Titolo: Fools Rush In
Autrice: Vany (
vedova_nera)
Beta:
cialy_girlFandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin e James Potter
Pairing: Sirius Black/Remus Lupin
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 300 (W)
Challenge: Special #5 @
it100Prompt: Con le mani di un altro è facile toccare il fuoco.
Avvertenze: Solo slash, questa volta.
Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti. Io non traggo vantaggi dall'uso di essi e non li reclamo come miei.
Note: • Ho scritto una Sirius/Remus, quindi preparatevi che domani il mondo finirà.
• Linda mi porta sulla cattiva strada e mi fa scrivere le peggio cose.
• Cercare i titoli è il male. E trovarli random è la felicità.
Postata originariamente
qui.
Fools Rush In
“Ora non mi parli?”, domanda Sirius; e il tono della sua voce indispettisce Remus, perché è lui quello che dovrebbe essere alterato per tutta quella storia dello scherzo.
Invece si sente solo deluso.
Lo guarda, in piedi di fronte a lui, perfetto nonostante la ramanzina di Dumbledore, le accuse di Snape e la punizione della McGonagall.
Perfetto è l’unica cosa che Sirius Black riesce ad essere agli occhi del mondo intero.
Eppure così pieno di tarli dentro.
Il ragazzo più alto si avvicina a lui, scostandosi una ciocca di capelli corti che gli ricade mollemente sulla fronte.
“Scusa”, bisbiglia Sirius, cercando un contatto che Remus gli nega.
“Credi che basti?”, risponde questi, “che puoi sistemare tutto con una parola?”
“Cosa ti devo dire? Che non credevo lo avresti effettivamente potuto ammazzare? Che non ci ho pensato? Che è stato tutto troppo facile perché avesse delle vere conseguenze?”, sbotta Sirius, irritato anche se nel torto.
“Questo perché non c’eri tu al mio posto. E se Severus fosse morto? Se James fosse arrivato un minuto più tardi, cosa sarebbe di noi adesso?”
Poi gli volta le spalle. Sirius si avvicina, fa per abbracciarlo e gli sfiora il capo con le labbra, ma Remus si divincola e mette spazio tra di loro.
“È troppo semplice così”, gli dice, ed esce dalla stanza.
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È sdraiato sul suo letto quando James arriva, la scopa in spalla e il volto scuro.
“È andata male”, e la sua non è una domanda.
“Già”, si limita a rispondere Sirius.
“Gli passerà, abbi solo un po’ di pazienza”, e poi rivolge all’amico un ghigno storto.
Sirius contraccambia, una linea di tristezza che lo attraversa da capo a piedi.
“Non ci ho davvero pensato, a Remus”, aggiunge dopo diversi minuti, e James si limita a guardalo dal fondo della stanza.