Titolo: Golden
Fandom: Glee
Autore:
queenseptienna Pairing: Blaine/Jeremiah
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Jeremiah (GAP boy)
Rating: NC17
Genere: romantico, erotico, angst
Avvertimenti: slash, future!fic, sesso descrittivo
Info1: In risposta
alla sfida lanciatami da
kurenai88 con il prompt “Compleanno”.
Info 2: Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr
Fanfiction Contest.
Info 3: Per il prompt “Compleanno” della
mia tabella del
bingo_italia Disclaimer: Glee non è mio e mai lo sarà. Forse.
La prima volta che lo vidi rimasi totalmente affascinato da lui.
Era di una bellezza sorprendente, sembrava quasi un angelo tanto era etereo, ma forse era solo colpa della luce che filtrava dalla finestra gigante dello Starbucks. Sta di fatto che i suoi capelli biondi brillavano come fili d’oro quella mattina.
O ero davvero molto poetico o qualcuno dei miei compagni mi aveva messo un allucinogeno nel caffé.
Sta di fatto che non so dove trovai il coraggio quel giorno di avvicinarlo. Di solito mi limitavo a vederlo entrare dalla porta, sedersi da solo al bancone e stringere fra le mani la tazza di caffé caldo, rabbrividendo appena mentre si scaldava. Avevo studiato praticamente ogni suo gesto, ogni sua espressione ed ero arrivato al punto di passare i pomeriggi a seguirlo per scoprire poi che lavorava nel mio negozio di vestiti preferito.
Così avevo deciso di provarci, in fondo tanto male non poteva andarmi.
Abbiamo iniziato a parlare e mi sono innamorato sempre di più di quel sorriso discreto e poco appariscente, mi ha conquistato con poco e quando mi rivelò sottovoce che era gay… beh, il mio cuore iniziò a fare capriole. Forse pensava di disgustarmi, ancora non lo so. So solo che avevo una voglia terribile di vederlo ancora.
E di baciarlo.
Blaine ci era veramente rimasto male a San Valentino, la sua ormai tristemente nota incursione al GAP con il resto dei Warblers era stata un palese insuccesso, dovuto anche alla sua totale inesperienza. Non era riuscito nemmeno a cogliere i segnali del suo futuro fidanzato, che marciva in un angolo, preda alla gelosia più folle.
Era stato veramente uno sciocco e non solo si era visto rifilare un bel due di picche, ma aveva anche causato il licenziamento di Jeremiah dal negozio di vestiti.
Kurt, nei mesi a venire, lo aveva spesso preso in giro per quel suo insuccesso e solo a ripensarci gli veniva la nausea, ma lui che ci poteva fare se si era innamorato di quel commesso?
Nulla, si ripeteva giustamente.
Il fatto che poi avesse scorto in Kurt una compagnia adatta a lui che non fosse la semplice amicizia era tutto un altro paio di maniche, ma nulla gli avrebbe fatto dimenticare il volto asciutto e pallido, le labbra sottili e i capelli biondi di Jeremiah.
Nemmeno a distanza di anni.
Dopo quell’episodio mi chiusi in me stesso, anche se non sembrava. A tutti sembravo il solito Blaine, quello che sì, forse aveva preso una batosta, ma non l’aveva presa così male. Invece mi sentivo addolorato, addirittura indignato e il sorrisetto soddisfatto di Kurt non faceva che irritarmi di più.
Così continuai a cantare da solista, ignorando il suo desiderio di avere più spazio per la sua voce, ma ben presto mi resi conto quanto era sciocco il mio comportamento e quando trovai raccolsi da terra il suo diario durante l’intervallo e vidi per caso i nostri nomi circondati da un cuore, tutto si fece più chiaro. Non avevo proprio capito niente di Kurt Hummel.
