Jan 31, 2015 22:34
Titolo: Just so I can feel something
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Irene Adler, Jim Moriarty
Rating: Rosso
Avvertimenti: Het, pwp
Riassunto: Inoltre assomiglia talmente tanto a Sherlock Holmes da sembrare sua sorella gemella. Occhi azzurri, riccioli scuri, zigomi più affilati di una lama e una mente brillante. Certo, Irene possiede qualcosa in meno tra le gambe e qualcosa di troppo sul petto, ma non è nulla che uno strap-on e un binder non possano sistemare.
Note: Scritta per la prima missione del COW-T, seconda settimana!
Rosse sono le unghie laccate di Irene, rosso è il dildo che ha attaccato allo strap-on e rossi sono i graffi e i morsi che abbondano sulla pelle di James Moriarty, nascosti in punti che la mattina successiva verranno coperti dagli abiti morbidi ed eccessivamente costosi che fanno parte della maschera che ogni giorno Jim si cala sul volto. Moriarty è una persona che non esiste veramente, è un’immagine costruita razionalmente, è un’idea, un insieme di stereotipi e caratteristiche che chiunque assocerebbe a una persona “cattiva”. Come se le dicotomie buono/cattivo e giusto/sbagliato avessero veramente un senso nel mondo in cui vivono, pensa Jim, una risata che gli nasce in gola e muore nel momento stesso in cui Irene lo penetra.
«Smettila di pensare.» Gli sibila contro lei, per poi conficcargli con forza le unghie nei fianchi e assalirgli le labbra in un bacio tutto denti.
Jim si arcua, mugola e apre le gambe per accogliere meglio il giocattolo dentro di sé. Mai si mostrerebbe tanto vulnerabile e passivo davanti a qualcuno, mai lascerebbe volontariamente cadere la maschera al suolo insieme al completo di Armani, mai Jim si donerebbe in quel modo; eppure con Irene è diverso.
Irene Adler è la persona che Jim ha scelto per sfogare la sua libido. Non poteva prendere una decisione migliore: Irene è intelligente, è una donna con cui è piacevole intavolare anche una semplice discussione, è una dominatrice professionista, è brava a letto ed è legata a lui da un legame professionale - in cambio dei suoi servigi Jim le dona protezione - che le impedisce di divulgare la natura dei loro incontri al pubblico. Inoltre assomiglia talmente tanto a Sherlock Holmes da sembrare sua sorella gemella. Occhi azzurri, riccioli scuri, zigomi più affilati di una lama e una mente brillante. Certo, Irene possiede qualcosa in meno tra le gambe e qualcosa di troppo sul petto, ma non è nulla che uno strap-on e un binder non possano sistemare.
Irene lo scopa con forza senza averlo preparato abbastanza e soddisfa in questo modo la richiesta. Il delizioso mix di dolore e piacere è come una benedizione per Jim Moriarty, che calando le palpebre sugli occhi scuri può immaginare che sia Sherlock a sbattere il bacino contro al suo e a fotterlo come mai è stato fottuto in vita sua. Jim si lascia andare, inclina il capo all’indietro e mugola oscenamente, i suoni alti ed acuti che risuonano nella stanza altrimenti silenziosa. Bastano poche spinte dirette esattamente contro la prostata - è l’ottava volta che va a letto con Irene, ormai la donna ha capito come muoversi - e l’immagine dell’unico consulente investigativo al mondo in testa per portare Jim al limite.
È allora che apre nuovamente gli occhi. Nella penombra, i lineamenti di Irene si confondono con quelli di Sherlock. Nell’emettere un gemito, le labbra di Jim si sollevano verso l’alto, in un sorriso caldo e quasi dolce che nessuno fino a quel momento ha avuto il piacere di vedere.
«Sherlock…» sospira, la mancina che si solleva e si poggia sul volto affilato di Irene. I polpastrelli delineano delicatamente lo zigomo prominente, lenti scendono verso il basso, fino a fermarsi a pochi millimetri dalle labbra. «Sherlock…» chiama ancora, la voce che si spezza ed assume un tono disperato che Jim troverebbe disgustoso se solo fosse più consapevole della situazione.
Viene sul proprio addome in fiotti caldi. Irene non fa una piega ed esce da lui.
Dopo il rapporto fanno attenzione a non toccarsi: la dominatrice slaccia lo strap-on e lentamente si riveste, mentre Jim si sistema meglio sulle lenzuola ed evita accuratamente di osservarla, lo sguardo fisso su un punto indefinito della parete di fronte a lui.
Anziché andarsene senza dire nulla, quel giorno Irene decide di parlare.
«Sei senza speranza.» dice, in un tono denigratorio ed interessato al tempo stesso. Il loro rapporto non è più semplicemente fisico e professionale: per quanto entrambi odino ammetterlo, stanno iniziando a sviluppare una sorta di simpatia l’uno per l’altro. È raro per due persone come loro.
Jim rimane in silenzio per qualche istante. Irene ha ragione e tutto quello che Jim vorrebbe fare è ridere, perché la sua ossessione per Sherlock Holmes è arrivata ad essere talmente profonda da potersi ritorcere contro di lui ad ogni momento, perché adora la propria nemesi a tal punto che si farebbe uccidere da lui solo per sentire le mani del detective strette intorno al proprio collo, perché è davvero senza speranza e deve sembrare davvero patetico. Vorrebbe ridere ma non lo fa, invece apre le labbra in un sorriso affilato e incrocia lo sguardo di Irene.
«Miss Adler, modera i toni, potrei farti uccidere quando voglio.»
Gli dispiacerebbe farlo davvero, in fondo Irene le piace.
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ch: jim moriarty