SPN fanfiction - Nightmares, a strange hunting

Nov 20, 2012 10:21

NIGHTMARES - A Strange Hunting - Capitolo I

Titolo Fan Fiction: Nightmares, a strange hunting
Autore: thinias
Pairings: Nessuno
Rating: PG-13
Personaggi: Sam Winchester, Dean Winchester, Castiel, Bobby
Warning: angst, azione
Conteggio parole: 23.380  Capitolo: 1/8
Timeline: sesta stagione tra l’episodio 6x11 e 6x18
Spoiler: sesta stagione
Beta ele106 il mio tesorino, grazie!
Disclaimer: i personaggi di Supernatural non mi appartengono. Scrivo senza alcuno scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright.
Trama: di ritorno dall'ultima caccia effettuata i fratelli Winchester cercano un po’ di meritato riposo. Inaspettatamente Castiel li rintraccia e chiede loro aiuto. L’angelo gli chiede di rintracciare un gruppo di demoni e scoprire le loro intenzioni, ma non è completamente onesto con loro. I fratelli Winchester si troveranno ad affrontare un nemico inaspettato e molto più potente di loro.
Note: questa storia era già stata pubblicata con il titolo in italiano, è stata tutta revisionata e corretta e ovviamente non son bene come sia successo ma ha finito per essere più lunga. Non è cambiata nella sostanza, solo nella forma e nello stile di scrittura, è la prima fanfic in assoluto che abbia mai scritto e a distanza di un anno diciamo che non mi riconoscevo molto nella scrittura :)
Ho anche ricompattato i capitoli riducendone il numero.
Tornando ai contenuti, questa che vi propongo è una storia scritta con l'intento di immaginare una puntata in più, che vada ad infilarsi nella seconda metà della sesta stagione, tra Sam che recupera la sua anima e l'avvento del purgatorio. L’intento è di ricalcare lo stile di una puntata, inserendo tutti quegli elementi che mi hanno fatto amare questo show, dalle battute divertenti che usano i ragazzi per sdrammatizzare, ai momenti tra fratelli, la caccia, le indagini e la lotta ai cattivi.

Introduzione

Non era passato molto tempo da quando il grande mietitore aveva restituito a Sam la sua anima.
Ora il ragazzo cominciava a ricordare quello che il suo corpo, privo di quell’elemento così importante, aveva fatto durante l’anno in cui la sua essenza era rimasta prigioniera nella gabbia, con Lucifero e Michele.
Il minore dei Winchester era ancora sopraffatto dai sensi di colpa per quello che aveva fatto, perché seppur senz’anima, era stato il suo corpo ad uccidere gli innocenti che si erano trovati sulla linea di tiro delle sue battute di caccia.
Grazie ai sacrifici e alla tenacia del fratello, ora era libero e se anche non ricordava niente della gabbia e ringraziava il cielo per quello, doveva fare i conti con quanto successo sulla Terra e soprattutto con quanto Dean aveva fatto per lui, contro tutto, contro tutti, contro i suoi stessi principi.
La cura migliore, come sempre, era stata quella di riprendere la loro vita, di rimettersi semplicemente a caccia.

I raggi del primo sole del mattino entravano obliqui dalla finestra e lambivano i piedi dei letti gemelli nella stanza del motel. Era da poco spuntata l’alba e i due ragazzi erano ancora addormentati.
La notte precedente avevano finalmente ucciso il demone che stavano inseguendo ormai da una settimana, era stato difficile stanarlo e soprattutto doloroso.
Entrambi le avevano prese alla grande, nello scontro fisico che aveva preceduto l’uccisione del mostro. Sam aveva una profonda ferita al fianco sinistro e Dean aveva un taglio sul costato e una spalla slogata. Doloranti e sanguinanti erano tornati al motel e, come sempre, si erano ricuciti e medicati a vicenda.
Ormai erano diventati degli esperti nel suturarsi le ferite.
Alla fine, spossati, si erano sdraiati nei loro letti e si erano persi velocemente tra le braccia di Morfeo, in cerca del meritato riposo; questo succedeva solo poche ora prima.

