare pentole e padelle come se stesse progettando di cucinare per un banchetto di quattro portate. Alla fine, incastrò la testa nel congelatore, riemergendo timidamente con fajita congelati che infilò nel microonde.
«Cibo convenienza, è da amare.»
Jared rise, sedendosi con il MacBook di Chad appoggiato sulle ginocchia per aprire la sua mail.

La casa di Aldis era piena di persone che Jared non conosceva ed era l’ultimo posto dove voleva essere in realtà. Ma poi vide di nuovo l’espressione preoccupata sul viso di Chad e giurò a se stesso per la centesima volta che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla andare via.
Far preoccupare Chad Michael Murray per te era quasi un crimine contro natura.
Jared ridacchiò al pensiero e ottenne un sopracciglio alzato da Chad.
«Hey, ce l’avete fatta.» sentirono urlare Aldis attraverso la stanza e l’uomo andò a salutarli subito dopo, con un gran sorriso in faccia, un paio di occhiali enormi e già in mano due colorati, esotici cocktails, pronti per essere consegnati al primo ospite che passava vicino a lui.
«Cosa vi piace ragazzi?» chiese Aldis, agitando i cocktails davanti al loro naso.
«Ho i più incredibili cocktails al mondo oppure noiose e sfigate bottiglie di birra.»
Chad e Jared si scambiarono un’occhiata: «Birra» annuirono.
Aldis roteò gli occhi.
«Figuriamoci.»

Cinque minuti dopo avevano le loro birre in mano ed erano stati presentati a mezza casa.
Jared scoprì che si stava divertendo in realtà.
Chad stava farneticando su qualche ragazza sul set, e per alcuni minuti Jared potè quasi scordarsi del perché fosse lì.
«E poi se ne è semplicemente andata!» concluse Chad agitando le braccia e un’espressione sul volto come se fosse stata la cosa migliore che avesse mai visto. «Ha semplicemente detto a tutti, testuali parole: “Hey, gente, me ne vado. Mi dispiace, ma ho bisogno di una vacanza, tipo, ora.” E se n’è andata. Così.»
Chad scosse la testa, chiaramente incredulo. «Voglio dire, mi piaceva Danneel quando lavorava con noi a tempo pieno sapete? Pensavo fosse una ragazza dolce e carina e tutto. Ma cavolo, a volte le più dolci sono le più pazze.»
«Aspetta…cosa?» Chad ebbe finalmente l’attenzione di Jared. «Hai appena detto Danneel?»
Chad lo guardò accigliato. «Sì. Quindi?»
«Solo…»
Forse Chad ne aveva parlato prima. Forse il suo subconscio aveva salvato quel nome e ora gli appariva nel sonno.
Jared scosse la testa all’espressione di attesa sul volto di Chad. Non c’era motivo di far preoccupare Chad anche di più dicendogli che conosceva quel nome per un sogno.
La conversazione si spostò velocemente su argomenti più innocui e Jared si sentì rilassato di nuovo.
Finché non li vide.
Gli occhi spalancati, Jared quasi si strozzò con la birra.
Il suo cervello impazzì cercando una spiegazione, tirando fuori teorie, idee su come poteva essere possibile. Ma tutto quello che ne uscì fu niente quando fissò le due persone dall’altra parte della stanza.
Entrambi più bassi di lui. Entrambi con capelli lunghi, legati dietro; uno biondo, l’altro moro.
Steve e Chris.
Gli uomini nel suo sogno.

Mezzora dopo Jared aveva i nomi dei due tizi. Uno era un musicista, Steve Carlson, e il nome dell’altro era Christian Kane, uno dei colleghi di Aldis in realtà, attore nel suo stesso show.
Chris e Steve. Fino ad ora, il sogno era giusto.
Ma Jared non aveva più informazioni. La sua mente correva ancora, facendo domande, chiedendosi perché poteva sognare due tizi che mai prima di quel momento aveva incontrato nella vita vera. Li conosceva? Li aveva visti e si era semplicemente scordato? Il suo subconscio li aveva tirati fuori da un ricordo lontano e dimenticato?
Jared era riuscito a perdere Chad da qualche parte nella folla e stava chiacchierando con Aldis quando vide i due uomini di nuovo, giusto un paio di passi lontani da lui.
Li seguì con la coda dell’occhio, aveva pensato a cosa avrebbe potuto fare, a cosa avrebbe potuto chiedere. Se fosse stato sul punto di chiedere loro qualcosa.
Beccandoli di nuovo, un paio di metri più avanti, che svanivano in un’altra stanza, Jared prese una decisione.