Accantonai il pensiero di Jeremiah, concentrandomi sui sentimenti per il mio nuovo amico che, inutile dire, in breve tempo mi conquistò così tanto che la mia cotta per il commesso sembrava così sciocca in confronto, ma era sempre lì in attesa. Non se ne andava mai.
Il giorno del suo compleanno, quattro anni di fidanzamento e due di matrimonio più tardi, gli riservò un risveglio di tutto rispetto, vezzeggiandolo e coccolandolo come poche cose al mondo, ma nel pomeriggio lo lasciò solo, richiamato d’urgenza sul lavoro.
A Blaine non dispiacque affatto passare il resto della sua giornata celebrativa a passeggio da solo, libero di girarsi i negozi senza l’assillante presenza di Kurt che in quei momenti tirava fuori la sua anima da donna mancata.
Camminava lento, con le mani in tasca, gli occhiali da sole rosa ben piantati sul naso, mentre si godeva le vie cittadine.
Finché non arrivò sul marciapiede di fronte al GAP.
Era tanto che non passava di lì e in quel momento il ricordo di quel San Valentino lo colpì come una frustata, facendogli riaffiorare alla mente il senso di vergogna che aveva provato quando Jeremiah aveva palesemente dichiarato di non gradire le sue attenzioni.
Blaine strinse la mascella fino al punto di sentire i denti scricchiolare per il nervoso, ma durò poco per lasciare spazio allo stupore, perché quello che stava uscendo dal GAP era proprio Jeremiah e stava entrando nello Starbucks.
Nulla era cambiato.
O così forse credevo.
Non mi ricordo con esattezza come finimmo in quella camera, forse lo inseguii e lo afferrai o forse gli parlai con gentilezza, davvero non ricordo, ma questo non è importante.
Il punto fondamentale della situazione è che quel giorno mi feci il regalo di compleanno più bello di sempre (sempre se si può considerare un regalo tradire il proprio marito) e ben presto mi ritrovai in un motel a poca distanza insieme al mio vecchio innamorato.
I suoi capelli erano sempre dorati come li ricordavo, anche se c’erano molti fili bianchi, ma il desiderio mi aveva accecato, facendomi agire di impulso.
La prima volta che lo feci mi ero limitato ad una serenata in un negozio.
La seconda invece osai molto di più.
Chiedermi come feci a convincerlo è troppo da chiedere, l’unica cosa che conta è che finalmente ero lì, fra le sue gambe, a leccare la sua pelle candida come mi ricordavo un tempo. Non è cambiato molto e ancora non ci potevo credere di essere lì a farlo, a passare la lingua sul suo sesso duro e sentirne in bocca il sapore dopo anni passati ad andare a letto con Kurt.
Eppure certe notti mi eccitavo terribilmente a scopare Kurt pensando di avere Jeremiah al suo posto, ma in quel momento potei godermelo veramente, allargando le mie dita dentro di lui e ascoltando i suoi gemiti crescere d’intensità e il respiro farsi affannato quando mi spinsi forte dentro di lui, senza lasciargli il tempo di adattarsi a me.
Adorai scoparlo così forte da sentire il letto battere contro il muro e avere come sottofondo le sue grida, osservando il suo corpo tremare sotto il mio assalto, riducendosi ad un essere contorto tra le lenzuola, implorante e sempre contornato da quella massa di capelli dorata in cui infilai una mano e tirai, come se lo cavalcassi.
Venire nel suo corpo fu una sensazione così amara…
Due ore più tardi ci lasciammo e io tornai a casa per farmi una doccia. Kurt tornò a casa trafelato, scusandosi per avermi lasciato solo (oh Kurt, se solo sapessi) e mi regalò un bacio così innamorato da farmi provare profondo disgusto per me stesso.
Mentre seguivo mio marito in cucina per tagliare la torta, rivolsi un ultimo pensiero a Jeremiah e alla voglia che ero riuscito finalmente a togliermi, nonostante mi avesse lasciato con l’amaro in bocca.
Non lo vidi mai più.
FINE
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del
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