Flaming Stars

Feb 27, 2008 13:02






"Because I'm Awesome" Dollyrots


Da quel fatidico giorno tutte le sere, dopo le lezioni, ci mettevamo a provare in quel triste stanzino che, nonostante le ripetute e continue spruzzate di ogni tipo deodoranti, mangia odori ed essenze, continuava a puzzare di chiuso e muffa.



Inoltre per renderlo più confortevole Elvira aveva iniziato a dipingere le pareti con disegni assurdi, attaccare poster e abbellirlo come più si poteva. Rimaneva sempre triste, ma almeno era più piacevole passarci le serate. All’inizio suonavamo più che altro cover i cui accordi provenivano da internet; mi scoprii portata per Hell’s Bells degli AC/DC. Ok, una sorta di sacrilegio vista la mia voce stridula e molto più femminile dell’originale, ma Jamie aveva insistito talmente tanto perchè la cantassi. Sull’assolo stesi un velo pietoso, era più che altro un abbozzo di qualcosa suonato con la chitarra, ma il bello stava proprio lì: nessuno pretendeva da noi nulla. Suonavamo per noi stessi, solo noi stessi. La prendevamo talmente alla leggera che ancora non avevamo nemmeno un nome.



Ogni giorno il nostro repertorio si allargava, spesso era Elvira che proponeva le canzoni, era pur sempre lei l’espertona di musica.
Una mattina entrò in camera mia con un sorrisetto beffardo e l’aria di chi aveva appena fatto dei danni, era furba, si, ma prevedibile.
“Ho un regalo per te!” esordì. Le mani dietro la schiena e un sorrisone a trensei denti.
“Oh” mi sorprese, “Un regalo, che dolce!!” tesi le mani verso di lei per aspettare un piccolo dono, magari impacchettato.
Mi diede un foglietto.
Con un filo di delusione, “Ma che cos’è la lista della spesa?” dissi ironica.
“Simpatica, leggi!”
Le mie labbra si dischiusero in un ampio sorriso, alzai la testa dal foglietto rivolgendo le mie attenzioni a lei.
“Non ci credo, l’hai trovata!” esclamai.
“Si, ed ora sei obbligata a cantarla e a suonarla... Come avevamo stabilito.” Non trattenne le risate.



Aveva trovato tutto ciò che ci serviva per suonare quella canzoncina tanto buffa che avevano ballato il giorno in cui decidemmo di iniziare a suonare insieme.
“Brand New Key in chiave punk sarà una figata” gesticolava frenatica ed impaziente “Dov’è quel pigrone del nostro batterista?”
“Credo sia in camera sua, non ne ho idea.” Qualcosa mi diceva che di lì a poco in camera di Jamie si sarebbe abbattuto un uragano.
“JAMIE!!!!!” Elvira si precipitò verso la camera di Jamie e aprì la porta quasi con una spallata, temetti che l’avrebbe buttata giù lasciando quel povero ragazzo senza porta.
“Che cosa è successo? Cos’è questo baccano?” sbarrò gli occhi. Fortunatamente lo trovammo seduto al computer e vestito dignitosamente. Ad Elvira non passava per la testa che magari potesse essere mezzo nudo o peggio ancora in situzioni intime... Magari con la sua ragazza.
“Andiamo a suonare! Subito!” si avvicinò a lui, lo afferrò per un braccio e tirò fino a che non fu in piedi e pronto a scattare.
“Ma c’era bisogno di sfondarmi la porta per venirmelo a dire, fammi capire...” alzò le spalle, mentre ci dirigevamo di sopra, cercando il mio sguardo per avere un appoggio.
“Ha trovato una canzone che vuole a tutti i costi suonare... Lo sai, quando si impunta...” cercai di giustificare Elvira, che nel frattempo ci aveva superati correndo verso lo stanzino, e non nascondo di aver trattenuto le risate dopo la scena.



Scosse la testa ormai esasperato, Jamie sapeva essere paziente in una maniera invidiabile.
“Scusa e se avessi dovuto studiare?” sbraitò ad Elvira.
“Ti prego, Jamie, non ci crede nessuno... Cosa stavi facendo? Guardavi le donnine su internet?”
Jamie arrossì violentemente, sospirando e alzando gli occhi al cielo e non fiatò più fino a che non fummo tutti ai nostri posti con fogli, foglietti e fogliettini per seguire le note; e iniziammo.

