Titolo: Rule #1: Ice Crean is NOT a suitable plate for a job interview
Fandom: Merlin
Character: Arthur, Merlin, Gwaine, Percival, Elyan, Leon, Lancelot
Pairing: ///
Raiting: PG
Warnings: modern!AU, IDK?
Word: 1003
Riassunto: Arthur odia il mondo. Merlin fa del gelato. Gli altri sono di poco aiuto. E' una giornata abbastanza normale per lo staff del ristorante Camelot, dopotutto.
Note:
1 Ma che ne so. Le mie AU cominciano a nascere da sole, sono strane.
Disclaimer: Merlin non è mio ma della BBC. O Arthur sarebbe decisamente più intelligente e lui e Merlin sarebbero già a fare sesso ovunque.
«Un gelato…» mormorò - perché… beh, perché cosa doveva dire esattamente?
«Un gelato con panna montata,» si sentì in dovere di dire l’altro - come se quello fosse il maledettissimo problema. Arthur aveva voglia di prendersi il viso tra le mani ed urlare. Urlare.
«A me piace,» disse Gwaine, senza aiutare e Arthur si chiese se avrebbe potuto prenderlo e licenziarlo sul colpo (probabilmente no, ragionò, dopotutto Gwaine era uno dei migliori sous chef che c’erano in circolazione e le sue zuppe erano incredibilmente buone).
«Il punto non è questo,» si ritrovò a dire, perché beh, non era ovvio? «È un gelato,» aggiunse.
Nessuno disse niente. Né Gwaine - che stava ancora mangiando il maledetto gelato - né Leon, il capo sala, che Arthur aveva voluto lì perché si fidava di lui, Né Lancelot, l’executive chef, né Percival e Elyan, gli altri due sous chef. Benché meno Merlin, fermo davanti a loro, che aveva appena presentato un gelato ad un intervista per trovare lavoro.
Arthur aveva voglia di urlare. O di chiamare Morgana e dirle che sì, aveva ragione, la sua idea di partecipare a queste interviste era stata pessima.
Normalmente lasciava che ci pensassero Lancelot e Morgana a queste cose, ma quel giorno la sua sorellastra si era ritrovata costretta a rinunciare per un impegno improvviso e, sebbene Lancelot si fosse detto disponibile a tenerle da solo, Arthur non l’aveva ritenuto molto professionale. A quel punto Gwaine, Percival e Elyan avevano deciso che dovevano guardare, anche solo perché sarebbe stato uno spasso.
Arthur temeva di dare un poco troppa libertà a quei deficienti.
Merlin - Dio, quanti anni aveva? - sembrava relativamente confuso. «Mi avete detto di preparare quello che so fare meglio,» borbottò, quasi un bisbiglio.
Arthur aprì la bocca e poi la richiuse. Sì, era vero, gli avevano detto di preparare la sua specialità, Arthur si era aspettato un vitel tonné o un qualche tipo di pasta, non un gelato.
«E quello che sai fare meglio è un gelato…» continuò, perché non sapeva esattamente cosa altro dire.
«È veramente buono però,» disse Lancelot, che aveva cominciato a mangiare il gelato e stava sorridendo al piccolo stuzzicadenti (mangiava? Oddio, non era un senza tetto, giusto?).
Arthur non riusciva a capire perché nessuno comprendesse il problema.
«So fare bene tutto,» disse il ragazzino, piccato (apparentemente era l’unico ad aver capito il problema) «potete darmi una qualsiasi ricetta e sono certo di poterlo fare alla perfezione, ma mi avete chiesto cosa so fare meglio. So fare meglio questo,» e indicò il gelato che si stava lentamente squagliando nel piatto davanti ad Arthur.
«Credo che il nostro principe abbia bisogno di qualcuno che gli faccia aria,» commentò Gwaine - utilizzando il soprannome che Arthur non ricordava nemmeno perché gli avessero dato - e sembrava essere estremamente divertito. Ovviamente, dopotutto era Gwaine.