Il telefono di Dean cominciò a squillare sul comodino di fianco al letto. “Dean... ” Lo chiamò Sam.
Con un grugnito, Dean emerse da sotto le coperte. “Che c’è?!” Chiese.
“... Rispondi a quel cazzo di telefono... voglio dormire” disse il fratello.
Allungandosi, Dean agguantò il cellulare e, un attimo prima di farlo cadere, emise un gemito di sofferenza quando la spalla protestò per quel movimento.
Rispose con un tono secco e decisamente ostile. “Chi è?”
“Dean, sono io.”
Il ragazzo alzò un sopracciglio con fare interrogativo. “Cass? Che c’è? Ma lo sai che ore sono? Amico, spero che sia importante!”
“Dove siete?” La voce dell’angelo era priva di inflessioni emotive, come sempre, ma allo stesso tempo era possibile percepire l’urgenza della chiamata.
“Siamo al Sunshine Motel, New River, Arizona… cosa sta succ… ”
Non ebbe il tempo di finire la frase, l’angelo comparve nel mezzo della stanza con un gran spostamento d’aria, le carte e i fogli che erano sul tavolo volarono in terra.
“Cass... che diavolo succede? Mi hai fatto venire un infarto… almeno avverti!” Dean era volato giù dal letto e aveva emesso un gemito di dolore, quando era atterrato in un groviglio di coperte.
Sam a quella vista cominciò a sghignazzare senza ritegno, suo fratello lo guardò con astio, mentre si districava dalle coperte, tenendosi con una mano il costato ferito. “Che hai da ridere? Mi ero sporto per prendere il cellulare e lo spostamento d’aria, provocato dal nostro angelico pennuto, mi ha fatto perdere l’equilibrio!”
Sam non riusciva a smettere di ridere, mentre Castiel guardava i due con un’espressione indecifrabile sul volto.
“Dovete aiutarmi!” Furono le prime parole pronunciate dall’angelo.


Capitolo I

“Dovete aiutarmi!” Furono le prime parole pronunciate dall’angelo.
I due ragazzi lo fissarono in attesa di una qualche spiegazione. Dean si tirò in piedi e si mise a sedere sul bordo del letto.
“Un demone è fuggito dalle carceri del Paradiso. Lo stavano interrogando per ottenere informazioni sui piani di Crowley per il Purgatorio. Abbiamo scoperto che una serie di presenze demoniache si stanno raggruppando in Colorado e sembra che i demoni stiano cercando qualcosa di importante, ma non siamo riusciti a scoprire cosa. Per il momento sembrano riuscire a coprire molto bene le loro tracce...” disse.
Sam e Dean si guardarono per un attimo, poi entrambi riportarono l’attenzione su Castiel, erano ancora seduti sui loro letti, le espressioni attonite.
“Non abbiamo avuto notizie di presagi o indizi di nuovi raggruppamenti di demoni negli ultimi giorni...” disse Sam. “Non abbiamo idea di cosa tu stia parlando.”

“I demoni sono diventati bravi a nascondersi...”cominciò Castiel, “Come vi ho detto, i miei fratelli erano riusciti a catturarne uno. Avevamo la certezza che fosse a conoscenza dei piani di Crowley, ma purtroppo, a causa dei disordini dovuti alla guerra in Paradiso, è evaso prima che potessimo costringerlo a parlare. L’unica informazione che siamo riusciti a carpirgli, faceva riferimento ad una zona montuosa vicino a Salida, in Colorado… dovete andare là e cercare di capire cosa sta succedendo, possibilmente senza farvi cogliere sul fatto o destare sospetti. Dobbiamo assolutamente scoprire cosa stanno tramando!”

