Titolo: Don't Get Any Big Ideas (They're Not Gonna Happen)
Autrice: Vany (
vedova_nera)
Beta:
eowie ♥
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Teddy Lupin, James Potter Jr. e varie comparse.
Pairing: Teddy/James Jr.
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 1.805 (W)
Avvertenze: Slash, qualche vago riferimento ad un interesse fra consaguinei e, ovviamente, spoiler per il settimo libro, nel caso qualcuno non l'abbia ancora letto.
Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti.
Note: • Questa fic è per la mia adorata
cialy_girl ed è stata scritta appositamente per lei, perché so che la coppia è la sua ultima ossessione in materia di Harry Potter, e ho pensato che le avrebbe fatto piacere riceverla per il suo compleanno. Quindi è sua sua sua, per i suoi sfolgoranti vent’anni. Tanto love e altrettanti auguri, mia cara! ♥
• Io con i vari figli faccio un casino incredibile tra date e parentele, e penso di averlo fatto anche in questa fic. Scusate. xD
• Il titolo è preso dalla prima strofa di Nude dei Radiohead, che ho riportato anche sotto perché si adattava benissimo alla fic. Questa canzone è l’amore assoluto e io non potrò mai più vivere senza di lei, temo.
Postata originariamente
qui.
Don't Get Any Big Ideas
(They're Not Gonna Happen)
Don't get any big ideas
They're not gonna happen
You paint your smile
And fill the holes
There'll be something missing
Just when you found it
It's gone
Just when you feel it
You don't
It's gone forever
Radiohead, Nude
Estate
James è troppo giovane, davvero troppo giovane. E’ questo che ti frena, più del fatto di essere cresciuti insieme, vicini come fratelli, più del pensiero della tua ragazza - morbida e perfetta - e del suo cuore spezzato quando la lascerai. Perché la lascerai, ormai è solo questione di tempo.
Quando ti sei reso conto che non avresti potuto passare sopra alla questione dell’età con le tue sole forze, oltre a tutto il casino che è già quella situazione, ti sei deciso a chiedere consiglio. Ironicamente, ti sei rivolto proprio al padre dell’oggetto del tuo affetto.
Hai esposto il problema ad Harry - la figura maschile che più si avvicina ad un genitore per te - con calma, rimanendo sul vago, perchè sei certo che l’unica conseguenza possibile per il tuo interesse nei confronti di suo figlio maggiore, nel caso Harry lo venisse a sapere, sarebbe l’immediato allontanamento dall’intera famiglia; e ritrovarti solo è l’ultima cosa che vuoi.
Così, dosi con cura le parole e gli fornisci un quadro più o meno completo della situazione, senza inventare bugie e limitandoti ad omettere qualche particolare. Nel sentire la sua risposta ti scopri infinitamente grato, perché non ti chiede nulla di Victoire e nemmeno chi sia questa “persona” di cui gli hai parlato e che ha ben sette anni meno di te, no, si limita a sorridere mentre ti riempie nuovamente il bicchiere di tè freddo, e a ricordati ancora una volta quanto sei simile a tuo padre. Poi ti dice di buttarti, perché si vive una volta sola.
Ovviamente lui non immagina che ti ha consigliato di buttarti con suo figlio.
Inverno
Sei nella piccola cucina del cottage dei Potter a servirti altro Eggnog quando vieni raggiunto da Fleur. In sua presenza, da quando le cose con Victoire non vanno più molto bene, ti senti sempre a disagio, perché nel tuo cuore sospetti che abbia intuito il motivo del tuo allontanamento da sua figlia.
Si muove verso di te, i lunghi capelli argentei che le ondeggiano voluminosi sulla schiena, creando onde perfette, le stesse della gonna del suo vestito blu cobalto; il viso sempre perfetto, come se gli anni non fossero trascorsi per lei. Si siede all’altro capo del piccolo tavolo della cucina e si versa una tazza di Eggnog anche lei, riempiendo il mestolo fino all’orlo e facendo attenzione a non sporcare il tavolo.
“L’ho fatto io, ti piasce?” ti chiede con la sua voce limpida, l’accento francese chiaro e morbido.
“Sì, molto.”