I rode my bicycle past your window last night
I roller skated to your door at daylight
It almost seems like you're avoiding me
I'm okay alone, but you got something I need

Fino a questo punto la melodia era pressochè simile all’orginale, ma era qui che veniva il bello e scoppiava in qualcosa di molto… Punk.

Well, I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key
I think that we should get together and try them out you see
I been looking around awhile
You got something for me
Oh! I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key
I ride my bike, I roller skate, don't drive no car
Don't go too fast, but I go pretty far
For somebody who don't drive
I been all around the world
Some people say, I done all right for a girl
Well, I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key
I think that we should get together and try them out you see
I been looking around awhile
You got something for me
Oh! I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key
I asked your mother if you were at home
She said, yes .. but you weren't alone
Oh, sometimes I think that you're avoiding me
I'm okay alone, but you've got something I need
Well, I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key
I think that we should get together and try them out to see
La la la la la la la la, la la la la la la
Oh! I got a brand new pair of roller skates
You got a brand new key

Il testo era decisamente stupido, ma dopo qualche prova ne ricavammo qualcosa di veramente originale e carino. Avremmo dovuto migliorarla ancora un pò, del resto rendere credibile una canzone del genere non era cosa da poco.
“Questo sarà il nostro pezzo forte!” Elvira era esaltata come poche volte l’avevo vista.
“Verrà decisamente bene, anche grazie alla bellissima vocetta Lu!” e Jamie era sempre così gentile.
Risi di gusto, “Jamie, il solito adulatore! Fai così anche con la tua Cheer?” gli lanciai uno sguardo malizioso.
Abbassò il capo imbarazzato e sorrise. Diventava ancora più bello quando il suo viso assumeva quell’espressione da ragazzino vergognoso.
“Sapessi cosa ci faccio con la -Mia Cheer-“ scherzò cercando di sdrammattizare l’imbarazzo e scoppiò a ridere.
“Non scendere nei particolari, Jamie, potrei vomitare.” Elvira si mise due dita in gola simulando un conato.
“Dai, Elvira, non fare la schizzinosa, vuoi venirmi a dire che non c’è nessuno a cui tieni...?”
“Tesoro, io sono di tutti e di nessuno...” e sciorinò il suo miglior sorriso stronzo. Elvira era fatta così: in pochi le resistevano, era bella, ci sapeva fare, ma non voleva nulla di serio. Alle feste la si vedeva spesso flirtare con dei ragazzi, ma mai gli stessi. Le piaceva così, storie facili e di breve durata che non le impegnassero il cuore che sembrava aver sigillato.
“Ho il cuore di amianto...” mi ripeteva sempre, ma dentro di me sapevo che avrei ucciso chiunque le avesse fatto del male, anche se in quanto a violenza fra le due lei vinceva su tutti i fronti. Elvira era pazza! O semplicemente sapeva prendere la vita nel modo in cui tutti noi dovremmo prenderla: vivi il presente, vivilo intensamente, ogni istante perchè nessuno ti ridarà mai più gli attimi che hai perso.
“Piuttosto” Elvira e il suo ghigno satanico erano rivolti a me “Jack? Ho notato che il vostro rapporto fa passi da giganti, eh?"
Effettivamente mi meritavo quella toccatina dal tono sarcastico.
Dopo il discorso con Jamie non scappavo più da Jack... Lo salutavo se lo incrociavo e subito dopo fuggivo, dandogli ben poche possibilità per venire a parlarmi.
Non sapevo davvero cosa dire, così balbettai qualcosa di incomprensibile che le fece scattare i nervi.
"Ora mi sono stufata!! Jamie, chiama Jack e digli di venire a vederci... Stasera! Capito?!" la sua affermazione mi fece sobbalzare.
"Co... Co... COSA?! Ma io non posso..."
"Non puoi cosa?! Vuoi passare tutta la vita a guardarlo da lontano?! Eh?!"



"No, io..."
"-No- un cazzo!! Stasera canterai per lui!!"
"Vi prego!!” la cosa sarebbe stata imbarazzante, cantare per lui? Se avessi avuto davanti solo lui sarei rimasta imbambolata con la chitarra in mano dimenticandomi anche il mio nome “Aspettate... Ragioniamo... Ok” mi girai verso Jamie seduto sullo sgabello della batteria “Jamie, porta lui... E va bene... Ma porta anche qualcun'altro... Vi prego!" questa volta lo sguardo supplicante era tutto per Elvira.



