Autore:
queenseptienna e
LIVIN DEREVELTitolo della serie: Mechanical Automatism
Genere: Storico, steampunk, romantico, comico, angst
Avvertenze: scene di sesso NON descrittive, slash, storico, tentacoli, robot
Indicazioni generali sulla trama: Billie è un automa piuttosto particolare, nel senso che non gli piace molto obbedire e quando lo fa, non è mai per caso. Il suo padrone, il Conte Pritch, chiederà consiglio al suo amico Edward per trovare un modo di dare una regolata ad un robot che non ne vuole saper di fare il maggiordomo come si deve. Peccato che sia così sexy, anche se è un automa...
Di tutte le cose possibili ed immaginabili, Michael non avrebbe mai pensato che un robot potesse sanguinare, ma Mr. Moore, il costruttore, gli aveva seccamente spiegato che a partire da Tristan, il suo personale automa, aveva sviluppato una tecnologia così avanzata da riprodurre il sistema del corpo umano.
Mr. Moore lo pregò inoltre di fare frustare Miss Tender per la sua insolenza: i danni subiti da Billie non erano così gravi da doverlo riportare in laboratorio, ma piuttosto che riprenderselo indietro si sarebbe volentieri tagliato i gioielli di famiglia. E non in senso figurato.
Pritch sospirò pesantemente, attirando l’attenzione di Coole, seduto al suo fianco. Si erano appollaiati su due poltroncine nei pressi del letto in cui Moore si era premurato che Billie “dormisse”, se così si poteva chiamare l’azione.
Stretti in quella piccola stanzetta, i due nobili si guardarono ed Edward dovette, come sempre ormai, trattenere a stento una risata alla vista dell’amico che pungolava un fianco di Billie per assicurarsene l’integrità.
-Stai tranquillo, è sano e salvo, come puoi vedere tu stesso.- sorrise il mezzo-robotico, accarezzandosi pigramente il collo con la punta delle dita metalliche. -Ti assicuro che Moore lo ha messo a posto alla perfezione.-
Già, perché Pritch non aveva voluto assistere all’ operazione “chirurgica” in cui il costruttore aveva ripristinato la testa dell’automa. A dire il vero Coole aveva trovato quasi eccitate l’ammasso di fili che aveva visto dentro Billie, inclinazione dovuta al fatto di essere diventato ciò che era. Non aveva subito l’astio per i mutanti, ma una certa attrazione per i robot sì.
-Se non vuoi tenerlo…- iniziò il conte Coole, ammirando con evidente lascivia la muscolatura pressoché perfetta del piccolo automa, scoperto dal petto in su -Puoi vendermelo.-
Michael alzò la testa di scatto e sgranò gli occhi cerulei. -Te lo puoi scordare, razza di pervertito.-
-Oh oh, qualcuno è geloso?- ribatté allora l’altro, facendo scorrere le dita della mano sana sul braccio dell’automa, steso nel letto ad occhi chiusi ed apparentemente spento o addormentato.
-Smettila.- il biondo scacciò quella mano con un gesto secco, arrossendo vergognosamente quando si rese conto di quello che aveva fatto. -Perdonami.-
-Non è niente.- ghignò Coole.
Michael si strinse con le dita la radice del naso sporgente, irritato. Quando aveva visto Billie steso a terra gli era presa una sincope e con terrore aveva guardato Miss Tender alzare le braccia ed iniziare a sferrare la seconda padellata, prima che si decidesse ad urlare e saltare gli ultimi gradini, dandole una spallata che l’avrebbe fatta ruzzolare a terra. Si era alzato a fatica, avvolto da otto disgustosi tentacoli grassocci che si agitavano imbizzarriti, lasciando scie di bava trasparente ovunque.
A ripensarci, il nobile ebbe un conato di vomito. Tutta quella roba appiccicosa addosso…
-Milord…?- la voce roca e bassa di Billie lo fece drizzare con la schiena e pure con tutti i capelli, visto che l’automa si era seduto sul materasso, lasciando che il lenzuolo scivolasse giù e non lasciasse più spazio all’immaginazione.
Si sentì arrossire persino in posti innominabili.
-Oh… emh…- si ritrovò a balbettare guardandolo passarsi una mano sulla fronte e mormorare qualcosa.
-Mio caro Billie!- esclamò Edward, con un largo sorriso e gli occhi azzurri puntati esattamente in quel posto. -Ti vedo in formissima!-
Il robot lo guardò spaesato per qualche istante, ma parve recuperare in fretta i file in memoria riguardo alla sua persona. -Lord Coole, i miei omaggi.- Cercò di fare un inchino, ma subito si rese conto di alcune cose molto importanti:
1. Era seduto in un letto.
2. Era nudo.
3. Era decisamente nudo in presenza di due nobili.
4. Era decisamente e molto nudo al cospetto del suo padrone e, dannazione, non si stava rotolando tra le lenzuola con lui.
5. Gli faceva un male cane la testa, cosa decisamente insolita per un ammasso di ferro e fili come lui.
6. Si ricordava della padella di Miss Tender e le promise mentalmente una morta lenta e dolorosa. Quella sera qualcuno avrebbe cenato a base di pesce. Le seppie in umido erano una delle sue ricette migliori, doveva parlarne con la cuoca assolutamente.
-Billie, ti senti bene?- domandarono i due a tempo. Due paia di mani si allungarono su di lui e l’automa avvertì un leggero fremito a tutti i suoi sensori posti sottopelle, mandandogli un oceano di byte molesti ed eccitanti al suo centro funzioni, per fortuna sistemato dopo la “guerra della padella”.
-Sì. Sì, sto bene.- sussurrò, lasciando che i due lo mettessero seduto. Da qualche parte nella sua RAM, gli sovvenne la nozione in cui i nobili non facevano quello che quei due stavano facendo con lui, ovvero armeggiare per metterlo comodo nonostante non ne avesse alcun bisogno e chiedergli se voleva una dose extra di elettricità o un bel bicchierone di olio raffinato per oliarsi le giunture. Concluse che tutta la loro attenzione era dovuta al suo involucro esterno, felicemente e gloriosamente senza nulla che lo coprisse.
Forse non gli era andata così male…
continua...