J2 fanfiction - NC-17 - Under Falling Leaves

Feb 12, 2015 11:47

Titolo: Under Falling Leaves
Autore: germanjj
Traduttrice: thinias
Beta per la versione italiana: Ele106
Link per la storia originale: Under Falling Leaves
Genere: RPS, wincest, Non-AU che diventa AU
Pairing: Jensen/Jared, Sam/Dean, solo nominati Jensen/Danneel e Jared/Genevieve
Rating: NC-17
Warning: Siate solo sicuri che vi piacciano entrambi i parings e dovreste essere a posto.
Note: come in tutte le ff RPS dell’autrice, Kim Manners fa un piccolo cameo
Spoilers: nessuno

Epilogo

Jared guardava Jensen dall’angolo in cui si trovava. Lo vedeva parlare con Jim, fare gesti ai ragazzi delle riprese, controllare le cose con la crew dell’illuminazione. Non poteva reprimere il sorriso orgoglioso che aveva in volto, si sentiva come se stesse scoppiando. Orgoglio, felicità, sollievo, Casa.

Se questo era il premio per la sua vita passata, di sicuro doveva aver fatto più cose giuste di quante non sapesse, toccato la vita di più persone di quante si fosse reso conto, perché non c’era modo in cui tutto questo potesse essere migliore.

Jensen era totalmente assorto in quello che stava facendo, rilassato ma concentrato, e anche se Jared aveva ancora molto da fare quel giorno, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Non che per lui fosse nuovo fare questo. Guardare.

Per tutta la sua vista passata aveva guardato Dean, osservandolo con attenzione, studiandolo. Non si sentiva molto differente, ora che Jensen era davanti a lui e poteva vedere tanto di quello che conosceva, e molte cose che erano nuove.

Jensen era completamente a suo agio con se stesso, felice e contento e Jared provava una sensazione dolceamara, solo a vederlo. C’era una parte di lui che desiderava che Dean avesse potuto avere tutto questo molto prima, ma poi Jensen, di fronte a lui, lo guardò per un secondo, i suoi occhi si fecero dolci quando incontrarono i suoi e lui fu solo grato che l’altro potesse averlo, in questo momento.

“Sei sorprendente.” Gli sussurrò quando Jensen fece una pausa vicino a lui, cercando inconsciamente la presenza di Jared non appena avevano chiamato una breve sosta delle riprese.

Jensen si voltò, lanciando a Jared un sorriso.

“Sono fiero di te, amico.”

L’espressione di Jensen si fece seria; annuì e i suoi occhi erano dolci, caldi e riconoscenti e Jared poté vedere come le sue parole volessero dire qualcosa per l’altro, perfino prima che Jensen facesse sfiorare le loro dita con un segreto e rapido tocco, e dicesse: “Grazie.”

Jared afferrò la mano di Jensen impedendo che il tocco si interrompesse e tirò l’altro uomo un pochino più vicino. La crew intorno ai due non prestava loro la minima attenzione.

“Jensen? Pensi che questo sia quello che sarebbe successo se noi non fossimo andati via dal nostro mondo?” Chiese Jared, il suo sguardo vagò per il set.

“Non ha importanza.” Rispose Jensen e quando gli occhi di Jared si posarono sul suo viso, le labbra del maggiore si piegarono in un sorriso, come se avesse realizzato qualcosa solo in quel momento. “Questa è solo storia, adesso. Qualcosa che possiamo fare e cambiare e dire nel modo che vogliamo. Nessun vecchio ricordo, nessun vecchio errore.”

“Ti manca qualche volta, Dean?” Jared sussurrò e qualcosa strinse il suo cuore. “Le nostre vecchie vite? Il nostro vecchio mondo? Lo sai: Bobby, Cas, la caccia, salvare le persone?” Improvvisamente ebbe paura della risposta di Jensen; perché, se chiedeva a se stesso la medesima cosa, non era sicuro della sua stessa risposta. Qualche volta, solo in alcuni rari momenti, scopriva che gli mancava.

Ma nel momento in cui guardò Jensen, l’altro eruppe in un luminoso sorriso ridacchiando piano tra sé.

“Cosa? Cos’è che ti fa ridere?” Chiese Jared, il suo cuore già sollevato.

Jensen lo guardò e c’era del rossore che si stava diffondendo sul suo viso, ma la sua voce era aperta e divertita quando rispose. “Sto per dire qualcosa di incredibilmente melenso. E tu hai il diritto di prendermi in giro per il resto della nostra vita.”

“E nella prossima?” Chiese Jared, ridacchiando a sua volta.

Jensen annuì. “E nella prossima.”

“Ok, fammi sentire.”

Gli occhi di Jensen incontrarono i suoi. “L’unica cosa che aveva importanza allora, è qui con me adesso.”

Jared non sentì il bisogno di ridere o di prenderlo in giro. Sentì un groppo salirgli in gola, strinse più forte la presa sulla mano di Jensen e, grande, ora stava per piangere come una ragazzina, dando a Jensen abbastanza munizioni da prenderlo in giro per una vita intera.