In verità, il suo Eggnog ti piace più di quello di Molly solo perchè Fleur ha l’abitudine di farlo molto forte - da ragazzino, tu e Victoire, andavate a berlo di nascosto, ubriacandovi, per poi venire sempre miseramente scoperti e puniti tra le risate generali -, mentre quello di Molly è piuttosto blando e decisamente troppo dolce per i tuoi gusti.
La osservi mentre appoggia la tazza sul tavolo e si mette comoda sulla sedia, e capisci che non hai scampo e che non è affatto un caso che lei si trovi lì, con te, la sera di Natale, invece che nella stanza accanto a coccolare suo marito e i suoi figli.
“Le cose vanno bene con Victoire?” inizia lei, e tu non sai se dirle la verità o se risponderle quello che vorrebbe sentirsi dire.
“Con i nostri orari di lavoro così diversi ci vediamo poco.” E appena lo dici ti senti uno stupido, perché lei ora è di là, intenta a festeggiare il Natale insieme agli altri, mentre tu ti sei rintanato in cucina a bere l’Eggnog, quasi di nascosto, come se avessi ancora dieci anni e Molly fosse la cosa più paurosa che potesse esistere.
“Ho capito.” Risponde lei, e poi si alza, dirigendosi verso il salotto con la tazza in mano, scomparendo oltre la porta come un onda azzurra.
Rimani ancora un po’ in cucina, poi torni anche tu dagli altri.
Victoire ti sta aspettando sotto il vischio e ti fa cenno di andare da lei, e tu lo fai, sorridendo, leggermente brillo e intenzionato a scrollarti i problemi di dosso almeno a Natale.
Mentre baci la tua ragazza, per un secondo noti Fleur che sorride e James intento a chiacchierare fitto con Dominique, lo sguardo fisso su di te.
Estate
Sei alla festa per il sedicesimo compleanno di James e, circondato da maree di dolci che odi, vorresti solo trovarti altrove.
Il caldo di quell’estate aveva obbligato Ginny a chiedere ospitalità a Fleur per poter organizzare nel loro cottage la festa e, per tua sfortuna, lei aveva accettato con piacere.
Appena arrivato, infatti, ti sei reso conto che sì, sul mare si sente effettivamente molto meno la calura e la temperatura è di qualche grado inferiore, ma anche che Dominique ‘gioca in casa’.
Passi quasi tutto il pomeriggio insieme alla tua ragazza, in mezzo a discorsi di cui non ascolti una sola parola, la mente completamente diretta verso altri pensieri.
Victoire è bella seduta al tuo fianco, sorridente nel suo abito rosa dalle maniche a sbuffo, con il suo lucente splendore accanto ti senti ancora più misero.
Tua nonna sorride guardandoti, e tu ricambi, parzialmente rincuorato dal suo calore sempre presente.
Victoire continua a discorrere con sua madre, Hermione e Ginny, e non sembra interessata al fatto che il festeggiato non è presente alla festa, ma tu, invece, sei infastidito dalla sua assenza, perché sai perfettamente dove si trova ora.
In un attacco di incertezza, però, ne vuoi una conferma.
Non sai se le poni quella domanda con l’intenzione di farti male e sferrarti il colpo finale o perché, in fondo, speri ancora che James non sia con lei.
“Dove sono i tuoi fratelli?” chiedi con finto disinteresse, lasciando la domanda sul vago.
“Louis sarà sicuramente da qualche parte con lo zio Charlie, mentre Dominique sarà a fare compagnia a James”, e appena finisce la frase, sia lei che le altre donne presenti alla festa scoppiano in risolini divertiti. Tu, invece, sei tutt’altro che divertito.
Con una scusa ti alzi ed esci sul retro del cottage dalla porta della cucina, sperando di prendere una boccata d’aria fresca e stare un po’ solo.
Ma le tue speranze vengono presto infrante, difatti, fuori, seduti su una panchina di legno, ci sono Charlie e Louis intenti in una conversazione sul Quidditch.
Ti stranisce il fatto che Louis, così interessato all’arte e alla danza, faccia domande sul Quidditch, ma saluti senza dare voce ai tuoi dubbi e ti unisci a loro per un po’.
Poi, ancora una volta non sai resistere e dopo qualche minuto che stai con loro, ascoltando le domande incerte di Louis e osservando il suo sguardo adorante rivolto a Charlie, poni la tua domanda, nascondendone bene il suo vero significato.