"Mmm” ci pensò un istante, se davvero lei mi avesse lasciata in balia degli eventi e di Jack... No, non poteva farmi questo! “E sia. Jamie, raduna un gruppetto di persone e stasera si suona. La nostra prima esibizione!!" il ghigno scomparve per far posto ad un sorriso e un viso eccitato ed entusiasta.
"Ok, sarà fatto! Certo, che tu mi schiavizzi, Kane!” quando si chiamavano per cognome era il culmine: iniziavano a punzecchiarsi di nuovo.
"Stone... Poche storie! Fila!!!” indicò la porta, non v’era possibilità di replica “Mi raccomando!!" degno di un generale nazista.
"Ok, ok! Nel nome di Satana..." Jamie si portò una mano sul cuore mentre si avviava verso le porta. Il fatto che eseguisse tutti questi ordini di Elvira non era perchè la temesse in un qualche modo, bensì perchè probabilmente non mi sopportava più nemmeno lui.
“Eh?” chiese, non si rese conto della sottile battuta.
“Nulla, nulla! Be’, scendo di sotto. Vado a sentire qualche amico e se avete bisogno di me... Non distruggetemi la camera.” Ogni riferimento era puramente casuale.
Rimanemmo io ed Elly da sole e potevamo dar sfogo a discorsi da donne.
"Stasera ti metterai in tiro... Ok?" iniziò a giocare coi miei capelli.
"Certo, che domande!!” ma questo era decisamente il problema minore “Ma... Che canzoni suoniamo? Cioè... Lui è un chitarrista provetto. Se sbaglio sono fottuta!"
"Lù, tranquilla. Suoneremo Brand New Key..."
"Ma l'abbiamo provata solo oggi!"
"Non importa! Abbi fiducia in me.” Ora il tono della voce era dolce e mi posò una mano sulla spalla “Poi suoneremo la cover delle Ronettes."
"Be My Baby? Ma è stupida..." anche quella cover era nel nostro repertorio. Sembravamo specializzati a rifare canzoni assurde.
"E' la tua dichiarazione d'amore, no, scema?" sorrise.



La guardai incredula. Di certo così non mi aiutava affatto e di rimando scoppiai in una risata totalmente isterica.
“Non scappi ormai! E’ ora che Jack cada ai tuoi piedi!!”
Annuii non ancora del tutto convinta e poi, come temevo, mi propose un’altra geniale idea.
“Poi canterai la canzone che hai scritto tu.” Tremai per un istante. Il pezzo a cui si riferiva era la nostra prima vera canzone seria. Le parole erano mie, la musica di Elvira. Quando lo scrissi ero completamente sbronza, ma piacque così tanto ai miei amici che decidemmo di tenerla. Era una sorta di inno alla mia persona; quando mi ubriacavo avevo molta sicurezza e determinazione e nessun timore di fare figuracce. Per un istante mi balenò per la testa che avrei potuto ubriacarmi prima di suonare per Jack, ma poi immaginai la pessima figura che avrei fatto se mi fossi lanciata e avessi detto qualche stupidità a sproposito. No, meglio rimanere lucidi e morire di paura e ansia da prestazione.
La canzone in questione l’avevamo intitolata: “Because I’m awesome” e il ritornello recitava così: I’m a leader,
I’m a winner,
And I’m cleaner
Cause I’m awesome
I don’t need you
cause I’m neato and I beat you
Cause I’m awesome
That’s right
Erano una massa di stronzate che messe insieme suonavano decisamente bene.
Ormai completamente nelle mani di Elvira dovetti desistere e aspettare le sue direttive.
"Sto per ribattere anche a questo, ma so che se lo faccio mi prenderò un calcio perciò me ne sto zitta. Però..."
"Oh, cristo... Però cosa?!"
"C'è un assolo..." nulla di così difficile in realtà, ma per me, che non avevo ancora molta dimestichezza, era un ostacolo non piccolo.
"E allora? Mi pare che la chitarrista ci sia, no?" indicò me.
"Lo sbaglierò sicuramente!"
"Lù, non stiamo per suonare a Woodstock!!!” alzò gli occhi al cielo, sapevo farla andare fuori di testa molto bene “Cerca di stare calma e andrà tutto bene. Poi mettila in questo modo: Jack non è sicuramente Thurston Moore!!"
Sospirai profondamente, ora le gambe iniziavano a tremarmi veramente.
Cercò di tranquillizzarmi ancora per un pò, fino a che entrambe non dovemmo scappare a lezione.
Lezione alla quale non prestai molta attenzione, immersa in tutti i miei pensieri com’ero. La matita dondolante fra le labbra, pensai che sarebbe stato divertente suonare e organizzare quella piccola festicciola. Suonare davanti a qualcuno per la prima volta e suonare davanti a Jack... Chissà se mi avrebbe parlato, se avrebbe apprezato... Ero piena di speranze che mi auguravo non si trasformassero in pure illusioni.