I due fratelli erano esterrefatti. “Cass, cosa c’entriamo noi con tutto questo?” Chiese Sam. “Gli angeli si sono fatti scappare la loro preda, cosa ti fa pensare che noi saremo più bravi di voi a scoprire cosa sta succedendo?”
“Cosa c’entri tu in tutta questa storia?” Rincarò Dean, stava già cominciando a perdere la pazienza.
“Ha forse a che fare con la vostra guerra in Paradiso?!”
Cass abbassò la testa, fissando il pavimento, forse decidendo cosa dire e cosa non dire ai ragazzi. Aveva bisogno del loro aiuto. L’aver marchiato i loro costati, tempo addietro, li aveva resi invisibili agli angeli, inoltre sapevano come nascondersi dai demoni, per cui erano le creature più adatte allo scopo.
Purtroppo non poteva dire loro tutta la verità, non avrebbero accettato le conseguenze con serenità e si sarebbero certamente rifiutati di dargli una mano, soprattutto Dean.
Castiel riportò l’attenzione sui Winchester. “Dovete aiutarmi… ” disse, guardando prima l’uno e poi l’altro. “Molte vite sono in gioco, i demoni potrebbero aver trovato la via per il Purgatorio e i mostri che avete eliminato durante tutti questi anni, potrebbero tornare sulla Terra. Persone innocenti rischierebbero la vita, il numero dei morti sarebbe altissimo. Se tutti quei mostri tornassero a vagare sulla Terra, sarebbe il caos.”

Dean e Sam rimasero interdetti di fronte a quelle rivelazioni, non potevano credere alle loro orecchie.
“Ci stai dicendo che la faccenda del Purgatorio è arrivata a questo punto!? Crowley aveva davvero trovato il modo per raggiungerlo?” Dean era inferocito. “Credevamo che il colpo inferto mentre recuperavamo l’anima di Sam, avesse mandato all’aria il piano di quei demoni, figli di puttana! Credevamo che avendo tolto di mezzo Crowley, avessimo risolto il problema! In fondo era lui che muoveva mari e monti e ci ha usati per cercare il Purgatorio”.
L’angelo voleva che lo aiutassero e in qualche modo doveva convincerli. “Avete inferto un duro colpo, ma non avete eliminato il pericolo… i suoi scagnozzi erano ancora al lavoro e voi, nel periodo in cui avete lavorato per lui, gli avete dato un grosso aiuto.”
A quelle parole la rabbia di Dean esplose e il ragazzo scattò in piedi. “Cosa vorresti dire con questo!? Pensi che ci siamo divertiti a lavorare per quel lurido verme? Non avevamo altra scelta! E comunque tu dove diavolo eri? Se la cosa ti creava così tanto disturbo, potevi venire a darci una mano!” L’ira di Dean ormai era fuori controllo, aveva urlato in faccia quelle frasi a Castiel per sfogare tutta la sua frustrazione. Come poteva l’angelo buttargli addosso tutta quella merda e allo stesso tempo chiedere il loro aiuto?!

Sam saltò giù dal letto e prese Dean per un braccio, nel tentativo di tenerlo fermo, prima che cercasse di colpire Castiel con un pugno, ben sapendo che a farsi male sarebbe stato il fratello e non certo l’angelo. Questo movimento fece piegare Dean su sé stesso, gemendo dal dolore. La spalla che era da poco stata rimessa a posto, gli aveva inviato una fitta lancinante.
Sam lo lasciò andare e si sedette sul letto, tenendosi il fianco che aveva ricominciato a sanguinare, una smorfia di dolore era comparsa anche sul suo viso.
Tenendosi il braccio destro con l’altra mano, Dean si lasciò cadere sul letto e cominciò ad imprecare.

Fece un respiro profondo, ma quando parlò il suo tono era glaciale.
“Come vedi non siamo nelle condizioni di fare un bel niente! A malapena riusciamo a tenerci in piedi... siamo conciati male dopo l’ultima caccia e abbiamo bisogno di tempo per leccarci le ferite. Trovati altri due mastini da mandare al macello!” Ringhiò Dean, tra i denti.
“Questo non è un problema... ” Disse l’angelo. Si avvicinò a Sam, allungò una mano e toccò il fianco del ragazzo. Questo immediatamente si rilassò, un’espressione di stupore comparve sul suo viso, si alzò la maglietta e constatò che la ferita non solo non sanguinava più, ma che addirittura si era completamente rimarginata, come se non se la fosse mai fatta.
“Grazie Cass... ” disse, rivolto all’angelo.
Quest’ultimo si voltò verso Dean e, con lo stesso tocco, sfiorò il costato e la spalla del cacciatore; anche in questo caso la smorfia di dolore che segnava il volto di Dean scomparve.
“Si, grazie! Anche se so che lo hai fatto solo per il tuo dannato tornaconto.” Disse con sarcasmo il ragazzo.