«Nessun’altro ci vede qualcosa di estremamente sbagliato in tutto questo?» chiese alla fine - perché sapeva che il suo staff poteva essere completamente pazzo, ma era anche un gruppo di seri professionisti (okay, magari nel caso di Gwaine la parola serio era un poco esagerata, ma comunque…).
Leon - persino Leon, che normalmente era la sua ancora di sanità in mezzo a tutta quella follia - scrollò le spalle e disse: «Abbiamo visto qualsiasi ricetta mai scritta in un libro di cucina, almeno Merlin è stato originale.»
Arthur non assumeva persone solo in base alla loro capacità di essere originali.
«Ed è veramente buono,» disse Elyan e Arthur avrebbe voluto urlare Non. È. Questo. Il. Punto.
«Provalo,» disse però Percival e ad Arthur piaceva Percival - gli piaceva molto, non parlava spesso ed era una specie di gigante buono.
Arthur assaggiò il maledetto gelato.
E okay, okay, era possibilmente il gelato più buono che avesse mai mangiato. Continuava a non essere quello il punto.
«Passabile,» disse quindi, perché era pur sempre un gelato. Il ragazzino - Merlin - divenne porpora.
«Non è passabile. Passabile era il piatto che Edwin, prima di me, vi ha presentato - l’ho visto, non ci ha messo abbastanza sale ed era troppo speziato. Passabile era il risotto di Sophia che era probabilmente troppo impegnata a trovare un modo di infilarsi nei tuoi pantaloni per ricordarsi come dosare gli ingredienti. Passabile era il raviolo alle melanzane e funghi che ha presentato Cornelius Sigan - o qualunque nome avesse,» poi indicò il piatto che stava davanti ad Arthur «il mio gelato non è passabile.»
«Io dico di assumerlo,» disse immediatamente Gwaine, mentre Merlin stava cercando di riprendere fiato.
Lancelot rise, pacatamente, mentre Elyan e Percival lo fecero ad alta voce. Arthur non riusciva esattamente a parlare e Merlin sembrava essersi conto solo in quel momento di avere appena urlato contro colui che aveva in mano il suo possibile futuro lavoro.
«Non siamo in una democrazia, quello che pensi tu non frega a nessuno,» borbottò Arthur, ma Gwaine non sembrava davvero troppo preoccupato.
«Ma ci piace! » disse Elyan e Arthur arcuò un sopracciglio.
«Non sapevo avessimo cominciato a dare lavoro a gente solo perché ci sta simpatica,» sibilò.
«Dovremmo,» aggiunse Percival, «è importante che ci sia un buon ambiente in cucina. »
«È importante anche che ne escano piatti decenti, in modo tale da non buttare al vento tutto il tempo che ci abbiamo messo a costruirci la nostra reputazione,» ribatté Arthur, e avrebbe probabilmente continuato a parlare per un poco (inserendoci un poco di storia di Camelot - il loro ristorante - e di Albion - la catena a cui apparteneva) quando Merlin tossì.
Tutti quanti si voltarono verso di lui. Oh, giusto.
«Siete sempre così? » chiese Merlin e Arthur si passò una mano sulle tempie.
«Temo di sì,» rispose Leon, pacatamente.
«Oh,» aggiunse il nuovo arrivato.
Oddio, Arthur l’aveva appena chiamato nuovo arrivato nella sua mente, vero?
«Quindi è dentro, no? » chiese Lancelot, che lo conosceva fin troppo bene e stava ridendo.
Il suo gelato era davvero una cosa incredibile, Arthur poteva ammetterlo.
Merlin li guardò, confuso, squittendo poi un «Cosa? » poco dignitoso.
Arthur maledisse se stesso, questo tipo, il suo staff e Morgana (sempre, per sì e per no). «Vammi a fare una pasta con i ricci, senza gelato, e se mi piace sei dentro. »
Tanto, peggio di così.