Ma Jensen non disse niente, il suo sorriso si fece solo più profondo, un semplice scintillio di comprensione nei suoi occhi.

“Genevieve ha chiamato, oggi.” Disse Jared; voleva cambiare argomento, ma era anche qualcosa che moriva dalla voglia di dire a suo fratello.

“E…?” Chiese Jensen, teso, preparato a qualsiasi cosa.

“È andata… bene.” Rispose Jared annuendo. “Davvero bene. Sembrava stare alla grande, era felice... abbiamo parlato per mezz’ora ed è stato assolutamente normale.”

Jensen strinse la sua mano, sembrava sollevato tanto quanto si sentiva lui. “È fantastico, Jared.” Disse e probabilmente lui poteva capire meglio di chiunque altro quanto fosse importante per Jared non perderla completamente.

“Oh, adesso che lo hai menzionato: Danneel ha dovuto posticipare la nostra cena, ma ha insistito che tu venissi.”

“No...” Piagnucolò Jared, giocherellando con le dita. “Un appuntamento doppio? Davvero? Non voglio incontrare questo Greg! Cosa succederebbe se lo odiassi?”

“Allora faremo quello che dobbiamo e diremo a Danneel che non è la persona giusta per lei.” Rispose Jensen, dicendolo in un modo che ne sottolineava l’ovvietà.

“Chi diavolo esce per un doppio appuntamento, con il suo ex ragazzo diventato gay?” Chiese Jared, gesticolando all’impazzata con la mano, senza lasciare quella di Jensen.

Il suo amico alzò solo le spalle. “È Dani.” Disse, come se quello spiegasse tutto, ma entrambi condivisero un sorriso affettuoso per lei e Jared seppe che sarebbe andato a quell’appuntamento. E probabilmente avrebbe odiato quel ragazzo per principio, perché nessuno era abbastanza per la loro preziosa Danneel.

“Misha!” Esclamò improvvisamente Jensen; il suo corpo scattò spaventando Jared.

Saltarono uno lontano dall’altro, lasciandosi andare le mani come se si fossero appena scottati. Jared era sicuro che in quel momento fossero entrambi arrossiti sulle guance.

Misha, in piedi in silenzio proprio dietro di loro, spostava semplicemente lo sguardo da uno all’altro. “Siete divertenti.” Disse seccamente nella sua miglior versione della voce di Castiel. “Pensare che siete stati discreti e tutto. Come se l’intero set non si fosse reso conto del modo in cui vi state addosso l’un l’altro.

Jared poté solo sentire il calore suo volto farsi più forte, ma non disse nulla.

“Ok, c’è un punto?” Chiese Jensen quando Misha continuò a guardarli.

“Beh, solo per la cronaca…” iniziò Misha e sembrò seccato. “Mio fratello mi ha costretto a fare questo.”

Fratello?

Jared avrebbe voluto chiederlo, ma Misha andò avanti e ad ogni frase divenne più strano.

“Lui è davvero incazzato con me perché lo hai evocato e gli hai gridato addosso, quando in effetti era tecnicamente colpa mia.” Guardò Jared dicendo questo e il ragazzo si sentì spiazzato perché non riusciva a seguire nulla di quel discorso.

“E, diavolo, quel ragazzo può davvero tenere il muso! Pensavo che ormai lo avesse superato, a questo punto. Ma no, continua a non voler parlare con me! E, sapete, anche riconoscendo che lui è come una specie di bambino troppo cresciuto, mi piace davvero. Ed è l’unica famiglia che mi è rimasta qui, così ho pensato che se ve lo avessi spiegato, lui mi avrebbe perdonato... prima o poi.”

“Cosa?” Chiese Jensen dopo quelli che sembrarono minuti interi di silenzio.

Gli occhi di Misha si girarono verso Jensen e Jared poté vedere come si addolcissero un poco; un’espressione di colpevolezza apparve sul suo volto. “Mi dispiace, Dean, per averla dovuta rendere così dura per te. Ma era l’unico modo in cui potessi farlo e doveva avvenire abbastanza lentamente perché la tua testa non esplodesse nel processo, così spero che tu mi possa perdonare per tutti gli incubi e le cose strane attraverso cui sei passato. Ma alla fine ha funzionato, giusto?”

Il suo sorriso era speranzoso e Jared continuava a non capire una parola.

“Non capisco.” Il più giovane disse a voce alta quello che pensava.

Misha fece un passo più vicino a loro e la sua voce si fece ancora più bassa.

“Ho passato molto tempo con voi, allora ed adesso. Mi ci è voluto molto per capirlo, lo ammetto, e ora posso solo colpirmi in testa per non essermene reso conto per tutto il tempo.”

Misha doveva essersi accorto della confusione su entrambe le loro facce perché continuò: “Per ogni persona, là fuori, lui non è tuo fratello... non qui.”

Misha fece un cenno della testa in direzione di Jensen.

“Volevi una seconda occasione, Sam. Ho solo voluto essere sicuro che voi due aveste quella giusta.”

Ci fu un silenzio che durò esattamente quattro battiti di cuore, prima che Jensen e Jared ci arrivassero nello stesso momento.

“Cas?!” Sbottarono all’unisono.

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