“Cosa ti è successo Cass? Credevo ne avessimo passate troppe insieme per ritornare a fare questi giochetti delle mezze verità e delle cose non dette. Cosa diavolo sta succedendo ai piani alti? Cosa ci stai nascondendo?” Il tono di Dean divenne più morbido, la rabbia si era trasformata in frustrazione, ma lasciava trasparire la sua reale preoccupazione.
L’angelo non riuscì a sostenere lo sguardo del maggiore dei Winchester.
Castiel si sedette sulla sedia vicino al tavolo, di fronte ai due ragazzi. “Le cose ci stanno sfuggendo di mano…” Mentre parlava guardava fisso verso un punto della parete, perso nel vuoto. “Ormai Raphael è disposto a tutto per rimettere in carreggiata l’Apocalisse e liberare Lucifer e Michael dalla gabbia. In questo momento non possiamo permetterci di affrontare anche un’orda di mostri e di demoni che si riversano sulla Terra. Non saremmo in grado di fronteggiare la guerra in Paradiso e contemporaneamente, di salvare il genere umano da un’invasione del genere.”
A quel punto Castiel guardò i due ragazzi. “La situazione è molto grave! Rapahel sta vincendo e credetemi, nessuno di voi vorrebbe che le cose degenerassero più di quello che stanno già facendo, quindi vi prego... aiutatemi.”

Dean guardò il fratello, non avevano bisogno di parole, entrambi sapevano di non avere scelta, nessuno dei due si sarebbe tirato indietro, quello scambio di sguardi non fu che una conferma. “Cosa dobbiamo fare?” dissero all’unisono.
“Andate in Colorado e cercate di scoprire cosa sta succedendo. Contattatemi appena avrete scoperto qualcosa.” Rispose l’angelo, guardandoli. A Dean sembrò di leggere del sollievo nella sua espressione.
“Ok, ma dacci qualche dettaglio in più...” Sam non riuscì a finire la frase, perché Castiel era già sparito.
“Fottuto angelo!” Imprecò Dean.

***

I due ragazzi partirono in fretta, solo il tempo di vestirsi, preparare le sacche e furono in macchina. Ci sarebbero volute parecchie ore di guida per raggiungere il posto indicato da Castiel, dovevano praticamente attraversare due stati.
Sam controllò per l’ennesima volta la mappa che aveva sulle ginocchia, cercando di capire cosa potesse esserci di così interessante da attirare un numero elevato di demoni in quel luogo.
“Dean cosa ne pensi? Cass non ti è sembrato strano? Come se ci stesse nascondendo qualcosa?”
Dean guardava la strada di fronte a sé, intento alla guida. “Ho avuto la stessa dannata sensazione! Tutta la faccenda puzza maledettamente di marcio. Mi sa che stiamo per infilarci da soli in un mare di merda, ma non credo abbiamo molta scelta…” rispose.
“ Cass non è stato completamente onesto con noi... ” continuò il maggiore. “Ma su una cosa aveva ragione: purtroppo è anche colpa nostra se i demoni si sono avvicinati così tanto al Purgatorio. Ormai sai anche tu cosa abbiamo fatto per quel figlio di puttana di Crowley, mentre cercavamo di riprenderci la tua anima. E quello ci stava pure prendendo per il culo!” Strinse la mano sul volante così forte che le nocche divennero bianche, la rabbia era ben visibile sul suo viso. “Almeno Cass l’ha abbrustolito come una pezzo di carbone e ce lo siamo levato di torno.”
Lo sguardo del cacciatore era fisso sulla strada, freddo come il ghiaccio, mentre pronunciava quelle parole.

