Un lunedì mattina. Koan e PJ Harvey. E poi, un ricordo. Una spiaggia di sassi, un faro, una casa, le finestre aperte, le tende mosse dal vento. Il vento. Tanto vento.
E non voglio sentir parlare di casualità. Non è una casualità un pensiero fisso da tre giorni, con sogno annesso. Non è una casualità che torni a casa e mi metta a leggere un libro che ho sempre considerato troppo grande per me. Non è una casualità che esca proprio quel trigramma. Doppio.