Titolo: A shark swims always faster than a dolphin
Fandom: X-Men First Class
Autore:
queenseptiennaPairing: shark!Erik/dolphin!Charles
Rating: NC17
Genere: crack, romantico
Avvertimenti: slash, AU, sesso descrittivo, furry (solo per i tritoni, non saprei come altro definirli)
Info: non so perché ho iniziato a scrivere tutto questo, so solo che mi fa tanta paura. La dedico a tutte le amanti delle Charles/Erik, siete troppe per citarvi tutte xD
Disclaimer: questa boiata è mia, ma Erik e Charles sono di Stan Lee e della Marvel D:
CAPITOLO 2
Erik era arrabbiato, ma Charles si chiese quando non lo era. Aveva provato a coinvolgerlo in una partita a scacchi marini, ma alla prima partita persa lo squalo aveva ribaltato la scacchiera, infuriato.
"Tu sei troppo nervoso."
"Vorrei vedere te" ringhiò lo squalo, mostrandogli i denti per l'ennesima volta, furibondo. "Parto da casa mia e mi ritrovo in un posto che non conosco, quasi sposato a uno sconosciuto che a malapena mi parla ed è pure maschio!"
"Ehi, non è colpa mia" si lamentò il delfino, incrociando le braccia. "Giusto per la cronaca, nemmeno tu mi piaci. Sei spocchioso ed irritante e poi mi ringhi sempre addosso."
Erik scosse la testa, nuotando fino a una delle grande finestre e guardando fuori con aria malinconica. Gli mancava casa sua e detestava quel posto. Non si sentiva a proprio agio.
Intuendo il suo disagio, Charles si avvicinò con cautela, guardandolo di sbieco. "Sai... c'è un punto di equilibrio fra rabbia e serenità. Secondo me dovremmo trovare quel punto per riuscire ad andare d'accordo. Cosa ne pensi?"
"Rabbia e... serenità?" L'altro lo guardò senza comprendere, l'unica cosa che sapeva era che si sentiva così oppresso e arrabbiato... come Charles, che annuì con un mezzo sorriso.
"Non è colpa nostra se siamo in questa situazione" continuò il delfino "Ma insieme possiamo fare qualcosa per alleggerire questa situazione. Ormai è inevitabile che finiremo sposati, ma perché non possiamo usare questo tempo per conoscerci e, non so, diventare almeno amici."
"Ci penserò." rispose Erik, allontanandosi dalla finestra e uscendo fuori dalla stanza, tornando nel buio della propria rabbia, lasciando Charles a meditare in solitudine.
Il giorno del matrimonio nessuno dei due era pronto e praticamente chiunque a palazzo se ne era reso conto. Le ore passate erano state uno stillicidio vero e proprio.
Ognuno in una stanza diversa, erano assillati da servitori che cercavano di renderli il più principeschi possibili, ma le loro facce sembrarono quelle di due che andavano al patibolo.
In realtà avevano passato insieme il giorno precedente con l'intento di conoscersi un po' di più, ma l'effetto era stato logorante per entrambi. Non avevano davvero nulla in comune, se non un’insana passione per gli scacchi che però era rovinata dalla competitività innata dello squalo.
Era impossibile, si dicevano entrambi, la speranza di una convivenza pacifica si faceva sempre più distante ad ogni minuto. Ognuno, chiuso nelle proprie stanze, si chiedeva anche come avrebbero risolto quella loro prima notte di nozze, certi che non ce ne sarebbero mai state altre.
Era difatti usanza, presso i tritoni, di nuotare sulle spiagge deserte e lì, grazie a un qualcosa di sconosciuto e magico, le loro estremità di pesce sparivano e divenivano umani a tutti gli effetti. Anche le branchie scomparivano, squame e tutto cià che comportava la loro specie. Talvolta, giovani tritoni, avevano approfittato di quelle occasioni per rimanere per sempre umani e mescolarsi fra la popolazione terrestre. Sia Charles che Erik avevano goduto dei piaceri di quella particolare trasformazione durante la loro adolescenza, ma quello era un momento troppo importante per essere ignorato.
Otto squilli di tromba annunciarono che il momento era giunto ed entrambi lasciarono le loro stanze con la faccia scura di chi andava a morire.
L'altare era magnifico, un tripudio di corallo e madreperla che risplendeva nella luce che proveniva dall'altro. Oggetti d'oro brillavano un po' ovunque sottolineando l'opulenza del Re Tritone. Ad arrivarci per primo fu Erik, splendidamente abbigliato nelle vesti tipiche del suo clan, sottolineandone l'aggressività e la ferocia. Attese presso l'altare con una smorfia sofferente e annoiata, ignorando le occhiate del genitore che gli imponevano di darsi un tono.
Charles arrivò per secondo, avanzando fra gli invitati da tutte le parti del mare, brillando come un gioiello di fine fattura. I capelli castani ondeggiavano nell'acqua incorniciandogli il volto sul quale erano state messe delle applicazioni di oro vero, che dalla guancia si diramavano in arabeschi lungo il corpo, sottolinenandone la magrezza. Le braccia erano appesantite da bracciali di perle e conchiglie rare, mentre in vita portava appesa la spada cerimoniale che aveva ricevuto alla nascita. Tutti trattennero il fiato nel vederlo e ammirarlo, le sue sorelle sirene piansero di commozione e anche un po' di invidia, mentre Erik stesso era rimasto soggiogato dal suo elegante aspetto. Persino le labbra erano dipinte d’oro e lo facevano somigliare a una statua o un dipinto.
Si avvicinò all’altare con lo sguardo basso, che alzò appena per incontrare gli occhi scontrosi, ma comunque ammaliati, di Erik.
Non era attrazione sentimentale, no.
Era solamente lo sguardo di chi vedeva qualcosa di bello e voleva possederlo a tutti i costi, anche a costo di distruggerlo. Quella notte, sulla spiaggia, probabilmente si sarebbero odiati a vicenda nonostante il piacere.
Era così che doveva andare.
A celebrare il matrimonio in gran pompa fu lo stesso Re Tritone, ma quando permise ad Erik di baciare Charles, quest'ultimo si limitò a un fuggevole bacio su una guancia.
"Ora i nostri regni sono uniti!" urlò il Re Squalo, brandendo la spada e tutti gli altri lo seguirono con manifeste espressioni di gioia.
Solo Erik e Charles non li imitarono, rimanendo a studiarsi in disparte.
"Tu sei molto bello, ma... ma l'idea di passare tutta la vita con te mi distrugge" disse sinceramente il delfino allo squalo, nuotando distante da lui. Sentiva nel cuore di provare qualcosa per l'altro, magari sarebbero potuti diventare buoni amici, ma Erik era troppo violento, troppo categorico, troppo... troppo.
"Ti farò cambiare idea" rispose Erik inseguendolo, era come seguire una lucciola dorata e, quando finalmente lo afferrò per i fianchi, ignorando il resto della festa, gli sussurrò "Adesso andiamo alla spiaggia".
continua...