Titolo: Made a meal out of me, and come back for more. 1/? (sequel di
Then get ready for the night line)
Autore:
weeping_iceFandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Leviathan!Dean/Dean, Sam/Dean
Rating: arancio (16+)
Beta/Reader: no
Words: 1625
Warning/Spoiler: spoiler settima stagione, AU 7x06 “Slash fiction”, self!cest, incest, mpreg, parto
Riassunto: AU di "Slash fiction", Dean e Sam vengono catturati dai loro cloni e... Be', diciamo solo che non ne escono indenni.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono... No, seriamente, qualcuno credeva il contrario? Per tutte le informazioni del caso rivolgetevi a Kripke che maltratta meglio di me i piccoli.
Note: colpa di
sepherim_ml, con cui ormai è nata un'associazione a delinquere di prompt e fill... diciamo un pelo sopra le righe XD. Questa sarà la mia prima storia a capitoli e spero venga fuori bene.
Il titolo viene dalla canzone “You shook me all night long” degli AC/DC.
L'ultimo fantasma che avevano incontrato aveva riso per quasi mezz'ora della sua testa pelata e di Dean, prima che suo fratello lo ricoprisse di sale e desse fuoco alle sue chiappe sovrannaturali, incazzato come pochi. Da quel momento erano rimasti in casa con Bobby, occupandosi esclusivamente di ricerche e alibi per altri cacciatori.
Be', Dean avrebbe voluto occuparsi delle auto nel garage, ma il pancione esagerato ormai gli impediva qualsiasi movimento, quindi la cosa era tecnicamente impossibile.
Due gemelli. Chi l'avrebbe mai detto che uno dei fratelli Winchester sarebbe finito padre - o madre, anche se non l'avrebbe mai detto a voce alta.
« Cazzo ».
Sam alzò lo sguardo, chiudendo di scatto il tomo sulle sirene che stava esaminando. Dean aveva posato il suo panino alla salsiccia e... marmellata?! Sul tavolino e ora si passava la mano sul ventre gonfio. La sua faccia era contratta in una smorfia di dolore e cercava di respirare a fondo.
« Tutto bene, Dean? »
« Solo due marmocchi che giocano a football con i miei reni ».
Be', arrivati a quel punto andava da quello all'urgenza di pisciare. Tutto sommato, a Sam era andata di lusso.
Poi Adam cominciò a piangere e Dean dovette tendere le braccia, sporgendosi appena dal divano, per afferrarlo e appoggiarlo sull'addome. Per un attimo Sam ebbe paura che suo fratello cadesse.
« E adesso cosa c'è, piccoletto? »
E Sam li fissò con un moto di possesso ad agitargli le viscere, perché suo nipote smise di piangere appena il suo orecchio fu sopra il cuore di Dean, sopra il cuore della sua mamma.
« Sarebbe proprio un peccato, tesoro » mormorò, riavvicinandosi di nuovo a lui. Solo per il tono mellifluo che aveva usato per quel 'tesoro', avrebbe dovuto prenderlo a calci in culo. « Suggerisco di impegnarci ».
Dean si svegliò grondante di sudore. Aveva ammazzato quel figlio di puttana con estrema soddisfazione, eppure non riusciva a liberarsi di quegli incubi, nonostante tutto. E quando non erano i suoi incubi a svegliarlo erano quelli di Sam. O Adam. O i piccoli quarterback che portava in grembo.
Con un sospiro stanco, si levò a sedere. Avrebbe dovuto dormire, almeno fino a quando i tre piccoli sé lo avessero lasciato fare, ma quel bastardo continuava a ripresentarsi nella sua mente.
« Dean... »
Merda, Sam doveva tornare a dormire nel suo letto, in un modo o in altro. E dovevano scoprire cose Psyco Sam avesse usato per non fargli ricrescere i capelli: Samantha senza capelli da femminuccia non era Samantha.
Esasperato, si lasciò ricadere sul letto e subito la testa enorme e completamente calva di Sam si posò sul suo petto, mentre il suo fratellino gli accarezzava distrattamente il piccolo Everest che aveva al posto dell'addome, probabilmente cercando di sentire i calci dei bambini.