Sapeva che era stupido ancora prima di fare quei passi. Ma stava diventando matto, e se c’era anche la più piccola possibilità di avere una risposta, doveva prenderla al volo. Sentì Aldis gridare il suo nome dietro di lui dopo aver all’improvviso cambiato direzione, ma scelse di ignorarlo. Non avrebbe avuto il coraggio di chiedere se non l’avesse fatto ora.
«Uhm, scusami?» la sua voce gli sembrò all’improvviso alta, ma eccetto per loro tre e Aldis che l’aveva seguito, erano soli in quello che Jared realizzò essere un altro salotto.
Steve stava terminando una telefonata, chiudendo il cellulare e girandosi verso il suo amico, quando Jared lo approcciò. Il biondo alzò lo sguardo su di lui, in attesa.
«Ci conosciamo?» forzò Jared, sapendo di suonare come uno stupido dodicenne.
Steve sorrise e scosse la testa. «Questa non la sento da un po’.»
Jared si sentì arrossire e agitò la testa con decisione. «No, dio, no! Io… Sento davvero di conoscerti.»
Il sorriso svanì dal viso dell’altro uomo e sembrò come se stesse cercando di ricordarsi Jared.
«Tu sei Jared Pada…qualcosa, giusto? Dal tv show? Io sono Steve Carlson, sono un cantante. Quindi ascolta, forse mi hai visto da qualche parte. E so chi sei…non significa che ci conosciamo, ma forse questo spiegherebbe le cose.»
Jared esitò giusto un secondo. Non pensava che avrebbe potuto umiliarsi di più.
«Continuo a sognarti.»
«Whoa, bello, stai indietro!»
Jared non sapevo cosa l’aveva colpito ma improvvisamente si trovò faccia a faccia con un tizio che lo guardava come se stesse per ucciderlo. Sembrava che potesse farlo.
Chris.
«È abbastanza amico mio. Quindi fatti indietro!» lo minacciò, il tono calmo ma pericoloso e Jared mandò avanti le mani in difesa.
«Non sto colpendo il tuo ragazzo!»
Jared seppe di aver detto la cosa sbagliata quando vide la rabbia nel volto dell’altro uomo diventare ancora più intensa.
Jared sospiro sconfitto e chiuse gli occhi. «Merda, amico, mi dispiace. È uscita male. Ma dico davvero. Non ho colpito il tuo ragazzo. Mi dispiace. È solo che…»
Si fermò quando notò l’espressione shockata dell’altro. Questo non era ciò che si aspettava.
«Aldis, vorresti lasciarci soli per favore?» disse Chris senza voltarsi, la rabbia di nuovo sul volto.
«Chi io? Oh, no diamine!» Aldis guardò nervoso da un uomo all’altro. Non sembrava capace di decidere se voler mettersi fra loro o no.
«Aldis, vai.» ripetè Chris a denti stretti.
Jared iniziò a sudare. Non conosceva molto bene quest’uomo davanti a lui. Ma in qualche modo presumeva che l’uomo potesse batterlo anche se Jared avesse avuto muscoli e un paio di centimetri in più.
«No, Chris scorda telo.» Jared vide Aldis scuotere la testa con la coda dell’occhio.
«Jay è davvero un bravo ragazzo, sono sicuro che non intendeva in quel senso, amico. Ti ha solo confuso con qualcun altro.»
«Aldis, lascia questa cazzo di stanza.» rinchiò Chris.
«Non farai a botte con lui, amico! Siete entrambi bravi ragazzi, dai!»
Chris girò la testa e guardò Aldis. «Lascia questa cazzo di stanza, adesso!»
«Posso occuparmene io.» La debole replica venne da Steve e Jared vide che stava guardando Aldis con un espressione seria ma calma.
‘Che diavolo sta succedendo qui?’ pensò Jared, la mente che viaggiava veloce.
Aldis lanciò un’occhiata a Jared, quindi scosse la testa e lasciò la stanza. «Okay, dico per dire, tutto questo è stupido. Dico per dire.»

