Titolo: A shark swims always faster than a dolphin
Fandom: X-Men First Class
Autore:
queenseptiennaPairing: shark!Erik/dolphin!Charles
Rating: NC17
Genere: crack, romantico
Avvertimenti: slash, AU, sesso descrittivo, furry (solo per i tritoni, non saprei come altro definirli)
Info: non so perché ho iniziato a scrivere tutto questo, so solo che mi fa tanta paura. La dedico a tutte le amanti delle Charles/Erik, siete troppe per citarvi tutte xD
Disclaimer: questa boiata è mia, ma Erik e Charles sono di Stan Lee e della Marvel D:
CAPITOLO 1
Charles fissò con disgusto tutte quelle cose con cui lo stavano addobbando e che luccicavano invitanti nella luce filtrata dall’acqua. Lo avevano riempito come uno di quegli alberi di natale che talvolta gli capitava di vedere quando si avvicinava troppo alla scogliera e poteva scorgere le abitazioni umane al di là della spiaggia.
Si perse qualche istante in quel pensiero, chiedendosi se mai sarebbe stato possibile creare un albero di natale laggiù, in fondo al mare, dove viveva. Forse sarebbe stato un po' troppo complicato.
"Signorino, vostro padre..." la voce spezzata di un uomo-gambero interruppe il filo dei suoi pensieri, facendolo innervosire ancora di più e rammentandogli ancora una volta come lui, come tutti loro non fossero altro che pedine nelle mani del suo potente genitore, niente meno che il Re Tritore, signore incontrastato del mare Atlantico, Mediterraneo e Pacifico. Solo i mari del nord sfuggivano alla sua egemonia ed era proprio quello il motivo di tutto quello sfarzo.
I mari del nord appartenevano al Re Squalo, un crudele e avido dominatore che aveva raggruppato nella sua tribù solo tritoni con i geni degli squali. Charles era molto appassionato dell'argomento genetico di quelli della sua razza, se non fosse stata necessaria la sua presenza a quella riunione.
Il Re Tritone riuniva sotto di sé tutte le sottospecie di tritoni, mezzi uomini e mezzi pesci in grado di vivere sott'acqua. Le donne venivano chiamate sirene dagli umani e Charles aveva scoperto che c'era una certa mitologia in tal senso. Solo che le loro donne non erano certo crudeli, ma indubbiamente così belle e splendide che chiunque ne sarebbe rimasto incantato. Le loro voci poi... sublimi. Il canto delle sirene viaggiava nell'acqua in cui erano immersi portando la musica davvero ovunque in tutto il mare, che non era mai in silenzio.
"Signorino..."
"Arrivo, arrivo." borbottò nervoso, controllando che le sue pinne fossero perfettamente lucidate per evitare brutte figure e lavate di capo. Quella sera il Re Squalo in persona si sarebbe presentato con il resto della sua tribù per trovare una soluzione che da sempre divideva i tritoni comuni da quelli squalo e suo padre era sempre in cerca di un patto di pace, a meno che non fosse inevitabile una battaglia.
Charles nuotò elegantemente verso il salone del palazzo di corallo, dove già diverse persone attendevano l'arrivo dei nuovi venuti, un po' intimoriti perché la loro fama di guerrieri non era certo uno scherzo. Al suo arrivo furono in diversi che lo salutarono e numerose principesse sirene cercarono di attirare il suo sguardo con la loro eccezionale bellezza, ma Charles era preoccupato per ben altro, così entrò nella sala del trono, dove Re Tritone era placidamente appoggiato al suo immenso seggio costruito con tutte le bellezze marine. Si accomodò al suo fianco, com'era d'uso e ai suoi piedi (o pinne, che dir si voglia) si accomodarono il resto dei suoi fratelli e sorelle minori, che non si erano ancora guadagnati il diritto di sedere a fianco al padre, ma solo ai suoi piedi.
"Charles, mio adorato." il padre gli strinse una spalla con lo sguardo fiero di chi era un grande dominatore del mare e lui non poté che rispondere grato, senza esternare le proprie preoccupazioni riguardo a quello che sarebbe accaduto da lì a breve, ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare.
L'arrivo della tribù del Re Squalo fu annunciata a suono di tromba, che rieccheggiò nel corallo della struttura per portarlo distante nel mare e avvertire chiunque che qualcosa di importante stava accadendo.