Il gusto che quel ragazzo aveva sviluppato per il suo pancione era veramente preoccupante. E i tomi che continuava a consultare non lo rincuoravano affatto, soprattutto dopo che aveva scorto sulle pagine gli stessi simboli che quel gran figlio di puttana del Leviatano aveva disegnato sul suo addome.
« Piangeva? »
« No, Adam è tranquillo ».
« Allora i piccoli... »
« Stanno bene » sbottò Dean, scostando la mano con ferocia. « Stanno tutti bene, Sammy ».
Lo sentiva, stava per arrivare uno dei momenti in cui Samantha voleva parlare dei suoi sentimenti e delle sue paure. E Dean non aveva nemmeno una birra sottomano.
« Dean... »
Ecco, era arrivato.
« No, Sammy » disse brusco, voltandosi sul fianco a fronteggiare la culla. Adam dormiva tranquillo sulla pancia, un piccolo rivolo di bava gli usciva dall'angolo della bocca. « Non parleremo di questo ».
Al suo primo parto, Dean era solo in una vecchia fattoria abbandonata con se stesso, e la cosa era stata disgustosa e inquietante allo stesso tempo.
Merda, come altro poteva descrivere l'immagine di un altro sé, ghignante, mentre gli apriva il ventre ed estraeva Adam?
La seconda volta, quando sentì le contrazioni, Sam e Bobby erano seduti accanto a lui nella cucina, intenti a divorare una serie di coste cotte sulla griglia. E la cosa non era di grande consolazione
« Non dovremmo anestetizzarlo? »
Cazzo, che pensassero solo a togliergli quei cosi dalla pancia, piuttosto, prima che lo spaccassero in due.
« Certo genio, e come lo spieghiamo ai medici un uomo incinto? »
E Sam avrebbe voluto rispondere, Dean lo vedeva dalla fronte contratta e le dita artigliate sul suo braccio, ma, cazzo, quello non era proprio il momento adatto perché Samantha si strizzasse le palle nelle mutandine.
«Ragazzi, meno chiacchiere e più incisioni »
E no, non era lui quello che aveva urlato e che ora piantava le unghie nella mano di suo fratello, sibilando per il dolore. O che urlava e piangeva.
Cazzo, quasi quasi rimpiangeva quando Occhi Gialli lo squartava contro la parete di quella catapecchia.
Stava giusto per alzarsi e tagliarsi da sé, perché sarebbe stato dannatamente più veloce, quando un vagito ruppe l'aria.
« È una femmina » mormorava Sam, tenendo tra le sue mani enormi un piccolo pezzo di carne urlante. Aveva sangue perfino sull'enorme testone pelato, ma piangeva e rideva come un deficiente. « Una bambina ».
E Dean lo avrebbe preso per il culo per quelle lacrime, se una nuova scarica di dolore non lo avesse colto proprio in quel momento. Merda, ma quanta roba c'era lì dentro?!
« Coraggio ragazzo, ora tiriamo fuori l'altro ».
Ma Dean non vide l'esito dell'operazione. Intorno a lui cominciava a fare freddo, la voce di Bobby era sempre più lontana e la faccia terrorizzata era poco più di una macchia sfocata, quando finalmente perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi, la sveglia accanto a lui segnava le tre.
Cazzo, quanto aveva dormito?!
« Finalmente ti sei svegliato ».
Dean portò lo sguardo su suo fratello, seduto accanto al suo letto e intento ad allattare un bambino troppo piccolo per essere Adam.
« È tuo figlio » mormorò, accennando al bambino adagiato nell'incavo del suo gomito, apparentemente senza un pensiero al mondo. Chissà perché, pur nel suo torpore, gli sembrava di sentire la gelosia di Sammy. « Hai un maschietto e una femminuccia ».
E Sam doveva avergli letto la domanda negli occhi, perché in pochi secondi si ritrovò le braccia piene di un piccolo che profumava di borotalco e i suoi occhi si incatenarono a un paio di gemelli, spalancati e guardinghi.