«Come lo sai?» ringhiò Chris a Jared non appena Aldis ebbe lasciato la stanza e chiuso la porta dietro di lui.
«Sapere cosa?»
Chris non mosse un muscolo, continuò solo a fissare Jared come un sbirro.
«Di Steve e me?»
«Io…»
«Perché c’è solo una manciata di persone che sa di noi e affiderei loro la mia vita. So che non sparlano di questo.» Chris lo spinse, forzandolo a spostarsi un paio di passi più indietro.
«Vacci piano con lui, Chris» disse Steve con la stessa voce calma di poco prima. Ma non fece nulla. Si limitò a guardare Jared in attesa, aspettando una risposta proprio come Chris.
«L’ho sognato.» si sentì dire Jared e realizzò che era vero. Non l’aveva sentito da qualche parte. Non conosceva questi tizi. Li aveva solo sognati.
Una sensazione strana gli prese la spina dorsale, come se ci fosse qualcosa in fondo alla sua mente, qualcosa che non riusciva a raggiungere, ma che avrebbe spiegato tutto.
Poté vedere Chris e Steve scambiarsi un’occhiata che non riuscì a leggere, ma il volto di Steve era impallidito e Chris diventò solo più arrabbiato.
«Non è uno stupido scherzo qui!» minacciò Chris, una mano sul colletto di Jared, spingendolo ancora indietro.
«Metti giù quelle fottute mani da lui, Kane!»
Tre teste si girarono quando Chad irruppe nella stanza, furioso, e si mise fra Jared e Chris in un battito di ciglia, entrambi gli uomini che lo fissavano sorpresi.
«So che probabilmente puoi uccidermi con una mossa, Kane, ma non pensare che non conosco un trucchetto o due!»
Il silenzio cadde sulla stanza.
Chris fissò Chad, una punta di rispetto negli occhi. Poi Chris fece un passo indietro e lasciò andare Jared, senza dire niente, solo guardando male entrambi.
«Tu vieni con me» disse Chad a Jared, e Jared era così sconvolto che non potè fare nient’altro che seguirlo.
Chad attese finché entrambi non furono fuori dalla stanza, dietro un angolo e nascosti da tutti, prima di girarsi e colpire Jared in faccia.
«Fottuto idiota!» sibilò e Jared non credeva di aver mai visto il suo amico più arrabbiato. «Se vuoi convincermi che non sei un suicida, non andare in giro chiamando Chris Kane frocio!»
«Non l’ho fatto» cercò di difendersi Jared, tenendosi il naso finché il dolore cominciò a svanire.
Chad sbuffò arrabbiato. «Beh, Aldis mi ha detto un’altra cosa. E non so perché ma credo di più a lui che a te al momento.»
Jared scosse la testa. «Non l’ho fatto, Chad. Ho solo…Gli ho solo detto che sapevo che usciva con Steve.»
«Oh, e questo non è chiamarlo frocio?»
«No, non quando è la verità. E non ho usato quella parola.»
Chad apparì scettico. «È la verità? Davvero? Amico, sarebbe esilarante!» Chad fece una smorfia, accigliandosi «Beh, questo spiegherebbe perché è partito quando gli hai detto che lo sapevi.»
Jared annuì, felice che Chad sembrasse credergli.
«Come lo sai, comunque?»
Una risata triste uscì dalla gola di Jared e abbassò la testa, incapace di incontrare gli occhi del suo amico.
«L’ho sognato.»