“Allora alle 9 in punto arriveranno un pò di amici.” La voce di Jamie alle mie spalle mi fece sobbalzare e quasi il libro che stavo leggendo non mi cadde dalle mani.



Ero tornata al dormitorio da poco e avevo deciso di rilassarmi un pochino sedendomi sul divano e leggendo qualcosa... Lo guadai spalancando gli occhi e corrugando le fronte, aspettando una notizia da lui. E non una notizia qualunque, lui capì al volo.
“Tranquilla, Jack ha detto che non si vuole perdere lo spettacolo. Verrà...”
Non dissi nulla, mi limitai a catapultarmi in camera mia, lasciando Jamie senza parole. Urgeva un restauro totale e veloce. Elvira non era ancora tornata da lezione, o da dovunque si fosse cacciata, e dovetti contare solo sul mio buon gusto che in quel momento era stato annullato dall’agitazione. Che diavolo si indossava per suonare la prima volta, ma non in maniera ufficiale e per giunta davanti al tipo di cui si è completamente cotte? Ogni mio vestito sembrava scialbo o troppo elaborato. Seduta sul pavimento, sommersa dai vestiti stavo già per perdere le speranze ed infilarmi un paio di jeans, una maglietta e farla finita una volta per tutte, quando notai in fondo al mio cassettone un vestitino rosso con ancora il cartellino del prezzo attaccato. Lo sfilai fuori con cura e lo spiegai.
“Perfetto!” pensai. Non ricordavo neppure di averlo comprato, ma fu una vera fortuna. Era grazioso: rosso a pois neri, con una gonnellina decisamente corta a pieghe e balze con l’orlo in pizzo nero, scollato il giusto e con gli spallini. Lo provai subito abbinato ai miei anfibi alti.
Mi pettinai con un’acconciatura non troppo elaborata e non mi truccai più di tanto, il vestito già faceva la sua parte.
Ero finalmente pronta. Uscii timidamente dalla stanza per cercare l’approvazione di qualcuno.



Il primo che mi capitò all’occhio fu Jamie seduto a guardare la tv.
“Allora? Come sto?” allargai le braccia per mostrarmi meglio. Distolse lo sguardo dalla tv e per un istante non disse nulla, mi guardava dall’alto in basso.
“Cavolo...” sussurrò, poi alzò la voce “Wow, Lu, sei... Sei... Bellissima!”
“Davvero? Non sono troppo...?”
“No, no, dico sul serio...” arrossì leggermente. “Sembri... Una stella...”
“Una Stella Fiammeggiante!” la voce eccitata di Elvira ci sorprese improvvisamente, arrivò agitando le mani nell’aria simulando una sorta di danza strana.



Io e Jamie ci scambiammo uno sguardo eloquente.
"Ha bevuto..." disse lui.
"Si, decisamente!" annuii.
Ci stupimmo sia per la sua entrata teatralissima, sia per il suo nuovo look sgargiante.
Per tutto il pomeriggio aveva solamente deciso di cambiare colore e taglio di capelli; non si smetiva mai, era la sua prima esibizione e doveva essere impeccabile. Stava tremendamente bene e le invidiavo il coraggio col quale non si faceva scrupolo alcuno nel tingersi i capelli e tagliarseli in maniera assolutamente stana. A parte il fatto che sarebbe stata bene con qualsiasi cosa in testa. Si era risistemata la frangetta tagliandola a punta, tingendo i capelli di nero con riflessi ai lati fuxia acceso.