Merda, era già fregato. E avrebbe dovuto prepararsi ad uccidere, se i suoi bimbi, modestia a parte, gli somigliavano.
« Benvenuto, Bobby John » mormorò, posando un bacio sulla testolina quasi completamente calva. Accanto a lui, Sam sorrideva come uno scemo, tenendo in braccio un piccolo involto di spugna rosa.
Cielo, non si sentiva assolutamente male nel vedere quel rosa.
« È Ellen? »
Perché, diamine, Dean non era pronto a chiamare la sua bimba Mary, probabilmente non lo sarebbe mai stato, ma forse c'era un buon compromesso per ricordare le sue mamme.
« È così che vuoi chiamarla? »
Dean annuì, prendendo la piccola dalle braccia del fratello e tendendogli Bobby John, apparentemente non soddisfatto del cambio. « Ellen Marie. E sarà una splendida cacciatrice ».
Perché i suoi figli avrebbero riempito il culo di qualsiasi creatura avesse osato affrontarli di sale e piombo. Perché sarebbero stati dei grandi figli di puttana, esattamente come lui.
Era stanco e avrebbe voluto dormire per almeno un mese, ma il un attimo si ritrovò sommerso di una calda e pesante coperta fatta di Sammy e tre bambini, di cui uno accennava appena qualche sillaba per richiamare la sua attenzione.
« Se insegnerai anche a questi due a chiamarmi mamma » disse Dean, sbadigliando sonoramente. « Giuro che ti prenderò sul serio a calci in culo ».
« Merda, ma non dormono mai? »
Be', Dean era sicuro che Bobby avrebbe voluto ficcare un calzino in bocca ai bambini... cazzo, forse perfino Sam avrebbe voluto tappare la bocca ai piccoletti urlanti, ma prima sarebbero dovuti passare sul suo cadavere.
Quei due lo dicevano sempre: lui era la madre, quindi doveva per forza avere una qualche priorità nel zittirli.
Esasperato, si gettò un asciugamano sulla spalla e spremette alcune gocce di latte sul polso. Le prime volte che si era ritrovato a fare quello era stato strano, in fondo l'ultima volta che aveva scaldato un biberon arrivava al gas solo salendo su una sedia, ma ormai era sicuro di poterlo fare ad occhi chiusi.
Le assi del pavimento scricchiolavano sotto i suoi passi. Dal lettino, Adam lo guardava disperato: avrebbero dovuto trovare un'altra sistemazione per il piccoletto o non avrebbe dormito per i prossimi mesi.
« Se non vi calmate, Bobby riempirà i nostri culi di piombo ».
Non che Bobby o Ellen gli dessero retta, ma doveva pur dire qualcosa.
I due lo guardavano con gli occhi colmi di lacrime e uno con i un piede in bocca e l'altro succhiandosi il pollice.
« Tu prendi Ellen, io mi occupo di Bobby ».
Sam si materializzò quasi per magia al suo fianco e allungò le braccia ad afferrare il piccolo, grazie al cielo troppo preso dal suo alluce per badare ad altro, prima di strappargli un biberon dalle mani.
Ellen sorrideva soddisfatta tra le sue braccia, mentre succhiava dalla tettarella come fosse la cosa più importante al mondo.
Be', dopo il suo pollice e quel brutto papero di pezza, probabilmente lo era.
« Dobbiamo trovare una soluzione per Adam » mormorò Sam, battendo sulla schiena di Bobby e guardando disgustato la macchia biancastra che gli colava dalla spalla. Forse avrebbe dovuto insegnare al suo fratellino un paio di cose sui bambini.
Aveva appena riadagiato Ellen sul piccolo materasso e stava per imboccarle la coperta, quando una mano gigantesca si posò sul suo addome. Un'altra mano, uguale alla sua, lo aveva fatto un paio di volte, e ogni volta si era ritrovato con un bambino e una pancia che occupava mezzo Texas.
Dean si voltò, incapace di parlare. Sammy sorrideva, tracciando distrattamente dei segni sopra la sua maglietta, mentre lo sguardo correva dalla culla alle sue labbra.
Merda, stavolta era veramente fregato.
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