Titolo: The Cruelest Month
Autore: Vany (
vedova_nera)
Beta:
eowieFandom: Harry Potter
Personaggi: Severus Snape, James Potter
Pairing: Severus Snape/James Potter
Rating: Pg15
Conteggio Parole: 886 (W)
Avvertenze: Slash.
Disclaimers: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti.
Note: • L'allergia è una cosa schifosissima, nonostante questa estate che non riesce a partire, le spore di tutto ciò che sboccia mi sono letali; ho dovuto persino declinare un invito ad un picnic nella campagna ticinese, così ora sono qui, con sei pacchi di fazzoletti di fianco a me, a scrivere fanfic da dieci minuti l'una.
• È la prima volta che mi cimento con questa coppia. anche se credo sia una di quelle che preferisco nel panorama slash che offre Harry Potter. Mi pare che la dinamica tra i due personaggi in questione sia molto viscerale, indispensabile, come se un fosse l'aria dell'altro, quindi la amo. È automatico, temo. XD
• Il titolo è tratto dalla meravigliosa opera The Waste Land (La Terra Desolata) di Thomas Stearns Eliot.
Postata originariamente
qui.
The Cruelest Month
Novembre è il mese più crudele.
Nel corso della giornata, la temperatura si è gradualmente abbassata sempre più, portando con sé, verso il tardo pomeriggio, la prima neve dell’anno che in poco tempo ha ricoperto tutto. E ora, tutta quella neve illumina la notte con il suo bianco bagliore, rendendo vane le speranze di Severus di passare inosservato.
Così si muove svelto, alzando di tanto in tanto il viso - appena pochi secondi, ma comunque abbastanza perchè il vento lo colpisca gelido in pieno viso - per scrutare con occhi veloci la strada.
È in uno di quei rapidi controlli che quasi si ritrova faccia a faccia con Remus Lupin. Nemmeno lo riconosce, all'inizio, tra l’oscurità e la neve che cade fitta la sua figura sottile sembra farsi ancora più piccola; ha il viso nascosto da una grossa sciarpa di lana e la testa china.
Severus, per evitare quell’incontro, si nasconde veloce in uno squallido e piccolo vicolo poco distante. Ci resta, completamente immobile e silenzioso, fino a che non vede l’altro ragazzo passare oltre.
Poi torna sulla strada e lo guarda allontanarsi, osserva la sua figura farsi sempre più minuscola, fino a quando la neve non gli impedisce di seguire ulteriormente il suo cammino.
È infastidito da quell’incontro, ma la consapevolezza che presto arriverà a destinazione gli dà forza.
Nel gelo di quel Novembre inizia a sentire il desiderio muoversi sotto la pelle.
La porta del condominio è vecchia quanto l’edificio stesso. La lacca azzurra che la ricopre è quasi completamente scrostata, rendendola totalmente priva di protezione di fronte alle intemperie. La serratura è arrugginita, così come i cardini, eppure, nonostante l’azione degli anni su di essa, conserva sempre qualcosa di speciale, qualcosa di unico e magico.
La oltrepassa e la richiude alle sue spalle, poi attraversa l’atrio fatiscente e inizia a salire le scale lentamente.
In quel palazzo ci sono due appartamenti per piano, grandi come tane di topi, ma caldi e confortevoli. È il loro rifugio sicuro.
E lui si sente sempre a casa in quel luogo.
L'appartamento che affittano per i loro incontri si trova al terzo piano. Ha finestre dai davanzali in pietra, carta da parati vecchia, e poco mobilio. L’aria sa di chiuso, di parole mai dette, di sesso consumato nella disperazione dell’abbandono.
Prima di spingere in basso la maniglia, Severus sente tutta la tensione di quell’incontro scivolare via, e si rilassa.
Una volta entrato, getta il cappotto sulla sedia accano all’ingresso e accende i caloriferi, poi si siede sul divano nel salotto e osserva la pioggia cadere, in attesa che l’ambiente si riscaldi. In attesa di James.
Diversi minuti dopo, la porta d’entrata si apre nuovamente - i cardini che graffiano e producono un rumore stridulo e potente nell’assoluto silenzio del condominio, lo stesso di quando era entrato lui - e Severus, il viso pallido illuminato dalla luce fioca che proviene dall’esterno, volta il capo verso James che gli sorride. Non può fare a meno di ricambiare quel sorriso, nonostante il fastidio di quell’attesa prolungata.
“Sei in ritardo”, esordisce Severus con un leggero sbuffo, girando il viso verso la finestra.
“Lo so. Ho incontrato Remus mentre venivo qui, ho dovuto cambiare strada. Mi ha chiesto cosa ci facevo da queste parti.” Risponde calmo James, le mani che aprono lente i bottoni del cappotto scuro che indossa.
“E lui cosa ci fa da queste parti?” chiede Severus, sinceramente curioso, girandosi nuovamente verso di lui.
“Cerca casa. Dove sta ora gli hanno aumentato l’affitto. Mi sono offerto di dargli dei soldi in più ma non ha voluto.” Dice James con un sospiro stanco.
Passano diversi minuti senza che nessuno dei due dica nulla. Poi, Severus infrange il silenzio, con una domanda stanca.
“Hai fatto fatica ad uscire di casa?”
“Un po’. Lily sta iniziando a chiedersi dove sparisco ogni settimana,” risponde James, e poi aggiunge “ma la capisco, si preoccupa per la situazione attuale.”
“Tuo figlio?”
“Harry sta bene. Cresce a vista d’occhio, tra qualche giorno compirà quattro mesi.” Dice James con un sorriso dolce, le fossetta che gli scava un solco nella guancia destra.
“Vuoi che smettiamo di vederci?” domanda Severus alzandosi e dirigendosi di fronte alla finestra, voltandogli la schiena, e perdendo lo sguardo nella neve che continua a cadere.
“No. Mai.” Risponde l’altro ragazzo assolutamente serio, ogni traccia del sorriso che prima aveva illuminato il suo volto completamente scomparsa. Raggiunge Severus e lo abbraccia, appoggiando il mento sulla sua spalla.
“So che è una situazione pesante. So anche che è colpa mia, te lo dico prima che me lo rinfacci come al solito, ma non posso separarmi da te, Severus. Non posso assolutamente smettere di vederti.” E in quelle parole c’è molto più di quanto sia mai stato veramente detto, tutto il dolore e l’amore che quella relazione comporta.
“Non fa niente. Va bene così.”
“Ci vediamo anche domani?” domanda James, già distrutto dal doversi separare, tra poche ore, dal suo amante.
“No, se ti creerà problemi.” Risponde l’altro con tono grave.
“È difficile reggere con Voldemort che ci cerca e non so se tutta questa storia finirà bene, quindi sfruttiamo al meglio il tempo che abbiamo.”
“Allora spogliati.”
Così, ancora per pochi giorni in quei mesi esisteranno solo loro e il loro sentimento, consapevoli dei sospetti, assillati da domande e rimproverati per assenze.
Eppure, nonostante tutto, non riescono a fare a meno di amarsi e rifuggire quel sentimento che li tiene insieme.