Lo Squalo era minaccioso come se lo era sempre immaginato, entrò in testa al corteo lanciando occhiate crudeli a chiunque si parava sulla sua strada, fino a che non giunse al cospetto di Tritone e gli venne fornito uno scranno sul quale accomodarsi. Il resto della delegazione rimase in disparte, armata e mostrando la lunga fila di denti acuminati che possedevano.
La discussione fra lo Squalo e il Tritone fu lunga e perigliosa, spesso raggiunse picchi di rabbia altissimi, per poi scemare piano piano.
"Se dunque vuoi la pace!" esclamò lo squalo, alzandosi sulla pinna "Dovrai far sposare il tuo primo discendente con il mio, per suggellare il patto."
"CHE COSA?" a esclamare quelle parole erano stati in due. Il primo era stato Charles, mentre il secondo era evidentemente il primogenito del Re Squalo, che era schizzato in acqua con tutta la sua forza rabbiosa.
"Lui è Erik." continuò imperterrito il sovrano, facendo un segno verso il figlio il cui fisico era asciutto e longilineo.
"Invidio non essere la primogenita." sentì dire a qualche giovane sirena ridacchiante.
"Smettila!" sussurrò qualche sorella, dandole una gomitata divertita. Nel frattempo Charles era paralizzato, ma Erik non era da meno. Non che fosse inusuale l'unione fra due tritoni maschi, che era una pratica che di recente era vista sempre con meno ostilità, ma la sorpresa per quella situazione era davvero troppa per essere gestita.
"Spero stiate scherzando, padre." esclamò il principe degli Squali, cercando una conferma negli occhi del genitore, ma senza successo e difatti ricevette una secca risposta negativa. Frustrato, guardò verso Charles, che a sua volta stava cercando sostegno in Tritone, senza però trovarne. Il sovrano batté il suo tridente sul pavimento di corallo, annuendo. "E sia."
Fu così che i due si ritrovarono invischiati nei preparativi di un matrimonio che nessuno dei due voleva.
Il Re Squalo si accampò fuori dal palazzo di Tritone, mentre a Erik fu ordinato di passare del tempo insieme a Charles, cosa che non fu gradita a nessuno dei due.
"Io non ti voglio" mise subito in chiaro lo squalo una volta soli, sfoderando i temibili denti pronti a strappare via le carni di chiunque. Charles scosse la testa, oltraggiato. "Cosa ti fa credere che io ti desideri? Ma non posso farci niente. Tra due giorni dovrò sposarti e condividere il letto con te e non posso fare nulla per evitarlo."
Erik socchiuse gli occhi, sfidando il promesso sposo con lo sguardo pieno di irritazione. "Ci sarebbero fior di sirene desiderose di essere al tuo posto, delfino. E poi... un delfino, seriamente? Di tutti i pesci proprio un incrocio del genere?"
Charles serrò le labbra in una smorfia offesa. Gli voltò le spalle e nuotò via, maledicendo tutto e tutti. Non era colpa sua se era nato con il corpo di uno dei mammiferi marini più dolci, ma quello non voleva dire che fosse un incapace.
Calma la mente, Charles. Si disse, ripetendolo nella propria testa come un mantra, per ritrovare la calma che gli sarebbe servita per affrontare quello squalo crudele.
Quando Charles tornò nelle proprie stanze per riposare, si era quasi dimenticato dell'ingombrante presenza che gli era stata imposta, motivo per il quale sussultò di sorpresa quando vide un altro sdraiato nel suo letto quando tirò le coltri di sartie decorate da conchiglie. Erik.
Erik.
Dannazione a lui e a suo padre.
Con un sospiro si sdraiò al suo fianco, cercando di non guardarlo troppo, ci mancava che iniziasse pure a provare attrazione.
Charles sapeva che, in un modo o nell'altro, sarebbe finito sposato contro il suo volere per le mire politiche dell'influente genitore, ma era sempre stato convinto di unirsi con qualche sirena, non con... con uno squalo e pure antipatico per giunta.
Con un sospiro si girò su un fianco, scrutando nel buio il profilo elegante di Erik, considerando fra sé che quanto meno era piacente e da quel punto di vista non sarebbe stato un problema.
continua...