Sam lo guardò, poteva riconoscere il senso di colpa di suo fratello, nascosto sotto la rabbia. “Sono io quello che dovrebbe sentirsi più in colpa... ” Disse. “È per colpa mia… è per cercare di riprenderci la mia anima che praticamente abbiamo venduta la tua a Crowley. Quel bastardo mi ha tirato fuori dalla gabbia, ma si è dimenticato un pezzo e, se non fosse stato per te e per i rischi che hai corso, io sarei ancora il replicante che ha girato con la mia faccia per più di un anno. Se non fosse stato per questo, non avresti mai accettato di aiutare Crowley, non avresti mai catturato dei mostri per consegnarglieli. So che non c’è limite a quello che faresti per me, ora più che mai, ma… ”
“Sam!” Dean lo interruppe bruscamente. “So quello che ho fatto, non c’è bisogno che dici niente. Ho fatto delle cose di cui non vado fiero, per aiutarti, ma rifarei tutto di nuovo se fosse necessario. Ora me ne devo assumere le responsabilità... dobbiamo assumercene le responsabilità. Abbiamo aiutato i demoni ad arrivare più vicini al Purgatorio e se ora, grazie a noi, dovessero riuscire ad aprirne le porte...” La frase gli morì in gola. “Dobbiamo impedirlo Sam. Dobbiamo rimettere le cose a posto e farne fuori il più possibile!”

Il minore si zittì. Parlare con Dean di quello che provava, come al solito, era impossibile.
Guardò il fratello.
Non c’era stata paura nella sua voce, solo risolutezza, solo decisione, sapeva che l’altro aveva ragione ed era pronto a buttarsi nel fuoco, con lui e per lui, se fosse stato necessario.
“Sono con te amico, come sempre!” Disse, tornando a guardare la strada. “Vediamo di capire cosa sta succedendo ed andiamo a fare il culo ad un po’ di demoni!”
Dean lo guardò, un mezzo sorriso comparve sul suo volto. “Lo faremo Sammy, lo faremo!”

In quel momento il maggiore pensò a quanto suo fratello gli fosse mancato mentre era nella gabbia, a quanto il suo cuore, la sua stessa anima, si fossero spezzati quando Sam era saltato in quel buco e che lo erano rimasti, fino a quando non era riuscito a riportarlo indietro, tutto intero.
Sapeva cosa aveva fatto... quanto aveva sacrificato per restituirgli l’anima e per riavere il suo fratellino con sé. Una fitta di dolore e di rimpianto, al ricordo della vita vissuta per un anno con Lisa e Ben, cancellò il sorriso dal suo volto, che divenne di nuovo risoluto, il suo sguardo si fece di nuovo freddo.
Non voleva pensare a quello, non voleva più pensare a quello che aveva sacrificato, doveva solo concentrarsi sul lavoro e tutto sarebbe andato bene.

Sam se ne accorse, aveva visto quell’ombra calare sullo sguardo di Dean e l’aveva riconosciuta per quello che era.
Di nuovo suo fratello stava mandando giù, seppellendo tutte le sue emozioni dentro di lui. Sapeva che non sarebbe servito a nulla cercare di farlo parlare, di farlo sfogare, avrebbe reagito zittendolo con veemenza.
Dean era fatto così, dannatamente testardo.
Sam si trattenne dal dire altro, ma non riuscì a nascondere lo sguardo preoccupato che era affiorato.
Si sentiva in colpa perché suo fratello aveva rinunciato a tutto per lui, si sentiva in colpa per quello che la versione di sé stesso, senz’anima aveva fatto ed era tremendamente frustrato perché non ricordava.
Dean continuava a dirgli di cercare di andare oltre e di non pensarci, che era pericoloso, ma lui non ci riusciva. Aveva avuto dei flash, delle visioni della gabbia e si era trovato sul pavimento, preda delle convulsioni.
I pochi ricordi che aveva avuto della gabbia, ancora lo terrorizzavano. Non avere il controllo sulle sue reazioni lo atterriva.
Cercò invano di scacciare quei pensieri. Il viaggio sarebbe stato lungo.

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