“Scusate, sapete dov’è finito James? Non ha nemmeno scartato i regali…” ti aspetti una misera indicazione su dove si trovi, ma la risposta di Louis ti ghiaccia il sangue nelle vene.
“Oh, è di sopra con mia sorella, e penso che il suo regalo lo abbia già scartato.” Te lo dice come se nulla fosse, solo un sorriso furbo sulle labbra e una luce maliziosa negli occhi azzurri. Sia tu che Charlie vi guardate sbalorditi dalla sfacciataggine di Louis e dal pensiero di James e Dominique insieme.
Rimani con loro per il resto della festa, nonostante il visibile fastidio di Louis, guardando la sera scendere sopra il mare, mentre una leggera brezza profumata di salsedine invade l’aria.
Inverno
È il Natale più schifoso della tua vita.
Victoire preme per il matrimonio e tu ami lui, sempre di più, senza poterci fare nulla, ma all’insistenza di lei stai quasi per cedere, perché in fondo ti potrebbe offrire una vita migliore di quella in cui piangeresti per sempre la mancanza di James, in solitudine.
Tutta questa situazione ti sta logorando dentro e non sai più come porvi rimedio.
Come il Natale prima, sei andato in cerca di un luogo sicuro anche quest’anno, e ti sei chiuso con una bottiglia di Whisky Incendiario nella stanza di James, perché pensi che ubriacarti nella sua camera, circondato dalle sue cose impregnate del suo odore, dai suoi libri di testo, dai suoi indumenti per il Quidditch, sia un bel modo di sballarsi, perdere di vista la realtà mentre lui se ne sta di sotto a giocare al fidanzato con Dominique; ma tutto quello che ottieni sbronzandoti è solo una tristezza maggiore.
Sei sull’orlo delle lacrime quando James entra nella stanza e si siede al tuo fianco appoggiando la schiena al letto; poi si china verso di te per prendere la bottiglia di Whisky e mentre lo fa senti il profumo dei suoi capelli, l’odore della sua pelle e scorgi il suo sorriso a poca distanza dalle tue labbra, gli occhi nocciola che ti guardano divertiti.
Vorresti solo stringerlo a te, baciarlo, ma ti limiti a porgergli la bottiglia e a lasciarlo ubriacare insieme a te. Pensi a quello che direbbero gli altri nel vedere te, un uomo fatto che ha un lavoro fisso e una fidanzata splendida, a bere insieme ad un ragazzino, e ti viene da ridere quando ti rendi conto di aver davvero toccato il fondo.
Fai per andartene ma l’alcool che ti scorre nel sangue te lo impedisce, e allora rimani lì, la spalla premuta contro quella di James, a respirare il suo calore, la sua vita.
“Che casino”, mormori ad alta voce, appoggiando la testa all’indietro, contro il letto. Ed è in quell’attimo, nel quale hai abbassato tutto le tue difese e hai lasciato la tensione scorrere via, che le labbra di James si posano sulle tue. La sua bocca sa di Whisky e di qualcosa di troppo dolce, ma è la bocca di James e riesce a rendere perfetto anche quel gusto zuccheroso che avresti trovato nauseante in qualsiasi altro caso.
James approfondisce il bacio e tu lo lasci fare, cedi, disarmato, senza che un solo pensiero voli agli altri, a Victoire, a Harry, a chiunque potrebbe entrare in quel preciso momento, perché tutto quello che hai voluto negli ultimi due anni è lì, tra le tue braccia, ed è fantastico proprio come immaginavi.
Il bacio sembra durare ore, ma quando James lo spezza di sembra che sia finito quasi subito e ti senti stordito; James riprende la bottiglia e beve un sorso, poi te la passa e tu fai lo stesso.
“Dobbiamo tornare di sotto, presto qualcuno verrà a cercarci”, esordisce, la voce resa roca e calda dall’alcool, “dopo ci inventiamo una scusa e torniamo su.” Conclude così la frase, con un sorriso diretto a te, prima di voltarsi e uscire dalla stanza, la leggera maglia di cotone a maniche lunghe che gli disegna perfettamente le spalle ampie e dritte, la vita sottile.
L’adrenalina che ti scorre in corpo è la sola cosa che ti dà la forza di alzarti e raggiungere gli altri, immerso in un sogno da cui non hai intenzione di svegliarti.