Jared lasciò il piccolo bagno quando fu sicuro che il suo naso non avesse duplicato le sue dimensioni facendolo sembrare un idiota che aveva appena affrontato una scazzottata.
Anche se non era il suo aspetto quello per cui era più preoccupato.
Jared era preoccupato di se stesso. Era preoccupato di perdere davvero il suo senso della realtà. Solo un paio di settimane prima avrebbe semplicemente riso dopo aver incontrato Steve e Chris a questa festa a caso dopo averli sognati. Il suo primo pensiero sarebbe stato logico, sarebbe semplicemente stata la consapevolezza di averli visti da qualche parte prima.
La prima cosa che gli sarebbe venuta in mente non sarebbe stata speranza.
O il dubbio accecante che i suoi sogni erano molto più che semplici…sogni.
«Scusa per il pugno, amico.» Chad fece una smorfia quando guardò Jared, uscendo dal bagno.
Jared scosse leggermente la testa, «È tutto a posto. Eri solo preoccupato.»
Chad annuì esitante, ma si girò e lasciò tutto così.
Silenziosamente, entrambi si unirono al gruppo di persone di nuovo, che sembrava crescere ancora. Jared vide Aldis sorridere, dando il benvenuto ad ognuna di loro come un vecchio amico.
«Gesù» ridacchiò Chad vicino a lui «guarda chi si sta imbucando ad una festa.»
Jared si voltò per scoprire di chi stava parlando il suo amico e sussultò non appena vide Tom Welling e Mike Rosenbaum dall’altra parte della stanza.
I ricordi di loro tre insieme a casa di Tom, di Jensen e lui che rasavano la testa di Mike; ricordi veri e falsi gli passarono per la mente.
Guardare Mike muovere la mano fra i capelli ricordò a Jared quale era vero e quale falso.
«Hey, non li saluti?» gli urlò dietro Chad, quando già si stava incamminando.
«Ho bisogno di un po’ d’aria» disse Jared, non sicuro se Chad l’avesse sentito.
Era fresco fuori. Non freddo, ma l’aria sembrava strana intorno a lui, lo faceva tremare e pensare a casa, all’aria pungente di Vancouver. Come ci si sentiva a casa non lo poteva più dire, poteva solo dire che aveva una casa in quei sogni, quando ancora ricordava, quando ancora era all’oscuro della realtà mentre stava dormendo. Si era sentito a casa allora e adesso non cera rimasto praticamente più niente.
Era più o meno solo fuori. Solo una coppia che non conosceva era seduta sulle loro giacche lontano da lui e Jared apprezzò la tranquillità lì fuori, lontano dalla festa, lontano da tutte le persone felici e spensierate.
Settimane prima avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come loro di nuovo, semplicemente tornare dentro e non pensare a cosa aveva sognato, a cosa avrebbe potuto avere.
Ora avrebbe dato qualsiasi cosa solo per rendere tutto reale.
Per portare Jensen nella sua vita.
«Uhm, Jared? Scusami?»
La voce delicata venne da dietro e Jared si voltò per trovare Steve, che appariva nervoso ed esitante.
Prendendo un respiro profondo e preparandosi una scusa, fece un passo avanti.
«Sì?»
Steve si schiarì la voce e alzò lo sguardo su Jared.
«Perché tu…cosa…quando sogni me, Chris e me, cosa sogni?»
Jared sentì le guance arrossarsi e scosse la testa.
«Bello, no, non sogno Chris e te, non in…non in quel senso!»
Gli occhi di Steve si spalancarono quando capì come aveva dovuto interpretare la domanda Jared. Si lasciò sfuggire una risata imbarazzata.
«No, amico. Non intendevo quello. Beh, non pensavo quello, almeno.»
«Uhm.» Steve si passò una mano fra i capelli, gli occhi che si spostavano sul terreno sotto di lui.
«Tu…quando sogni noi, c’è…c’è questo tizio? Questo tizio biondo? Tipo, un po’ più alto di me, capelli corti, occhi verdi, lentiggini sul viso?»

~ Jensen ~
«Dio, Jared, stai tremando!»
Lo sento debole sotto il mio tocco e il suo viso è pallido.
I suoi occhi luccicano con emozione come cambiano colore col sole.
Mi sta fissando con occhi scuri e shockati, e subito dopo
sono verdi e limpidi e l’amore sul suo volto mi spezza il cuore.
«Jared, dai, parlami!» lo supplico, ma lui si limita a guardarmi
come se fossi il suo mondo intero.
E come se stesse per perdermi.
«Jared, no! No no no no!! Andiamo, resta con me! Jared, resta con me!»
Ma mi sta scivolando dalle dita comunque e non posso fermarlo.
successivo

pairing: jared/jensen, actor: jared padalecki, traduzione, actor: jensen ackles, fic: la stanza vuota

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