[Kekkaishi] Chikara makase ni

Feb 13, 2016 12:59

Title: Chikara makase ni/力任せに
Fandom: Kekkaishi
Wordcount: 512
Beta: kuruccha
Prompt: Cow-t 6: almeno 300 parole su “Forza interiore”.
Note: Il titolo viene dalla opening dell’anime, significa “Affidando la forza”. Ambientata dopo la fine della serie. Non credo che Yoshimori, una volta che tutto sia finito, non vada a trovare la tomba di Gen nemmeno una volta.

Ryo s’incamminò nel cimitero, portando con sé il secchio di legno con l’acqua. Visitare la tomba di Gen era ormai diventata un’abitudine settimanale, un momento in cui si sentiva di nuovo vicina al suo fratellino. Il dolore per la sua scomparsa s’era attenuato, ma sempre presente nel suo cuore. Le sue visite erano sempre solitarie: i suoi fratelli maggiori non avevano mai provato affetto per Gen, e sospettava che i suoi genitori si sentissero ancora in colpa per averlo affidato alla Gilda Segreta. Di conseguenza, il suo stupore nel vedere in lontananza qualcuno seduto davanti alla tomba di Gen era comprensibile.

Pian piano vide che si trattava di un ragazzo dai capelli neri, e avvicinandosi cominciava a poter sentire cosa stesse dicendo così animosamente.
“…avresti dovuto vederlo Gen, così tanti ayakashi non li avevo mai visti! Ma poi mia mad-”
Il ragazzo s’interruppe, drizzando la testa come se avesse sentito qualcosa e si girò a guardarla. In quel momento Ryo era abbastanza vicina da riconoscerlo: era l’amico di Gen che era venuto al funerale, ma dopo neanche un anno dopo sembrava molto più grande.

Rapidamente gli arrivò accanto, osservando come il corpo del ragazzo da rilassato fosse diventato teso, come pronto a scattare via se necessario, pur restando immobile. Si girò a guardare la tomba di Gen, notando che era già stata pulita, i fiori erano stati innaffiati, dell’incenso nuovo stava già bruciando, ma davanti…
“A Gen non piacevano i dolci.”
Il viso del ragazzo si rilassò un pochino, apparendo un piccolo sorriso sulle sue labbra.
“No, però avevo inventato una torta amara che piaceva anche a lui.”
Velocemente, prende una scatola bianca poggiata accanto a lui e gliela porge.
“Vuoi provare?”

Così Ryo si ritrovò a mangiare torta con Yoshimori (per prima cosa gli aveva chiesto il nome). Lei aveva cominciato a raccontargli storie di quando Gen era bambino, lui di come erano diventati amici. Pensava che, se avesse incontrato qualcuno della Gilda Segreta, l’avrebbe odiato come odiava Masamori, ma non ci riusciva con il ragazzo davanti a lei. Forse perché riusciva a leggere nei suoi occhi che gli mancava Gen quanto lei.

Yoshimori la guardò pensieroso, poi le sorrise dicendo: “Sa, lei assomiglia molto a Gen.”
Ryo alzò il sopracciglio, esternando la sua incredulità.
“No, dico sul serio! Sapevo che Gen era forte, e pensavo che fosse per il suo allenamento, ma ora ho capito che l’ha preso da lei.”
Ryo spalancò gli occhi, mentre l’altro continuava a parlare.
“Condividete la stessa forza interiore e la stessa tenacia. È quello che più gli invidiavo.”
Si strinse le ginocchia ancora di più al petto, abbassando lo sguardo.
“Vorrei essere stato più forte quando…”

Non completò la frase, ma Ryo aveva capito di cosa stava parlando.
Gli appoggiò la mano sulla sua, cercando di consolarlo, dicendo anche:
“Non so cosa sia successo, però…non te ne faccio una colpa”.
Yoshimori si voltò di nuovo a guardarla, e gli offrì un piccolo sorriso.
“Per quanto conti, sono felice che Gen avesse un amico come te.”.
Il ragazzo le ricambiò il sorriso, stringendole la mano.
 

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