"No non è vero!!! Anzi..." si difese lei incrociando le braccia con un broncio fin troppo teatrale.
"Elly, che è successo?! Che hai fatto hai capelli??! Perchè non sono rosa confetto?? Esci da questo corpo!!" Jamie la scosse leggermente tenendola per le spalle. Sapevo che di lì a poco o lo avrebbe strozzato o scorticato vivo, dipendeva dall’umore di Elvira. Di rimando si tolse le sue mani di dosso e gli puntò il dito addosso.
"Farò entrare qualcosa nel tuo di corpo se non la pianti, Stone!!”
Lo sguardo infuocato lasciò posto ad un atteggiamento decisamente civettuolo “E poi guardate bene... Ho le ciocche fuxia. Sono sempre la vostra angelica Bella-In-Rosa..." si indicò i nuovi capelli.
"Angelica? Satana al tuo confronto è un cherubino!!"
"Partorirai con dolore un giorno, maledetto Jamie Stone!!!!"
Ci guardammo per un istante e scoppiammo a ridere tutti quanti. Per un attimo la tensione si era allentata, in fondo era soltanto una serata tra amici, musica e qualche drink. In quel momento non importava se anche Jack sarebbe stato presente e la sensazione che provai mi risollevò moltissimo.

Cambiai subito umore quando alle nove circa molti amici del campus furono arrivati e il colpo finale me lo assestò con una grazia da maestro Jack. Stavo parlando con alcuni compagni di corso quando una voce dietro di me richiamò la mia attenzione.
“"Hei, ciao, biondina!" mi mise una mano sulla spalla per farmi girare.
"Ciao, Jack" la voce bassa e la mano che grattava l’aria. Proprio come la prima volta che ci eravamo conosciuti. Avevo sempre odiato chi mi chiamava biondina, ma lui se lo poteva permettere.
"Allora stasera tocca a te suonare?" più lo guardavo più mi sembrava bello. Averlo ancora così vicino mi rendeva nervosa, il cuore batteva a mille provocandomi un colorito che il fard non riusciva a nascondere e se ne accorse, era impossibile non notarlo.
"Così pare..." sorrisi da ebete alzando le braccia. Ecco che di nuovo la sensazione di goffaggine e stupidità mi assaliva.
"Vediamo se ti servono delle lezioni di chitarra allora..." mi ammiccò, il suo sorriso rasentava la perfezione.
"Oh, non saprei... Sarei felice se mi dessi un giudizio." E questa fu l’uscita più infelice della serata, assomigliavo tanto ad una papera.
"Oh, ci puoi contare.” Mi studiò un istante “Sei molto carina comunque stasera, Lucrezia."



"Oh...” mi bloccai “Ehm... Grazie..." abbassai la testa e iniziai a giocare nervosamente coi capelli.
In quel momento ci chiamò Jamie, il mio salvatore, non avrei retto ancora un suo sguardo. Ma da lì iniziava proprio il bello, mi avrebbe sentito suonare, cantare, la tragedia era vicina.
"Devo entrare... Si inizia..." indicai con la punta del dito il soffitto e lui, ovviamente, sembrava non aver capito. “Nello stanzino,dove ci sono gli strumenti, ecco... Si...” se avessi potuto mi sarei picchiata da sola. Mi allontanai il più velocemente possibile per arrivare prima di lui e, lo ammetto, non percorrere il tragitto insieme, mi urlò:
"In bocca al lupo, biondina."



Si cominciava lo show. Solo noi tre e i nostri strumenti tra le mani, davanti a noi una quindicina di ragazzi che erano pronti all’ennesima festa universitaria, ma per me non era così. Si trattava di mettermi in gioco, di far vedere quanto valevo all’unico ragazzo per cui il mio cuore aveva battuto all’impazzata. Fra la piccola folla notai anche Mary, la ragazza di Mary, bellissima come sempre e con gli occhi puntati sul suo ragazzo.



Il suo sguardo orgoglioso la rendeva ancora più raggiante. Non avevo ancora avuto modo di parlarle più di tanto, ma saremmo potute diventare buone amiche.
"Oh... buonasera, ragazzi..." salutò Elvira, come se fosse ad un vero e proprio concerto.
Ma prima di posare le mani sulle corde della chitarra qualcuno fra la piccola folla chiese "Come vi chiamate? Che nome avete scelto?"
"Cazzo!! Di fretta e fuoria ci siamo dimeticati il nome" pensai sbiancando.
"Ehm..." ero nel panico, guardai Elvira, era l’unica che poteva salvare la situzione.
"Flaming Stars (Stelle Fiammeggianti - ndVD)" gridò Elvira.
Avrei voluto andare a baciarla, ma lo spettacolo andava ad iniziare. Flaming Stars, suonava bene. Dannatamente bene.


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