Titolo: Sono stufo di aspettare
Fandom: Good Omens
Autore:
queenseptiennaPairing: Azraphel/Crowley
Rating: R
Genere: erotico
Avvertimenti: slash, sesso non descrittivo
Prompt: GOOD OMENS - Azraphel/Crowley, Bentley
Info: p0rn fest #5
fanfic_italiaDedicata a:
eatintoothpaste,
naripolpetta,
hikaruryu Una cosa fondamentale che Crowley aveva imparato sugli esseri umani, era che si divertivano un sacco. Certo, la droga, il gioco d’azzardo e le auto veloci (se cose migliori, insomma) le avevano create loro ai piani bassi, ma che diamine, il sesso era una delle cose più belle che avevano preso piede sulla Terra.
E non lo avevano inventato all’Inferno.
Assurdamente era un’invenzione del nemico, cosa incredibile visto che l’unico angelo con cui si interfacciava da secoli era Azraphel e metà delle volte sembrava una checca frigida, mentre l’altra metà del tempo la passava ad ignorare i suoi segnali. O più semplicemente non li capiva.
Dannati piumati.
“La sai una cosa, amico?” Crowley fece finta di sistemare un fanale della sua Bentley, lo sapeva che non aveva realmente bisogno di essere aggiustato.
Azraphel alzò la testa di scatto, rivolgendogli uno sguardo confuso. “No. Non sono ancora onnisciente.”
“Peccato.” Il diavolo “Comunque volevo dirti che mi sono rotto di aspettare. Voglio dire, ci conosciamo da anni, abbiamo un’Apocalisse in corso - che non stiamo gestendo bene, lasciamelo dire - e non abbiamo ancora concluso niente. Diamine, sono secoli che ci conosciamo!”
L’angelo si sistemò meglio gli occhiali di cui non aveva alcun bisogno sul naso, prima di stringersi nell’orribile maglione a quadrettoni che indossava. Crowley glielo avrebbe strappato a morsi, se avesse potuto. “Non so a cosa tu ti riferisca, ma dovresti sapere che l’ineffabilità…”
“Azraphel, in fede mia - che già non è mai stata così eccelsa - di angeli ne ho conosciuti, ma ritardati come te mai.” L’altro lo afferrò per le braccia e lo spinse supino sul cofano della Bentley, causando nell’oggetto dei suoi desideri un certo trambusto interiore. Insomma, Azraphel non era del tutto digiuno di certe cose, aveva spiato… cioè, aveva osservato con scientifico e accademico interesse come gli esseri umani si incastrassero tra di loro, talvolta. Non aveva mai guardato giornaletti porno. No, mai. Nel modo più assoluto.
In ogni caso non arrivò sconvolto alla parte in cui Crowley gli sbottonò i calzoni in morbido tweed e glieli calò insieme alle mutande.
“Farò finta di non sapere niente e di non essere in grado di intendere e di volere…” mormorò, prima di chiudere gli occhi e battere la testa contro il cofano della Bentley, nello stesso istante in cui Crowley si piegò su di lui e glielo prese in bocca. Era nella sua natura essere gentile (o non avrebbe regalato la sua spada fiammeggiante ad Adamo ed Eva), ma si accorse di volere quello che il suo amico stava facendo.
Crowley poi era un diavolo e si trattava di indurre al peccato… beh, era veramente un maestro.
La sua lingua guizzava sul sesso di Azraphel, che dimostrò il suo interesse alla faccenda nel giro di breve, rivolgendogli di tanto in tanto uno sguardo con i suoi occhi gialli. “Sai che c’è gente che crede che gli angeli siano come in Dogma?”
“Ovvero convinti che Dio sia una donna?” ansimò l’angelo, contorcendosi, non sapendo più dove mettere le mani se non fra i capelli dell’altro, spingendolo a ingoiarlo più a fondo. Si morse con forza il labbro, quando un dito premette sulla sua apertura, quasi a prenderla in giro.
Il diavolo tirò su la testa, dedicandosi a mordicchiare la punta del suo pene. “No, che non abbiano niente in mezzo alle gambe. In ogni caso…” Il dito si spinse più a fondo, causando ulteriori contorcimenti da parte di Azraphel, che non si ricordava di aver provato così tanto piacere prima la scoperta del libro delle profezie di Agnes Nutter. Beh, ok, non era esattamente la stessa cosa.
“Credo di poterti dare ragione, per una volta.”
“Io ho sempre ragione.” Sorrise Crowley, quando Azraphel aprì la bocca e un grido gli venne strappato a forza dalla gola. Lo lasciò venirgli tra le labbra, prima di alzarsi e leccarsele con evidente, peccaminoso piacere. “Ora, mio caro, come ti dicevo sono stufo di aspettare…”
FINE